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Antonio Giannotti, Perrotta Gigliola Finalisti per la categoria “Miglior Panettone Creativo Dolce” 2021

Si è svolta lo scorso 17 giugno, presso la sede di CAST Alimenti a Brescia, la selezione dei pasticceri finalisti di Panettone Day 2021, il concorso nazionale di pasticceria riconosciuto per la sua autorevolezza e giunto ormai alla nona edizione, ideato dall’azienda Braims in partnership con Novacart e in collaborazione con Callebaut, Vitalfood, FB e grazie al prezioso supporto tecnico del team di CAST Alimenti, con l’obiettivo di promuovere il valore dell’artigianalità e la cultura del panettone in tutta Italia.

L’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione di 175 professionisti provenienti dall’intera Penisola per un totale di 326 panettoni iscritti alla gara, con un’adesione da parte di pasticceri provenienti da tutte le regioni: tanta la voglia di mettersi in gioco per chi lavora in questo settore, con la volontà di dare uno slancio nuovo alla propria attività, grazie alle opportunità di comunicazione e visibilità che il concorso offre.

25 i finalisti che hanno conquistato la giuria di esperti guidata da Iginio Massari, grazie alla qualità delle loro creazioni per le diverse categorie in gara: 15 panettoni tradizionali, 5 creativi e 5 con cioccolato Ruby, categoria premiata in collaborazione con Callebaut.

In occasione del lancio dell’edizione 2021 del Concorso, il Maestro Massari ha voluto ribadire le opportunità di visibilità offerte del contest Panettone Day e veicolare un messaggio a tutti pasticceri sull’importanza di non smettere mai di mettersi in discussione per poter migliorare nel proprio lavoro.
“Fare il panettone è una sfida e partecipare a Panettone Day significa accettarla, mettersi in gioco” spiega Iginio Massari. “Questo è l’unico concorso italiano che permette di confrontarsi con un numero così alto di artigiani da tutta Italia: questo è importante perché significa imparare a misurarsi con gli altri e provare a superare i propri limiti. Inoltre il vincitore non è uno, ma tutti i 25 pasticceri che arriveranno in finale e avranno la possibilità di vendere il proprio panettone per un mese nel Temporary Store Panettone Day nel cuore di Milano.”

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Dal 24 giugno al 1° agosto a Montella "RUBENDO AL MONTE" 40 giorni con Dante

Dal 24 giugno al 1 agosto il Comune di Montella si vestirà di arte e di cultura e lo farà presso il Complesso Monumentale di Santa Maria della Neve, che ospiterà l’Anteprima Mondiale della Mostra “Nigredo, Albedo e Rubedo - Magnum Opus: omaggio a Dante” dell’artista torinese Enrico Mazzone.

E' OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE ONLINE DELLE VISITE   Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.   ORARI  GIOV. - VEN 10.00 - 13-00  16.00 - 20.00         SAB. - DOM 10.00 - 13-00  16.00 - 20.00  

L’evento, omaggio al Sommo Poeta, autore della Divina Commedia, in occasione dei settecento anni dalla morte, trasformerà “il Monte“, come il luogo è abitualmente denominato dai montellesi, in un grande “Convivio“.

Per quaranta giorni lo storico Complesso, che sarà interamente visitabile, non solo ospiterà l’opera di Mazzone, ma con i suoi giardini e i suoi panorami mozzafiato farà da ineguagliabile cornice ad appuntamenti conviviali con poeti, narratori, musici, seminari e laboratori sull’agricoltura, il paesaggio rurale, l’accoglienza e la ricerca scientifica.

Tutto l’evento è organizzato dall’Amministrazione comunale di Montella e dall’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, presieduta da Michele Santoro.

La mostra dell’artista Enrico Mazzone, che si compone di un corpus di circa 70 disegni e di un foglio metrico di 94 metri x4, sarà esposta all’interno del Complesso e sarà accompagnata da musiche e giochi di luci curate nel dettaglio dal direttore artistico e curatore della mostra Aldo Zarra.

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Le tre figlie di Adriano Di Giacomo ringraziano il reparto guidato dal direttore Storti

Sta completando il suo percorso riabilitativo, riemerso dall'inferno del covid, dopo essere stato ricoverato in ospeale per 32 giorni positivo al virus, con tutti i sintomi più feroci della malattia, Adriano Di Giacomo. Oggi Adriano è ricoverato nella struttura riabilitativa Villa dei Pini per poter tornare presto a casa, dove lo aspettano le sue tre adorate figlie e sua moglie. Elvira, Giorgia e Michela hanno voluto ringraziare i sanitari del reparto di terapia intensiva con una lettera, in cui raccontano la lotta al covid e il miracolo del loro papà strappato alla morte dall'equipè guidata dal primario Angelo Storti.

"Carissimi Dottori, Infermieri, Operatori e Volontari ci piace chiamarvi angeli - raccontano le tre figlie di Adriano -, perchè siete stati i protagonisti del nostro miracolo. Abbiamo trascorso 32 giorni, tra cui 18 giorni di paure, ansie aspettando una vostra telefonata che puntualmente arrivava sempre.
Tutto ha avuto inizio il 7 maggio quando papà è stato ricoverato in medicina d'urgenza avendo bisogno d'ossigeno, dopo pochi giorni è iniziato il grande incubo "La fame d'aria" il gran dilemma di questa brutta malattia.


Il ricordo del peggioramento, la chiamata che il nostro caro papà poco prima che venisse intubato, e l'inizio della nostra battaglia contro il vurus. Noi a casa isolate e positive e il nostro papà nell'area covid del Moscati. È rimasto in coma farmacologico per oltre 16 giorni dove si è reso necessario un intervento di tracheotomia. Abbiamo vissuto giorni davvero difficili, di terrore ,paura nel sentir squillare il telefono,che ci ha segnato tutti, nel nostro intimo. Abbiamo pregato affinchè il Signore desse la forza a voi, cari dottori, di combattare insieme a noi, insieme al nostro papà.
Oggi vogliamo dirvi grazie innanzitutto per la cura e l'affetto "fraterno" che avete avuto per il nostro caro papà . Grazie per la pazienza, la gentilezza, la premura e la vicinanza che avete riservato anche per noi Ricordando quelle parole " la situazione è grave" oppure quando ci confortavate dicendo "sopravviverà", oggi sorridiamo e ringraziamo il Signore che tutto si sia risolto.
Il Signore ve ne renda merito e vi faccia prosperare in ogni cosa. Continuate la vostra missione con il cuore e la straordinaria professionalità che vi distingue".

Da OTTOPAGINE

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Laurea Gambone Lelia

Congratulazioni a Lelia Gambone figlia di Michele Gambone e Palmina Petriello laureata in Scienze e Tecnologie Erboristiche presso l'Università di Milano

 

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Sabato 12 giugno in diretta da Montella il passaggio della transumanza

CAMMINARE CON LA STORIA MONTICAZIONE DIRETTA STREAMING DA MONTELLA 2021 10-11-12- giugno di Felice e Massimo Moscariello con con Giuseppe Capone
Giovedì 10,Partenza nel primo pomeriggio da Cerignola.arrivo a Rocchetta in serata,dove pernotteremo.(per i romantici: stelle,grilli,qualche lucciola se è caldo,luna,un po' di fuoco e melodia dei campanacci).
Venerdì 11 partenza da rocchetta nel primo pomeriggio e arrivo in serata a bisaccia .
Sosta di poche ore e
ripartenza verso l una di notte di sabato 12,arrivo a Guardia dei Lombardi verso le 5 del mattino ,alle prime luci dell'alba.sosta e ripartenza nel primo pomeriggio per Montella dove il passaggio è previsto verso le ore 19.
Per i Dettagli del percorso
Aprire il link.
cercherò di farvi vivere questa transumanza più da vicino, dandovi notizie e immagini, cercando di trasmettervi le emozioni che si possono provare lungo i 105 km di strada ,ricca di storia,
di memoria e ricordi di un popolo montellese,nobile fiero che lungo questo percorso ha lasciato segni tangibili anche economici del proprio passaggio.
Avremo a seguito anche degli operatori di montella.eu per una diretta streaming.
per ora questa
FAVOLA SENZA TEMPO

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Padre Agnello Stoia: dall’Agro a San Pietro

Dal 29 giugno servirà la Chiesa guidando la parrocchia della Basilica papale di San Pietro in Vaticano   Padre Agnello Stoia è stato nominato parroco della basilica papale di San Pietro in Vaticano. Il religioso 54enne nato a Pagani e cresciuto a Nocera Inferiore, dal 29 giugno servirà la Chiesa nella parrocchia forse più importante, ma anche più invisibile, del mondo. Il figlio di san Francesco d’Assisi è stato, infatti, chiamato a guidare la comunità di San Pietro.


Un incarico importante che lo vedrà lavorare gomito a gomito anche con il Vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, ovvero un altro figlio di san Francesco, il cardinale Mauro Gambetti. Padre Agnello fino a qualche giorno fa ha curato le anime della parrocchia dei Santi Apostoli nel centro storico di Roma.

 

 

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Ritorna alla luce la seicentesca statua lignea di San Francesco di Assisi nel Complesso del Monte di Montella grazie al contributo di Rotary e Altergon Italia.

“Ovunque ci portino i nostri passi, ovunque siamo nati o risiediamo, scopriamo opere d'arte, capolavori talvolta inediti che accompagnano la vita di tutti i giorni e vivono del nostro sguardo e nella memoria, in un reciproco scambio dove chi osserva è chiamato in causa anche nella protezione e tutela”

Mercoledì 2 giugno, Chiesa di Santa Maria della Neve nel Complesso monumentale del Monte a Montella.
Nel corso di una cerimonia gioco forza riservata causa emergenza pandemica, uno dei tanti piccoli gioielli che costituiscono l’immenso patrimonio culturale e storico della nostra Irpinia, la statua lignea seicentesca raffigurante San Francesco d’Assisi, tornerà a splendere in tutta la sua emozionante bellezza dopo l’intervento di restauro realizzato dalle sapienti mani della dott.ssa restauratrice Margherita Gramaglia, con la supervisione della dott.ssa Paola Apuzza della Soprintendenza BeAP di Avellino e Salerno e del direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia Mons. Tarcisio Gambalonga.
Per consentire a chiunque lo desideri di ammirare gli umani tratti e la divina bellezza dell’opera lignea dopo questo lungo oblio, la statua verrà esposta a Montella AV per l’intero mese di giugno (a partire da sabato 5) nella Chiesa di Santa Maria del Piano (chiesa Madre) e successivamente nella chiesa di San Francesco a Folloni.
La statua, originariamente allocata in una nicchia del refettorio nel convento di Santa Maria del Monte nell’omonimo Complesso, è rimasta per anni custodita, malconcia, nella sagrestia dell’attigua Chiesa finquando, grazie alla disponibilità del Rotary e di Altergon Italia, è stato possibile realizzare l’intervento di restauro.



L’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Montella, proprietaria dell’intero Complesso monumentale, dopo una lunga serie di traversie e vicissitudini, soltanto lo scorso anno è potuta rientrare nel possesso degli ambienti del Complesso, ed avviare un processo di necessaria manutenzione di strutture e beni.
“Si tratta della prima tra una serie di iniziative che l’Arciconfraternita SS. Sacramento sta portando avanti in un percorso di sviluppo, fruizione e valorizzazione del sito che il sodalizio ha da sempre inteso perseguire e per il quale in questi anni ha sempre alacremente lavorato attraverso relazioni territoriali con amministrazioni, enti ed associazioni (e questo progetto di restauro ne è uno splendido esempio), la sottoscrizione di accordi di valorizzazione per la promozione del sito con organismi regionali tra cui Scabec, la valutazione di progetti di impresa, ecc.” dice Michele Santoro, Presidente dell’Arciconfraternita.
”Proprio perché è la prima, e quindi per averci immediatamente creduto permettendo di ridonare luce a questa preziosa statua, desidero esprimere a nome dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento sincera gratitudine al Rotary Club Sant’Angelo dei Lombardi - Hirpinia Goleto con il Presidente Raffaele Capasso, al Rotary Club Taurasi con il Presidente Lorenzo Mazzeo, al Rotary Distretto Italia 2100 con il Governatore Massimo Franco, al Rotary Fundation distrettuale e al Rotary International con il presidente Gianfranco Calise, alla Direzione di Altergon Italia, in particolare all’Amministratore Delegato Salvatore Cincotti”.
“Non è un caso che ritorna a nuova vita, alla sua vita, l’effige scultorea del Santo della pace, della fratellanza, della solidarietà, oggi che possiamo cominciare a volgere le spalle ad un periodo buio, e siamo più certi di riprenderci il futuro, il nostro futuro” sottolinea Raffaele Capasso, presidente del Rotary club Hirpinia Goleto.
“Il messaggio che la conclusione di questo lavoro di restauro oggi ci affida, collima con il nostro odierno vissuto e con gli insegnamenti e le volontà di service del Rotary. L’intervento” continua il presidente del Rotary, “è rivolto nell’immediato al recupero di un’opera ‘dimenticata’, ma vuole avere l’obiettivo di fondo, nel renderla fruibile alla collettività, di sostenere e stimolare l’attenzione verso l’immenso patrimonio culturale locale, certi che lo stesso possa rappresentare volano di crescita per il territorio. Sappiamo che uno dei punti di maggiore forza del patrimonio artistico italiano, anche rispetto ad altri contesti europei, è quello della sua diffusione capillare nel territorio.
L’obiettivo del Club, con la realizzazione dell’intervento, è stato quello di ’puntare i riflettori’ su questi luoghi e su queste opere poco conosciute, offrendo il proprio fattivo contributo alla loro tutela e valorizzazione, e riattivando il “genius loci”, risorsa da risvegliare nelle coscienze di ognuno per far si che possa finalmente aversi il riscatto culturale delle piccole realtà locali.”
Ciò che realizzando questo progetto Arciconfraternita, club Rotary ed Altergon Italia hanno inteso raggiungere è stato proprio il contribuire al recupero e alla diffusione della conoscenza del patrimonio dei beni culturali cosiddetti ‘minori’ locali nella ferma convinzione che “il museo è espressione culturale del territorio ed opportunità economica, memoria storica, e motore culturale di un territorio”, consci che investire in cultura sia un punto imprescindibile di partenza per il rilancio economico e sociale dei territori.
Ma anche sensibilizzazione, per accrescere la coscienza delle potenzialità del territorio e raggiungere un livello più alto di conoscenza dello stesso e dei beni culturali da parte della comunità e di quanti, sempre più numerosi, vi si affacciano, scoprendolo.

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Brevetto di volo in USA del nostro compaesano Capitano Simone Marinari

Fort Rucker – Alabama (USA), 28 maggio 2021. Nei giorni scorsi si è concluso, presso lo United States Army Aviation Center of Excellence (USAACE), il corso di volo Initial Entry Rotary Wing (IERW), cui hanno partecipato 3 Ufficiali dell’Esercito Italiano.

I tre frequentatori erano giunti a Fort Rucker nel novembre del 2020. Dopo l’iter formativo teorico-pratico, svolto sull’elicottero LH-72 “Lakota”, il Capitano Jacopo Biferari, il Capitano Simone Marinari e il Tenente Luca Stramazzi hanno superato l’esame finale che ha permesso loro di conseguire lo US Army Aviator Badge.

Con una sobria cerimonia svoltasi presso il museo della scuola di volo americana, quindi, ai futuri piloti dell’Aviazione dell’Esercito sono state appuntate le ali sul petto.

A loro le congratulazioni dei baschi azzurri e il benvenuto nella grande famiglia dell’Aviazione dell’Esercito.

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Comune di Montella Concorso Montella fiorita 2021

Comune di Montella Concorso Montella fiorita 2021  Come partecipare?
1. scarica il modulo di iscrizione >MODULO ISCRIZIONE<  o dal sito www.comune.montella.av.it oppure ritiralo presso la sede comunale;
2. compila il modulo in tutte le sue parti;
3. consegna il modulo presso il protocollo del Comune di Montella o invialo via email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
4. ritira il contrassegno di partecipazione numerato da apporre sui balconi e sulle aree partecipanti al concorso “Montella Fiorita 2021”.
L’iscrizione potrà essere effettuata nel periodo compreso tra il 31 maggio 2021 ed il 31 agosto 2021.
Entro il 31 agosto 2021, inoltre, andranno perentoriamente espletate le seguenti operazioni:
• allestimento di tutti i balconi, vicinati, strade, vetrine e quant’altro iscritti al concorso;
• apposizione del contrassegno di partecipazione in maniera visibile;
• invio di una fotografia del balcone, strada o area fiorita iscritti al concorso, all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. con l’indicazione di nome, cognome e numero di iscrizione al concorso. Mostra meno

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"Autilia Volpe" Intervista al Presidente Rino Damiano De Stefano

"Autilia Volpe" Intervista al Presidente Rino Damiano De Stefano - Insieme Gioiosamente Solidali - Montella Intervista al Presidente "Autilia Volpe" Rino Damiano De Stefano

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Laurea Chiaradonna

Congratulazioni a Francesca Chiaradonna  figlia di Morena Capone e Italo Chiaradonna, laureata in lingue e culture straniere Università degli studi di Salerno

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Selezionati i finalisti del XXXI Concorso Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti – RMI 2021

Dopo la pausa imposta dalla pandemia nel 2020, CNA Federmoda ha ripreso la programmazione dello storico Concorso Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti, dopo la chiusura della raccolta delle candidature la Commissione Tecnica composta da Laura Lusuardi (Max Mara), Deanna Ferretti Veroni (Modateca Deanna), Elena Salvaneschi (TheOneMilano), Beppe Pisani, Jacqueline Liger (Lectra Italia) e Piergiovanni Vitalini (Forza Giovane); Giovanni Cavagna; Alba Rosa Ceccatelli (Paladini Lingerie) e Sara Massi (Filpucci) si è riunita per decretare i finalisti della 31esima edizione.

Un lavoro impegnativo che ha portato ad analizzare oltre 1.500 proposte creative presentate da giovani frequentanti Scuole, Accademie e Università di tutto il territorio nazionale e ha portato a selezionare per la fase finale del Concorso in programma nel prossimo mese di luglio:

Isabella Mazzei (Montella AV),Daniela Battista (Termoli CB), Graziana Brafa (Modica RG), Serena Carpita (Calcinaia PI), Letizia Celotti (San Daniele del Friuli UD), Francesca Cetrullo (Pescara), Giuliano Colucci (Corato BA), Giorgia Daloiso (Barletta BT), Francesco Maria De Angelis (Roma), Marzia Di Palma (Civitanova del Sannio IS), Giulio Fasolino (Roma), Piersimone Fornaciari (Reggio Emilia RE), Matteo Fornoni (Rovetta BG), Filippo Francia (San Genesio MC), Mobina Ghambari (Tehran Iran), Alessia Giacchetta (Notaresco TE) Giada La Gioia (Taranto), Alessia Lamonaca (Torrevecchia Teatina CH), Isabella Mazzei (Montella AV), Luciano Nicola (Gildone CB), Altea Patrizia Montoro (Roma), Adele Piredda (Nuoro NU), Marta Raggi (San Gillio TO), Chiara Rossi ( Castellarano RE), Nella Rossi (Porto d’Ascoli AP), Simona Spataro (Pachino SR), Lisa Taddei (Castelfranco di Sotto PI), Giada Treccioni (Penne PE), Chiara Volpi (Pontedera PI), Ya Li Xu (Milano MI), Tong Yu (Bologna), Simona Zizza (Roma).

“Il progetto avviato nel 1991 è fortemente cresciuto e ha consolidato collaborazioni e opportunità per il mondo che vede coinvolta la nostra Associazione – spiega Antonio Franceschini – Responsabile Nazionale CNA FEDERMODA e Direttore Generale della manifestazione – dimostrando l’efficacia del mettere insieme giovani intelligenze creative emergenti, alcuni tra i più affermati operatori nello stilismo e nella produzione del sistema moda italiano, artigiani e PMI. Un confronto che negli anni per molti giovani è stato l’inizio di una carriera professionale di successo mentre per diversi operatori ha significato poter intercettare quella specifica energia innovativa che anima il made in Italy.

Con il Concorso e la piattaforma più ampia di RMI – Ricerca Moda Innovazione intendiamo ribadire l’essenzialità, per questo settore, di una sinergica e diretta integrazione tra formazione professionale e produzione manifatturiera e come solamente strutturando questa integrazione potremo mantenere il nostro posto tra i leader nel mondo internazionale della moda.” “Anche per questo, in questo particolare momento, abbiamo deciso di dar vita ad RMI Academy – continua Franceschini – un programma informativo e formativo in modalità digitale appositamente strutturato per imprese, scuole e studenti”.

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Storia ultracentenaria della campana del SS.Salvatore di Salvatore Fierro

E’ sempre doveroso per chi conosce qualche cosa della storia locale, rendere edotto anche chi la ignora. Per questo motivo stamane voglio dare qualche notizia sulla storia ultracentenaria della campana del SS.Salvatore, che da qualche mese è in quel di Brescia, per essere riparata; sia a chi la ignora e sia a chi già la conosce per farla ricordare. Stralcio dal volumetto dell’Avvocato Antonio Sarni, stampato nel 1934 dalla Tipografia Arcivescovile A. DE LUCA di Amalfi, “ IL SALVATORE DI MONTELLA “ qualche paginetta che tratta delle campane del Santuario. “ Dopo il miracolo del 1779 e precisamente nel 1783, mentre fervevano i lavori di ampliamento della Chiesa e delle fabbriche annessevi, si volle dal popolo la fusione di due campane pel Santuario. Infatti l’amministratore Nicola Verzella eletto dal popolo con tale specifico incarico, ne raccolse l’obolo e provvide alla costruzione delle due campane, costruzione che avvenne sullo stesso Santuario, ad opera di Armidoro e Francesco Marinelli di Agnone. La campana grande fu costruita pel peso di cantaia 20 e la piccola di 8; ( il cantaro corrisponde a Kg.89,1) ed entrambe furono situate sotto il loggiato. Nel 1799 la campana grande fu trasportata a Montella sul Campanile della Collegiata, ove tuttora si trova, al tempo della Repubblica Partenopea, nel timore che, restando al Santuario, fosse presa e fusa per scopi militari, mentre la piccola rimase sul Santuario.

Questa nel 1845 si ruppe, ed allora l’amministratore Gioacchino Natellis provvide a farne costruire un’altra con rifosa di metallo, la quale risultò di cantaia 22. Tale costruzione avvenne il 18 luglio 1848 ad opera di Feliciano Tarantino di S.Angelo dei Lombardi. Neanche questa ebbe fortuna , perché, essendovisi adattato un martello di peso superiore al necessario anch’essa si lesonò. Ed allora, nell’anno successivo, si fu costretti a ricorrere all’artefice Ercole Marinelli di Agnone, discendente di quei Marinelli , che avevano costruito la prima campana nel 1783, il quale ne FUSE SULLO STESSO SANTUARIO, UNA SECONDA, CHE E’ PROPRIO QUELLA ORA IVI ESISTENTE. Fu benedetta il 9 ottobre 1849 dall’Arciprete Cesare Palatucci, per delegazione del Vicario Capitolare, previa dispensa pontificia munita di R Exequatur del 12 settembre detto anno assistito da un Canonico, due Parroci e tre Sacerdoti, alla presenza di una moltitudine giubilante, ed il relativo verbale si conserva nell’archivio della chiesa di S.Maria del Piano. “

 

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Agriturismo cerca personale di cucina

Cerchiamo personale di cucina (principalmente lavaggio) per un agriturismo a Bagnoli Irpino con disponibilità 6/7 giorni e retribuzione mensile o settimanale. Contatti 3208806831

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Antica falegnameria cerca personale dipendente qualificato

Antica falegnameria cerca personale dipendente qualificato (falegname, installatore di infissi ecc.) e giovani di buona volontà interessati ad un percorso di formazione per il conseguimento di qualifiche specializzate.
Per contatti chiamare il numero 335 69 57 699.

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Strategie per il rilancio della filiera della frutta in guscio Made in Campania

La costituzione di uno specifico tavolo permanente di concertazione per affrontare le emergenze e individuare le strategie per il rilancio della filiera della frutta in guscio Made in #Campania è stata una delle proposte emerse nel corso dell’incontro con l’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo e alcuni rappresentanti del comparto.
Diversi i temi affrontati con l’imprenditore irpino Salvatore Malerba, Francesco Melillo Presidente Confcooperative Avellino e Giampaolo Rubinaccio, coordinatore Ortofrutta Italia: in particolare è stata sollecitata l'attivazione di una cabina di regia regionale che guardi con più attenzione alle realtà imprenditoriali del comparto, presenti nelle aree interne. L’Assessore ha assicurato il suo impegno per attivare strumenti e risorse specifiche a sostegno del settore che deve puntare su una collaborazioni tra tutti i referenti della filiera per far fronte ad un mercato sempre più aperto e concorrenziale.

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Supplica alla Madonna di Pompei

In questi tempi difficili ci sembra più che mai opportuno pubblicare il testo della Supplica alla Madonna di Pompei, chi vuole la reciti con noi.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.   O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, in questo giorno solenne, effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie. Dal Trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono. O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono.
Ave Maria
È vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia! O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!
Ave Maria
Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti, Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.
Ave Maria
Chiediamo la benedizione a Maria
Un’ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci in questo giorno solennissimo. Concedi a tutti noi l’amore tuo costante ed in modo speciale la materna benedizione. Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla Società umana. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario. O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo d’amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comun…

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Montella, conferita la cittadinanza onoraria per Patrick Zaki

Il Consiglio comunale di Montella, all’unanimità, ha conferito la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki. La decisione votata dopo l’accorato intervento del Capogruppo di maggioranza, consigliere Salvatore Maio.

“Nessun atto è vano se contribuisce alla consapevolezza, alla crescita, alla volontà di poter avere diritti e libertà, lo insegna la nostra storia, lo hanno insegnato i partigiani che omaggiamo nella festa della Liberazione del 25 aprile, lo hanno insegnato i tanti Paesi che ci hanno aiutato a scacciare l’orda nazi-fascista, lo hanno insegnato i Padri Costituenti e tutti coloro che, negli anni, hanno creduto e lottato per una società più giusta e riconoscente di fondamentali e molteplici diritti civili, politici, sociali.

Al di là della provenienza, Patrick Zaki, 28 anni, è un ragazzo, uno studente come lo sono i nostri figli, come lo sono ragazzi italiani, armati soltanto di sogni ed ideali che troppo spesso ne dimentichiamo l’importanza. Patrick, senza nessuna accusa seria è detenuto nelle carceri egiziane dal 7 febbraio 2020 dove è stato picchiato e torturato con scariche elettriche; Patrick al pari dei nostri figli è cittadino del mondo, non possiamo, noi, voltare la faccia, non vedere, non sentire.

Noi abbiamo l’obbligo morale di essere presenti, lo dobbiamo alla nostra coscienza democratica, lo dobbiamo a Patrick, alla memoria del nOstro connazionale Giulio Regeni, 28 anni come Patrick, parimenti torturato e tragicamente ammazzato in quello stesso Stato. Parafrasando una locuzione latina, diciamo, oggi, “la cittadinanza ad uno, per onorarne cento.” E’ con queste premesse che rivolgiamo l’appello ad ogni componente la minoranza di questa Amministrazione, affinchè lo raccolgano e votare all’unanimità un SI’ convinto, senza se e senza ma. E’ vero che è un atto simbolico, ma ha una importantissima valenza sociologica/culturale, perché i diritti universali, come la libertà, sono per tutti, di tutti, non hanno colore politico, sono trasversali, e sono il frutto di una coscienza civile che dovrebbe essere insita in ognuno di noi, per la storia che ci ha reso cittadini liberi”.

DA ANTEPRIMA 24

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Consiglio Comunale 30 aprile 2021 ore 9.00 diretta streaming

Visto il T.U. delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, approvato con D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267;  Visto il vigente Statuto comunale; Visto il vigente Regolamento di Funzionamento del Consiglio Comunale;   

 

 

                                                       IL SINDACO  DISPONE

La convocazione del Consiglio Comunale, presso la Biblioteca Comunale in Piazza Bartoli, in sessione ordinaria, seduta pubblica, con le limitazioni imposte dalle disposizioni vigenti in materia di emergenza Covid-19, per il giorno 30 aprile 2021 alle ore 09:00 in prima convocazione e per il giorno 3 maggio 2021 alle ore 09:00 in seconda convocazione, per trattare il seguente ordine del g10rno:

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Montella “Maledetta”- 3° puntata Un montellese “cattivo”, Pasquale Bosco di Mario Garofalo

Un altro personaggio che con il suo operato, con la sua indole votata alla cattiveria, con la sua psiche malvagia e deviata, contribuì a corroborare e a diffondere la malafama di Montella come terra “maledetta”, fertile di crimini, di persone ostili, leste di mano e sempre pronte al misfatto, fu il montellese Pasquale Bosco.
L’epiteto di “mal paese” era stato coniato fin dal Seicento e si era andato maggiormente radicando, nell’opinione comune e nelle controversie con i paesi limitrofi (Cassano, Nusco, Montemarano, Bagnoli…), nel corso dell’Ottocento, soprattutto a causa dei briganti che infestavano i suoi monti e i suoi boschi –molti erano nativi del comune- e per la lunga teoria di delitti che in passato vi erano stati perpetrati, per vendette personali o per faide familiari. In realtà l’ambiente montellese non era affatto diverso da quello degli altri comuni irpini, e tuttavia la locuzione di paese –spauracchio,abitato da “mala gente” gli rimaneva appiccicato per lo più come pretestuosa manifestazione di rivalità campanilistica. Infine , fino alla prima metà del ‘900, era diventato uno stanco e retorico appellativo stereotipato e surrettizio.
Come le altre due figure già illustrate ( Fabio Goglia e Ciccio Pascale) anche Pasquale Bosco proveniva da famiglia ragguardevole, di buone tradizioni, con tanto di stemma gentilizio (albero diramato nel campo dello scudo montellese), ma si rivelò presto malapianta germinata da buon seme! Il suo bisnonno, Domenico, era stato apprezzato dottor fisico (chirurgo) e sindaco di Montella; suo nonno Cesare Bosco si era distinto a Napoli come valoroso principe del foro. Laureato in utroque iure, si acquistò gran fama di giurista, tanto da essere nominato dal re Carlo III di Borbone Regio Consigliere e dallo stesso monarca designato come istitutore del figlio (futuro re Ferdinando IV) : un incarico questo che, tuttavia, non potè di fatto esercitare, essendo venuto a morte nell’anno 1752, quando l’infante Ferdinando aveva appena un anno di vita. Erroneamente lo Scandone ne fissò, invece, il decesso nel 1755, implicitamente riconoscendone, forse per eccesso municipalistico, l’espletamento di quel prestigioso incarico per quattro anni.
Suo zio, il sacerdote e avvocato Alessandro Bosco, già vicario dell’arcivescovo di Napoli, verrà ricordato come uno dei più benemeriti cittadini di Montella. Alla sua morte (1765) con testamento olografo lasciò parte della sua eredità per l’istituzione, presso la parrocchia di San Nicola, del “Monte Bosco”, un ente con finalità caritative destinato a “distribuzione in elemosine, medicine, vestimenti per gli ignudi, e maritaggi a donzelle povere, avendo riguardo a quelle della sua parrocchia”, specialmente alle zitelle indigenti sovente costrette a finire nel precipizio della prostituzione. “Finchè fu amministrato –scrive Domenico Ciociola- secondo la volontà del fondatore fu il Monte un vero tesoro per tutti i poveri, ma più per quelli di Garzano, ma quando vi pose mano la [Commissione] Beneficienza ai poveri fu sostituito gravoso ratizzo”. In seguito, e per tutto l’Ottocento, il Monte venne soppiantato dalla Congrega della Carità, che “immemore dei benefici di Bosco” non fu immune da corruzioni e scandali.
Pasquale Bosco nacque a Montella da Gaetano nel 1750, nel palazzo avito (che passerà poi in proprietà della famiglia Capone) di rione Garzano. Fin da giovane studente aveva contrastato, insieme al padre e agli zii Domenico e Nicola (figli di Cesare) l’esecuzione delle volontà testamentarie del defunto zio Alessandro, impugnandone vanamente il testamento sia per la parte in cui si assegnava una cospicua parte dell’eredità all’erezione del Monte Bosco, sia per la parte successoria della casa di famiglia: cosi rivelando presto l’aspetto litigioso, egoistico e violento del suo carattere. Spostatosi a Napoli, seguì studi giuridici, ma non risulta che abbia mai conseguito il titolo accademico, nonostante millantasse in ogni occasione una sua “straordinaria” padronanza del diritto criminale. Entrato nella Guardia di Polizia di Stato, espletò il tirocinio professionale alla scuola del famigerato cagnotto Francesco Caccia. Acquistò bieca nomea di “cacciatore” e persecutore feroce di giacobini durante la congiura repubblicana del 1794, che –come è noto- presto scoperta ed abortita grazie ad interessate delazioni finì tragicamente, con carcerazioni e condanne a morte, tra cui quella del giovane avvocato di Montoro Vincenzo Galiani. Raggiunto il grado di Sovrintendente di Polizia e nominato per designazione regia deputato nella Giunta di Stato per le inquisizioni e processi dei rei di stato dal 1796 al 1798, espletò tali incarichi con una crudeltà ed uno zelo maniacale di persecuzione, portato ai limiti di un parossistico sadismo inquisitorio, che gli valse nell’ambiente partenopeo lo spregiativo e fosco appellativo di “terrore di Napoli”. Nella sua funzione di giudice accusatore applicò sempre con cieca e spietata pervicacia il metodo della intimidazione, della violenza fisica e psicologica, del sospetto e della sopraffazione. Trasse in arresto perfino il Reggente della Vicaria Luigi dei Medici, infondatamente sospettato di aver capeggiato la congiura. Il giacobino Giuseppe Albarelli, ex governatore di Nusco, che della sua conoscenza aveva fatto triste esperienza, in un suo memoriale difensivo pubblicato nel 1799 ne ha lasciato questo impietoso quanto icastico ritratto morale:
Pasquale Bosco era di un carattere originale; ricco per le sue rendite, ma povero perché spendea tutto per il tiranno; presuntuoso di sapere specialmente il codice criminale, ed è di una ignoranza statuaria; vanaglorioso, insultante, e poi adultore vile al segno che fa schifo; insomma un ambizioso senza misura ed una balordaggine illimitata, con una lingua estremamente bugiarda che facea deridersi da tutti. Ad un uomo di tal sorta dava Pignatelli a rivedere i processi delle cause, che strappava da’ tribunali collegiati, allorchè questo ministro di iniquità si cacciò in testa di fondere Napoli nel crogiuolo dell’empietà sua… Bosco diceva sovente che, se suo padre fosse stato vivo, egli lo avrebbe denunciato e carcerato.
che Benedetto Croce considerò il ritratto del “tipo di un satellite di polizia fanatico e disinteressato”. Vincenzo Cuoco, l’autore del Saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli , scrisse che il nome di Bosco e quello dei tanti “scellerati” giudici di quei processi, “la giusta vendetta della posterità non deve permettere che cadano nell’oblio”.
Agli inizi del 1799, con i francesi di Napoleone alle porte di Napoli, ottusamente fedele alla monarchia e per sottrarsi a possibili ritorsioni da parte delle vittime dei suoi abusi e sevizie, seguì re Ferdinando in Sicilia.
Durante la breve stagione repubblicana del’99 si aggregò al raccogliticcio esercito sanfedista del cardinale Ruffo in Calabria, dove si industriò a procacciare fra i contadini proseliti antirivoluzionari. Durante la restaurazione borbonica il suo fanatismo legittimista ed anti giacobino venne formalmente premiato dal re, con la riconferma nella carica di Sovrintendente di Polizia e con un sostanzioso incremento stipendiale, al quale potè sommare anche una pensione annua ricavata dai beni confiscati dei rei di stato, a parziale risarcimento –sostenne- delle spese “di suo”, impiegate per la “buona causa”. Dopo un breve periodo di soggiorno in terra di Gesualdo, ove possedeva proprietà, tornato a Napoli si diede ad organizzare e capeggiare, con il subdolo beneplacito della regina Carolina, una congiura che aveva lo scopo di indurre la plebe partenopea al “massacro generale dei cosi detti amici de’francesi e degli indifferenti sino all’estirpazione totale delle famiglie”. Ma la orchestrata congiura (ignota al re) non andò in porto perché prontamente scoperta e bloccata dal capo della polizia Ferdinando Marulli, Duca d’Ascoli. Solo grazie all’intervento della regina ( che era stata connivente) il Nostro poté sottrarsi a più spiacevoli e gravi conseguenze.
Già giubilato con misero obolo mensile di ducati 25, dopo una brevissima detenzione, venne comunque confinato ai domiciliari a Gesualdo, “sotto pena di vita, tornando a Napoli, e confisca di beni, e con l’incarico al Preside per Bosco di invigilare sulla sua condotta e riscontrarne S.M settimanalmente”. Ma già quindici giorni dopo l’arrivo a Gesualdo, riuscì ad eludere la disaccorta vigilanza e poté raggiungere Montella. Nel paese natio cercò inutilmente di arruolare adepti alla causa antigiacobbina. Tentò, con poca fortuna, di riallacciare rapporti con alcuni vecchi elementi filo borbonici del paese, i quali, per prudente timore di compromissione, evitarono di incontrarlo e di frequentarlo, come risulta da alcune lettere di Giuseppe Capone al nipote Andrea Capone, esponenti di una famiglia da sempre amica dei Bosco. Tornato a Gesualdo e datosi alla macchia, venne infine catturato dalla colonna mobile del Gen. Arcovito. Trascinato a Napoli, il 3 Maggio 1806 sfilò incatenato insieme ad altri arrestati, per essere rinchiuso nelle carceri della Vicaria. Narra Carlo de Nicola, un cronista napoletano contemporaneo (legato a Montella per aver sposato una Pascale del luogo):
Tra i quali il conosciutissimo giudice di polizia D.Pasquale Bosco, che si è portato carico di catene su d’un somaro e camminava in mezzo ai più crudeli insulti che dai circostanti gli si facevano… Sarà giunto il termine dei giorni suoi; ma quante famiglie non hanno pianto per lui nel tempo del suo favore e dell’inquisizione di stato del 1799, non che della precedente del 1796 e 1797!
Nella prigione napoletana, presagendo la sua fine imminente, dettò testamento a favore della moglie Caterina Viscardi e, improle, in subordine del nipote Gennaro Bosco. In settembre, con altri detenuti politici ritenuti pericolosi, fu deportato in Piemonte nella gelida fortezza alpina di Fenestrelle. Ormai affranto e preda di un progressivo squilibrio mentale, psichicamente disturbato, sentitosi abbandonato anche dai beneficiati consorte e nipote, ritrattò il testamento e devolse tutti i suoi averi a certa Elisabetta Andriele, moglie del suo carceriere, che forse gli aveva dimostrato sentimenti di compassione o, più probabilmente, l’aveva circuito. Solo e derelitto, ostaggio della sua follia, si spense il 5 agosto 1810 all’età di anni sessanta.

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