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Consegnata Ottava Borsa di Studio Giovanni Palatucci

Consegnata Ottava Borsa di Studio  Giovanni Palatucci  Presso l’Istituto Comprensivo Alcmeone  Una giornata dedicata alla Shoah  Per non dimenticare   Dopo un anno di pandemia finalmente si è svolta l’ ottava edizione della Borsa di studio in memoria di Giovanni Palatucci, Questore reggente di Fiume Italiana che diede la vita per salvare alcuni israeliti dalla follia tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberano il campo di concentramento di Auschwit ed a tale proposito si istituisce in tale data con la legge n° 211 del 20 Luglio 2000, il “ Giorno della Memoria “ in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico, e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, inoltre per non dimenticare le vittime della furia nazista durante la seconda guerra mondiale. 

                   E’ stato ricordato tra le vittime dell’ Olocausto il “ Servo di Dio e Giusto Tra le Nazioni “ Giovanni Palatucci “ , nato a Montella (Avellino) il 31 maggio 1909, morto a Dachau il 10 Febbraio 1945, poliziotto italiano, vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza e Medaglia d’oro al merito civile.

                   Per l’occasione con tutte le ristrettezze a causa del Covid-19 erano presenti :

per la Prefettura la d.ssa Molè, Il Questore dott. Marco Giambra , il Sindaco Dott. Vincenzo Voce,

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Giardini che onorano Giovanni Palatucci

GIOVANNI PALATUCCI (1909 - 1945) il questore di Fiume che aiutò gli ebrei -Nasce a Montella, in provincia di Avellino, il 31 maggio 1909. Nel 1932, a ventitré anni, si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino e nel 1936 si arruola come volontario nel ruolo di Vice Commissario di Pubblica Sicurezza a Genova. Alla fine del 1937 viene trasferito alla Questura di Fiume come responsabile anni successivi avrà incarichi di Commissario e di Questore-reggente dell’ufficio stranieri, ruolo che lo mette a contatto diretto con la dura realtà della condizione degli ebrei. In seguito assume l’incarico di Commissario e di Questore reggente e non si allontana da Fiume neanche quando il Ministero ne dispone, nell’aprile del 1939, il trasferimento a Caserta.

Rodolfo Grani, ebreo fiumano che conobbe personalmente Palatucci, lo ricorda come “nobilissimo giovane cattolico” e cita un suo primo grande intervento di salvataggio del marzo 1939. Si trattava di 800 fuggiaschi che dovevano entro poche ore essere consegnati alla Gestapo. Palatucci avvisa tempestivamente Grani, il quale ottiene l’intervento del Vescovo Isidoro Sain che, a sua volta, nasconde temporaneamente i profughi nella vicina località di Abbazia sotto la protezione del Vescovado.

Il 13 settembre 1944 il funzionario di polizia viene arrestato dal tenente colonnello Kappler delle SS e tradotto nel carcere di Trieste, da cui, il 22 ottobre, è trasferito nel campo di sterminio di Dachau, dove muore il 10 febbraio 1945, pochi giorni prima della Liberazione, a soli 36 anni.

Nel 1990 lo Yad Vashem di Gerusalemme lo giudica “Giusto tra le Nazioni” e nel 1995 lo Stato italiano gli attribuisce la Medaglia d'Oro al Merito Civile.

Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma emana un Editto per l'apertura del processo di beatificazione del “Servo di Dio Giovanni Palatucci”, avvenuta il 9 ottobre 2002. Inoltre, in occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000, papa Giovanni Paolo II lo annovera tra i martiri del XX Secolo.

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Trieste ricorda Giovanni Palatucci e Feliciano Ricciardelli

Trieste ricorda Giovanni Palatucci e Feliciano Ricciardelli, all’ingresso della Questura, collocate le Pietre d’Inciampo dedicate alla memoria dei due Commissari deportati nel 1944 nel campo di Dachau  . l’operazione è stata coordinata dal cav Sergio Schirinzi, membro dell’associazione Giovanni Palatucci e referente locale della stessa.

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Ettore Volpe è deceduto ieri sera al Moscati di Avellino

Ne danno il triste annunzio la moglie Maria Grazia Fico, i figli Antonio, Felice e Fernando, le nuore Maria,Marialaura, e Maria Rita, gli adorati nipoti Ettore, Francesco,Maria Grazia, Chiara, Michele , Luigi e Giovanna I fratelli Felice,Giuseppina, Gaetano Eleonora e Fernando, i cognati , le cognate, i cognati i nipoti ed i parenti tutti.
Il dottor Ettore Volpe è morto  a causa del Covid all’età di 85 anni: è stato uno tra i pionieri dell’ematologia ad Avellino. Era ricoverato all’Ospedale “Moscati” in terapia intensiva. Lutto presso la comunità montellese e medica Irpinia. Il noto medico avellinese era ricoverato all’Ospedale “Moscati” in terapia intensiva, dallo scorso 21 gennaio ed è
spirato questa mattina.

 

 

 

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L’ASL riattiva il Covid-residence di Montella

L’ASL riattiva il Covid-residence di Montella Nelle settimane scorse è pervenuta al Comune una nota con la quale l’Asl ha comunicato la sua intenzione di voler riattivare il Covid-residence di Montella , di cui, come è noto , la stessa Asl ha già l’uso , avendolo reso operativo e fruibile durante le precedenti ondate pandemiche .
La decisione di riattivare tutti i Covid-residence della provincia era stata anche resa nota, dall’Asl, agli organi di stampa, in considerazione dell’incremento esponenziale dei dati epidemiologici che vedono la provincia di Avellino fortemente colpita .
È una scelta che il Comune di Montella ritiene opportuna , considerato l’innegabile beneficio che tutto il territorio trae dalla presenza del Covid-residence a Montella
Il servizio offerto dall’Asl rimane , infatti , un aiuto fondamentale , anzi indispensabile per tutti quei cittadini colpiti dal Covid che non hanno la possibilità di isolarsi dal resto dei propri familiari durante la quarantena .
Il Covid residence di Montella può continuare ad offrire un servizio sanitario gratuito, efficiente ed efficace , nonché sicuro , ai pazienti Covid e le cure più adatte fino alla completa guarigione
Tanto premesso, anche al fine di evitare letture arbitrarie o in mala fede degli avvenimenti, diffuse strumentalmente al solo fine di creare nell’opinione pubblica “un caso “… non corrispondente alla realtà dei fatti , riteniamo che la decisione assunta dell’ASL sia quanto mai necessaria ai fini della tutela della salute pubblica in un momento in cui, di giorno in giorno, aumentano i contagi.
La tutela della salute pubblica rimane un obiettivo che tutti , ciascuno per la propria parte di competenza , dovremmo fare nostro e su cui responsabilmente convergere .
L’Amministrazione comunale di Montella

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ORDINANZA N. 08 DEL 16.01.2022 Comune di Montella

ORDINANZA N. 08 DEL 16.01.2022 ULTERIORI MISURE <<<<PER LA PREVENZIONE E GESTIONE DELL'EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID-19. RIPRESA ATTIVITÀ DIDATTICHE IN PRESENZA 

>>>SCARICA L'ORDINANZA<<<

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Ex Campo prefabbricati "Schito"' - situazione di degrado ambientale.

Nell'ambito della propria attività sociale finalizzata alla tutela non solo dell'ambiente, ma anche della salute, ASA ha constatato con profonda preoccupazione che nell'ex Campo prefabbricati, località "Schito'', a seguito dell'intervento di smantellamento dei prefabbricati leggeri, l'area si presenta oggi in una condizione di degrado inaccettabile e pericolosa.

A farla breve, vergognosa.

Tale area, anche per la sua notevole estensione, risulta ormai trasformata in vera e propria discarica abusiva:
i residui di demolizione, le lastre di eterni! degradate, i cumuli di luridi materassi e masserizie varie, le montagne di sacchi di plastica colmi di non si sa cosa, i rimasugli di lane minerali deteriorate e di vetri frantumati e dispersi per tutta l'area, offrono uno scenario di rara indecenza.
A completare il quadro desolante non poteva mancare sinanche un cesso abbandonato di ceramica bianca a fare bella mostra di sé!

Pertanto, considerato che l'area:

-è estesa per circa ventimila metri quadri, ricadenti essenzialmente nel perimetro urbano;

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1656, annus terribilis: la peste a Montella di Mario Garofalo

Nell'estate del 1656 il Principato Ultra venne investito dal “male contagioso” della peste, che fin dal mese di giugno infuriava nella capitale. La diffusione pestifera aveva invaso la provincia irpina passando per Terra di Lavoro e di qui nel confinante Beneventano, nei pressi di Montesarchio, per poi raggingere rapidamente, attraverso i paesi della Valle Caudina, le terre della Valle del Calore e quelle dell'Alta Irpina.
La peste, che più volte aveva visitato il Regno, era sinonimo di inesorabile morte. Si moriva in uno stato di delirio folle o di insensato ed allucinato torpore, in una solitudine cupa e sconsolata. Della peste, nel Seicento, era del tutto ignota l’eziologia (la catena trasmissiva topo-pulce-uomo), ma se ne riconosceva la orripilante sintomatologia e la irrefrenabile aggressività contagiosa. I sintomi erano inequivocabili: forti emicranie e deliquio, vomito e febbre improvvisa, sete inestinguibile, petecchie sul corpo, ingrossamento ghiandolare, bubboni inguinali e ascellari, pustole sugli arti inferiori. Si riteneva che la pestilenza, secondo i dettami della corrente fisiopatologia ippocratico-galenica, fosse dovuta allo squilibrio umorale, ad una alterazione della crasi dei quattro fondamentali umori del corpo (sangue, flemma, bile bianca e bile nera), alla corruzione putrida del sangue che invadeva l’intero organismo. Contro quel male invincibile i medici raccomandavano, pur consci della loro inanità, comportamenti esistenziali di prevenzione, basati su precetti di tipo igienico-dietetico, di continenza e di buone e sane abitudini. Per fuggire la peste si consigliavano di evitare le cinque cose indicate fin dalla metà del sec.XV dal medico padovano Michele Savonarola: fames, fatica, fructus, femina, flatus ( “ l'inedia, l'affaticamento, i frutti, l'attività sessuale, il vento ” ).

La terapia precritta, anch'essa di derivazione galenica, si risolveva in altrettanti cinque interventi curativi: flebotomia, focus, fricatio, fuga, fluxus ( “ salasso, cauterio, sfregamento, l'allontanamento, evacuazione corporale “ ). Veniva principalmente consigliata la fuga dalle zone infestate: cito, longe fugeas et tarde redeas ( “ fuggi subito lontano e torna più tardi che puoi! “ ). Inefficace si appalesava persino il costoso farmaco rappresentato dalla triaca maggiore, considerato «grande panacea, composta da oltre cinquanta ingredienti tra cui fondamentale e[ra] il tritato di vipera. Al veleno della peste si oppone[va] il contravveleno della vipera, con quel tanto di esoterico e di magico che fa[ceva] della triaca, a piacimento, un farmaco inutile, o un tossico, o un placebo». Altrettanto inutili e spesso maggiormente perniciosi si rivelano altri rimedi terapeutici di tipo chirurgico, praticati da cerusici e barbieri, personale paramedico addetto alla “manualità”, agli «impuri» interventi sui corpi malati, come salassi, purghe, incisioni, applicazioni di ventose su bubboni e antraci per estrarre il «veleno», sui quali si spalmavano impiastri e unguenti per portarli a suppurazione.


L’insorgenza della malattia pestifera, secondo credenze di ascendenza araba (Avicenna), veniva inoltre correlata alla infausta disposizione dei corpi celesti, che proiettavano sulla terra i loro mortiferi influssi, come castigo divino per la corruttela peccaminosa e dissoluzione morale degli uomini. Erano ancora vivi nella memoria dei montellesi, tramandati nei lucubri racconti dei padri, i sinistri presagi di catastrofi e distruzioni vaticinati nel secolo precedente dall'astrologo-mago bagnolese Giovan Battista Abiosi, che aveva previsto per il sec.XVII eventi apocalittici dovuti alla “cattiva” congiunzione di pianeti ed astri, come manifestazione di una Volontà soprannaturale, incattivita per la corruzione del mondo, sul quale veniva scagliata, in biblica sequenza, la distruttiva “triade” di carestie, guerre e peste. A Montella le prime vittime si ebbero nella metà di luglio, ma già in agosto e settembre il numero dei morti appestati raggiungeva cifre impressionanti. Del tutto impreparata, abbandonata al suo destino dalle autorità centrali, l’università non fu in grado di bloccare con immediatezza il contagio alle porte della città, consentendo così un’irruzione capillare del morbo, che non risparmiò alcun casale della municipalità.
Per altro le barriere sanitarie (rastelli) tardivamente istituite a salvaguardia del centro abitato, difese dai soldati e da cittadini armati, venivano necessariamente valicate per il transito commerciale, vitale per la comunità e spesso aggirate da persone in fuga che, economicamente agiate, riuscivano a corrompere membri della stessa guarnigione difensiva, presto assottigliatasi e vanificata per diserzione o decesso degli stessi componenti: sicché la via del «contagio dall’esterno» era del tutto spalancata. Disordine sociale e panico si acuirono in modo convulso ed incontrollato, presto sfuggiti alla vigilanza degli amministratori e dei gendarmi, tra l’altro essi stessi colpiti dal morbo.

Ogni tentativo per dominare l’epidemia da parte del feudatario e degli eletti si rivelò vano e talvolta controproducente. Fu istituito un lazzaretto nel largo di Piediserra. Il lazzaretto, improvvisato per l' occasione, costituito da tende e baracche, si rivelò presto insufficiente ad accogliere l’imponente afflusso dei malati. Le pessime condizioni igieniche lo resero presto impraticabile. Immediatamente fuori dall’abitato furono allestiti due piccoli cimiteri, dei quali uno a ridosso del casale Ferrari non lontano dalla chiesa della Madonna della Libera, ove già esisteva l’Ospizio per i forestieri. Esaurita la capienza dei sotterranei delle chiese, molti cadaveri vennero infossati sotto il pavimento della cappella detta Delle anime del Purgatorio, risalente al XVI secolo. Monatti e beccamorti presto si rifiutarono di trasportare e seppellire gli appestati. I mannesi, per timore di contagio, non riparavano i carri utilizzati per il trasporto dei cadaveri. I morti erano abbandonati nelle proprie abitazioni o insepolti per le campagne, rendendo l’aria ammorbata ed irrespirabile. Il timore dell’insepoltura ed il terrore raccapricciante che il proprio corpo potesse diventare macabro pasto per gli animali spingeva, talvolta, gli appestati a scavarsi la fossa e lì, ai bordi, attendere la propria fine nella speranza che mani pietose li avessero ricoverti di terra.
Le pessime condizioni igieniche e l’inosservanza anche delle più elementari precauzioni sanitarie favorivano la pervasione del contagio: incautamente si assistevano i congiunti morenti, alcuni cercavano di occultare i sintomi del male, altri rientravano nelle proprie dimore infettate per recuperare beni e oggetti, qualche sprovveduto si avvicinava, per mera curiosità, ai mucchi di cadaveri sulle carrette funebri. Gli assembramenti, che si formavano spontaneamente per scambi reciproci di informazioni e conforto, moltiplicavano i rischi di infezione; i montellesi che tornavano da altri paesi per assistere i propri parenti costituivano ulteriori occasioni di contagio.

Gli scenari apparivano tragicamente paradossali: i preti somministravano l’eucarestia ai morenti ponendo l’ostia consacrata sull’estremità di una canna; i notai redigevano gli atti testamentari ascoltando la volontà dei testatori dalle finestre raggiunte dall’esterno della casa per mezzo di scale di legno appoggiate sui muri. L’assistenza sanitaria, praticata presso l’Ospizio nelle vicinanze della parrocchia della Madonna della Libera, era, per le carenti ed errate conoscenze mediche di quel tempo, primitiva, empirica e del tutto inefficace per un morbo di cui era assolutamente ignota l’eziologia. I medici erano pochissimi; gli interventi sanitari erano più spesso affidati alla elementare manualità di cerusici e barbieri, che operavano in assenza di anestesia e con strumenti chirurgici di ferro, inadatti ed igienicamente pericolosi. Ma presto, con la crescente recrudescenza dell’epidemia, anche quest’ultimi diminuirono o abbandonarono l’ospedale, nonostante l’emanazione di un’ordinanza governativa che prevedeva la pena di morte per i medici ed i barbieri disertori. Fu lasciato campo libero ad abusivi e ciarlatani, a sedicenti medici empirici e fattucchiere, che propinavano a caro prezzo «miracolose» misture e intrugli o vendevano come «antidoti» ruta, pepe, noce, aglio, salvia, macerati nel vino o nell’aceto. I rimedi medicamentosi, a base di emetici, sedativi fitoterapici, unguenti, sciroppi di limone, indivia, acqua di ruta di capra, bacche di lauro, vescicanti ed altri fantasiosi impiastri erano del tutto impotenti o addirittura causa di ulteriori peggioramenti e danni fisici.
Agli inizi del 1657 la peste sembrava ormai inarrestabile a Montella, nonostante in alcune università confinanti con il Principato Citra (Atripalda, Aiello, Cesinali, Bellizzi, Tavernole S. Felice, Serino, Forino) paresse aver perso di intensità.
L’inutilità degli sforzi per combattere un morbo invincibile ed inesorabile, avvertito ormai come punizione divina della corruzione peccaminosa degli uomini, fece insorgere nella popolazione forme di devozionismo e di pietismo religioso ai limiti del parossismo: per le strade si vedevano cortei di persone oranti ed imprecanti, recitanti salmi penitenziali o battenti che percuotevano il petto con sassi o flagellavano il corpo con la frusta.
Il popolo in lunghe processioni affollava le chiese di Santa Maria del Piano e della Madonna della Libera per intonare preghiere e prostarsi in riti di penitenza (ma la stretta vicinanza dei fedeli e la ressa non facevano che accrescere il rischio di contagio). Fu in quel terribile anno che i montellesi elessero San Rocco, notoriamente santo protettore degli appestati, patrono dell’università, in sostituzione dei precedenti “protettori” San francesco, Sant’Antonio, San Domenico e Santa Rosa.
Finalmente nella metà di agosto 1657 l’epidemia era pressoché scomparsa. Aveva mietuto 1924 vittime, cifra corrispondente ai 2/3 circa della popolazione, calcolata sulla vecchia numerazione dei fuochi effettuata nel 1648.
Alla data del 27 ottobre a Montella era stata già effettuata la «spurga» (sanificazione) e l’università risultava ancora in attesa, (unitamente a Bagnoli Irpino, Caposele, Frigento, Paduli, Vitulano, Carife e San Nicola Baronia) da parte della Deputazione di Salute centrale, addetta all’esame delle «fedi di salute» (dichiarazioni documentate di attuata «spurga») del rilascio della «libera pratica», cioè la concessione della libertà di commercio e della ripresa dalle normali attività economiche e sociali.
La peste aveva provocato ingentissimi danni economici, demografici, sociali e fiscali. Soprattutto aveva modificato e sovvertito pregressi assetti sociali e posizioni economiche, politiche, religiose. Ascesero alla guida amministrativa parvenus e piccoli borghesi, prima ininfluenti o emarginati. Alcune famiglie e diversi «magnifici» cittadini aumentarono ancor più le proprie ricchezze. La restante massa del popolo si ritrovò in condizioni di miseria e fragilità sociale.
Nell’opera di soccorso agli appestati si prodigarono, oltre alcune persone di bassa condizione sociale, rimaste immuni dal contagio, che medicavano gli infettati sperando di ricavarne ricompense, sopratutto i numerosi preti locali ed i frati dei due monasteri dell’università, con la somministrazione dei sacramenti, l’assistenza e la sepoltura. Ma il loro comportamento, in alcuni casi, non fu sempre cristianamente disinteressato. Alcuni esponenti del clero, accogliendo in confessione le estreme volontà dell’appestato morente, convogliavano i legati testamentari a favore proprio o di parrocchie o di enti religiosi (ne beneficiò soprattutto il monastero di San Francesco a Folloni) per poi trasmetterli ad un notaio consenziente. Taluni cercarono di consolidare il proprio status economico, arrivando persino a vantare crediti dai familiari superstiti di defunti debitori.

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Scuole chiuse a Montella. Passaro: "L'ordinanza del sindaco va annullata"

Il gruppo Montella in Azione, attraverso la responsabile e consigliera comunale Rosalia Passaro, sollecita l’intervento del Sindaco di Montella e del Prefetto di Avellino in merito alla persistente chiusura delle scuole sul territorio di Montella. Il caso scuole chiuse in Irpinia attraversa alcuni comuni. Anche a Quadrelle e Sirignano i primi cittadini hanno deciso di chiudere i cancelli delle scuole, nonostante la sospensiva del Tar dell'ordinanza emanata la scorsa settimana dal Governatore De Luca.

"Il gruppo Montella in Azione rende noto di aver protocollato una richiesta di annullamento in via di autotutela dell’ordinanza del Sindaco di sospensione della didattica in presenza, indirizzandola anche al Prefetto di Avellino - spiega Passaro in una nota-.

L’importanza della didattica in presenza, per discenti, docenti e più in generale per la comunità scolastica, è questione fondamentale ed è necessario che la politica ne assicuri la continuità.

Le Istituzioni della Repubblica, per quanto di rispettiva competenza, sono tutte intervenute al fine di ribadire la necessità dell’espletamento della didattica in presenza, visto il valore Costituzionale dei diritti coinvolti.

In particolare lo ha fatto il Presidente del Consiglio dei Ministri nella conferenza stampa del 10.01.2022 che è stata interamente dedicata alla questione scolastica.

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LO SFREGIO AL PAESAGGIO DELLE RIPE DELLA FALCONARA

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - LO SFREGIO AL PAESAGGIO DELLE RIPE DELLA FALCONARA Compare sempre più frequente sui social la foto della vergogna riproducente il maestoso faggio policormico delle Ripe della Falconara, mutilato in modo così radicale da lasciare dei tronchi spogli orribili a vedersi. Il belvedere delle Ripe è uno dei luoghi più amati e conosciuti dei Monti Picentini, meta di notevole interesse turistico e paesaggistico. Quando il cielo è terso, infatti , è possibile ammirare le vette dei monti irpini fino al mare del golfo di Salerno. Con particolare suggestività si staglia nell’azzurro del cielo il profilo del Vesuvio e la cresta del monte Epomeo dell’isola d’Ischia.
Uno dei luoghi più celebrati dell’Irpinia appare irremidiabilmente compromesso lasciando sgomenti quanti lo conoscevano e lo apprezzavano.

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Ordinanza N. 05 DEL 09.01.2022 del Comune di Montella

Ordinanza N. 05 DEL 09.01.2022 del Comune di Montella - ULTERIORI MISURE PER LA PREVENZIONE E GESTIONE DELL'EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID-19.

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IL SINDACO

Vista la delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 con la quale è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;
Visto il Decreto Legge 24 dicembre 2021 n. 221 con cui è stato prorogato sino al 31 marzo 2022 lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, dichiarato con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020;
Visti i Decreti Legge in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19;
Visti i DPCM in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19;
Viste le ordinanze del Ministro della Salute in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19";
Viste le ordinanze del Presidente della Regione Campania in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e da ultima la n. 1 del 7 gennaio 2022;
Viste le proprie ordinanze in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19;
Vista la Legge 23 dicembre 1978 n. 833;
Letto il report della piattaforma "e-Covid" della Regione Campania in data 9 gennaio 2022, ore 11,00, dal quale, in riferimento alla settimana che va dal 3 al 9 gennaio 2022, risulta una percentuale di positivi nel Comune di Montella pari all' 8,3 7%, con tendenza in aumento rispetto alla positività di tamponi effettuati negli ultimi giorni e non ancora comunicati ufficialmente;

Valutato che a decorrere dal mese di dicembre 2021 si è registrato un altissimo aumento del contagio ( anche di soggetti in età scolare);
Atteso che la ripresa delle attività scolastiche in presenza prevista per il prossimo 1 O gennaio costituisce un evidente pericolo di aumento del contagio, in particolare per le attività didattiche delle scuole secondarie di 2° grado, in funzione delle relazioni che possono creare matrici di contagio intercomunali;
Dato atto che la salute pubblica è garantita a livello costituzionale e va tutelata al di sopra di ogni altro interesse;
Visto l'art. 117 del D. Lgs. n. 112/1998 in materia di conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali;
Visto l'art. 50, comma 5, del D.lgs. n. 267 /2000, ai sensi del quale "In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale";

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Cercasi giovane avvocato

Cercasi giovane avvocato o praticante in un team di avvocati in provincia , si richiede un minimo di esperienza e capacità gestione PEC Contattare o inviatre un curriculum a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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S.Francesco a Folloni Montella 1° Gennaio apertura Porta Santa (GUARDA IL VIDEO)

Il primo gennaio 2022, Giornata Mondiale per la Pace, presso il convento di San Francesco a Folloni in Montella, ci sarà la solenne celebrazione dell’apertura della Porta Santa da parte di sua Eccellenza Monsignor Pasquale Cascio, Arcivescovo dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia alle ore 18, in occasione degli 800 anni dalla fondazione del convento e del passaggio di san Francesco d’Assisi.
Sarà un grande evento che riunirà tutti i comuni dell’Alta Valle del Calore (Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci, Nusco, Montella, Montemarano) attorno al nostro convento che 800 anni fa era soltanto un albero di leccio.
Infatti, si narra che, nell’inverno del 1222 san Francesco, con alcuni frati, si fermò nel bosco di Folloni passando la notte sotto ad un leccio. Quella notte nevicò e solo sotto al leccio dove dormiva il santo non nevicò. I Montellesi visto il prodigio avvenuto e la santità di san Francesco, chiesero al santo di rimanere. Poiché egli stava recandosi a san Michele al Gargano, lasciò dei frati che da allora sono stati sempre presenti sul territorio. A questo luogo, sono legati altri miracoli operati dal santo.
In occasione di questo centenario, i frati della comunità unitamente all’Arcivescovo Pasquale Cascio, hanno chiesto alla Penitenzieria Apostolica la possibilità di aprire la Porta Santa e di avere la benedizione Papale, ottenendo l’indulgenza plenaria che durerà per l’intero anno (1° gennaio 2022 – 1° gennaio 2023).
Per ottenere l’indulgenza plenaria, oltre l’esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale, è necessario adempiere le tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (Credo, Padre nostro, Ave Maria, Gloria,).
La celebrazione, vista l’emergenza sanitaria, sarà trasmessa anche in diretta streaming su Montella.eu. Il link lo potete trovare sulle nostre pagine di facebook (Complesso Conventuale san Francesco a Folloni) ed instagram (san.francesco_folloni) e sulla pagina facebook Montella.eu. Durante tutto l’anno ci saranno eventi legati alle celebrazioni giubilari.
Mettiamo di seguito il decreto della Penitenzieria Apostolica.

La Penitenzieria Apostolica, al fine di aumentare la devozione dei fedeli e di procurare la salvezza delle anime, in forza delle facoltà in modo specialissimo a noi attribuite dal Santissimo Padre in Cristo e Signore Nostro, per Divina Provvidenza, Papa Francesco, accogliendo la richiesta presentata dall’Eccellentissimo Signor Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco, Bisaccia, insieme al guardiano del Convento Santuario “San Francesco a Folloni” di Montella dei Frati Minori Conventuali della su menzionata Arcidiocesi, nell’ottavo centenario della fondazione del Santuario, concede benignamente dai tesori celestiali della Chiesa: l’Indulgenza Plenaria, alle consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiere secondo l’intenzione del Sommo Pontefice) a tutti i fedeli che, motivati dal vero spirito di penitenza e carità, parteciperanno dal 1 gennaio 2022 al 1 gennaio 2023, alle diverse funzioni, e potranno applicarla anche come suffragio alle anime del Purgatorio, se visitando sia individualmente che in forma di pellegrinaggio il Santuario di San Francesco a Folloni, e devotamente partecipano ai riti giubilari, o almeno per un periodo di tempo adeguato si dedichino a pie meditazioni e rivolgano a Dio le loro preghiere, in particolare per la fedeltà dell’Italia alla vocazione cristiana, impetrando suppliche per le vocazioni sacerdotali e religiose, e per la difesa dell’istituzione della famiglia umana, concludendo con la preghiera del Padre Nostro, del Credo e l’invocazione alla Beata Vergine Maria e a San Francesco d’Assisi.
Gli anziani malati e a tutti coloro che, impossibilitati di uscire dalla propria casa per grave motivo potranno ugualmente conseguire l’Indulgenza Plenaria, premesso distaccamento a qualsiasi peccato e l’intenzione di adempiere appena possibile le tre consuete condizioni, gli anziani malati e tutti coloro che, impossibilitati di uscire dalla propria casa per grave motivo, si uniranno spiritualmente alle celebrazioni giubilari, offrendo al Dio Misericordioso le loro preghiere, dolori o sofferenze della propria vita.
Per cui, affinché venga reso più facile l’accesso al perdono divino per mezzo delle Chiavi della Chiesa, per carità pastorale, questa Penitenzieria chiede fermamente ai Padri dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, muniti delle opportune facoltà per ascoltare le confessioni, di rendersi disponibili, con spirito pronto e generoso, per la celebrazione della Penitenza.
Il presente Decreto è valido soltanto per l’Anno Giubilare. Non ci sono condizioni contrarie a quanto stabilito.
Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 15 dicembre 2021.

 

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Maledetto covid !!!!

Ha portato via lo storico chitarrista dei "Mystical Evanescent Space". Addio Emilio fratello di tante avventure!!!

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Consiglio Comunale del 22 dicembre 2021 ore 09.30

Consiglio Comunale del 22 dicembre 2021 ore 09.30 - diretta streaming su facebook e su www.montella.eu dallle ore 18.00 dello stesso giorno anche su youtube montella.eu https://www.youtube.com/c/montellaeu/videos

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Buonopane nuovo presidente della provincia di Avellino

Buonopane nuovo presidente della provincia di Avellino. Il nuovo sindaco della provincia di Benevento è il sindaco di Montella Rizieri Buonopane. La spunta di misura sull’ex deputato ed attuale primo cittadino di Montefalcione Angelo Antonio D’Agostino.Esponente del partito democratico
Buonopane è esponente del partito democratico. Con la sua vittoria, il pd riesce, finalmente, ad avere un presidente del suo partito. Ricordiamo che il presidente della provincia resta in carica quattro anni ed è un organo monolitico. Nella sua persona si accentrano i poteri di presidente e giunta. 

IL VOTO NEL DETTAGLIO
FASCIA  A - 770 votanti su 836


ANGELO ANTONIO D’AGOSTINO: 402 preferenze
VOTO PONDERATO: 13.668

RINO BUONOPANE: 356 preferenze
VOTO PONDERATO: 12.104

BIANCHE/NULLE: **

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ASA : LETTERA APERTA

LETTERA APERTA - OGGETTO: Evento Softair (denominato “Pattuglia a lungo raggio”) che avrebbe dovuto svolgersi nei giorni 27 e 28 novembre 2021 sull’altopiano di Verteglia, nel territorio di Montella (AV), nell’ambito del Parco dei Monti Picentini.  ancato riscontro alle richieste inoltrate dalle associazioni ambientaliste ASA – WWF Sannio – WWF Silentum – ASOIM – indirizzate al comune di Montella e all’Ente Parco.

Egr. sig. Sindaco di Montella,
Egr. sig. Presidente dell’Ente Parco,
come è ben noto, quantomeno per l’eco che ne ha avuto sulla stampa provinciale, l’iniziativa di SOFTAIR, denominata “Pattuglia a lungo raggio”, alla quale il comune di Montella ha improvvidamente concesso il proprio Patrocinio Morale senza che l’Ente Parco si fosse pronunciato (giusta delibera di G.C. n. 199 del 15.11.2021), ha suscitato sconcerto ed indignazione non solo tra le Associazioni ambientaliste, ma anche nella pubblica opinione maggiormente sensibile ai temi ambientali.
Dette associazioni hanno tempestivamente espresso il loro fermo dissenso rispetto all’iniziativa -fortunatamente non tenutasi solo grazie alle avversità atmosferiche- attraverso autonome missive inviate agli enti in indirizzo con le quali, all’unisono, hanno evidenziato e denunciato:
a) ASA, con nota dell’1 dicembre 2021, lo stridente contrasto con le norme poste a tutela dell’area ZPS, identificata dal codice IT5040021 - Picentini, nella quale la patrocinata attività di softair avrebbe dovuto svolgersi;
b) ASOIM, con nota in data 30 novembre 2021, la pericolosità ambientale dell’evento stesso per l’elevato valore ornitologico dell’area predisposta derivante dalla presenza di specie inserite nell’Allegato 1 della Direttiva Uccelli (2009/147/CE), la quale esplicitamente vieta le attività che arrecano enorme disturbo alle specie inserite in tale allegato;
c) WWF Sannio e WWF Silentum, con nota congiunta in data 2 dicembre 2021, la violazione dell’art. 11 comma 3 della legge quadro sulle aree protette 394/91, che vieta il disturbo delle specie animali, con la conseguenza che tale attività sarebbe stata illegittima e vietata.
Alla luce di detti rilievi, le associazioni hanno espressamente invitato il Sindaco di Montella a revocare la delibera di G.C. n. 199/2021 e con essa il concesso patrocinio; il Presidente dell’Ente Parco a non concedere alcun nulla osta, ovvero a revocarlo qualora già concesso, stante la palese violazione delle disposizioni in materia di tutela montano-ambientale.
Senonché, a tutt’oggi, si registra con rammarico e profonda delusione che, a distanza di diverse settimane dai loro formali alert, Sindaco e Presidente non hanno fornito il benché minimo riscontro, ignorando sprezzantemente gli appelli loro rivolti.
Appare il caso di sottolineare che, in particolare, è inaccettabile l’indifferenza dell’Ente Parco al quale è istituzionalmente demandata proprio la funzione di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, garantendo la conservazione e la protezione della biodiversità.
Hanno fatto proprio il contenuto di questa lettera aperta anche le seguenti associazioni:
- CAI Gruppo Regionale
- CRTAM (Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano)
- SOS Natura
- Movimento Verde – Sezione di Avellino - Fototrappolaggio Naturalistico Partenio
- Amici della Terra Club dell’Irpinia
- ISDE – Sezione di Avellino
- Monti Picentini “Non Solo Porcini”
- Salviamo la Valle del Sabato

Distinti saluti.
Montella, 17.12.2021.

Il presidente Onorario
Rocco Bruno


Il Segretario
Valerio Gatta

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Iniziati i lavori di demolizione e ricostruzione della scuola materna di Campo dei Preti.

Una struttura che nel 2019, a pochi mesi dal mio insediamento, avevo dichiarato , con apposita ordinanza, inagibile perché non più sicura per ospitare attività scolastiche. Oggi, con finanziamento regionale per € 1.045.000 , siamo in grado di ricostruirla, dando alle famiglie e ai bambini di Montella, la possibilità di usufruire di una struttura, dedicata alla formazione e crescita dei più piccoli, moderna e sicura. Questo è solo il primo degli interventi programmati dalla amministrazione comunale in tema di edilizia scolastica, con l’obiettivo finale di realizzare, proprio a Campo dei Preti, un moderno campus scolastico, capace di ospitare , oltre ad una nuova palestra, un plesso scolastico per i bambini delle scuole elementari e i ragazzi delle scuole medie.

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ASA invita ad essere responsabili rispetto alla gestione dell’ambiente

ASA invita ad essere responsabili rispetto alla gestione dell’ambiente. Le nostre aree montane possiedono grandi ricchezze dal punto di vista naturalistico-paesaggistico ma non sono inseribili in un modello di sviluppo turistico tradizionale. Dovremmo riflettere sulla necessità di individuare forme di sviluppo territoriale sostenibili, rispettose dei delicati equilibri naturali.

Segue un’accurata analisi tratta dal blog “Protezione Natura”, che in sintonia con ASA, intende promuovere la conoscenza e il rispetto dell’ambiente.

https://protezionenatura.wordpress.com/2021/12/09/parco-regionale-dei-monti-picentini-evento-di-softair-inopportono-e-dannoso/?fbclid=IwAR1rV5i5BX7ZhkrLo2D1W48MeqHTqRcq3-oI5wLtL0x9vJ2yUA-DZUVwpLM

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Apertura tesseramento ASA 2021/2022

La neocostituita ASA è un’associazione senza scopo di lucro che persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso l’esercizio di attività di interesse collettivo.        In particolar modo, Asa si occupa della salvaguardia del territorio e dell’ambiente, nonché della conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale.

                L’educazione ecologica al rispetto dell’ambiente è un’attività pratica e viva che non può più aspettare e ASA intende promuoverla attraverso iniziative mirate di informazione, formazione e sensibilizzazione, anche in collaborazione con altre Associazioni ed Enti Pubblici.

                Può far parte dell’associazione chiunque ne condivida scopi e finalità e qualunque persona che desideri attivarsi spontaneamente per la realizzazione degli obiettivi comuni.

                ASA è già impegnata in diversi fronti, quali sensibilizzazione e richiesta alla Prefettura e alle forze dell’ordine di maggiore vigilanza nel periodo della raccolta delle castagne; sollecitazione al comune di Montella e all’Ente Parco per una più rigorosa osservanza delle disposizioni regionali a tutela dell’ambiente montano; iniziative nei confronti dell’Alto Calore a seguito del noto disservizio nella fornitura idrica.

                L’istanza che segue, da compilare per l’iscrizione, potrà essere inviata a mezzo mail in uno alla copia del documento di riconoscimento (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), oppure ritirata e poi depositata presso punti di raccolta che saranno resi noti.

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