Il covid è una delle peggiori pandemie mai viste da circa un secolo, con un virus che continua ancora a circolare in tutto il mondo, tenendo in apprensione intere popolazioni, provocando milioni di morti, e lungi dall'essere sconfitto definitivamente. Come tutti i virus si ripresenterà come molti altri a scadenze periodiche. Per fortuna, il sistema farmaceutico mondiale è riuscito in brevissimo tempo a produrre diversi vaccini capaci di proteggere il nostro organismo riducendo di molto il rischio contagio e di conseguenza le complicazioni, che in troppi casi hanno avuto esito letale. Ora si sta studiando, un medicinale antivirale che in supporto ai vaccini attenui in modo significativo gli effetti peggiori. Come per i vaccini, di questi medicinali, a breve, ne verranno fuori diversi e si spera che dopo una necessaria sperimentazione, possano essere usati su larga scala come viene fatto per i vaccini. Ad oggi, la situazione mondiale sui rimedi contro la pandemia è questa, sempreché i popoli si convincano che non ci sono altre strade possibili praticabili, cioè quelle dei vaccini, dei nuovi medicinali in fase di sperimentazione e naturalmente del buon senso nel rispettare le norme divenute consuete quali: l'uso della mascherina, il rispetto delle distanze evitando i grandi assembramenti, l'igiene delle mani e degli oggetti ad uso comune. Purtroppo dobbiamo assistere ogni giorno a manifestazioni, contro il governo e i suoi ministri interessati, per le decisioni che puntualmente, dall'inizio della pandemia vengono prese. Abbiamo un minoranza di cittadini, che si rifanno al "NO A TUTTO", oggi NO-VAX e NO GREEN PASS, che non credono, o non vogliono credere nemmeno all'evidenza dei fatti e dei dati, dicono che è tutto un imbroglio, che ci sono di mezzo i grossi interessi delle multinazionali farmaceutiche, capaci per la loro potenza di imporre al mondo intero, il metodo vaccini per combattere il virus. Queste due categorie sbandierano il diritto alla libertà, ma di quale libertà parlano? e quale è il loro concetto di libertà che va a intaccare quella della maggioranza degli altri? La cuminità scientifica mondiale quasi al completo si è trovata daccordo sull'impiego del vaccino, anche per l'urgenza e la mancanza di alternative. La scelta dei nostri governanti, di cercare a tutti i costi di raggiungere l'immunità di gregge con i vaccini, imposti indirettamente con il GREEN PASS, sembra, dai dati attuali, che sia stata una scelta validissima, e portata ad esempio in altri stati europei, vedi la Germania. Diverse nazioni europee, con percentuali di vaccinati molto più basse della nostra hanno un numero di contagi elevati, ed oggi debbono prendere decisioni drastiche di nuove chiusure e limitazioni nei confronti di zone e cittadini scoperti dalla sicurezza del vaccino. Si programma già, per chi ha fatto le prime due dosi, una terza dose e se sarà necessario ulteriori dosi di richiamo, come del resto si fa per i vaccinati contro il tetano e per le normali influenze annuali. La speranza è che piano piano la virulenza si attenui e che vaccini e medicinali oltre ad aumentare l'efficenza, siano sempre più mirati ad attenuare le conseguenze più gravi del covid. C'è anche da dire che molti scienziati prevedono, che ad un certo punto la durata della copertura si allungherà di molto, si parla di cinque o dieci anni. Da queste pagine mi permetto di invitare tutti coloro che per ragioni di dubbio, di paura, e di altre ragioni poco giustificate, a vaccinarsi senza eccessivi timori.
Dal 19 al 28 novembre 2021, al Teatro Le Sedie (Via Veientana Vetere 51 – Roma) è in scena lo spettacolo “L’IRREALTA’ QUOTIDIANA”. Due atti unici di Roberto Leoni, con Rosaria Cianciulli, Giovanni Visentin e Alessandro Giova.
La responsabilità di questo spettacolo teatrale potrebbe essere imputata a Jorge Louis Borges. Il grande scrittore argentino, infatti, sosteneva che la memoria sarebbe il sogno del passato e l’avvenire sarebbe il sogno del futuro; ma allora, ci siamo chiesti, quale potrebbe essere il sogno del presente? Forse una realtà apparentemente simile a quella che viviamo tutti i giorni, ma che si sviluppa in una dimensione tanto diversa e inaspettata da sembrare quella di una irrealtà quotidiana. Non vi preoccupate: si tratta solo di un’ipotesi poetica, di una divertita evasione dall’ordinario nella quale, però, brilla sempre l’ironia che spesso governa il mondo e che talvolta lo fa sembrare il sogno beffardo di un dio.La prima avventura in questa terra di nessuno tra il possibile e l’impossibile è l’atto unico PIRANDELLO ENDING, in cui uno scrittore, sfidando l’allarmante precedente dei “Sei personaggi in cerca d’autore” s’innamora di una ragazza che è la protagonista di un suo racconto…La seconda avventura è l’altro atto unico CONTRAPPASSO, dove il malizioso duello erotico tra un improbabile moralista del passato e una spregiudicata ragazza contemporanea, sfocia in una comica, liberatoria rivolta in nome dell’amore.
Rosaria Cianciulli ci offre nei due atti un doppio ruolo: il primo è quello di una bella turista solo apparentemente smarrita a Roma, mentre il secondo è quello della tentatrice di Casanova, capace di sedurre il grande seduttore…
“Per me è davvero emozionante poter lavorare al fianco di questi grandi artisti, i quali mi hanno subito accolta come in una famiglia. Mi sento davvero onorata di far parte di questa avventura. In questi due atti ho l’opportunità di portare in scena due personaggi fantastici e reali, dove ironia, sensualità e divertimento muovono le emozioni e le azioni di queste due donne in cerca dell’amore”.
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L'otto dicembre 1956, con tutta la mia famiglia ci siamo trasferiti come emigranti, in un comune della Toscana, Lastra a Signa in provincia di Firenze. Le condizioni di vita, per tutta la nostra famiglia a Montella non erano più accettabili, per l'impossibilità di non poter mandare avanti con profitto e nel migliore dei modi i vari appezzamenti di terreno dislocati in dodici zone diverse, quasi tutte distanti dal paese dove abitavamo.
Per la famiglia composta come descritto nel precedente racconto, dai genitori e da otto figli, due maschi e sei femmine, per la mancanza di lavoro in paese, ma anche nei comuni vicini e l'impossibilità di impiegare le sei ragazze nell'attività agricola, non rimase altra scelta che quella di andare via da Montella, o all'estero, in quel periodo molti paesani e paesane emigravano chi in Svizzera, chi negli Stati Uniti, chi in Belgio, chi in Sud America, chi in Francia, noi scegliemmo di rimanere in Italia. Avevamo parenti che si erano trasferiti in Toscana, dove si sapeva che, in modo particolare per noi ragazze esistevano varie possibilità di lavoro nell'industrie tipiche di quella regione. Si trovava da lavorare nel settore della maglieria, della ceramica, delle confezioni in genere compresa quella dei cappelli di paglia. Tutte attività adatte alla manodopera femminile.
Fu un grande cambiamento di vita per tutti noi, in particolare per mio padre già avanti con gli anni, abituato al lavoro agricolo nei campi e nei castagneti, cercò, per cominciare, un ambiente per così dire simile a quello che lasciava, acquistando un piccolo podere, con al centro una casa colonica, in un borgo di campagna dove abitavano altre cinque famiglie. Eravamo distanti dal centro del paese e per i pochi mezzi di trasporto allora esistenti, era un problema anche fare la spesa o approvigionarsi anche di qualcosa di necessario per la casa, ricordo di aver fatto diversi chilometri a piedi su la strada sterrata per raggiungere la prima bottega dove acquistai un flacone di varichina. Dopo qualche anno, per avvicinarsi ai servizi e al lavoro ci trasferimmo in paese, avevamo, in comune con una famiglia locale una lunga terrazza sovrastante le mura antiche del paese, questi vicini quando seppero che accanto alla loro abitazione arrivava una famiglia di "napoletani" così venivano chiamati tutti i meridionali, costruirono subito un muretto di separazione sulla terrazza, forse perché non conoscendoci avevano timore anche ad avvicinarsi.
Comunque quel muretto, dopo poco tempo venne demolito e finirono tutti i timori nei nostri confronti. Al dispiacere di aver lasciato il paese natio si aggiungevano le difficoltà incontrate dal fatto che in quel periodo per i toscani tutti quelli che provenivano dal sud, erano considerati poco graditi, per le solite paure che oggi riguardano l'ingresso nella nostra comunità dei migranti odierni, africani, albanesi, romeni, e tutti quelli che abbandonano i loro paesi per le guerre, le carestie, la fame, per ragioni economiche o perché perseguitati per ragioni politiche. In Toscana si diceva spesso "era meglio se a Roma avessero costriuto un muro" come i muri che oggi si costruiscono in diversi paesi cosiddetti civili del mondo. Ormai sono passati tanti anni, e le differenze, di modi di fare avvolte molto diverse dalle nostre, sono per me diventate normali, tanto che anch'io mi comporto come la gente di queste zone si comporta. Qui, anche in piccoli paesi, si vive come in un grande condominio di città, si esce, ci si incontra, a malapena ci salutiamo, ma non ci conosciamo e manca quella socialità solidale, che a Montella e specialmente nel mio rione, a Sorbo, era sempre esistita fra vicini di casa, sempre pronti a dare un aiuto concreto quando qualcuno si trovava in difficoltà.
Trascorsi alcuni anni con tutta la famiglia nel piccolo podere mi interessai a trovare un lavoro che potesse darmi un minimo di indipendenza economica. A Montella avevamo venduto la casa di nostra proprietà, i vari appezzamenti di terreno e nientaltro, una parte dei soldi servirono per riacquistare casa a Lastra a Signa e parte di quelle somme le spendemmo come investimento per lavorare, acquistando io e le mie sorelle, delle macchine da maglieria. Trovammo in paese delle donne disposte e insegnarci come con quelle macchine potevamo tessere anche modellandoli i teli che poi assemblati divenivano delle bellissime maglie. Con molta apprensione, per l'investimento fatto, in poco tempo, guadagnando pochissimo imparai il mestiere, e divenni una esperta "magliaia", si trattava a questo punto di ritirarmi a casa con la mia nuova macchina per iniziare a lavorare in proprio, cioè conto terzi per i numerosissimi maglifici già esistenti in zona. Non c'era allora un sistema di lavorazione a domicilio regolamentato, e se esistevano delle regole non venivano applicate, anche perché riuscivo a lavorare contemporaneamente a più maglifici, e questo particolare mi ha penalizzato molto al momento dei calcoli per andare in pensione. Intanto il tempo passava, e le ore dedicate alla maglieria, erano diventate esagerate, il lavoro era abbondante, e mi dava, tutto quello che avevo sognato quando ero partita da Montella.
Congratulazioni a Maria Concetta Santoro, figlia di Salvatore e di Agnese Volpe , laureata in Scienze della formazione primaria presso l'Università di Salerno. Tesi : "La valenza pedagogica della narrazione fantasy e sviluppo del genere da Oriente a Occidente"
Roma 1995 - Teatro delle Vittorie - La trasmissione era : "Pomeriggio di festa" con Marisa LAURITO ed Alberto CASTAGNA. L' artista è il montellese Marcello De Marco
Congratulazioni a Sara Palatucci e ai suoi genitori Scipione e Maria Grazia e alla sorella Ada per ll conseguimento della laurea Magistrale in " Scienze degli Alimenti e della Nutrizione umana" con 110/110 e lode , presso l'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli.
La lavatrice moderna fu inventata negli Stati Uniti nel 1906, assemblando un mastello di legno con una pompa da giardino. Fu modificata nel 1930 dall'industria tedesca Miele la quale variò il primo movimento sussultorio continuo, in movimento ondulatorio circolare e reversibile.
Nell'aspetto e con la tecnologia simile a quella che conosciamo oggi, la lavatrice arrivò in Italia per la prima volta, nel 1946, alla fiera di Milano.
Nei primi tempi fu scambiata per una macchina per montare la panna a causa della grande quantità di schiuma che produceva e in Italia ebbe una lenta divulgazione.
Inizialmente la sua diffusione fu ostacolata sia dalle scarse disponibilità economiche delle famiglie di allora e sia dalla diffidenza delle donne verso qualunque dispositivo che sostituisse le loro abilità manuali.
Questo importante elettrodomestico cominciò a diffondersi alla fine degli anni ’50, molto lentamente, sostituendo così l’antichissimo mestiere delle lavandaie.
Tra gli elettrodomestici moderni la lavatrice è, a mio parere, quello che ha maggiormente cambiato il modo di vita quotidiana di una donna ed è considerato, non a torto, un fattore rilevante nella storia dell’emancipazione femminile.
Oggi basta il clic di un bottone per mettere in moto l’intero ciclo del lavaggio del bucato e in tal modo questo elettrodomestico affranca, con estrema semplicità, le donne dall'incombenza di “fare il bucato”.
Anche a Montella, prima della seconda metà degli anni ’60 l’unica opportunità per lavare e rendere puliti i panni era quella di fare il bucato direttamente in casa o, mancando l’acqua corrente nelle abitazioni, di andare a farlo al fiume portando la roba da lavare in capienti ceste e recando anche mastelli, spazzole e saponi.
In quel periodo le fontane pubbliche erano sprovviste di vasche per fare il bucato e le uniche due fontane adibite a lavatoi pubblici e munite di “strecolaturo” si trovavano una in via Piediserra, nelle adiacenze delle scale di via Ciociola e all'incrocio di via Piedipastini e l’altra al Largo dell’Ospizio, di fronte all'attuale parco giochi, prospiciente la sede dei Vigili del Fuoco.
Erano lavatoi molto “affollati” per cui, come mi ha ricordato un mio “anziano” amico di Montella, erano tante le “lavannare” che, per ovvie e pratiche motivazioni, spesse volte vi facevano il bucato alle prime luci dell’alba o anche durate la nottata.
Al fiume, con il grande vantaggio del non assembramento, per lavare i panni solitamente ci si sistemava in piccoli spazi con piani in pietra, lambiti dall’acqua, dove essenzialmente si svolgeva il risciacquo del bucato stando chine verso la corrente.
Soprattutto per le lavandaie di professione, il lavaggio dei panni al fiume era, perché svolto con molta frequenza, un lavoro duro, caratterizzato dal disagio di tenere le mani in frequente contatto con l’acqua e soprattutto contraddistinto dalla sofferenza peggiore del dover stare costantemente inginocchiate, protese in avanti, verso l’acqua del fiume, per insaponare, sciacquare, sbattere e strizzare i panni. Tale postura portò quelle povere donne a soffrire di quel classico processo infiammatorio clinicamente noto, appunto, come il “ginocchio della lavandaia”.
Il 24 giugno 2021 è stata inaugurata la mostra "Nigredo, Albedo e Rubedo", ispirata alla Commedia dantesca, nel complesso monumentale di Santa Maria della Neve, a Montella. E' realizzata dall’artista Enrico Mazzone. Pur non avendo ancora studiato Dante, sono rimasta colpita e affascinata dalla grandiosa opera che ho avuto il piacere di visitare. Grazie all’artista che ha avuto la grande pazienza di tradurre la Divina Commedia in disegno. Nell’arco di 5 anni, Enrico Mazzone è riuscito a realizzare un'opera immensa, utilizzando un rotolo da disegno della lunghezza di 97 metri, oltre 6000 matite e 3 quintali di carta, usando esclusivamente la tecnica del puntinismo. Grazie ai ragazzi del Forum Giovani di Montella, ho potuto visitare la mostra e ascoltare le loro spiegazioni. Le tavole dei disegni sono distribuite lungo tutto il percorso del monastero e finisce con il lungo rotolo disteso per terra nella chiesa. A me quei disegni all'inizio sembravano un po' inquietanti perché rappresentavano scene paurose e anche perché c’era una musica di sottofondo che incuteva un po' di timore. Alcuni disegni non sono stati terminati, però sono stati lo stesso messi in mostra.
L’artista li ha lasciati incompiuti, secondo me, per mancanza di voglia e per il desiderio di andare avanti e completare l'opera. Quando si arriva in chiesa, ci troviamo davanti, disteso sul pavimento e avvolto come una grande pergamena, il rotolo di 97 metri. Per posizionarlo sono stati tolti tutti i banchi dalla chiesa e posizionate delle luci rosse e blu. Sulla prima parte del rotolo che viene mostrata a noi spettatori, si può vedere il viso dell’artista. Il ragazzo del Forum Giovani ci ha spiegato che l’artista avrebbe voluto che la sua opera fosse esposta in modo circolare invece che distesa. Però per fare questo, ci voleva troppo spazio. Per poterla vedere tutta, verrà srotolato 10 metri ogni settimana. Grazie al Comune di Montella e all’Arciconfraternita SS.Sacramento che hanno organizzato tutto questo, fino al 1 agosto la mostra sarà accompagnata da altri eventi tra letture di opere, convegni, concerti musicali e osservazioni astronomiche. Consiglio a tutti di partecipare a questo evento unico. Ne vale davvero la pena.
Giuseppina Fioravanti classe II^ D
Sapete qual è la ricchezza più grande che abbiamo noi piccoli? Ebbene sì, sono i nonni! C'è un proverbio che dice "Chi trova un'amico trova un tesoro”. Invece noi il vero tesoro lo troviamo nei nostri cari nonni. Vivere con i nonni è bellissimo. Io ho la fortuna di abitare con la mia nonna paterna che è dolcissima e comprensiva. I nonni sono importanti nella vita. Sono esseri speciali. Il poeta Alex Haley ha scritto: “Nessuno può fare per i bambini quel che fanno i nonni, essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli”. Queste parole mi piacciano molto, perché spiegano alla perfezione quello che sono i nonni, almeno per me. Sono il filo che ci unisce al passato, che è necessario sapere e ricordare per capire meglio il nostro presente. La saggezza dei nostri nonni è una ricchezza da tenere sempre vicino a noi. Hanno vissuto migliaia di situazioni brutte, di problemi e di gioie, molte più di quelle che abbiamo vissuto noi. Hanno tanti i consigli da darci, anche se pensiamo che siano antichi, sono i migliori consigli del mondo. I nonni e le nonne hanno molte storie da raccontarci, le loro storie sono le migliori, divertenti e alcune volte anche tristi. Se non ci fossero i nonni, bisognerebbe inventarli. Spesso ci capita di affrontare situazioni difficili e di andare a confidarci con i nostri cari nonni. Loro sanno sempre come aiutarci e come tirarci su il morale. I nonni sono il vizio in persona, sanno sempre come viziare i propri nipoti. Mia nonna materna sa sempre come viziarmi in tutti i modi. I nonni sono sempre lì pronti ad aiutarci, è molto bello sapere che in qualsiasi momento di tristezza ci sono sempre i tuoi nonni a fianco per aiutarti. I nonni ci hanno visto fare tutto, insieme ai nostri genitori: ci hanno visti cadere, hanno asciugato le nostre prime lacrime, hanno curato il nostro primo ginocchio sbucciato... Ci hanno insegnato la filastrocca per il primo dentino caduto. Ci conoscono a fondo come le loro tasche. Si accorgono subito se c'è qualcosa che non va. Quando io sto male c'è sempre mia nonna paterna a farmi passare la febbre oppure a farmi le tisane calde come solo lei sa fare, la sua camomilla è buonissima per farmi passare il mal di gola, di nascosto ci mette il miele perché sa che a me non piace. Io ho la fortuna di avere due nonne, ma ho la sfortuna di non aver conosciuto il mio nonno paterno e di aver visto morire il mio nonno materno troppo presto. La cosa più triste che gira nella mente dei nonni è che sanno che saranno per primi a lasciarci. Quando vado da mia nonna lei fa un sorrisone che mi riscalda subito il cuore. La cosa che in questo momento ci rattrista di più è di non poter andare dai nostri nonni liberamente come facevamo prima e dargli un bacio e un grandissimo abbraccio per colpa di questo cattivo Covid-19. Mia nonna materna mi racconta sempre che quando era bambina consegnava sempre il latte ai vicini di casa perché prima di andare a scuola era questo il suo compito. Invece, mia nonna paterna mi racconta sempre che quando era più piccola andava in montagna a fare la legna per aiutare la famiglia. La nostra fortuna più grande è di avere sempre qualcuno vicino a noi: i NONNI.
Giuseppina Fioravanti, classe ID
Adele Sesso nacque a Montella, Italia, il giorno 15 di ottobre del 1918, in una famiglia povera e in una società che soffriva la devastazione della prima guerra mondiale. Da giovane ebbe desiderio di entrare nella Congregazione delle Vocazioniste, fondata dal Beato Giustino Maria Russolino sdv (1891-1955), fondatore dei Padri e delle Suore Vocazioniste; però come già vi era entrata una delle sue sorelle, non poté entrarvi lei. Allora conobbe la Congregazione delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe con residenza a Roma, e quindi entrò in tale Istituto religioso.
Quando le si chiese perché fosse entrata nella Congregazione, ella rispose che “era per conoscere e amare Gesù e farsi santa”.
ALLE 15.45 DIRETTA STREAMING Dalla Basilica di San Pietro, Santa Messa presieduta dal Card. Mauro Gambetti in occasione dell’inaugurazione del ministero pastorale di Fra Agnello Stoia, parroco della Basilica
Nicholas Chiaradonna 17 anni ( classe 2004) e’ entrato in Bocconi facoltà di Economia e Management , classificandosi tra i più giovani bocconiani italiani… frequenta il 5 anno di liceo scientifico di Montella e l anno prossimo sarà in Bocconi a milano .Congratulazioni ai genitori di Nicholas
Ancorchè in fase costituenda, a questa associazione pervengono numerosissime segnalazioni informali circa l’increscioso fenomeno di ingressi abusivi nei castagneti, in particolare nel periodo della raccolta, con conseguenti alterchi, aggressioni, minacce e furti di castagne.
Sono avvisaglie da non sottovalutare quelle delle due ultime stagioni estive di pandemia, durante le quali si è registrato un flusso eccessivo, disordinato e irrispettoso dell’ambiente, da parte di pseudo-turisti di giornata, provenienti dalle vicine province, la cui unica traccia è costituita da rifiuti abbandonati sui prati, nei boschi e lungo i corsi d’acqua.
Tutt ciò è stato più volte recentemente evidenziato dalla stampa provinciale, che non ha tralasciato la pubblicazione di foto di quei luoghi deturpati, ripuliti poi alla meglio da cittadini di buona volontà che amano e rispettano la montagna.
A maggior ragione, con l’inizio della campagna di raccolta delle castagne, cresce il fondato timore che tali fenomeni, già ripetutamente verificatisi negli anni addietro, possano avere una pericolosa rescrudescenza, cui può conseguire la commissione di reati, quali furto aggravato, minaccia, aggressione, lesioni, ecc.
Risulta pertanto impellente la necessità di garantire ai castanicoltori, quantomeno in questo, il diritto di lavorare in piena tranquillità e sicurezza.
Di conseguenza, si segnala l’opportunità di intensificare l’attività di vigilanza lungo tutte le strade, comunali e non, che notoriamente sono state -e possono diventare- teatro di detti sgradevoli episodi.
In particolare, il Comune di Montella potrà tempestivamente valutare, oltre alla predisposizione di un servizio di vigilanza mirata, anche l’apposizione di divieti di sosta lungo le strade interessate, nonchè predisporre cartelli contenenti l’avviso che l’ingresso abusivo nei fondi privati per raccogliere le castagne contro la volontà dei proprietari costituisce ipotesi di reato (art. 637, 624 e 625 c.p.), distribuendoli agli interessati per la collocazione sui fondi.
Il Prefetto di Avellino vorrà certamente dare disposizioni in proposito, anche di ordine pubblico, al fine di scongiurare la commissione dei paventati reati.
Montella, 1 ottobre 2021.
Al sig. Prefetto di Avellino Corso Vittorio Emanuele n. 4 - 83100 Avellino
Ai signori Sindaci di Bagnoli I. ,Volturara I., Cassano I., Montemarano, Montella, Acerno
A.S.A. – Associazione per la Salvaguardia dell’Ambiente
Via Verteglia n. 10 - 83048 Montella (AV)
Bagnoli, terminato lo scrutino. Filippo Nigro è il nuovo sindaco di Bagnoli Risultati definitivi
EQUIPAGGI
Equipaggio diurno
1. Tony Nigro
2. Stefano Nigro
3. Cinzia Pizza
4. Danilo Pizza
5. Rocco Renna
6. Fausto Ruotolo
7. Lia Sanacore
8. Sergio Volpe
9. Fiorentino Vietri
Equipaggio notturno
1. Alba Buccella
2. Gianluca Capra
3. Teresa Cherubino
4. Salvatore Cianciulli
5. Giorgio Diana
6. Pier Paolo Di Gregorio
7. Agostino Iannaccone
8. Pasquale Romano
9. Marcello Soriano
Gianluca ad Arrone, la salita più impegnativa
Il 4 e 5 Settembre u.s. si è tenuto a Volterra e Ponteginori il Campionato Nazionale Veterani dello Sport Categoria over 40 organizzato dalla sezione Volterrana della Unione Nazionale Veterani dello Sport (U.N.V.S.). Davanti ad una bella cornice di pubblico si sono affrontate le squadre di Volterra, Cecina, Lamezia Terme (CZ), Massa (MS), Montella (AV) e Nusco (AV). Alla conclusione del Torneo, Massa si è aggiudicata la vittoria e la squadra di Cecina il riconoscimento della migliore formazione sotto il profilo del Fair Play per la correttezza dimostrata in campo.
Il Panathlon Club di Volterra/ Alta Val di Cecina ha non solo sponsorizzato e contribuito alla piena riuscita della competizione sportiva, ma ha conferito – presente il Vice Presidente e Tesoriere LUCIANO SOLDI – il riconoscimento alla squadra di Cecina con una propria Targa Fair Play in occasione della Conviviale organizzata al termine del Torneo.
Due belle giornate di Sport che rappresentano una ottima ripartenza dopo il blocco imposto dalla Epidemia COVID.
Significativa ed apprezzata da tutti i partecipanti la presenza del Panathlon Club di Volterra sempre a fianco ed a favore dello Sport locale e dei valori di correttezza sportiva.
Durante la manifestazione di apertura dell’anno scolastico all’ Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “R.D’Aquino” nella sede di Montella, è stato premiato lo studente Daniel De Marco dell’Istituto di istruzione superiore statale Rinaldo D'Aquino. indirizzo musicale . Ha consegnato il premio il Figlio di Aretino Toni Volpe.
Mercoledi 15 settembre 2021, alle ore 17:00, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2021-2022, sarà consegnata presso l’Istituto Superiore R d’Aquino in Montella la Borsa di studio in Memoria del prof. Aretino Volpe, preside Destinatario della Borsa l’alunno De Marco Daniel della V E dell’Istituto R. D’Aquino di Montella - anno scol. 2020/2021
I familiari del Prof. Aretino Volpe, dal 2011, anno della sua dipartita, hanno istituito una Borsa di studio annuale alla Memoria, al fine di tramandare il ricordo del loro congiunto presso le nuove generazioni di alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore “R. d’Aquino” di Montella , nel modo più aderente ai valori che hanno contraddistinto il suo agire professionale ed umano.
La Borsa e’ destinata agli alunni delle classi quinte dell’ Istituto Superiore Statale “R. d’Aquino” di Montella ( scuola di cui il prof. Aretino Volpe è stato per venti anni Docente di Italiano e Latino e per altri dieci anni, Dirigente scolastico) che conseguono il miglior risultato scolastico nell’anno di riferimento
Il prof Aretino Volpe ha sempre impegnato le sue energie professionali e umane perché l’Istituto Superiore R. D’Aquino si affermasse come una scuola di qualità e d’innovazione, agenzia educativa autorevole e riferimento per le famiglie e per il territorio ed ha creduto in una Scuola pubblica, inclusiva, democratica e nello stesso tempo meritocratica, che sapesse offrire opportunità educative a tutti ma anche capace di riconoscere i meritevoli e di premiarne il talento.
La sua azione è stata ampiamente riconosciuta dalla Scuola che nel 2011 gli ha intitolato l’Aula Magna.
Ed ecco a voi i nomi dei vincitori della 4a edizione del PREMIO ERBORISTERIA DELL’ANNO! VINCITORE ASSOLUTO
Erboristeria Equilibrio Naturale di Valentina Norbiato
Mestrino (PD)
CATEGORIA WEB STRATEGY E SOCIAL MEDIA
Erboristeria I Semplici di Ivana Capone