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Borsa di studio in Memoria del prof. Aretino Volpe, preside anno scolastico 2020/2021

Mercoledi 15 settembre 2021, alle ore 17:00, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2021-2022, sarà consegnata presso l’Istituto Superiore R d’Aquino in Montella la Borsa di studio in Memoria del prof. Aretino Volpe, preside   Destinatario della Borsa l’alunno De Marco Daniel della V E dell’Istituto R. D’Aquino di Montella - anno scol. 2020/2021

I familiari del Prof. Aretino Volpe, dal 2011, anno della sua dipartita, hanno istituito una Borsa di studio annuale alla Memoria, al fine di tramandare il ricordo del loro congiunto presso le nuove generazioni di alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore “R. d’Aquino” di Montella , nel modo più aderente ai valori che hanno contraddistinto il suo agire professionale ed umano.

La Borsa e’ destinata agli alunni delle classi quinte dell’ Istituto Superiore Statale “R. d’Aquino” di Montella ( scuola di cui il prof. Aretino Volpe è stato per venti anni Docente di Italiano e Latino e per altri dieci anni, Dirigente scolastico) che conseguono il miglior risultato scolastico nell’anno di riferimento

Il prof Aretino Volpe ha sempre impegnato le sue energie professionali e umane perché l’Istituto Superiore  R. D’Aquino si affermasse come una scuola di qualità e d’innovazione, agenzia educativa autorevole e riferimento per le famiglie e per il territorio ed ha creduto in una Scuola pubblica, inclusiva, democratica e nello stesso tempo meritocratica, che sapesse offrire opportunità educative a tutti ma anche capace di riconoscere i meritevoli e di premiarne il talento.

La sua azione è stata ampiamente riconosciuta dalla Scuola che nel 2011 gli ha intitolato l’Aula Magna.

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L'erboristeria "I Semplici" di Ivana Capone premiata erboristeria dell'anno Montella (AV)

Ed ecco a voi i nomi dei vincitori della 4a edizione del PREMIO ERBORISTERIA DELL’ANNO! VINCITORE ASSOLUTO

Erboristeria Equilibrio Naturale di Valentina Norbiato

Mestrino (PD)

CATEGORIA WEB STRATEGY E SOCIAL MEDIA

Erboristeria I Semplici di Ivana Capone

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Arte e cultura .....i vostri atrticoli

 

 

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Comunicato stampa del circolo Pd di montella e di sinistra italiana circolo E.Berlinguer di Montella del 07/09/2021

Il Circolo Pd e il circolo Sinistra Italiana “E. Berlinguer” di Montella ritengono necessario intervenire pubblicamente a sostegno della proposta dell’Amministrazione Comunale di candidare a un progetto di Ospedale di Comunità la Casa di Accoglienza adiacente al Convento di San Francesco a Folloni.

Riteniamo che la struttura, così come si presenta oggi, sia la più adatta, nonché quella più attrezzata su tutto il territorio provinciale, a soddisfare i parametri richiesti per la realizzazione di un progetto con finalità socio-sanitarie. L’ospedale di Comunità, accogliendo pazienti che necessitano di interventi sanitari clinici a bassa intensità (non erogabili a domicilio), risponde pienamente allo scopo sociale di una Casa di Accoglienza. Si presenta qui ed ora l’unica occasione per ottenerne la realizzazione con le agevolazioni provenienti sia dal Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza che dal SSN.

Inoltre siamo convinti che perseguire questo obiettivo significhi riaffermare un principio ispiratore del nostro agire politico, cioè offrire alla nostra comunità maggiori opportunità in termini di servizi e di progettualità, senza né impiego né spreco di denaro pubblico, ma utilizzando costruttivamente il patrimonio immobiliare comunale.
È questa anche l’occasione di fare chiarezza. È certamente necessario e utile il dibattito pubblico, ma è del tutto fuorviante e strumentale la diffusione di notizie false tese a manipolare le buone intenzioni di chi presenta proposte progettuali che non hanno nulla di punitivo verso nessuno. Ci lascia basiti il clamore di alcuni interventi (opera dei “soliti noti” conservatori) che si leggono sui social, perché non hanno nulla dello spirito francescano. Ci amareggiano sia l’improbabile difesa della proprietà che l'assenza cinica della consapevolezza del momento emergenziale pandemico che viviamo come comunità.
Tanto per essere chiari:
• La presenza dei Frati nel Convento di San Francesco non è mai stata messa in discussione. È FALSA qualsiasi notizia che vuole attribuire a questa Amministrazione la volontà di allontanare i Frati da San Francesco.
• La Casa di Accoglienza, come peraltro tutto il Convento, è legalmente di PROPRIETÀ del Comune di Montella, come dimostrato da atti ufficiali, consultabili su richiesta. Ai Frati fu concesso l’uso, il possesso della Casa di Accoglienza, per finalità sociali e non di lucro.
L’affitto stipulato negli anni passati con la Comunità Montana (cosa che stranamente non ha suscitato scalpore!) ha interrotto di fatto il possesso del bene da parte dei frati, quindi la Casa può essere destinata, in quanto proprietà del Comune, ad un uso sociale, come la sua destinazione iniziale prevedeva e prevede tuttora.
• La gestione dell’ospedale di Comunità è affidata al Servizio Sanitario Nazionale e non a cooperative private, come si è raccontato sui social solo allo scopo di delegittimare l’iniziativa.

Una menzione a parte merita il parcheggio del convento, acquistato evidentemente con donazioni della comunità e al servizio della comunità e di tutti i cittadini che visitano il luogo. Facciamo solo notare che il sistema di illuminazione del parcheggio, dell’intero perimetro esterno del complesso conventuale e dello stesso campanile è stato realizzato a spese del Comune di Montella, che paga l’utenza con un costo annuo di oltre 3.000€ .

Il parcheggio, in accordo con i frati, durante la pandemia è stato individuato come Drive in Covid perché facilmente raggiungibile da tutti i paesi del circondario.

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TECHne’’ - Progettare il futuro di Roberta Bruno e Ugo Calvaruso

Gianni Fiorentino, laureato in Giurisprudenza e titolare dell’omonima azienda agricola, ha ricoperto per anni il ruolo di consulente allo sviluppo locale ed è da sempre appassionato di vino.  Nato e cresciuto a Paternopoli, in una casa in campagna nel mezzo di un vecchio vigneto, tra gli odori della terra lavorata e quello del vino fatto in casa, coltiva da sempre insieme ai fratelli il desiderio di costruire una cantina nuova, che faccia dell’innovazione la naturale estensione della tradizione.

Nel 2012 realizza l’aspirazione familiare: quello di un’azienda vinicola con una cantina caratteristica, in grado di raccogliere il passato delle tradizioni e guardare verso il futuro, tenendo insieme territorio e tecnologia. Sviluppare questa attività all’interno della proprietà familiare è stata una scelta che ha riguardato insomma tutta la famiglia: dalla unione della gestione dei vigneti, alla costruzione di una nuova cantina in bioarchitettura, fino all’avvio dell’attività di vinificazione e di commercializzazione del vino. «La nostra storia familiare è molto legata alla terra: mia madre era contadina e mio padre emigrante.
La nostra passione per il vino è un amore indotto anche dalle circostanze in quanto il vino è stato fin dall’inizio un convitato liquido all’interno della nostra famiglia. La vecchia cantina si trovava tra la cucina e le camere da letto e quindi, da sempre, la nostra è stata una convivenza di fatto con il mosto, con il vino, con le botti, le bottiglie...
Nel tempo, dunque, ci è sembrato naturale protrarre e provare a dare valore a quello che avevamo già. Agli inizi degli anni ’90 abbiamo dato vita alla prima cantina di Paternopoli, vinificando ancora in casa, fino a poi intraprendere questo nuovo percorso più strutturato, con i suoi punti di bellezza e difficoltà, ma che appartengono direi naturalmente all’attività d’impre - sa».
Per Gianni Fiorentino il settore del vino in Irpinia è ancora all’ini - zio di un percorso, molto è stato fatto e si sta facendo e ancora tanto si potrà fare nei prossimi anni, sia rispetto alle strutture aziendali che alla capacità di produzione, nonché nell’integrazione degli elementi di innovazione all’interno delle singole aziende: «Da questo punto di vista l’Irpinia, seppure siano presenti  grandi marchi storici e affermati, è sul piano più generale una terra giovane, ma può fare di questa
condizione oggettiva un punto di forza: non avendo infatti dei modelli consolidati e strutturati sotto il profilo dell’identità e non solo, restano ampi spazi per creare o inserire elementi di innovazione e cambiamento funzionali alla modernizzazione del tessuto imprenditoriale ».

La mancanza di riferimenti strutturati e diffusi crea di fatto uno spazio di azione potenziale sul quale insistere. «L’Irpinia è produttrice del Taurasi, ma ogni cantina ha il proprio, con il risultato di avere spesso tanti Taurasi l’uno diverso dall’altro.
Inoltre, esiste un certo disequilibrio tra le aziende, in virtù di un individualismo che pur essendo prerogativa dell’attività di impresa, qui si traduce in una costruzione monca o addirittura assente di una visione condivisa e di spazi dove questa visione può generarsi e crescere.
La produzione del vino in Irpinia, rispetto al mare magnum del mercato dei vini, è una piccola parte, seppure di pregio, per cui proprio gli elementi della condivisione e del confronto possono in questo caso giocare un ruolo fondamentale ».
Per far sì che il prodotto si imponga e cresca sul mercato oltre alla necessaria “qualità del prodotto” è opportuno – secondo Fiorentino - arricchire la “qualità del racconto che oggi è parte integrante del prodotto stesso che si offre al cliente”, quindi la narrazione della storia delle aziende, del territorio, del paesaggio, del lavoro, delle relazioni. Su questo aspetto l’Irpinia ha un patrimonio unico e prezioso da narrare e nel quale ritrovarsi. Quello che manca, però, è forse la consapevolezza dell’importanza e della necessità del raccontarsi, in modo tale da poter esprimere all’esterno, all’enoturista, una percezione positiva e profonda della produzione irpina: «La spinta verso gli strumenti digitali, accelerata come non mai dal Covid, ha anche favorito una tendenza alla disintermediazione tra produttore e consumatore»,
spiega Fiorentino, «e questo fenomeno può aiutare nella costruzione di un racconto composito del territorio irpino, oggi episodico, frammentato e sconnesso, spesso assente.
Solo lavorando ad una ricucitura delle diverse parti e del ruolo e delle funzioni degli attori presenti, è possibile raccontare e lasciar conoscere l’Irpinia all’esterno e allo  stesso tempo rafforzare la consapevolezza del territorio in chi ci abita, tirando fuori le storie autentiche ed esemplari».
La questione del racconto è dunque una questione centrale, soprattutto per l‘Irpinia, dove la mancanza di un racconto autentico e fondato su un atto d’amore preclude la visione e la comprensione di nuove possibilità, che oggi più che mai consistono anche nelle nuove tecnologie:
«Mettersi in cammino significa aprirsi alla conoscenza e alla possibilità di apprendere anche dagli altri per importare e contaminare di elementi di novità il proprio lavoro. I modelli predefiniti e stabili sono tramontati, dopo il Covid dobbiamo essere abili a navigare nell’incertezza, per continuare un viaggio di cui non conosciamo con certezza la mèta».
Lo sviluppo per Gianni Fiorentino non è solo nelle tecnologie e nella loro applicazione, ma anche nella “testa delle persone”, dunque rimane prerogativa indispensabile il lavoro di formazione, legato all’espe - rienza e alla conoscenza, che attribuisca il giusto e vero valore “a ciò che si ha e a ciò che si è”. Un aspetto fondamentale di questo processo consiste nell’apprendimento territoriale, che nella narrazione viene valorizzato su due fronti: sia mettendo in evidenza il prodotto sia fornendo una storia unica all’eno - turista-cliente, che a sua volta apprende il valore e la cultura che gli viene trasmessa proprio attraverso quella particolare narrazione.

 

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Deliberazione della Giunta Comunale 143 del 28/08/2021

OGGETTO:PNRR - DESTINAZIONE IMMOBILE DI PROPRIETÀ COMUNALE SITO IN MONTELLA ALLA LOCALITÀ SAN FRANCESCO A FOLLONI "CASA DI ACCOGLIENZA SAN FRANCESCO" -  INDIVIDUATO CATASTALMENTE AL FOGLIO 25 PARTICELLA 430 - A OSPEDALE DI  COMUNITÀ E/O CASA DI COMUNITÀ - 

L’anno duemilaventuno, il giorno ventisette del mese di agosto, alle ore 09:00 e prosieguo, nella sala delle adunanze del Comune suddetto, si è riunita la Giunta Comunale con la presenza dei sigg.

 

e con l’assistenza del Segretario Comunale Dott.ssa Myriam Feleppa. Il Presidente, constatato che gli intervenuti sono in numero legale, dichiara aperta la riunione ed invita i convocati a deliberare sull’oggetto sopraindicato.
                                                    L A G I U N T A C O M U N A L E

>SCARICA LA DELIBERA IN PDF<

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L’ amico Fritz di Totoruccio Fierro

Nel periodo della mia adolescenza, anni 50/60 del secolo scorso, per ascoltare la musica in generale ( canzoni, pezzi e arie liriche, sinfonie, ecc.), era un’impresa, ardua come quella di scalare una cima dell’ Himalaya o come quella che dovette affrontare il Paladino Orlando che perse la vita nella battaglia di Roncisvalle contro i Saraceni, dopo il tradimento di Gano di Maganza, nonostante la sua Durlindana e nonostante avesse chiesto aiuto a Carlo Magno soffiando nel suo Olifante fino a farsi scoppiare il sangue nelle orecchie! L’ascolto della musica era riservato a pochissimi, ai solo possessori di radio, giradischi e tv!
A casa di mio nonno, Tore Fierro, eravamo fortunati perché tenevamo una radio, chiusa in un grosso mobile di legno lucido e dotata di un giradischi; purtroppo non avevamo i dischi e la radio, ricevendo le sole Onde Medie, gracchiava e gracidava in modo continuo e assillante, martellando le orecchie di chi, paziente, cercava di ascoltarla!
Insomma, un vero disastro!
La buonanima di mio Padre, Carlo Gelsomino, ( che gestiva il Cinema e, dato i tempi difficili e per invogliare la gente, era costretto a vendere i biglietti d’ ingresso per la strada alle persone o al botteghino, poi imbobinava le pizze di celluloide del film e, infine, lo proiettava ) era anche lui affamato di musica, fino al punto da rubare, tagliando tre/quarto metri di pellicola di un film, dove nella colonna sonora era incisa la musica del Toreador della Carmen di Bizet, che riascoltava ogni volta che voleva, non esistendo allora, come dicevo, supporti elettronici e magnetici!
Allora, per ascoltare musica in genere, bisognava aspettare il Festival di San Remo, quello di Napoli e quella che trasmetteva la Rai-Tv : Canzonissima, Alto Gradimento, Festivalbar, ecc.
Un appuntamento importante e significativo era costituito dall’ arrivo dei complessi bandistici pugliesi in occasione delle feste paesane del SS. Salvatore e della Madonna delle Grazie.
Cittá di Bisceglie, Conversano, Giovinazzo e, soprattutto, Gioia del Colle erano e sono le bande musicali piú importanti dell’ intero panorama musicale italiano.
Esse si esibivano sui palchi allestiti al centro delle due piazze del nostro Comune.
Generalmente, erano costituite da 25 - 30 strumentisti, diretti dalla bacchetta di un Maestro dall’alto di un piedistallo. Esse in genere rispettavano il medesimo cerimoniale, prima di dare inizio all’esecuzione : i componenti si alzavano, battendo con le mani gli strumenti; il direttore salutava il pubblico con un inchino poi si girava di spalle e, battendo il leggio con la bacchetta, dava inizio alla prestazione con l’esecuzione dell’Inno d’Italia!
I brani che venivano eseguiti erano costituiti, per lo piú, dalle arie più famose della lirica italiana, canzoni napoletane, incalzanti marcette e sul tabellone esposto si leggevano i titoli degli stessi.
In genere, la gente poco incline e predisposta all’ ascolto della musica classica, passeggiava distratta, mentre sotto il palco si radunava il solito gruppetto degli intenditori e appassionati e, se tra esso si scorgeva la presenza di Emidio Grandis e del maestro di musica Antonio Pertuso, allora significava che il complesso bandistico era veramente all’altezza delle aspettative.
Il maestro Pertuso componeva musica sacra, insegnava musica e suonava l’organo delle varie chiese di Montella durante le varie funzioni religiose.
Si esibiva soprattutto sull’organo della Chiesa Madre ( Collegiata di Santa Maria del Piano ), sostenuto da una ricca architettura lignea, adorna di pitture e rilievi e possedeva una profonda e tremula voce baritonale che faceva scivolare a pioggia sulla sottostante navata, inondandola di intense note vibranti e palpitanti che filavano dritte nel cuore dei fedeli!
Ogni anno, dal 29 novembre al 7dicembre, in questa chiesa si celebra la novena dell’Immacolata Concezione.
La campana incomincia a suonare a distesa alle cinque del mattino e, incalzando sempre piú i suoi rintocchi, tenta di aprirsi un varco tra le tenebre ancora fitte e il freddo intenso di dicembre.
I fedeli si accomodavano sulle due lunghe file di banchi : su una tutti i maschi e sull’altra tutte le femmine!
Ricordo che all’epoca, nelle cappelle laterali di sinistra, addossati alle pareti e agli altari, si allineavano molti giovani che andavano, non tanto per seguire la funzione religiosa, quanto per vedere le ragazze che, di prima mattina, ma giá abbastanza civettuole e compiacenti, reggevano il filo!
Se qualche ragazzo, assai imprudente si azzardava ad andare verso l’abside, passando per le cappelle, allora si sentivano riecheggiare nella chiesa sonori e pesanti schiaffoni e sberle che si abbattevano sulla testa dell’ impudente e temerario malcapitato!
Il prete sull’ altare, avvezzo com’era, faceva finta di non sentire!
Dopo una lunghissima litania...incominciava il canto dell’Immacolata : l’ organista intonava possente la strofa, a cui, dopo un attimo, rispondeva in coro l’assemblea dei fedeli! La canzone è molto lunga e piacevole da ascoltare...
Ma riprendiamo il filo del discorso : una sera piuttosto fresca del mese di giugno, il terzo giorno della festa del SS. Salvatore, mi avvicinai al palco dove si stava esibendo il gruppo bandistico di Gioia del Colle e sul tabellone lessi “ INTERMEZZO “ da L’Amico Fritz di Pietro Mascagni ( Commedia lirica in tre atti ), compositore livornese e autore anche di Cavalleria Rusticana.
Considerando che gli intenditori aficionados erano in trepida attesa, decisi di sostare anch’io!
Non conoscevo il brano, ma la sua esecuzione, la sua partitura mi lasciò attonito ed esterrefatto e grande fu poi la mia commozione, allorché vidi gli occhi lustri degli astanti...
Da allora, ho riascoltato tantissime volte il pezzo, diretto da Von Karajan, Abbado, Muti, ed altri, che mi rinnovella sempre grande emozione e profondo sentimento per la sua straordinaria melodia e musicalità!
La musica ha carattere universale, senza tempo e senza limiti, non è solo per cultori e conoscitori, non ha bisogno di essere appresa, travalica ogni ostacolo, é libera, penetra nell’animo umano e infonde amore ed emozioni anche nei cuori più duri!
Ha un linguaggio espressivo, significante, comprensibile...infatti, come è noto, il Voyager Golden Record è un disco inserito nelle due sonde spaziali lanciato dall ‘uomo nel 1977 nei recessi dell’infinito!
Mi auguro vivamente e con tutto il cuore che esseri viventi dagli infiniti spazi possano restituire all’umanità un loro disco con l’aggiunta di una Ottava Nota, alle sette scoperte nel secondo millennio da Guido d’Arezzo, che potrá così continuare : do re mi fa sol la si...ci siamo!

Totoruccio Fierro

Montella, 2 settembre 2021

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Vincenzo Savino ricorda l'amico Felice Basile

Confutata la Congettura di Basile (Felice) – In ricordo di un caro amico – E’ già passato più di un anno da quando l’arch. Felice Basile ci ha lasciati; io lo conoscevo fin da bambino, da quando abitava in Via Gamboni.
Spesso andavamo a casa sua a giocare a tressette o a scopa, utilizzando il prezzo dei fumetti per “giocare a soldi”.
Ricordo che un giorno, avrò avuto 8-9 anni, lui ne aveva qualcuno più di me, mentre giocavamo a “Nanzi Corte” iniziò a piovere e tutti corremmo a casa di Felice per ripararci e per giocare a carte.
Tutti correvamo, tranne Felice, che invece ci seguiva a passo normale; noi, già al riparo, gli gridavamo di correre per non bagnarsi, e lui se ne uscì sostenendo che, correndo o camminando, si prendeva sempre la stessa quantità d’acqua: era nata la “Congettura Basile”.


In matematica esistono tre livelli di affermazioni: gli assiomi, le congetture e i teoremi.
Gli assiomi vengono accettati come verità lampanti, primarie, per le quali non c’è bisogno di dimostrazione; nella geometria euclidea, quella che si studia a scuola, sono solo cinque; per darne un’idea riporto il primo che afferma: “Per due punti passa una ed una sola retta”. Da soli cinque semplici assiomi, del tipo che ho riportato, deriva tutta la geometria.


I teoremi invece sono verità matematiche e geometriche dimostrate con passaggi logici inattaccabili utilizzando gli assiomi o altri teoremi già dimostrati.
Le Congetture infine sono una via di mezzo; sono enunciate come i teoremi perché sembrano del tutto evidenti, ma sono ancora prive di dimostrazione.
Molti matematici hanno lasciato la dimostrazione di loro congetture alle generazioni successive; al riguardo famoso è stato l’ultimo teorema di Fermat, matematico francese del XVII secolo; una sua congettura è stata dimostrata vera, e quindi è diventata un teorema, solo pochi anni fa, dopo che su di essa avevano consumato la propria mente schiere di matematici di tutto il mondo, per decenni.
L’affermazione di Felice sul fatto che con la pioggia, si corra o si cammini, ci si bagna allo stesso modo, mi colpì molto, come può sorprendere un bambino una inaspettata rivelazione, a cui non aveva mai pensato; i bambini agiscono prevalentemente per istinto e forse quell’affermazione mi colpì tanto perché sembrava invece frutto di una riflessione, cosa inusuale per bambini di quell’età.
Istintivamente l’enunciato mi sembra- va sbagliato, però già conoscevo la sottigliezza di pensiero di Felice e non sapevo se credergli o meno.
Molti anni dopo, quando tornavo a Montella e lo incontravo, mentre parlavo con lui, la sua Congettura mi tornava in mente, anche se non gliene ho mai fatto cenno.
La sua scomparsa così improvvisa, è stata un duro colpo per noi tutti, amici e familiari, e a volte mi ritrovo a pensare a lui e inevitabilmente mi ritorna in mente la “Congettura Basile”.
E mi ritorna in mente l’antica domanda: ma Felice aveva ragione o no?
Un pó per ricordare un caro amico, un pó per divertimento, un pó per sciogliere una volta per tutte il dilemma, ho preso carta e penna e mi sono cimentato nella sua analisi che a me sembra abbastanza semplice e che può essere seguita anche da chi non ha molta dimestichezza con la matematica.
Congettura di Basile
Con pioggia uniforme, andando dal punto A al punto B, si prende sempre la stessa quantità di pioggia, indipendentemente dalla velocità di spostamento.

Analisi
La persona sotto la pioggia, che si bagna la testa, le spalle e normalmente la parte anteriore del corpo, per comodità viene assimilata ad un parallelepipedo.
Altre utili ipotesi sono che la pioggia cada perfetta- mente verticale e che sia omogenea, cioè che ogni goccia, per esempio quella rossa in figura, disti dalle altre in egual misura dg.
Il parallelepipedo è alto lh, largo la e profondo lb.
Per comodità osserviamo la scena da un piano parallelo alla faccia laterale ABCD; vedremmo la figura successiva.
Riferendoci ad essa, defi- niamo alcune grandezze:
• Velocità costante della
pioggia = vp (m/s);
• Velocità costante perso-
na (Felice) = vF (m/s);
• Distanza dalla casa in
cui ripararsi = lp (m).
Analizziamo la figura e cerchiamo di capire che succede col movimento.
Col parallelepipedo che si muove con una velocità orizzontale pari a quella verticale della pioggia (vF = vp), proviamo ad individua- re le gocce che ne bagnano la faccia superiore, in figura il lato AB.
In tale situazione la goccia che è nel punto A viene intercettata; muovendosi poi il parallelepipedo in orizzontale di un tratto dg, distanza fra una goccia e l’altra, le file di gocce orizzontali scendono anche esse di eguale distanza dg (abbiamo ipotizzato vF = vp) ; il punto A perciò intercetterà anche la prima goccia rossa fra quelle in figura.
Quando il parallelepipedo sarà avanzato di 2dg, il punto A intercetterà la seconda goccia rossa e così via; la linea rossa che unisce tutte le gocce d’acqua che il punto A intercetta nel suo spostamento, individua un angolo α con l’asse orizzontale.
Se la velocità della persona è invece metà della velocità di caduta della pioggia (vF = ½ vp), nella sua progressione orizzontale, il punto A intercetterà una goccia di pioggia ogni due file di gocce che scendono; le gocce intercettate sono quelle unite dalla linea verde che forma un angolo α’, maggiore di α, con l’asse orizzontale.
Quanto più lenta è la velocità del parallelepipedo, tanto più grande è l’angolo individuato dalla retta che unisce le gocce intercettate dal punto A con l’asse orizzontale.
L’angolo α, la velocità di traslazione del parallelepipedo e il numero di gocce intercettate dal punto A, sono quindi legate fra di loro in modo diretto.
Quanto detto per il punto A, si può ripetere per il punto B, anzi per tutti i punti compresi fra A e B.
Geometricamente questo significa che, con velocità costante di traslazione del parallelepipedo, le gocce di pioggia che cadranno sul segmento AB mentre arriva alla fine del percorso, sono quelle comprese nello spazio racchiuso fra le due rette parallele che partono da A e B, il cui angolo di inclinazione α dipende solo dalla velocità del parallelepipedo.
Traducendo in immagine quanto detto, si ha la figura a lato; le due rette parallele per A e B, definiscono con il lato AB e col segmento di parete verticale MN, un trapezio isoscele i cui vertici sono i punti N, B, A ed M.
Le gocce contenute nel trapezio cadranno sul segmento AB mentre questo raggiunge la parete verticale di sinistra.
C’è corrispondenza diretta fra la superficie del trapezio e il numero di gocce che cadranno sul lato AB; tanto maggiore è la sua superficie più gocce cadranno sul segmento AB.
Tale legame non è però di diretta proporzionalità; se, per esempio, aumentiamo del 5% la superficie del trapezio, non è detto che aumenti del 5% il numero delle gocce in esso contenute.
Questo dipende dal fatto che fra le gocce esiste una distanza discreta; esse non sono attaccate una all’altra in un velo continuo.
Ciononostante il legame fra la superficie del trapezio e la quantità di gocce esiste; con aumenti di superficie piccoli e variazioni minime dell’altezza del trapezio, non è garantito un aumento del numero delle gocce, sicuramente però tale numero non diminuisce.
Moltiplicando poi la superficie del trapezio per la densità bidimensionale della pioggia, ricaviamo il numero di gocce che con molta probabilità cadranno sul segmento AB nel suo cammino.
La superficie del trapezio si calcola ricordando che essa è data da “base maggiore più base minore diviso due e moltiplicato per l’altezza”.
Nel nostro caso la base maggiore è il segmento BN, la base minore il segmento AM e l’altezza il segmento AP.


Il triangolo AHM è rettangolo e dalla trigonometria sappiamo che la lunghezza di un cateto è data dal prodotto della lunghezza dell’ipotenusa per il coseno dell’angolo racchiuso fra di essi.
Nel nostro caso:
HA = AM · cos α;
ma il segmento HA è pari alla distanza da percorrere lp; ne deriva quindi:
AM = lp/cos α.
Con lo stesso ragionamento possiamo scrivere: BH = BN · cos α e quindi:
BN = (lp + la)/cos α.
L’altezza del trapezio, corrispondente al segmento AP, è un cateto del triangolo rettangolo ABP, che ha il lato AB come ipotenusa.
Possiamo quindi scrivere che (altro teorema di trigonometria) AP = AB · sin α, oppure che:
AP = la · sin α.
La superficie del trapezio sarà quindi data da:

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Dimitri Dello Buono : questa inutile, stupida e insensata polemica.

Posso dire di conoscere San Francesco, inteso come il convento nella piana di Folloni, da quando ero un ragazzino. Padre Silvio, amico di famiglia, chiamava mia madre Aduccia e ricordo l’aneddoto di quando andando ad un matrimonio in ritardo in macchina disse a mia madre “Aduccia, non preoccuparti tanto se non arrivo io la cerimonia non inizia”
Al liceo Padre Paolo era mio professore come lo era di tantissimi altri a cui ha voluto bene come un fratello maggiore.
Da alcuni anni, c’era ancora il mio amico e fratello Agnello, ho vissuto San Francesco davvero intensamente e con lui, Cirillo e da qualche anno con Padre Paolo abbiamo passato momenti che dire intensi è solo per massima sintesi.
Credo di conoscere molto bene il pensiero, il modo di fare e soprattutto l’animo che ispira la comunità Francescana di Folloni. Vedere i ragazzi vivere in modo armonico lo stare insieme è un vero e proprio spettacolo che da un senso alla vita dei giovani i quali in contesti diversi non darebbero quello che a San Francesco invece viene spontaneo.
Leggere dei contrasti e delle incomprensioni che stanno riempendo i social e i giornali mi lascia perplesso e sinceramente sono molto amareggiato dalla situazione. Gli atteggiamenti dell’Amministrazione nei confronti dei Frati di San Francesco lacerano la comunità di Montella e non vedo alcuna ragione di accanirsi sui frati che hanno sempre condiviso gioie e dolori di tutti e messo a disposizione della collettività ogni cosa.
Ho aiutato personalmente Padre Agnello, Padre Cirillo e poi Padre Paolo a risolvere piccoli e grandi problemi della struttura di Folloni ed ho dato un deciso contributo per sbloccare la situazione del finanziamento regionale quando è servita una mano per andare avanti. Questo senza fare ne clamore ne postare nulla sui social perché quando si fa qualcosa col cuore lo si fa e basta e come si legge nel Vangelo “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”.
Di questo me ne sono testimoni persone che come me lo hanno fatto col cuore.
Tutto accadeva prima che questa amministrazione, che ho desiderato, votato e supportato, si insediasse.
Credo che la situazione stia degenerando e vedere il Provinciale costretto a scrivere per chiarire i fatti mi imbarazza come cittadino di Montella, mi turba come credente e soprattutto mi umilia come persona che conosce il pensiero ed il modus operandi che contraddistingue quest’ordine.
Io ammiro e apprezzo quest’ordine religioso che è fatto di persone molto forti, di sicuro più di me perché io non riuscirei a fare quello che loro fanno con la semplicità con cui lo fanno.
Come montellese, credente e loro amico chiedo davvero scusa a tutti i Francescani e spero che tutti, passandosi la mano sulla coscienza, facciano altrettanto con l’unico scopo di vedere spegnere questa inutile, stupida e insensata polemica.

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Parcheggio adiacente il Convento di San Francesco - Il comunicato integrale Fra Cosimo Antonino, ministro provinciale

Con riferimento al parcheggio di cui oggi il Comune di Montella rivendica la proprietà, nonostante il grande rammarico per tutta la vicenda, nella qualità di ministro provinciale dei frati minori conventuali mi vedo costretto a ristabilire la verità più volte travisata, anche per rispetto ai sacrifici dei frati ed alla generosità dei benefattori che hanno contribuito alla realizzazione dell'area parcheggio del convento di San Francesco a Folloni.
Nel 2002 i frati del Convento di San Francesco hanno acquistato per la Provincia di Napoli dei Frati Minori Conventuali dal Sign. Varallo Gerardo un terreno attiguo al Convento (f. 25 particelle 317-325-331-327) con le offerte pervenute dai montellesi americani di Norristown. Il terreno è stato acquistato al fine di realizzarvi un parcheggio a servizio dei pellegrini e dei visitatori del Complesso conventuale di san Francesco a Folloni. L’intitolazione del piazzale al confratello montellese P. Giovanni Recupido è stata una iniziativa dei frati ed è motivata dal fatto che parte del parcheggio insiste su una consistente particella adiacente (318), oggetto di legato alla Provincia religiosa da parte del confratello, estinto alla fine degli anni ‘80.
Essendo tutta l’area vincolata dalla Soprintendenza per i Beni A.A.A.S. di Salerno e Avellino con un decreto ministeriale del 1984, l’intera pratica per il progetto del parcheggio è stata presentata dai frati, in qualità di proprietari del terreno, ed ha ricevuto tutte le autorizzazioni, compresa quella paesaggistica con la relazione positiva dell’UT del Comune di Montella, come richiesto dalla procedura. I vari progetti sono stati realizzati da tecnici di Montella che hanno messo a disposizione dei frati di San Francesco la loro professionalità in modo gratuito: il progetto è stato redatto dall’ing. Fabio Gramaglia e dall’arch. Carmine Musano, la progettazione per l’impianto elettrico è dell’ing. Vitantonio Gambone. I lavori sono stati eseguiti dalla Ditta Ferruccio Capone gratuitamente. Tutte le spese relative all’acquisto di cavi e di tutto il necessario per l’impianto di smaltimento delle acque e del successivo intervento per asfaltare l’area, dipingere le strisce e tutto il corredo, recuperare i vecchi pali della luce e reimpiegarli nella nuova sede del parcheggio, è stato realizzato con le offerte di Francesco d’Incanto (Festa di san Francesco) che aveva a quei tempi in Gaetano Volpe il presidente del Comitato.
Al Comune di Montella fu richiesto a suo tempo - e realizzato dopo i lavori al viale di san Francesco - di allacciare alla corrente pubblica l’impianto di luci del parcheggio per ragioni di sicurezza e perché il Complesso conventuale, in tal modo, fosse reso il più possibile fruibile ai fedeli e ai turisti. Questo a testimonianza di una collaborazione sempre intercorsa tra i frati e le varie Amministrazioni che si sono avvicendate alla guida del Comune di Montella, e che l’attuale Amministrazione pare disconoscere completamente.

Fra Cosimo Antonino, ministro provinciale.

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Montella 22 agosto 2021 Irpinia unità per i diritti umani

Irpinia unità per i diritti umani  -Patrick Zaki è in carcere da 7 febbraio 2020, da quando è stato arrestato in Egitto con accuse pretestuose In attesa di un processo , la sua detenzione preventiva viene prorogata ogni 45 Così come lui , altri 50 tra uomini e donne oggi scontano pene ingiuste o addirittura non conoscono le ragioni della propria detenzione :sono proprio i loro volti i protagonisti di questa mostra Storie lontane e distanti , unite dal sottile filo della lotta per i diritti umani
Sette di questi volti ( e le loro storie ) saranno ospitati in una Mostra a Montella , Comune che ha concesso a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria La Mostra è allestita in Piazza degli Irpini e vi resterà fino al 30 agosto 2021 Ecco le loro storie
Maks Bokaev , Kazakistan
Attivista , condannato a 5 anni di carcere per aver pubblicato post critici sui social
Anamely Ramos Gozales , Cuba : artista e docente universitaria, detenuta in attesa del processo dal nov.2020 per aver difeso la libertà di espressione artistica
Sanaa Seif , Egitto
Attivista , condannata ad un anno di carcere a causa delle sue critiche al governo
Sanar Badawi, Arabia Saudita
Attivista , in attesa del processo dal maggio 2018 per aver difeso i diritti delle donne
Shakthida Sathkmara Sry Lanka. Scrittore , detenuto dal 2019 per aver criticato la fede religiosa buddhista
Sedigheh Vasmaghi , Iran Poetessa , condannata a sei anni di carcere per aver difeso i diritti umani
Yu Wenspeng , Cina . Avvocato , condannato a 4 anni di carcere per aver criticato il governo
Sebastiano Lavecchia, Daniela Di Benedetto e altri 3
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Centro Francescano Giovani Campania-Basilicata, che ha sede a san Francesco a Folloni – Montella (AV).

I Frati Minori Conventuali di Napoli fondano il Centro Francescano Giovani Campania-Basilicata, che ha sede a san Francesco a Folloni – Montella (AV). Questo centro è il luogo di incontro, di tutta la regione Campania e Basilicata, di giovani che desiderano condividere con i frati l’esperienza stessa di san Francesco.

Il CFG Campania, come equipe, vuole mettersi in cammino con i giovani ed accompagnarli nell’incontro con il Signore.

Il CFG si occupa di tutti i giovani anche di coloro che sono in ricerca vocazionale. Sulle orme di san Francesco, l’equipe, accompagna i giovani che desiderano mettersi in cammino per discernere la loro vocazione francescana, e perché no per essere un giorno frati, sacerdoti, suore e consacrati laici.

tutte le iniziative hanno come unico scopo l’amore di Cristo attraverso il carisma francescano.
Il CFG si occupa di tutti i giovani anche di coloro che sono in ricerca vocazionale. Sulle orme di san Francesco, l’equipe, accompagna i giovani che desiderano mettersi in cammino per discernere la loro vocazione francescana.
Pace e bene!
DA FRATI CONVENTUALI CAMPANIA

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Montella 21 agosto presentazione del libro di Pasquale Gallicchio

Con il patrocinio del #ComunediMontella L’incontro è aperto al pubblico nel rispetto delle norme antiCovid - Il romanzo tratta del non facile rapporto tra un padre e un figlio nello scenario di una comunità di un piccolo paese irpino alle prese con le difficoltà del presente e le incertezze del futuro
Racconta di Giuseppe, giovane bancario irpino, costretto a lasciare Milano dov’è emigrato da trent’anni, per ritornare in paese, a Bisaccia, posto sulla dorsale appenninica meridionale, per accudire Luigi, il padre affetto da Alzheimer.
Il loro rapporto, reso difficile da un duro scontro generazionale che li ha divisi per diversi anni, viene rimesso in discussione proprio dalla malattia e dalla presenza di Dora, primo amore del padre che diventa perno fondamentale del romanzo.
Giuseppe durante la permanenza nella sua abitazione, trasformata dalle mode post terremoto, si rende conto che ha di fronte un padre che non conosce.
Inoltre l’impatto con la comunità, ricostruita dopo il terremoto del 23 novembre 1980 a cui Giuseppe non ha assistito, riaccende in lui vecchi ricordi. Il suo diventa un continuo viaggio nella memoria e contemporaneamente una
riscoperta di cio ‘che rimane del paese dopo la ricostruzione.
I luoghi gli parlano, il contatto con la natura gli trasmette la voglia di trovare per motivo per non partire più. Vive nuovi incontri. La bellezza del paesaggio lo riconquista, ma nello stesso tempo è colpito dallo spopolamento delle strade, una volta abitate.
Di fronte a tutto ciò si interroga sul futuro dei piccoli paesi. Ne nasce una profonda riflessione e nello stesso tempo un intenso conflitto.

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Ospedale di comunità : cos'è e come funzione

L’Ospedale di Comunità è una struttura della rete assistenziale territoriale e costituisce un’alternativa all’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) nei casi in cui questa non sia possibile o per mancanza di un supporto familiare o perché necessaria un’assistenza infermieristica continuativa.

Offre assistenza infermieristica e alla persona sulle 24 ore. È una struttura territoriale destinata a pazienti con malattie non acute. L’assistenza medica è garantita, con le stesse modalità del domicilio, dal proprio Medico di Famiglia o dai Medici della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) nei giorni festivi, prefestivi e nelle ore notturne. Per le emergenze viene attivato il 118. Durante il ricovero sono effettuate le terapie, le indagini diagnostiche e le consulenze necessarie prescritte dal medico.

Possono essere ricoverati pazienti, senza limiti d’età, con non autosufficienza, anche temporanea, per problematiche sanitarie non risolvibili a domicilio. Spesso si tratta di persone con malattie croniche in fase di riacutizzazione che non hanno bisogno di un ricovero ospedaliero, ma hanno comunque la necessità di essere assistiti in un ambiente “protetto”.

Il ricovero, programmato e mai in urgenza, avviene sempre su proposta del proprio Medico di Famiglia che valuterà quale percorso assistenziale è più opportuno per il paziente.

L’Ospedale di Comunità è una struttura aperta ai familiari con orari flessibili ed adeguati alle loro necessità. Un familiare o una persona di fiducia può restare accanto al paziente durante tutto il periodo del ricovero. Gli altri familiari o amici possono accedere liberamente durante il giorno purché siano rispettate le esigenze del proprio congiunto e degli altri ricoverati.

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I Frati Conventuali di S.Francesco a Folloni diffidano il Comune di Montella

La notizia è di pochi minuti fa : i Frati Minori Conventuali, tramite il loro avvocato, hanno intimato al Comune di Montella l’ immediata rimozione della tendostruttura ospitata nel parcheggio del Convento di San Francesco a Folloni a Montella.
La struttura è stata utilizzata, durante l’ emergenza epidemiologica, dalla comunità montellese e dei paesi limitrofi quale centro per il prelievo dei tamponi COVID-19.

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Il sogno di Padre Silvio.....

IL SOGNO DI PADRE SILVIO E DEI FRATI MINORI CONVENTUALI DI SAN FRANCESCO A FOLLONI.“ … per cui, nell’ animo vengono a galla tante cose del passato, delle attività svolte, dei contatti avuti, delle partecipazioni a tanti drammi e della soluzione anche di alcuni problemi. Mi è rimasta nell’ animo solo un’ amarezza, noi Frati avevamo nel cuore la voglia di costituire un’ ospedale qui a San Francesco, per beghe politiche, malgrado uno stabile ben attrezzato, il sogno non fu realizzato ed è rimasta forse l’ unica amarezza nel ricordo di tante, bellissime avventure riscontrate e vissute in questa terra d’ Irpinia.”

Frà Paolo GALANTE, attuale Padre Guardiano del Convento e Rizieri BUONOPANE, sindaco del Comune di Montella, si incontrino scevri da qualsiasi pregiudizio e si prodighino per il bene del paese

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Biennale d’Irpinia 2021 – Prima edizione Montella 7-14 agosto 2021

Nasce quest’anno la prima edizione della Biennale d’Irpinia, che avrà come titolo ”Quaranta”, come gli anni passati dal terremoto che ha segnato uno spartiacque nella storia della Campania e del Sud d’Italia.
Il 23 novembre 1980 è una data rispetto alla quale c’è un prima e un dopo nella vita di chi l’ha vissuta e nella percezione delle generazioni successive.

Già nel Novembre del 2018 si tenne al Castello Cavaniglia di Bagnoli Irpino una mostra collettiva, dal titolo “Quasi Quaranta”, che indagava il tema del terremoto e delle sue conseguenze sui paesi e sulla società dell’Irpinia. Quell’esposizione voleva essere un’introduzione alla Biennale che quest’anno si avvia.

La Biennale d’Irpinia vuol diventare negli anni un’occasione per raccontare con gli strumenti dell’arte contemporanea il territorio irpino e, attraverso le sue peculiarità, affrontare temi di valore globale; quest’anno si indagheranno le sensazioni e i segni profondi lasciati da un terremoto nella percezione di chi l’ha vissuto direttamente o indirettamente.
Le crepe dei muri dell’Irpinia non sono diverse da quelle del Friuli, dell’Umbria, del Molise, del Lazio, dell’Abruzzo, delle Marche, dell’Emilia Romagna.

Partecipano all’evento pittori, scultori, fotografi, artisti concettuali, differenti per linguaggi espressivi e provenienza: gli irpini Maria Rachele Branca, Francesco Campese, Alessandro Petriello, Generoso Vella, Stefano Volpe; i marchigiani Carlo Chiatti e Ricardo Aleodor Venturi; gli abruzzesi Alessandro D’Aquila ed Emanuele Moretti; i romani Guglielmo Mattei e Filippo Saccà; il veneto Matteo Bagolin.
A rendere ancora più prezioso l’evento, la presenza di tre opere dei fratelli Elio, Luigi e Rosario Mazzella, artisti di Napoli dalla carriera sessantennale; Luigi e Rosario sono venuti a mancare proprio quest’anno: la mostra è dunque anche l’occasione per celebrarne il ricordo.

Informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Consiglio Comunale del 30 luglio 2021 Diretta streaming

Comunale preso la Biblioteca Comunale in Piazza Bartoli in sessione straordinaria, seduta pubblica, con le limitazioni imposte dalle disposizioni vigenti in materia di emergenza Covid-19 per il giorno 30 luglio 2021 alle ore 09.00

in prima convocazione e per il giorno 31 luglio 2021 alle ore 09.00 in seconda convocazione, per trattare il seguente ordine del giorno:
1. Comunicazioni del Sindaco;
2. Lettura ed approvazione verbali seduta precedente;
3.Interrogazioni, interpellanze e mozioni;
4. Assestamento generale bilancio finanziario 2021/2023 - art. 175 D.lgs 267/2000
5. Programma di destinazione di immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale per ordini di demolizione non eseguiti dai responsabili degli abusi - Dichiarazione di esistenza di prevalenti interessi pubblici al mantenimento delle opere;
6. Modifiche di integrazioni al Regolamento di Organizzazione e di Funzionamento del Consiglio Comunale:
7. Progetto di fattibilità tecnico-economica "Lavori di realizzazione di un terminal bus nel Comune di Montella" Determinazioni.
Il Sindaco
Dott. Rizieri Buonopane

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Ciao Montella, sono Ascanio Boccuti

Ciao Vittorio Sica direktor di montella.eu , sono Ascanio Boccuti , vivo a Boston negli Stati Uniti, come tanti montellesi che conosco vedono tutti i giorni le notizie e la camera della piazza facendoci molto felici di questo. (Nella foto Ascanio Boccuti con il padre)
Vorrei ricostruire l'albero genealogico della mia famiglia già a Montella dal 1.600. Se le persone di montella sia con il cognome Boccuti o tutti i montellesi possono darmi qualche notizia dei miei parenti attuali o dei miei parenti passati.
Il mio bis-nonno, Antonio Boccuti, arrivò a New York nel 1886. Viaggiò avanti e indietro diverse volte. Mio nonno, Ascanio Boccuti, è nato a Baltimora, nel Maryland, nel 1903 e da allora la mia famiglia è rimasta a Baltimora. Mio nonno ha avuto 6 figli, 4 maschi e 2 femmine, di cui 4 sopravvivono.
Ho lavorato a lungo con la signora Gambone dei demografici di Montella per trovare i documenti che hanno, fino al 1805.

Non hanno registrazioni del mio antenato Girolamo Boccuti, nato nel 1718 circa. Girolamo sposò Orsola De Vecchis ed ebbero un figlio Francesco Saverio Boccuti nato nel 1748 e morto il 20 ottobre 1827 a Montella.

Posso chiedere chi sarebbe in grado di cercare i documenti per un atto di nascita, battesimo, matrimonio o morte di Girolamo Boccuti e dei suoi genitori?

Sono anche interessato a qualsiasi informazione che possa esistere a Montella su un altro parente, il mio omonimo, Ascanio Boccuti ei suoi (? tre) figli. Credo che Ascanio sia nato a Montella 1686. Uno dei suoi figli, Giuseppe, divenne sacerdote a Montella 1726.

Cordiali saluti,
Ascanio Boccuti

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Diretta S.Salvatore 25 luglio 2021 Santa Messa Don Davide Banzato e Don Andrea Ciriello.

Diretta dal Santuario del Santissimo Salvatore di Montella. Celebrano la Santa Messa Don Davide Banzato e Don Andrea Ciriello.

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