16 luglio, la Chiesa festeggia la Vergine Maria con il Titolo di “Nostra Signora del Monte Carmelo”. dal libro dei ricordi di Mario Buttiglio
16 luglio, la Chiesa festeggia la Vergine Maria con il Titolo di “Nostra Signora del Monte Carmelo”. dal libro dei ricordi di Mario Buttiglio - Nella tradizione cattolica e carmelitana, in particolare, la Signora del Monte Carmelo rappresenta il "fiore più bello del giardino di Dio".
La Vergine purissima, che possiede la bellezza di tutte le virtù, il perfetto modello di ogni vita contemplativa e, in particolare, la premurosa madre, sorella e patrona dei religiosi carmelitani e di tutti i fedeli che si impegnano a "salire il Monte del Signore per stare nel suo luogo santo" sotto il segno dello Scapolare, ha legato speciali promesse di salvezza eterna. Legati a questa ricorrenza ho dei ricordi cari, perché mi riportano ai miei anni di fanciullo quando mia madre, con le mie sorelle e con amici di famiglia, mi conduceva alla Chiesa del Carmine per partecipare alla Novena in preparazione della Solennità del 16 luglio.
In quegli anni, ogni ricorrenza era vissuta con uno stato d’animo sereno e, nel contempo, in maniera genuina, religiosamente parlando! Oggi, presi dal frenetico corso della vita, quasi le stesse ricorrenze sembrano susseguirsi quasi indifferentemente! Quanta nostalgia! Ricordo che, lasciando il centro del paese, percorrevamo una strada secondaria, tutta sassosa, ma più breve. La Chiesetta, era, originariamente, una cappella gentilizia di una nobile famiglia. Sita in luogo più alto, si presentava ai nostri occhi con un piccolo sagrato, recintato da una ringhiera con un cancelletto e sul lato sinistro un Tiglio,(Teglia nel dialetto locale) ai cui piedi un basso muretto invitava i più anziani a un breve riposo. Ricordo che dalla chioma dell’albero cadevano delle foglie ingiallite, che, volando, giravano su se stesse come eliche. Era veramente bello vederle scendere dolcemente al suolo! Sul frontale della chiesa, in alto, un’edicola in ceramica con l’immagine della Vergine del Carmelo. All’interno, nell’unica navata, le sedie per i fedeli e sui laterali, a ridosso delle pareti, gli stalli lignei riservati ai Confratelli. Il soffitto in legno con cassettoni e difronte nell’abside un antico altare e, in alto sulla parete, un baldacchino di legno dorato con l’antica statua della Madonna del Carmine. Secondo le tesi di alcuni studiosi, la statua apparteneva ai pastori, che conducevano al pascolo i propri bovini sul Pianoro di Verteglia a 1300 m (Monti Picentini-Catena degli Appennini Meridionali) ed era collocata nella chiesetta, sita presso il laghetto, oggi denominato “Acqua della Madonna “.
Gli stessi pastori, poi, l’avrebbero trasportata in paese, quando la chiesetta era andata in rovina a seguito dei rigori invernali e collocata nella prima chiesa incontrata lungo il percorso verso il paese. Ricordo che ogni sera c’era una numerosa presenza di fedeli. In prossimità della chiesa c’era il venditore con il tavolo pieno di fette di angurie e il pentolone con fave, spighe di grano o lupini. Poco distante una donna anziana vendeva le castagne infornate, le “ 'ndrite” (nocciole tostate nel forno e infilate dentro ad un filo per formare una collana) noci e “ ’o cupeto “ (il torrone).
Questi prodotti tipici sono ancora oggi presenti sulle bancarelle, che, però, offrono molte altre varietà delle industrie dolciarie. Era quasi d’obbligo ritornare a casa con “la festa” (è un cartoccio contenente alcuni di questi prodotti). La mattina della festa, verso le 6,00 già si sentivano i botti pirotecnici e le celebrazioni delle Messe si sarebbero succedute ogni ora fino a mezzogiorno. Poi, nel tardo pomeriggio, al termine della S. Messa Vespertina, la Statua della Madonna veniva condotta per tutto il Rione con la partecipazione delle Rappresentanze delle varie Confraternite. Al rientro della Processione seguiva la S. Benedizione Eucaristica e immancabilmente, i fuochi pirotecnici.
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