Sei partito lasciando la tua terra, le tue origini, i tuoi cari; che tu sia felice o infelice, soddisfatto o arrabbiato, o semplicemente nostalgico, contattami e raccontami la tua storia Lontano da.....Sarai ricontattato per un’intervista che sarà pubblicata nella rubrica domenicale curata da Il Quotidiano del Sud e diffusa online anche su Montella.eu.
Grande novità quest'anno nel panorama calcistico montellese. Infatti è nata la Futsal Woman Felice Scandone Montella che parteciperà, in maniera storica, al campionato Regionale di C2.
A tal proposito, l'allenatore Gaetano "Nino" Schiavone ha rilasciato una intervista ai microfoni del nostro Daniele Marano per i nostri seguaci di Montella.Eu
Buonasera Mister, una novità assoluta nel panorama montellese. E' emozionato per questa nuova avventura in questa categoria difficile?
Buonasera Daniele e a tutti i seguaci di Montella.eu. C'è grande entusiasmo per questa avventura, ma nello stesso momento impegno e sacrificio da parte di tutti per non sfigurare in un campionato difficile come quello regionale di C2. Speriamo di dare soddisfazione ai montellesi e a tutte le persone, gli sponsor,che hanno reso possibile il tutto.
Ma impariamo a conoscere le falchette. Da chi è composta la squadra?
La squadra è un giusto mix tra ragazze locali con le quali abbiamo disputato un ottimo campionato UISP provinciale e delle calcettistecon esperienza di categoria. Il portiere è Cresta Rosemary; i centrali di difesa sono Natale Roberta e De Gennaro Deggy; i laterali Del Sordo Sharon, Cresta Angelica , Borea Francesca , D'Italia Martina, Forgione Noemi , i pivot sono Ficeto Federica , Stanco Samantha e Prudente Roberta. Il Nostro dirigente accompagnatore è Mosca Enza, già in rosa l'anno scorso.
Sentite l'affetto della comunità montellese per questa avventura?
L'affetto della comunità montellese è commovente e fortissimo. E'stato il volano indipensabile per intraprendere il discorso sportivo.
Il parco della Villa DE Marco è a servizio della Casa di Riposo, se si vuole un parco pubblico esso non deve essere sottratto ad un Ente Morale di beneficenza, bensì come ha fatto il comune capoluogo per il nuovo parco Palatucci , in largo Santo Spirito ha utilizzato fondi propri e non ha sottratto nulla ai parchi case di Riposo di Rubilli e del Roseto................
L'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha disposto il ritiro dalle farmacie e dalla catena distributiva di tutti i lotti di farmaci con il principio attivo ranitidina - utilizzato per trattare problemi gastrici come l'acidità - prodotto dall'officina SARACA LABORATORIES LTD in India, a causa della presenza di un'impurità potenzialmente cancerogena. Si tratta dell'impurezza N-nitrosodimetilammina (NDMA) della classe delle nitrosammine, già trovate nel 2018 in alcuni anti-ipertensivi (sartani).
APPROFONDIMENTI
Sostanza cancerogena in farmaci per la pressione, l'Aifa ritira 748 lotti
L'Aifa sta lavorando con le altre agenzie per valutare il grado di contaminazione. La decisione è stata presa in base al principio di precauzione, in modo da ridurre al minimo i rischi per il paziente, limitando l'esposizione alla sostanza potenzialmente dannosa. A scopo precauzionale, l'Aifa ha anche disposto il divieto di utilizzo di tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina prodotta da altre officine farmaceutiche diverse da SARACA LABORATORIES LTD, in attesa che vengano analizzati. Provvedimenti simili sono stati assunti o sono in corso di adozione negli altri Paesi dell'Unione Europea e in diversi paesi extraeuropei.
LO SCRIVENTE, SPERA DI FARSI PORTAVOCE ED INTERPRETE DEI CITTADINI DI MONTELLA, NELLA CONSAPEVOLEZZA DI CHIEDERE QUALCOSA DI UTILE PER LA COLLETTIVITA' E DECORO DELL’AMBIENTE, SI PERMETTE DI FARE ALCUNE RICHIESTE SU QUANTO DI SEGUITO TRASCRITTO: 1°-SPOSTARE IL BIDONE DEGLI OLI ESAUSTI LOCALIZZANDOLO CON DOVUTA SEGNALETICA NELL’AREA RECINTATA INTORNO ALLA CASETTA DEI SERVIZI DI PIAZZETTA PALATUCCI (ALLE SPALLE DEL DISTRIBUTORE DELL’ACQUA).
2°-OBBLIGARE IL RACCOGLITORE A SVUOTARE IL BIDONE OGNI 15 GIORNI E SU RICHIESTA, CON CARTELLO ADESIVO INDICANTE LE DATE DI PRELIEVO, CON RELATIVA PULIZIA DELLO STESSO E DELL’AREA.
3°-SE NON FATTIBILE LO SPOSTAMENTO POSIZIONARE NEI PRESSI UN CONTENITORE PER DEPOSITARE I VUOTI DI PLASTICA UTILIZZATI PER IL TRASFERIMENTO DEGLI OLI.
4°-OBBLIGARE IL RITIRO QUINDICINALE DEGLI INDUMENTI USATI CON APPOSIZIONE DI UN CARTELLO ADESIVO SUI CONTENITORI CON LE DATE DI PRELIEVO.
NELLA SPERANZA CHE QUESTA DESIDERATA VENGA PRESA NELLA DOVUTA E SOLLECITA ATTENZIONE, RINGRAZIA E SALUTA CORDIALMENTE.
Se nella vita e nel delitto dell'abate Goglia, con la sua mitizzazione leggendaria operata dalla fantasia popolare, sembrano “magicamente” confluire e fondersi le multiformi connotazioni (elementi storici, cronachistici, sociali, superstiziosi) del secolo tragico in cui si consumarono, la vicenda biografica e l'assassinio di Francesco Pascale, detto Ciccio, rimandano, invece, alla fonte originaria del male, annidata nell'animo come compresenza riposta e prepotente di una istintualità “cattiva”, non più refrenabile dai sentimenti di moralità, di religiosità, di pudore, di rispetto e di pietà che sono alla base del vivere civile.
Il delitto di Francesco Pascale fu, in fondo, soltanto l'assassinio di un assassino.
La storia di questo personaggio si svolse nella prima metà dell'Ottocento, in una Montella che visse non passivamente gli eventi e i rivolgimenti politici e sociali di quel periodo cruciale della storia del Mezzogiorno.
Il giacobinismo del '99 aveva visto come protagonisti gli esponenti di alcune famiglie montellesi dalle idee avanzate e “rivoluzionarie”, come i Capone (con il capostipite Andrea), i Lepore (con Don Aniello), i Clemente (con il capo famiglia Dionisio ed il figlio Nicola), i Galea, gli Abiosi (con i quattro germani Febo, Domenico, Gennaro e Lelio). In piazza Bartoli era stato issato l'albero della libertà repubblicana, presto abbattuto dalla reazione sanfedista. A Montella erano sorte le prime vendite carbonare; si erano accesi i primi fuochi dei moti risorgimentali, del patriottismo e dell'antiregalismo, soprattutto ad opera dei fratelli Filippo e Scipione Capone.
Di contro, in stragrande maggioranza, la acquiescente fedeltà all' assolutismo borbonico - di cui massimo rappresentante fu Francesco Maria Trevisani – del popolo e delle famiglie più influenti della borghesia locale, tra le quali si distingueva proprio quella dei Pascale, da cui il nostro Francesco proveniva. La famiglia Pascale, dimorante nel rione Fontana, si annoverava tra le più cospicue del patriziato montellese; al paese aveva dato nei secoli passati figure prestigiose nel campo della religione, del diritto, della medicina, dell'avvocatura e del notariato. Politicamente si professava apertamente schierata su posizioni legittimiste e filoborboniche. Il rampollo Ciccio, per educazione ricevuta, si appalesò presto come un miope ed intransigente assertore di quel codinismo d' ancien régime tipico dell'assolutismo regalista. Ma di spiriti antigiacobini si era fortemente imbevuto anche durante il decennale periodo di studi teologici trascorso nel seminario di Nusco, allora vacante dell'Ordinario diocesano e retto dal corrotto vicario Emidio Della Vecchia, durante il regime napoleonico che ne aveva soppresso le tradizionali prerogative finanziarie e socio-religiose.
Nato a Montella nel 1790, conseguì l'ordinazione sacerdotale nei primi anni '20; svolse la sua professione clericale durante la repressiva restaurazione borbonica, caratterizzata dall'occhiuta sorveglianza e dall'incessante persecuzione dei pochi “galantuomini” del paese sospettati di simpatie liberali. Don Ciccio, a tutt'altro dedito fuorché alla sua missione pastorale, non mancò di esercitare per conto dell'autorità l'indegna attività di spia e delatore antiliberale, ricavandone favori, lucro e soprattutto impunità per le sue note azioni delinquenziali. Di lui si conoscono le fattezze fisiche, ricavate da un passaporto rilasciato a suo nome nel 1825 dall'Intendente di Principato Ultra per recarsi a Roma durante il giubileo indetto da papa Leone XII, al fine di “lucrare indulgenze”, spendibili nell'aldilà a sconto di una vita terrena peccaminosa e scellerata:
Francesco Pascale, nativo di Montella, sacerdote in veste di pellegrino accompagnato dal nipote Giuseppe. Connotati: età, anni 35; statura alta; capelli castagni; fronte giusta; occhi cervoni; barba folta; mento e viso regolari; carnagione naturale.
Alla luce dei recenti avvenimenti riguardanti la chiusura dei plessi scolastici (per motivi di staticità) di Via Don Minzoni e Campo dei Preti, il gruppo di opposizione "Lista civica per il cambiamento" ha provveduto a richiedere formalmente le relazioni di vulnerabilità sismica per tutti gli edifici di proprietà comunale destinati ad uso scolastico. Data l'importanza dell'argomento si è provveduto, inoltre, a richiedere la CONVOCAZIONE URGENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE per approfondire la questione al fine di rendere edotta la cittadinanza
Due persone denunciate e due donne napoletane allontanate con foglio di via obbligatorio: è questo il bilancio dei controlli sul territorio da parte dei Carabinieri della Compagnia di Montella nello scorso weekend. A Montella, nel corso di un controllo alla circolazione stradale, i Carabinieri del Nucleo Radiom obile hanno fermato un 50enne del posto, già noto alle forze dell’ordine, il quale, all’esito della perquisizione personale e veicolare, è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico. L'uomo non è stato in grado di fornire una valida giustificazione in merito al porto dell’oggetto rinvenuto ed è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Avellino.
Dovrà rispondere dello stesso reato anche un 60enne della provincia di Napoli, gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e la persona, che è stato sorpreso dai Carabinieri della Stazione di Senerchia, in possesso di un coltello.
I Carabinieri della Stazione di Torella dei Lombardi hanno, invece allontanato, con foglio di via obbligatorio due donne della provincia di Napoli, con a carico vicende giudiziarie principalmente per reati di tipo predatorio, sorprese a girovagare in atteggiamento sospetto nei pressi di abitazioni isolate
DA AV LIVE
l comune di Montella scommette sulle sue eccellenze casearie e sull'unicita' della PODOLICA. Le caratteristiche e le proprietà nutrizionali della carne di podolica la rendono unica e di qualità. Dal gusto intenso, saporito e leggermente dolciastro, grazie all’alimentazione naturale, pascolo e foraggi freschi, dei bovini allevati allo stato brado.
Questa due giorni dedicata alla podolica sarà un'immersione nei sapori, nei profumi, nelle tradizioni della nostra terra. Il tutto accompagnato dal folk irpino di ben quattro gruppi musicali: i due gruppi di Montella, Aria Nova e Associazioni Delli Gatti, e poi i LUMANERA ed i Sunaturi.
Non manchera' un convegno di approfondimento.
La Fisar curerà le degustazioni di vini, affidate a quattro cantine irpine.
Sarà possibile assaporare piatti a base di carne podolica, di ricotta, prodotti caseari abbinati a confetture locali.
Vi aspettiamo!
SABATO 21 e DOMENICA 22 Settembre
Ore 12
Piazza Bartoli - Via M. Cianciulli
Il Sindaco di Montella comunica agli Alunni, ai Genitori, ai Docenti, al Personale tutto della Scuola ed ai Cittadini di Montella che le criticità presentatesi all’inizio dell’anno scolastico a seguito della necessaria sospensione delle attività didattiche presso l’Edifico F. Scandone, sono state superate in tempi brevissimi.
L’impegno dell’Amministrazione Comunale, la collaborazione della Dirigente Scolastica e del Personale della scuola, hanno consentito l’allestimento delle aule necessarie al funzionamento di tutte le attività didattiche, nelle ore antimeridiane, in anticipo rispetto alla previsione.
Il turno pomeridiano è abolito.
Pertanto, a partire da lunedì 23 settembre p.v. le attività didattiche si svolgeranno nel seguente modo:
Plesso Capone classi della scuola primaria con orario a 27 ore settimanali: dalle ore 8.30 alle ore 13.00;
Plesso Capone classi della scuola secondaria di 1°: dalle ore 8.20 alle ore 13.20
Ludoteca comunale (classi quinte): dalle ore 8.25 alle ore 13.25.
Plesso di Sorbo con alunni dell’ex plesso sito a Fontana: dalle ore 8.30 alle 13.30‐ 16.30 con mensa.
Plesso di Sorbo: dalle ore 8.00 alle ore 13.00‐16.00 con mensa.
La parola data e gli impegni presi dall’Amministrazione Comunale perché i disagi avessero tempi contenuti e rapidamente superati, sono stati a pieno onorati.
Un sentito grazie va a quanti si sono adoperati in questi giorni e un sincero augurio di buon anno scolastico a tutti.
Montella 20 settembre 2019
Il Sindaco
f.to Dott. Rizieri Buonopane
Roberto: ho scelto Londra per ricominciare, generazione 1991, è un ragazzo di Montella, anche lui arruolato tra le fila dell’armata G.I.E. (Giovani Irpini Emigrati): risorse del nostro territorio che cercano lavoro e fortuna altrove, lasciando, tra l’amore e il rancore, il luogo natale.
Roberto, eccellente cameriere, conosciuto da tutti i ristoranti della zona, ha sempre lavorato mentre cercava di stare al passo con gli studi di ingegneria. Dopo una pessima esperienza ad un CAF di Avellino, dove veniva trattato senza considerazione e senza rispetto, svolgendo mansioni che non inerivano le sue competenze, ha deciso di partire per Londra l’anno scorso. Racconta:
«Se avevo paura? La verità, cara Roberta, è che, affetti e famiglia a parte, non avevo niente da perdere. Ero arrivato ad un punto tale per cui la paura di rimanere qui, nella condizione in cui mi trovavo, tra mancanza assoluta di crescita e prospettive, vinceva su tutte le altre. Ricordo ancora le parole di mio padre, mi disse: sei mio figlio e vorrei tenerti sempre al mio fianco, ma se fossi un amico ti direi di andare via».
Mentre Roberto racconta le difficoltà della sua scelta mi tornano in mente le parole di una vecchia e malinconica canzone che il maestro di musica ci faceva cantare al “piccolo coro” della scuola elementare, e che, ironia della sorte, Roberto, senza neanche accorgersi, ripete fedelmente: «La noia, l’abbandono, il niente sono la malattia di questo paese» afferma. «Conoscevo storie di amici già partiti e che a Londra stavano bene. Così sono partito anche io. I primi giorni sono stato loro ospite, poi ho trovato un posto economico adatto a me.
Ho subito iniziato a consegnare curriculum, sia a mano che tramite internet, e dopo una settimana ero già assunto in un ristorante italiano: Carluccio’s.
Nonostante il lavoro vada bene le difficoltà ci sono, a partire dalla lingua. All’inizio, anche per andare semplicemente dal tabaccaio, mi preparavo il discorso da casa».
Roberto descrive il mondo del lavoro londinese, in cui l’offerta è così vasta che la conoscenza dell’inglese passa facilmente in secondo piano. Nel lavoro, poi fa notare, è da apprezzare soprattutto la meritocrazia.
«Ho iniziato come bartender – racconta Roberto - e in un solo anno ho avuto due aumenti di stipendio. Non solo c’è la possibilità di crescere lavorativamente, ma le giornate più affollate e faticose vengono adeguatamente ricompensate non solo economicamente ma, ancora più importante, umanamente. Mi sono sentito ringraziare per il lavoro che ho prestato, cosa che a chi, come me, era abituato in Irpinia ad essere riconoscente per la chiamata di lavoro, è una cosa che impressiona non poco. L’impegno dato viene riconosciuto e apprezzato. In Irpinia, purtroppo, non esiste mobilità sociale, non ci sono prospettive di crescita» afferma Roberto riesumando il ciclo dei vinti.
«Oggi, se penso al mio anno futuro sorrido, perché so che il mio impegno verrà ricompensato con una promozione: salirò di grado a poco a poco.
Qui a Montella, invece – prosegue Roberto con verdetto verghiano - stai dentro un pantano, ma ovviamente non affoghi. Sopravvivi».
Le parole di Roberto sono amare, ma vere e coraggiose. Ripercorrono le paure covate, nutrite e maturate nel silenzio delle giornate passate senza impegno e che si annidano nei cuori di tanti altri, giovani o meno.
«Montella è la mia casa e ne sento nostalgia, mi manca la mia famiglia: senza che io possa vederli i miei nipotini crescono e i miei genitori invecchiano. Tutti questi affetti mi vincolano a questo luogo, ma credo che è arrivato il momento in cui sono obbligato a pensare solo a me stesso; per non sentire più, alla sera, quella sensazione di aver buttato un’altra giornata.
È la seconda volta che torno a casa, e ogni volta che parlo con i vecchi amici li sprono ad andare via. Fino a qualche anno fa pensavo che fosse il luogo perfetto in cui crescere, ultimamente mi sto ricredendo su questa favola. Siamo in un luogo abbandonato a se stesso: senza possibilità per i bambini di praticare uno sport che non sia il calcio, senza strutture e senza ferrovie e con l’unica via di comunicazione per Avellino paralizzata da due anni. Ci hanno abituato ad accettare qualsiasi disservizio, tutto è nella norma e ci va bene così. Come se non potesse essere altrimenti. E invece le cose funzionano altrove, e io ho aperto gli occhi su questo, mi sono reso conto che le cose possono funzionare».
Quando Roberto dice che ha aperto gli occhi si riferisce a tutto l’impatto che si ha vivendo in una grande città come Londra: multiculturalismo, scenari diversi e possibilità sempre nuove, strutture pubbliche funzionanti e accorte alle esigenze del cittadino e del turista.
«Mi sono sempre definito di mentalità aperta e tollerante. Eppure, solamente stando immerso costantemente nella pluralità, capisci quanto sia affascinante la diversità delle culture, delle religioni e degli orientamenti sessuali. A Londra a Canary Wharf, il quartiere in cui lavoro, c’è una scalinata arcobaleno dedicata al tema dell’omosessualità, mentre nella metropolitana vengono continuamente fatte campagne di sensibilizzazione. Quando in una metropoli convivono dieci milioni di individui ci si rende conto di che cosa significhi la libertà di vivere se stessi come meglio si crede. Purtroppo per questo paese, qui siamo indietro anni luce».
Le differenze che Roberto evidenzia sono tali da rendere queste realtà quasi due mondi separati: «Avrei potuto farmi assumere in qualche fabbrica in zona – continua - ma la verità è che questo lavoro, oltre ad essere logorante e alienante, non elimina il rischio di finire un domani in mezzo ad una strada. E allora – chiede con rancore Roberto - chi ti prende più? Come ti reinventi?»
La domanda, che ha il sapore dell’ingiustizia, ritorna spesso nelle parole di Roberto.
«Perché non potermi mettere in gioco? Perché subire la frustrazione di questa incertezza? Non parlo del posto fisso, ma di una lecita mobilità nel mondo del lavoro: a Londra, se domani mi dimetto in dieci giorni ho già un altro impiego; qui, se domani mi licenziano come e cosa faccio?
In Inghilterra vedo molte possibilità che si aprono, le sento che sono tutte dinnanzi a me. Ora ho tanti progetti e voglio scegliere la mia strada. Posso continuare nel management, se voglio, o riprendere gli studi autonomamente, approfittando del fatto che lì l’università è finanziata quasi del tutto a fondo perduto, o ancora, posso spostarmi, magari verso gli Stati Uniti. Tutte possibilità, queste, che io mi vedo aperte dinnanzi solo ora».
Ricordo che al coro, mentre con il maestro cantavamo “Che Sarà”, proprio non riuscivo a capire il motivo per cui il protagonista della canzone doveva andare via. Me lo chiedevo soprattutto nella strofa in cui doveva separarsi dal suo primo amore, mi sembrava all’epoca una cosa così innaturale.
Oggi, che pare non siano passati 50 anni dall’uscita di quella canzone, mi soffermo su un’altra strofa, quella che recita così:
“So far tutto o forse niente da domani si vedrà”.
Ebbene, che sarà di tutti questi giovani e di questa terra?
Di origini montellese, è stato campione italiano e nel 2014 ha vinto il bronzo in Cina - Angelo Moscariello di origini montellesi è dal 2009 atleta delle Fiamme Oro nel settore tiro a volo, specialità skeet. Lo Skeet, spiega Angelo, è uno sport in cui è richiesta «concentrazione e nervi saldi, imbracciare un fucile è una sensazione particolare, ma in quei momenti la forza che si deve avere proviene unicamente dalla mente».
Angelo, che gareggia da quando aveva 12 anni, ha partecipato con successo a diverse competizioni sportive sia in Italia, come atleta delle Fiamme Oro, sia all’estero, in rappresentanza della nazionale italiana.
«Ero un bambino quando accompagnavo mio padre al poligono di tiro a Montella. Ero affascinato. Provare fu per me una vera rivelazione: non solo ero molto portato ma avevo una buona mira e una grande inclinazione». Il cammino di Angelo inizia così nella TAV “Tana del Lupo”.
«A 14 anni, quando sono entrato nella categoria juniores e ho gareggiato per la prima volta in un campionato italiano, partecipando alla mia prima gara importante, ho capito che avrei voluto fare soltanto quello».
Nel 2006 Angelo è stato convocato nella nazionale juniores e ha iniziato a gareggiare fino a conquistare il suo primo bronzo ai mondiali di tiro a volo del 2009, conquistando l’anno successivo anche l’ingresso nel Gruppo Sportivo Fiamme Oro.
«A 20 anni mi hanno portato in Nazionale e gareggiai ai mondiali, posizionandomi quattordicesimo nella classifica totale e secondo in quella a squadre, con un solo punto di distacco dal primo. A 21 anni invece sono entrato a far parte della “categoria eccellenza”, conquistando l’oro nella competizione del Campionato Italiano. L’anno successivo ho partecipato alla Coppa del Mondo in Arizona e ho gareggiato in diverse competizioni sia con la maglia delle Fiamme Oro, che per la Nazionale Italiana. Nel 2014 ho conquistato il terzo posto della Coppa del Mondo in Cina e nel 2016 vinsi le gare di qualificazione per il Campionato italiano; la gara più importante dell’anno, qualificandomi primo e stabilendo il mio record personale con 123/125».
Nel 2017 Angelo ha continuato a gareggiare nelle maggiori competizioni di skeet, lottando nelle finali senza mai conquistare il podio.
In questo sport, incentrato sulla solidità e sulla resistenza mentale, basta una distrazione, un pensiero o una paura perché il colpo sparato sfiori il dischetto senza distruggerlo.
«In quei casi - racconta Angelo - il difficile non è isolarsi dall’ambiente esterno, ma riprendere il controllo di se stessi dopo l’errore. Nella mia ultima competizione, la TAV Umbriaverde, mi sono trovato in questa situazione.
«La gara è iniziata male – racconta - ho concluso la prima delle 5 serie con 22/25.
In quei momenti è necessario creare una bolla attorno a sé, nessuna distrazione, soprattutto nessuna ansia da prestazione. Una volta che si manca il dischetto non bisogna pensare, ma concentrarsi su quello dopo. Riprendere la calma e le redini della situazione: hai solo pochi decimi di secondi per eseguire l’azione, con precisione chirurgica».
«Così, ho ripreso il controllo e nelle altre serie sono stato perfetto. Purtroppo, non ho ottenuto il podio per un solo punto. Ma anche questo fortifica».
La prossima settimana Angelo sarà impegnato nella competizione di Lonato del Garda (Brescia) dove sarà in gioco la qualificazione per la Coppa del Mondo 2020.
«Certamente sento una forte pressione per questa gara così importante, ma ho anche una grande forza interiore: voglio dimostrare chi sono e quello che valgo.
Questo sport spesso mi ha trattato male ma, da vero innamorato quale sono, non mollo e farò di tutto per conquistarlo».
A questo ragazzo così determinato, che porta in alto il nome della nostra terra, non possiamo che fare tutti insieme un grande in bocca al lupo.
I familiari del Prof. Aretino Volpe a partire dal 2011, anno della sua dipartita , hanno istituito una Borsa di studio alla memoria, per tramandarne il ricordo presso le nuove generazioni di alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore “R. d’Aquino” di Montella e per ricordarlo nel modo più aderente ai valori che hanno contraddistinto il suo agire professionale ed umano.
La Borsa è destinata all’alunno/a delle classi quinte del Liceo Scientifico Statale “R. d’Aquino” di Montella che consegue il miglior risultato scolastico nell’anno di riferimento . Vincitrice del Premio 2019 e’ Fieramosca Natalia , alunna della classe V sez A, che ha riportato agli Esami di Stato il voto finale di 100 : quella di quest’anno e’ l’ottava Borsa di Studio “Aretino Volpe” assegnata dalla sua istituzione nel 2012.
Il prof Aretino Volpe, per venti anni Docente di Italiano e Latino e poi per altri dieci anni, Dirigente scolastico presso il Liceo Statale R. d’Aquino, ha sempre e fortemente creduto in una Scuola pubblica, inclusiva, democratica e nello stesso tempo meritocratica, che sapesse offrire opportunità educative a tutti ma anche capace di riconoscere i meritevoli e di premiarne il talento.
Ha impegnato le sue energie professionali e umane perché il Liceo Scientifico R. D’Aquino si affermasse come una scuola di qualità e d’innovazione, agenzia educativa autorevole e riferimento per le famiglie e per il territorio.
I meriti della sua azione sono stati ampiamente riconosciuti dalla Scuola che nel 2011 gli ha intitolato l’Aula Magna dell’Istituto di Istruzione Superiore R.d’Aquino in Montella.
Su invito della Dirigente scolastica dott.ssa Emilia Strollo, il premio sarà consegnato il giorno 11 settembre 2019 alle ore 10:30 nell’Auditorium dell’Istituto R. d’Aquino all’alunna Fieramosca Natalia da un familiare del Preside Aretino Volpe, a cui la Borsa di studio è intitolata, in coincidenza con la cerimonia di accoglienza degli alunni delle classi prime in Montella: momento simbolico e significativo per un passaggio del testimone ai nuovi iscritti dell’Istituto!
Montella 11 settembre 2019
Si porta a conoscenza di tutti gli interessati che la riunione di mercoledì 11 per la organizzazione della marcia della pace Assisi - Montella si svolgerà alle 21 presso la sede della MISERICORDIA e non più al centro sociale. Questo per poter coordinare in maniera più adeguata con il gruppo della stessa Misericordia, nostro partners fondamentale, la manifestazione. Tutti coloro che possono essere interessati sono invitati a partecipare. Condividete,grazie. Salvatore Cianciulli
Miriam: così a Roma assaporo l’universo dell’arte - Miriam Pascale, nata nell’anno 1990, è una ragazza di Montella, tra le diverse qualità che la contraddistinguono emerge un grande senso creativo, che le permette di trovare equilibrio e armonia in tutto ciò su cui ripone lo sguardo. Appassionata d’arte e maestra ceramista si è diplomata presso l’Istituto d’arte di Avellino per poi frequentare l’Accademia di Belle Arti ad Urbino, città in cui studiava e si manteneva grazie alla borsa di studio e al lavoro di cameriera.
Attualmente Miriam vive a Roma, culla della civiltà e della cultura, il cui presente non rispecchia certamente i fasti dell’antichità.
Il lavoro per cui Miriam negli anni si è specializzata richiede garbo e sicurezza, tocco delicato e al contempo deciso, il gruppo professionale a cui la giovane montellese appartiene viene definito con un nome particolare e anche molto affascinante, quello dei Guanti Bianchi. Mi spiega:
«Sono chiamate “Guanti Bianchi” quelle figure professionali che si occupano di predisporre gli ambienti e prestano un supporto tecnico e pratico durante l’allestimento di mostre o di esposizioni d’arte. Ci chiamano così perché, quando maneggiamo queste opere, indossiamo dei guanti di cotone bianco. Non so spiegare il motivo per cui sia questa la mia grande passione, so solo che quando sono a contatto con l’arte e tocco con le mani queste opere meravigliose sento dentro un’emozione indescrivibile, sono felice e non smetto di sorridere. Credo sia l’effetto della mia grande passione».
Eppure, dopo anni di studio e di preparazione, di sacrificio e di forza di volontà, le mani di Miriam hanno calzato guanti di un bianco ben diverso.
«Ho studiato per formarmi professionalmente, anche dopo l’università ho frequentato un corso di otto mesi a Venezia, per curatori di mostre e rassegne, e alla fine abbiamo dato vita ad una speciale esposizione con capolavori di artisti internazionali, che prese il nome di “Command-Alternative-Escape”».
«Tuttavia – continua Miriam - terminato il corso, è svanita anche la magia e così, non riuscendo ad attraversare l’impenetrabile portale che conduce al mondo del lavoro, sono tornata a Montella e sono stata assunta in un supermercato della zona. Sono passati mesi, giorno dopo giorno mi sentivo morire lentamente, mi ha fatto resistere l’obbiettivo che mi ero posta di mettere qualcosa da parte per poi ripartire, e così a novembre ho lasciato di nuovo tutto e sono arrivata Roma, una città da cui mi aspettavo molto di più».
«È dura stare in un posto nuovo, dispersivo e sconfinato come Roma, per mesi e senza lavoro.
Quando poi, finalmente, a febbraio sono riuscita a trovare lavoro in una ditta di allestimento mostre, dopo pochi mesi il mio responsabile è sparito nel nulla, lasciandomi di punto in bianco di nuovo in sospeso e senza impiego.
È stata un’esperienza davvero terribile, piantata in asso così, senza garanzie, spiegazioni e prospettive e ancora senza lavorare. Presa dallo sconforto ho pensato di ritornare a Montella. La mia fortuna è stata poter contare sulla dimensione familiare che si era intanto creata attorno a me; infatti sia il mio ragazzo che mio fratello Marco vivono ormai a Roma per lavoro con me.
Ho cercato di non perdermi d’animo e ho iniziato ad ingegnarmi come meglio potevo: mi dividevo tra vari lavoretti al mattino e in serata facevo la babysitter.
Sinceramente pensavo che Roma potesse offrirmi di più. Sembra impossibile credere che una città che è in se stessa un’opera d’arte, che dispone di un patrimonio culturale incommensurabile, possa essere così degradata e consumata».
Ma nonostante le tante difficoltà, Miriam non smette mai di entusiasmare quando raccontando scende nei dettagli del suo lavoro e delle sue passion:
«Il modo in cui l’opera d’arte viene vista è l’opera stessa – afferma Miriam.
Una volta ho allestito a Villa Borghese una mostra di un’artista, Vettor Pisani, che avevo studiato con interesse all’università e che, dunque, conoscevo bene. Ecco, toccare le sue opere è stata un’emozione unica. È stato un po' come quando da bambino ricevi un gioco nuovo: già l’involucro di per sé possiede un’aura speciale e hai paura di romperlo solo togliendo l’imballaggio. Sfilare un’opera dal suo rivestimento è una grande emozione, forse non è percepibile dall’esterno, perché quando il lavoro è già compiuto e si sta dinnanzi al quadro esposto nessuno si pone domande, e tutto sembra così normale e scontato, come se l’opera fosse stata lì da sempre in quel modo. Invece chi usa il tatto, con i noti guanti bianchi, sa bene che non è proprio così.
Non so se può essere un buon paragone, ma personalmente in quelle circostanze mi viene da immedesimarmi in un muratore che tira su un muro e poi pensa: “oddio e se cade?” Ecco, a volte penso proprio questo!» ride imbarazzata.
Dietro all’apparente timidezza e ai grandi occhi espressivi di Miriam si nasconde in realtà una particolare tenacia, temprata dalla sofferenza.
Si dice che crescendo si perda la voglia di lottare per i propri sogni e ci si appiattisca, assecondando le forme che la vita impone. Ma Miriam dà a tutti l’esempio contrario.
«Tante volte mi sono detta: basta, cambio strada e cerco un lavoro che non abbia a che fare con il mondo dell’arte. Eppure, non mi sono mai arresa. Anzi, ho imparato a non arrendermi. Un tempo ero più razionale, adesso so come allentare la presa nel momento in cui mi rendo conto che le cose non vanno come vorrei. In quei momenti in cui brancoli nel buio o ti fai coraggio e non ti arrendi, o impazzisci. Sono fiduciosa e propositiva per questo nuovo anno, che per me, come quando ero a scuola, inizia con settembre. Per ora mando il mio curriculum e attendo risposte, ma, ripeto, non mi arrendo!».
Settembre è un mese particolare: la maggior parte dei giovani come Miriam, dopo aver passato le vacanze in terra natale, prepara la valigia per il rientro in città, lasciando il vuoto, oltre che nell’armadio, anche nei paesi.
«Ho notato con piacere che in queste settimane estive c’era vita a Montella rispetto all’anno scorso, ma da domani tonerà ad essere un deserto. Tra ottobre e novembre non ci sarà più neanche un ragazzo. Ogni volta che torno vedo sempre qualcosa che manca, si fanno passi avanti è vero, ma anche tanti indietro, e tirando le somme si rimane pressappoco fermi. Si intuisce che sono state messe in atto nuove idee, ma è allo stesso modo è semplice capire che gli ideatori sono sempre gli stessi personaggi e non i giovani». E Ancora: «Vedo tanti spazi lasciati a sé come la biblioteca: quando ci sono tornata mi ha dato un’idea di vuoto che mi ha molto intristito. O come Verteglia, i rifugi, la piana; luoghi che hanno tantissimo da offrire, ma che ancora non sono utilizzati».
Secondo Miriam qualsiasi posto privo dello spirito e dell’entusiasmo giovanile è destinato lentamente a morire.
«Esiste un’importante differenza tra la tradizione e il vecchio – conclude Miriam - non si può pensare di trasmettere le tradizioni con canali antiquati, bisogna sapersi adattare ai cambiamenti e ai nuovi tempi, altrimenti si rimane indietro e la tradizione, invecchiata, viene dimenticata.
Conosco tanti giovani, a partire da mio fratello, con un legame viscerale per questa terra, che potrebbero fare e dare tanto. Ma lo spirito da solo non paga».
Foto, selfie e tanti sorrisi. Avellino abbraccia i giudici di Italia's got talent. Oggi in piazza Libertà Federica Pellegrini è stata accolta da molti fans. Intorno alle sedici l'arrivo della giuria al Gesualdo. È partita la tre giorni di registrazioni al Teatro “Carlo Gesualdo”, appuntamento per domani sabato 7 e domenica 8 con due turni di registrazioni al giorno: alle 14:00 e alle 19:00. Si può assistere alle spettacolo gratuitamente ma solo su prenotazione e il calendario risulta già sold-out da tempo.
Un ritorno gradito per il format che andrà in onda da gennaio 2020 su Sky. Sul palco del teatro cittadino di Piazza Castello si alterneranno cantanti, musicisti, attori, imitatori, ballerini, acrobati e performer che vogliono diventare famosi.
Tutti in lizza per vincere e realizzare il proprio sogno sul palco del Comunale per una sfida che divertirà tutti in platea. A giudicarli la super giuria composta da Mara Maionchi, Joe Bastianich, Frank Matano e Federica Pellegrini, con la conduzione di Lodovica Comella.
Per l' occasione da giorni si è attivata anche la macchina comunale, istituito infatti il divieto di sosta in via L. Fricchione fino alle 16:00 del 9 settembre sul lato destro costeggiante il parcheggio sotterraneo del Teatro, compresa la piazzetta di fine via, e sul lato sinistro dal civico 3 al 25. Vietata anche la circolazione, sempre in via Fricchione, dalle 13:00 a mezzanotte fino all’8 settembre, escluso i mezzi della Produzione.
MONTELLA - «Si è molto parlato di qualità e turismo, e di turismo di qualità. L’Irpinia potenzialmente offre tantissimo, ma bisogna che questa offerta venga tradotta in un sistema di qualità in un progetto che deve essere messo in rete». Così il presidente di Confartigianato Campania, Ettore Mocella , nel corso della seconda tappa di “Irpinia Sistema Turistico” avuta luogo, nel pomeriggio di ieri, presso il Santuario di San Francesco a Folloni di Montella. «La nostra è infatti una mappatura dei bisogni di questo territorio, ci sono energie, ma bisogna saperle incanalare », dichiara Mocella.
«Le manifestazioni di interesse saranno raccolte fino al prossimo 30 ottobre ed il prossimo appuntamento sarà a Calitriannuncia il presidente di Confindustria Avellino, Pino Bruno, che sottolinea più volte il concetto di «fare rete e di farlo qualitativamente. Per questo motivo - aggiungesi sono messi insieme questi tre enti” (Confindustria Confartigianato e Federalberghi, ndr.). L’obiettivo è quello di mettere in campo interventi di qualità per evitare quel turismo “mordi e fuggi” avvicinandosi, così, ai modelli già presenti in Umbria e Toscana. “Confidustria è a disposizione ribadisce Bruno e speriamo che il territorio risponda a queste agevolazioni sul turismo che anni fa non esistevano ».
Gerardo Stabile, presidente Federalberghi Avellino, sciorina numeri da raggiungere affinché vi sia velocemente un’adesione e venga immessa sul mercato un prodotto nei tempi rapidi richiesti: «Sicuramente questo progetto può dare un forte contributo alla nostra provincia. Non stiamo
vivendo un buon momento, nonostante l’estate ha restituito un dato positivo nelle varie strutture. Ma il turismo è fatto di 365 giorni all’anno e, quindi, bisogna capire come intervenire ed alimentare questo sistema.
L’obiettivo è quello di dare un contributo di qualità, di servizi a tutti coloro che arrivano in Irpinia.Conclusioni affidate a Vittorio Ascione, apoletano,
consulente tecnico del progetto: «Abbiamo avuto evidenzia un confronto con Tour Operator e vari imprenditori nazionali sul pacchetto Irpinia, e tutte le risposte sono state positive, ma solo a determinate condizioni. Tutte le testimonianze del turismo irpino riportano sempre la stessa lamentela: la mancanza di strutture adibite al pernottamento degli ospiti. L’Irpinia ha molto da offrire di chiara –ma è male organizzata ».
Roberta Bruno
Sulle spalline ora indossa “la torre”. La simbolica investitura è avvenuta presso la Caserma “LITTO” di Avellino con la consegna dei gradi da parte del Comandante Provinciale, Colonnello Massimo Cagnazzo. Il Maggiore Rocco De Paola, 40enne di origini salernitane, ha frequentato dapprima la Scuola Marescialli e Brigadieri e, successivamente, la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, con la nomina al grado di Sottotenente nell’anno 2005.
Laureato in giurisprudenza, l’Ufficiale ha prestato servizio in Calabria, dove ha comandato il Nucleo Operativo e Radiomobile di Sellia Marina (CZ), e poi in Basilicata quale Comandante della Compagnia Carabinieri di Viaggiano (PZ) ove è rimasto fino all’agosto del 2017 allorquando ha assunto il Comando della Compagnia Carabinieri di Montella.
Sposato e padre di due bambini, nel corso della sua carriera De Paola ha ricevuto vari encomi ed elogi per brillanti operazioni portate a termine per attività di contrasto alla criminalità comune ed organizzata.
Il Maggiore garantirà continuità al Comando della Compagnia di Montella, sempre inquadrando la propria azione all’interno delle linee guida del superiore Comando Provinciale di Avellino.“
DA AVELLINO TODAY
SALZA - Il vino protagonista indiscusso del convegno multidisciplinare tenutosi nel centro storico di Salza, presso il palazzo Imperiale D’Afflitto del XVIII sec, recentemente recuperato, nell’ambito della rassegna “Salza rock and more”. Gli ospiti hanno declinato l’argomento ognuno secondo la propria ersonale passione e formazione professionale, incuriosendo e allietando gli ospiti presenti in sala e dando vita ad un dialogo vario e interessante.
Dopo i saluti e i ringraziamenti del sindaco di Salza Irpina Luigi Cella, che ha ricordato come anche la politica si stia muovendo, finalmente, per accendere i riflettori sul territorio irpino nelle sue peculiarità, il dibattito è stato condotto sul terreno della tradizione e delle curiosità in un abile excursus sul vino come “storia d’amore”, realizzato dalla dottoressa Katya Tarantino, biologa, nutrizionista e presidente dell’associazione Pabulum, che ha saputo metter in luce il significato culturale e socialmente condiviso di questa bevanda, per lungo tempo considerata elemento misterioso ed esoterico. In seguito, la parola è passata a Giulia Corrado, biologa e nutrizionista anch’essa, che ha illustrato le proprietà nutrizionali del vino, smascherando luoghi comuni.
Il terzo ospite, Graziella Di Grezia, medico radiologo, ha affrontato con estrema chiarezza il rapporto tra vino e salute. Titolo della sua presentazione “il buono, il brutto e il cattivo”, riferimento alla gamma completa degli effetti del vino sull’uomo a seconda della quantità e dell’uso che si fa di questa inebriante bevanda. Dopo una prima parte “scientifica”, il dibattito ha preso una piega più culturale con la partecipazione dell’ex presidente della comunità Montana Terminio Cervialto, Nicola Di Iorio, storico dell’aglianico e autore del libro “Rosso dalla Terra”. L’autore, anche sommelier, ha raccontato la storia della nostra terra e delle nostre viti, ha narrato dei conflitti accesi con i popoli confinanti, tra aneddoti e curiosità.
È importante conoscere le proprie origini, sottolinea Di Iorio, per appropriarsi della propria cultura e riaffermare una propria identità nelle potenzialità di questo territorio. Origini, infrastrutture, trasporti e solida unità consorziale e politica sul territorio sono, per il vecchio presidente della comunità Montana, i punti di forza che mancano, ma che sono necessari per rilanciare la nostra provincia, ancora troppo indietro rispetto ai tempi.
E’ stato, poi, il professore Alessandro Di Napoli, curatore della ricchissima antologia “Vino, Eros e Poesia. Da Omero ai giorni nostri”, a incantare il pubblico con la lettura di magnifiche poesie sul vino tratte dall’antologia. Spesso si tende a dimenticare come il vino sia stato fonte d’ispirazione di tanti artisti e poeti, maledetti o meno, e che abbia accompagnato e cullato menti epensatori, amori e passioni dell’intera umanità. Ma, come ricorda il saggio professore, l’aurea mediocritas deve essere sempre presente: come nei simposi dell’antica Grecia era imposta una regola nel bere, che andava rispettata in modo tale da poter discutere con scioltezza ma lucidità dei grandi temi eletti, allo stesso modo le grandi opere letterarie sono figlie della moderazione; la smoderatezza, invece, non ha mai creato nulla di bello.
Ad accompagnare il convegno ladegustazione dei vini locali, gentilmente offerti dalla cantina Di Meo e la mostra dedicata alle opere in olio su tela dell’artista Alessandro Follo.