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Arti Grafiche 2000: le nostre mascherine per e da Montella, un aiuto per combattere il virus - Intervista a Umberto Moscariello

Il CoronaVirus arrivato prepotentemente ha cambiato le nostre giornate e probabilmente le cambierà per sempre. Come ribadito più volte, non esiste altra cura della Quarantena, ma, quelle sporadiche volte in cui si esce per fare la spesa o per ragioni strettamente necessarie, è FONDAMENTALE, indossare la mascherina.

Umberto Moscariello, giovane imprenditore montellese nonchè VicePresidente della Scandone ha così risposto a qualche nostra breve domanda.

 Ciao Umberto. Spiegaci questa lodevole iniziativa.

E’ un progetto di cui ne vado molto fiero, una grande soddisfazione. L’azienda di famiglia che gestisco con mio padre Baldovino, Arti Grafiche 2000, insieme alla casa di reclusione di S.Angelo dei Lombardi diretta in maniera impeccabile dalla dottoressa Adanti, importanti Universìtà,
associazioni del posto e con il contributo di importanti politici locali che ringraziamo, è riuscita a
dare vita ad una importante produzione di mascherine di TIPO OSPEDALIERO in TNT CERTIFICATO.

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Cororavirus, dalla Altergon un milione di test rapidi

Arriveranno giovedì in Campania i primi 250mila kit per il test rapido sul coronavirus. La fornitura di circa un milione di pezzi è stata ottenuta direttamente in Cina, dal colosso della farmaceutica e diagnostica Technogenetics, azienda del gruppo Khb di cui fa parte anche la Altergon di Morra De Sanctis. Proprio il legame con il territorio campano ha favorito un accordo, a un prezzo agevolato, per l’acquisto dei kit. La notizia è riportata oggi sull’edizione nazionale del Mattino, che ricorda le origini campane dell’ad dell’azienda morrese (Salvatore Cincotti, di Montella) e del direttore commerciale di Technogenetics, Salvatore De Rosa.

I kit sono interamente prodotti in Cina e sono stati utilizzati già per l’emergenza cinese e in Corea del Sud. In grado di dare una risposta in circa 15 minuti con un piccolo prelievo ematico (una puntura sul dito), il test non richiede la presenza di personale specializzato e ha un margine di sicurezza del 90%. I pazienti negativi devono ripeterlo per un periodo di almeno sette giorni per essere certi di non avere il Covid-19. In questo modo sarà possibile scovare anche gli asintomatici. Lo screening è particolarmente consigliato per gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, gli addetti alla logistica, ai trasporti pubblici e privati, alle produzioni e vendita di beni primari), così come a una mappatura della popolazione nei focolai.

DA IRPINIAPOST

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Felice amico buono! di Vincenzo Di Benedetto ’69

Felice Basile 02Una telefonata nella tarda serata di domenica.  Una telefonata di quelle che mai vorresti ricevere o fare. Così mi è stata annunciata la dipartita da questa terra dell’amico Felice. Da amico avevo da tempo raccolto le sue confidenze e le sue preoccupazioni sul suo stato di salute.   Con parche e semplici parole capivo che giorno dopo giorno quella malattia inesorabile toglieva, contro la sua volontà e oltre le sue forze, linfa alla sua voglia di vivere, alla sua speranza di potere con la sua vita contribuire a realizzare qualcosa di tangibile e al contempo di crescita per la nostra Comunità.

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Domenica 22 marzo ore 11 la Santa messa in diretta

Domenica 22 Marzo  Alle ore 11   dal Santuario del Santissimo Salvatore   in diretta la Santa Messa  Celebrata da Don Andrea Ciriello La celebrazione è a porte chiuse! Non recatevi sul Santuario! 🚫

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Coronavirus, a Montella il Comune è tutto online - da "Il Ciriaco"

Il comune altirpino è il primo ad utilizzare la piattaforma Asmel: attività di consiglio e giunta sono via web. In municipio solo il sindaco - Nel difficile periodo che l’Italia intera sta attraversando, resta fondamentale mandare avanti le attività delle amministrazioni comunali, soprattutto per garantire ai cittadini misure idonee ad evitare la diffusione del contagio del nuovo coronavirus e gestire nel migliore dei modi l’emergenza in corso.

Il Comune di Montella (AV) ha così trasferito online tutte le attività riguardanti consiglio comunale, giunta, ma anche riunioni istituzionali, grazie alla piattaforma di videoconferenze messa gratuitamente a disposizione di tutti gli enti locali italiani da ASMEL (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali).

Nel pomeriggio di ieri 19 marzo la Giunta comunale di Montella, prima nell’avellinese a utilizzare la piattaforma ASMEL, è stata così convocata online con il sindaco Rizieri Buonopane unico presente all’interno del Municipio e gli altri membri in collegamento video dalle proprie abitazioni. Questa modalità di lavoro istituzionale a distanza consente anche di rendere pubbliche le sedute, come quelle del Consiglio comunale, continuando dunque a garantire la trasparenza.

La rete degli oltre 3mila Comuni associati ASMEL si è adoperata in questa fase d’emergenza per affiancare e supportare gli enti locali non solo con il servizio di videoconferenze, ma anche fornendo la possibilità di usufruire di guide operative per completare le procedure di attivazione dello smart-working, svolgere le gare d’appalto attraverso lo strumento del seggio telematico e consultare un ampio archivio di ordinanze sindacali in fac-simile per velocizzare il lavoro degli amministratori locali.

Da Il Ciriaco

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Montella, dramma della solitudine Salvata un'anziana dal "Il Quotidiano del sud " di Roberta Bruno

MONTELLA – Ancora un dramma della solitudine colpisce la Campania e in particolare l?Alta irpinia  Nel quartiere Santa Lucia, un’anziana signora è stata rinvenuta priva di sensi tra perdite di gas e fumi di combustione. Provvidenziale l’intervento della Polizia Municipale, capitanato dal comandante Gerardo Iannella.
All’arrivo del comando, spalancata la porta si è palesata agli occhi dei soccorritori una scena di  assoluta desolazione.
Il fuoco acceso nel camino continuava ad emanare fumo intenso all’interno dell’appartamento, probabilmente per via della cappa ostruita da tempo, mentre un forte odore di gas proveniva dai fornelli. E quindi si correva anche il rischiodi un tragico incidente.Tutto intorno disordine e sporcizia lasciavano intendere la routine di una persona sola che non riesce più a provvedere a se stessa
L’anziana da molto tempo viveva in uno stato di completo abbandono: «nessuno vorrebbe vedere un proprio parente in uno stato così indecoroso» commenta il comandante Iannella, evidentemente provato.
«La signora era in stato confusionario, il suo stato di salute già non era dei migliori. Io stesso le ho sentito il polso e mi sono reso conto che aveva dei parametri vitali non lineari».
Al di là delle condizioni fisiche, il comandante pone anche l’importante questione del decoro e della dignità: «Non è possibile vivere in quel modo. È per questo che insieme al sindaco abbiamo chiamato i servizi sociali».
Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco e i soccorritori della Misericordia. Al momento, rassicura il comandante, la signora si trova ricoverata presso il presidio di Sant’Angelo de Lombardi e sta ricevendo le prime cure. E si spera  possa tornare alla normalità.

R.B.

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Vinciamo i pensieri negativi, un sostegno via telefono. Dal "Il Quotidiano del sud " di Roberta Bruno

Montella – È iniziato lunedì il supporto psicologico telefonico, per chiunque abbia necessità in questi giorni in cui l’emergenza sta cambiando radicalmente le abitudini e le percezioni di sicurezza e di relazioni sociali. La Dottoressa Alessia Capone, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale e la Dottoressa Daniela Storti, psicologa del Consorzio dei Servizi Sociali A3, hanno messo le proprie competenze a disposizione della comunità.
«Siamo bombardati da ininterrotte informazioni sul numero dei contagi e sulle regole da seguire per limitare il pericolo di contrarre il virus, ma dal punto di vista psicologico non ci sono contromisure adeguate e le persone sono in balìa delle proprie paure» spiega la dottoressa Capone, e aggiunge «il problema oggettivo del Coronavirus diventa così un problema soggettivo in relazione al vissuto psicologico, alle emozioni e alle paure che il tema suscita nelle diverse persone. Di conseguenza, la “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata, fino al raggiungimento di stati di panico, spesso ingiustificati e controproducenti, in quanto conducono a comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo».
Parola d’ordine?
«Normalizziamo! focalizziamoci sulla positività, e distraiamoci!
La paura è l'emozione che ci consente di sopravvivere come specie, grazie ad essa ci siamo sempre protetti dai pericoli. Avere paura è, quindi, assolutamente normale e protettivo in questo momento perché ci consente di essere prudenti e di seguire le direttive dello Stato. Allo stesso tempo però è utile spostare la propria attenzione dalle informazioni negative a quelle positive, a quello che di buono stiamo imparando da questa esperienza».
Il servizio, chiaramente gratuito, è attivo nelle seguenti fasce orarie:
martedì, mercoledì e giovedì dalle 9-18 (dottoressa Capone), e lunedì 15-18 e venerdì 8.30-14 (dottoressa Storti).

Robibrù

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NUOVO MODELLO DI AUTOCERTIFICAZIONE DA UTILIZZARE IN CASO DI SPOSTAMENTI NECESSITATI

NUOVO MODELLO DI AUTOCERTIFICAZIONE DA UTILIZZARE IN CASO DI SPOSTAMENTI NECESSITATI . SCARICA IL MODULO SOTTO

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Avviso pubblico del Sindaco di Montella

È a disposizione un servizio di supporto TELEFONICO gratuito rivolto a tutti i cittadini del Comune di Montella.La Dottoressa Daniela Storti, psicologa del Consorzio dei Servizi Sociali A3, e la Dott.ssa Alessia Capone , psicologa psicoterapeuta comportamentale , volontaria, sono a disposizione della comunità montellese. Si tratta di un servizio gratuito di supporto psicologico TELEFONICO . Il servizio è attivo nelle seguenti fasce orarie:

Dott.ssa ALESSIA CAPONE
MARTEDI 9-18
MERCOLEDI 9-18
GIOVEDI 9-18
cell. 3282441953

Dott.ssa DANIELA STORTI
LUNEDI 15-18
VENERDI 8:30-14.
cell 3493191836

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Rientri, nuovo allarme a Montella, mobilitati Comune e Polizia locale. Stretta sui controlli - da "Il quotidiano del sud " di Roberta Bruno

MONTELLA – Non ci sono casi conclamati al momento, ma si alza a mille il livello di allerta e di tensione per chi ha il compito di controllare e tutelare la cittadinanza.
La giornata di ieri è iniziata con qualche preoccupazione in più per via di ulteriori soggetti rientrati in paese e che sono stati prontamente posti in quarantena fiduciaria, per ora nel paese se ne contano una trentina.
«Molti hanno avvisato autonomamente il loro arrivo, mentre altri ci sono stati segnalati o li abbiamo fermati noi ai controlli» afferma il comandante della Polizia Municipale Gerardo Iannella.
«La situazione in paese è migliorata, ormai tutta la popolazione è stata adeguatamente informata e si è allineata alle norme, riducendo uscite in bicicletta e passeggiate. Le persone escono per motivi di lavoro o per andare a fare la spesa o in farmacia. Ormai quasi tutti con l’autodichiarazione necessaria».
Sulle autocertificazioni c’è stata un po' di confusione, e il comandante chiarisce: «L’autocertificazione, che è scaricabile da internet ma è possibile chiederla anche al comune, viene compilata dal cittadino e deve essere rilasciata a chi controlla quando viene richiesta. Anche le persone che escono a piedi, attenzione, devono esserne provviste».
Il comando svolge attività lavorativa straordinaria volontariamente e pattuglia costantemente le strade, si superano le 10 ore di lavoro e, come nella serata di ieri, ci sono pattugliamenti notturni.
Difficoltà operativa principale, sottolinea Iannella, è l’attrezzatura «disinfettanti, guanti e soprattutto mascherine. Non usciamo senza, ma procurarle è una lotta. Oggi, per esempio, due imprenditori locali, che hanno preferito mantenere l’anonimato, ci hanno donato le mascherine, mentre il sindaco si è attivato per la disinfettazione delle strade e degli uffici, prossimamente verranno sanificate anche le vetture di servizio, mentre le mascherine sono state richieste da tempo a chi di dovere».
«Amiamo il nostro lavoro e non ci tiriamo indietro» continua il capitano «ma corriamo un rischio non indifferente: sempre esposti al pubblico, con attrezzatura di fortuna e spesso non adeguata. Il timore c’è sempre».
La mancanza di mascherine diventa dunque un problema accusato da più fronti, inoltre ancora molta confusione viene fatta sull’utilità delle mascherine e sul corretto utilizzo.
Raccomandazioni, infine, per chi in queste ore sta rientrando nei propri paesi:
«Per ora non abbiamo avuto grossi problemi, stiamo facendo i controlli e dando le informazioni adeguate. Monitoriamo, inoltre, anche i mezzi pubblici. Fondamentale però è la responsabilità in questi casi e il senso civico, bisogna che chi rientri segnali il proprio arrivo sul territorio in modo tale da permetterci di poter tutelare meglio sia loro che gli altri.
Ce la stiamo mettendo tutta. L’amministrazione è molto attiva e la ringrazio, perché attenta ai bisogni del comando, e da comandante possi dire di essere fiero del mio paese e dei miei concittadini, stanno dimostrando tutti la massima collaborazione».

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Il decreto per l’emergenza Coronavirus ha strozzato l’Italia in un silenzio grave. da "Il quotidiano del sud di Roberta Bruno"

Ognuno, timoroso dietro la propria finestra, tende l’orecchio alla finta calma che proviene dalle strade, e di cui ne fa da padrona. Ma è una pace che non dà quiete, forse perché si attende tempesta. Il nervosismo di questi ultimi giorni è stato però interrotto da un inconsueto vocio, una musica che trasmette energia e che, incalzante, bussa ai vetri e batte agli scuri, e diventa un canto che non si può più lasciare fuori.
Ci affacciamo come non lo abbiamo mai fatto, sorridiamo curiosi mentre, uscendo sui balconi, ci troviamo coinvolti in un emozionante abbraccio, che ci avvolge nel calore di un canto.
I flashmob che uniscono l’Italia in questo momento così delicato, nascono a Benevento, dall’energia di quattro ragazzi che hanno deciso infrangere il silenzio con una tammuriata.
La vitalità è contagiosa e il web aiuta, presto l’idea raggiunge anche Napoli, dove, nel quartiere Sanità, una donna esce in strada stringendo a sé uno stereo e intonando un classico della canzone napoletana, ‘O surdato ‘nnamurato.
Il risultato? Tutto il rione si è affacciato in strada ed ha cantato insieme sulle note di quella vecchia canzone. Dopo Napoli è stato il turno dell’Irpinia, nella mattinata di ieri, prima Avellino e Mercogliano e poi anche Atripalda, sono state contagiate dall’impulso musicale, ed hanno organizzato veri e propri flashmob musicali dai balconi, le persone hanno rotto il proprio isolamento e si sono regalate un momento di gioia e condivisione.
Ormai l’iniziativa ha preso piede in tutta Italia e, da che sembrassero cancellati tutti gli impegni, le agende degli italiani si sono riempite di appuntamenti “a mezz’aria”: nella serata di ieri, infatti, un flashmob sonoro è stato organizzato da Nord a Sud, in modo da riunire tutta la nazione e fare del Belpaese un unico grande concerto.
Facebook e Whatsapp, anche in questo caso, sono stati i mezzi preferiti per diffondere le iniziative contro l’isolamento da Coronavirus. Tantissimi i messaggi e i gruppi che condividono e diffondono le diverse iniziative, che come margherite, sbocciano al sole di questa precoce primavera.
L’idea degli “arcobaleni contro il Coronavirus”, infatti, parte proprio dal piccolo comune di Teora e fa breccia rapidamente in tutta l’Irpinia, fino a diventare anch’esso un flashmob virtuale “virale” che attraversa la nazione.
Finalmente, ai faccioni seri e preoccupati di politici e medici, o alle tristi scene dei supermercati svuotati e della poca solidarietà che ha diviso in questi giorni il Nord e il Sud, guardiamo un’Italia che si rialza e si abbraccia, nel canto unita e padrona della paura.
Infine, per oggi alle 12 un altro flashmob è previsto sui nostri balconi e dalle nostre finestre, affinché, insieme, si alleggerisca un’altra giornata.
Insomma, cosa c’è di meglio che cantare in una bella giornata di sole, fuori alla propria finestra, e sentire che un altro, e poi un altro ancora, si unisce al nostro canto?
La vicinanza si sente anche così, un sorriso, un saluto, da una finestra all’altra.

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Domenica 15 marzo in diretta dal Santuario del S.S.Salvatore

DIRETTA 15 MARZO  ORE 11.00 SU facebook montella.eu e su www.montella.eu DIRETTA DAL SANTUARIO DEL S.S.SALVATORE DON ANDREA CIRIELLO CELEBRA A PORTE CHIUSE LA SANTA MESSA

 

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Avviso alla cittadinanza dal Comune di Montella

Vista l'ordinanza del Preidente della Regione Campania n° 15 del 13 marzo 

 

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La lettera aperta di Cianciulli a don Andrea Ciriello - dal "Il Quotidiano del Sud " di Roberta Bruno

Montella – Nei giorni scorsi una richiesta particolare ha fatto discutere il paese, togliendo per un po' i riflettori dal virus. Riccardo Cianciulli, consulente del lavoro e devoto del SS. Salvatore, ha pubblicato una lettera aperta indirizzata a Don Andrea Ciriello, Rettore del Santuario del SS. Salvatore di Montella, chiedendo di portare in paese la statua del Santissimo.
La statua, così come il santuario che la ospita, racchiude in sé un valore simbolico particolare per tutti i montellesi.
Nel maggio del 1979 una forte siccità mise in difficoltà tutta l’Italia, a Montella la pioggia mancava dalla fine del precedente autunno. Così, i montellesi decisero di prelevare la statua del Santo, posta al santuario. La statua venne portata a spalla da 4 sacerdoti fino alla Chiesa Madre, e lì esposta per la venerazione. Il miracolo della pioggia avvenne il terzo giorno, da allora nacque la tradizione di portare la statua in paese, in processione dal santuario, in occasione di eventi di una certa importanza o di calamità. Venne riportata in paese alla fine di entrambe le guerre mondiali, durante i giubilei della chiesa e durante le commemorazioni celebrative importanti, come il centenario e il bicentenario dei “fatti miracolosi”.
«Ogni volta che si sono verificati eventi eccezionali o emergenze, come carestia, siccità e pestilenza, è stata portata in processione la statua lignea del Santissimo. Conservandola nel paese tutta la popolazione ne ha giovato, sentendone la vicinanza» queste le parole di Riccardo Cianciulli, promotore dell’iniziativa, che definisce “provocatoria”.
E difatti, sia sui social che in paese l’impatto è stato forte. Ma oltre al grande seguito, ha dato origine anche a molte polemiche, soprattutto tra i più giovani; forse quelli che guardano alla consuetudine e alle tradizioni con occhio più critico e distaccato.
Sarebbe infatti, in questo momento così particolare per tutta l’Italia, contrario alle direttive ministeriali, che si rifanno a loro volta a quelle del mondo scientifico-sanitario, riunirsi per trasportare e adorare la sacra effigie.
«La mia era una provocazione. Se il Vescovo blocca le messe non potrebbe mai autorizzare un’azione contraria. Ma la mia proposta non riguarda processioni o assembramenti, ma chiede semplicemente di spostare la statua, anche di notte, e di farla trovare in piazza, regolandone poi l’ingresso in chiesa» continua Riccardo, e aggiunge:
«È stato fatto ogni volta che se ne è sentita l’esigenza. Il montellese è fervente devoto, crede nell’immagine e prega per il miracolo come ha sempre fatto, toccando la statua e portandola in processione. Di questi tempi basterebbe incrociare lo sguardo del Santo per dare conforto e fiducia ad ognuno di noi».
Certamente questo episodio significa qualcosa di importante e dimostra quanto la pratica della devozione sia radicata nella cultura italiana, e in quella del Meridione in particolar modo.
La paura, l’inquietudine e l’insicurezza spingono da sempre l’uomo a cercare nel divino e nel soprannaturale, se non la via della salvezza, almeno un motivo di conforto. La storia e la tradizione ci insegnano come, nei momenti di afflizione, si sia sempre presentata l’esigenza di rassicurazione, preghiera e supplica. Ma saper tracciare i confini tra quella che è un’esigenza interiore e l’impellente necessità esterna è oggi necessario. Altrettanto, tolleranza e rispetto sono doverose verso tutte le manifestazioni interiori, anche se contrarie alle convinzioni personali.

Roberta Bruno

 

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La lettera di Domenico Roberto dell'omonimo bar " Dal quotidiano del sud "

MONTELLA – È di Montella l’uomo che ha scritto il messaggio di solidarietà e sostegno a Chico Forti, mandato in onda nella puntata di Le Iene dello scorso febbraio. Chico Forti, pseudonimo di Enrico Forti, è stato un grande velista e produttore televisivo italiano che ha fatto fortuna in negli Stati Uniti.
Nel febbraio 1998, proprio nel pieno del successo professionale, la sua vita e la sua carriera vengono interrotte da un grave episodio, l’omicidio, negli Usa, di Dale Pike, figlio del proprietario del Pikes Hotel di Ibiza, con il quale Chico era in trattative per acquistare la struttura mondana.
Chico oggi è recluso in un carcere di massima sicurezza in Florida con l’accusa di omicidio, ed è condannato all’ergastolo. Eppure, nonostante la lunghissima e durissima detenzione, non ha mai smesso di gridare al mondo la sua innocenza. Nel tempo hanno parlato di lui negli anni diverse trasmissioni televisive, da Maurizio Costanzo Show a Quarto Grado, presumibilmente con l’intenzione di smuovere le acque e sensibilizzare l’opinione pubblica. Recentemente è stato Gaston Zama di Le Iene che ha riproposto la triste vicenda di Enrico Forti.
Il messaggio selezionato e letto durante la trasmissione è stato quello di Domenico Roberto, il pasticciere di uno dei caffè storici di Montella, Il Bar Roberto.
Roberto ha 46 anni, da dieci anni è sposato con Francesca, con la quale ha avuto tre figlie e gestisce l’attività familiare, che ha una tradizione di circa 150 anni.
A dispetto della sua quotidianità semplice e felice, fatta di famiglia e lavoro, la storia della sua infanzia è travagliata, a 17 anni perde il padre, e dopo dieci anni anche la madre, episodi che lo segnano e che lo rendono ancora oggi molto sensibile al tema della famiglia.
È l’amore per i suoi cari lo fa empatizzare con Chico.
Quali pensieri, altrimenti, possono tenere un uomo sveglio fino a tarda notte, spingendolo a scrivere una lettera ad un individuo che nemmeno si conosce?
Domenico, intervistato da Il Quotidiano del Sud, cerca di dare risposta a questa interrogativo non facile.
«Ho scritto questo messaggio facendo mia la sofferenza dei figli, perché so cosa significa perdere un genitore, ma anche da padre. Non riesco nemmeno a contemplare l’idea di essere portato via dalle mie figlie. La storia di quell’uomo che, strappato alla famiglia, continua a gridare al mondo la propria innocenza, ha sollevato in me un sentimento di compassione e solidarietà molto forte, che non sono riuscito a trattenere. Ho pensato a quell’uomo, ho pensato ai suoi figli e alla famiglia distrutta, e ho provato a manifestargli la mia vicinanza nel modo più umano che conosco e che spesso noi uomini dimentichiamo, il conforto delle parole.
«Sono molto legato alla mia famiglia, per me è linfa vitale. Quella sera avevo tanti pensieri ed ero particolarmente emotivo, provavo rabbia e non riuscivo a dormire. Mi tormentava l’immagine di quella famiglia distrutta per sempre.
E intanto pensavo ai miei figli: piangono se non mi vedono per 5 minuti, che cosa può significare mancare per venti anni…» e mentre Roberto racconta, una bambina, determinata nel reggersi in piedi, raggiunge il nostro tavolo, stringendo nei piccoli pugni una manciata di farina che, all’improvviso, lancia in aria come farebbe un mago con la preziosa polvere magica.
E la magia funziona davvero!
Anziché facce scocciate e arrabbiate, il pasticcio ha portato sul viso di tutti solo un gran sorriso.
«Speravo che il mio messaggio arrivasse a Chico, ma non pensavo assolutamente che lo rendessero pubblico» continua Domenico.
«Il mio era solo un pensiero, ma è stato bello sentire l’effetto che ha scaturito in lui.
È stato emozionante, come se ci fosse stato uno scambio di emozioni.
Un pensiero non costa nulla, e dimostrarlo da un effetto che ti ripaga del gesto. Comunicare i propri sentimenti può essere solo un bene, non c’è niente di cui vergognarsi.
Forse, se non mi fossero capitati determinati eventi nella vita non avrei mai scritto quelle parole, ed avrei solo commiserato in me stesso quell’uomo. È stata mia moglie Francesca ad insegnarmi il valore dei sentimenti e l’importanza di comunicarli. È stata lei a farmi ragionare sul significato degli affetti e farmi uscire fuori quello che sono.
Così, in tutto quello che faccio mia moglie è sempre presente, tutto è frutto della sua presenza nella mia vita. Nel mio agire e nel mio vivere, lei è presente».
Quando chiedo a Domenico a quale ingrediente Francesca equivale nel suo lavoro, risponde senza esitare: «È la passione, è l’amore che ci vuole per fare ogni cosa, senza cui nulla potrebbe essere davvero quello che è».
L’amore, in ogni sua declinazione, porta all’espressione della parte migliore di noi stessi, e una volta seminato questo processo continua a portare il bene, incessantemente.
La solidarietà, pietas per i latini, non è altro che una delle forme di amore che partecipa a questo processo del bene. Questa storia dovrebbe farci riflettere sui nostri gesti e sulle nostre azioni, soprattutto in momenti come questo, in cui pare che ognuno non riesca a pensare ad altro se non che a se stesso.

La lettera
“Ciao Chico Forti, mi chiamo Domenico Roberto e vivo a Montella, un piccolo paese in alta Irpinia in provincia di Avellino, ho 46 anni e sono sposato con Francesca da 10 anni ed abbiamo 3 figlie.
Dal giorno in cui abbiamo conosciuto la tua storia, grazie ai sevizi delle Iene, ho continuamente avuto un pensiero per te.
Un pensiero di rabbia ragionando da papà che, solo al pensiero di dover forzatamente stare lontano dai figli, mi logora.
Un pensiero di ripugnanza avverso tutti i responsabili che hanno contribuito e contribuiscono vilmente a tenerti recluso e prigioniero.
Un pensiero di solidarietà per tutti i tuoi familiari e amici più stretti.
Un pensiero di dolore e di affetto per la tua grandissima Mamma che aspetta il tuo ritorno.
Un pensiero di malinconia e nostalgia per la vita splendida che ti hanno strappata, per i sogni che ti hanno rapiti, per tutto il successo che un ragazzo brillante come te avrebbe avuto e che ti hanno negato.
Un pensiero per i tuoi stupendi e meravigliosi figli che, nonostante abbiano subito con" violenza" il tuo distacco, ti adorano e sono fieri di te.
Un pensiero di stima profonda per la madre dei tuoi figli che con ammirabile amore e senso del dovere ha preservato la vostra famiglia e ha accompagnato in questo difficilissimo ed arduo sentiero i vostri gioielli.
Un pensiero di delusione e rabbia allo stesso tempo nei confronti delle nostre alte cariche istituzionali che avrebbero dovuto agire in modo diverso e tempestivo per proteggerti e tutelarti. Mi vergogno e ti chiedo scusa se non siamo stati all'altezza della situazione!
Un pensiero di speranza e di fiducia perché sono fermamente convinto della tua innocenza e, per quel poco che ho visto e conosco di te, sei una persona speciale e molto forte e decisa, praticamente un osso duro, come tutti gli sportivi da temperamento e dalla mente adamantina, stimato e amato da tutti coloro ti hanno conosciuto.
Ci auguriamo con tutto il cuore di riaverti al più presto Libero e Candido a casa!
Saremo onorati di poterti incontrare e con sincero affetto ti porgiamo i nostri più cari e cordiali saluti. A presto Domenico, Francesca, Anika Concetta, Ingrid Laura ed Elena Alma.”

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Ordinanza del Sindaco di Montella n° 19 del 10 marzo 2020

Misure urgenti per il contenimento dell diffusione del contagio COVID-19 . Il Sindaco  ordina:

 

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Un plauso al Comune di montella dai nostri visitatori del sito

La redazione montella.eu vuole complimentarsi ed esprimere il proprio plauso all'amministrazione comunale e a tutto l'organigramma comunale per il lavoro di prevenzione ed informazione finora svolto.  Ci stiamo rendendo conto, in questi giorni, della difficoltà di reperire informazioni corrette, certe e affidabili e di postare, pubblicare o aggiornare i siti web e canali social con velocità, serietà e completezza di informazioni. Cosa che riconosciamo essere, fortunatamente, riservata ai cittadini di Montella.

La redazione vuole, ancora una volta, ricordarvi di attenervi alle regole, alle leggi ed alle raccomandazioni.
Quindi RESTATE A CASA.

Noi continueremo a fare del nostro meglio per tenervi sempre aggiornato ed informati su sviluppi e provvedimenti riguardanti la nostra comunità. E, nel limite del possibile, tenteremo anche di intrattenervi

MODELLO DI AUTODICHIARAZIONE da compilare ed esibire da parte di chi ( per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza) abbia necessità di spostarsi. Il modello è scaricabile sulla home page del sito istituzionale del Comune si Montella.
𝗦𝗖𝗔𝗥𝗜𝗖𝗔 𝗜𝗟 𝗠𝗢𝗗𝗨𝗟𝗢: http://appmontella.boscom.it/…/03/Nuova-autocertificazione.…

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Villa Elena - De Marco : Storia di solidarietà . dal " Il quotidiano del sud - di Roberta Bruno

Mentre si va alla conclusione del secondo mandato del consiglio di amministrazione dell’Ente di Montella - 
Il fatto
In vista della conclusione del secondo mandato del consiglio di amministrazione dell’Ente “Elena e Celestino De Marco”. Il consiglio, il cui mandato dura quattro anni, consta di cinque membri, di cui due vengono scelti dall’amministrazione comunale, due dalla regione e uno dagli ospiti della struttura. La presidente uscente, Annamaria Mele, rilascia un’intervista al Il Quotidiano del Sud, illustrando il lavoro svolto negli 8 anni della sua presidenza.
«Mi ritengo soddisfatta per tutti i lavori realizzati in questi anni» afferma la presidente.
«Sin dall'inizio del mio mandato mi ero posta l'obiettivo di dare splendore al parco. Ed infatti, con la pavimentazione del piazzale ed il restauro delle statue in bronzo, ho voluto lasciare un segno tangibile dell'amministrazione da me presieduta. Intendo ringraziare i consiglieri Michelina Pennucci, Giovanni Delli Bovi e Diego Romaniello che hanno condiviso i miei obiettivi, e in particolare il vice-presidente Tonino Cianciulli, che con discrezione ha seguito e vegliato su tutti i lavori di rimessa a nuovo».

La storia
Villa Elena, splendido edificio in stile liberty, venne costruito tra la fine del ‘800 e i primi anni del ‘900 su progetto dell’architetto del luogo Antonio Moscariello, per volere del facoltoso Celestino De Marco, un montellese che nel 1866 si era imbarcato per gli Stati Uniti, seguendo l’ondata migratoria dell’epoca, dove fece fortuna grazie alla sua collaborazione – qualcuno insinua - con la nascente criminalità organizzata della Little Italy.
Una volta rientrato a Montella volle costruire una villa che potesse competere in magnificenza con le dimore signorili del tempo, che titolò Elena, in omaggio alla giovane moglie Elena O’ Connor, conosciuta in America.
Fu proprio quest’ultima, dopo la morte di Celestino, a disporre per testamento che i suoi beni «…servissero a creare un’opera di beneficienza, intitolata a nome di essa Signora Elena O’ Connor ed al nome del marito Celestino De Marco, a favore delle persone povere di Montella incapaci al lavoro per vecchiaia e malattia, da alloggiare nella villa di proprietà di essa Signora O’ Connor sita in detto Comune», nominando suo esecutore testamentario l’amico montellese prof. Michele Cianciulli.
(Così testualmente si legge nell’atto costitutivo della fondazione “Casa di riposo Elena e Celestino De Marco”, redatto il 29 luglio 1966 in Roma).
La fondazione, con Decreto della Giunta Regione Campania N. 839 dell’11.09.2014, venne poi trasformata in Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “Casa di Riposo Elena e Celestino De Marco”, ente senza scopo di lucro che opera nel campo dell’assistenza, occupandosi del soddisfacimento delle esigenze degli ospiti della casa, dei servizi e della tutela del patrimonio ad esso annesso.

Lavori svolti
Negli ultimi anni sono stati svolti importanti lavori sia di mantenimento del parco, della Villa e della casa di riposo, sia di recupero e salvaguardia dei beni a lungo trascurati.
Dall’insediamento del consiglio, anno 2012, sono stati infatti avviati importanti lavori di adeguamento di tipo strutturale e igienico-sanitario della casa di riposo per gli anziani. Inoltre, per quanto riguarda il parco, sono stati asfaltati i viali, costituiti vialetti e muretti, ed è stata adeguata l’illuminazione nel parco.
Nel 2016 è stato rifatto il manto del campetto polivalente con erbetta sintetica.
Nel 2017, dopo le indagini visive, è stato fatto un intervento di messa in sicurezza degli alberi ad alto fusto.
Nel 2018 è stato eliminato l’asfalto e ripavimentato il piazzale principale, con un risultato estetico notevole che ha valorizzato l’ingresso della villa.
Nel 2019 è stato avviato il primo restauro delle statue in bronzo, sia quelle dei leoni, un tempo appartenenti a Villa Trevisani e che poste a guardia dell’ingresso di Villa Elena e sia quella del SS. Salvatore, fatta erigere da Celestino De Marco poiché molto devoto, posta oggi nel viale principale. In particolare, le statue, risalenti alla fine dell’800, che versavano in stato di degrado poiché usurate dal tempo e dagli agenti atmosferici, rischiavano di perdersi completamente.
Proprio la settimana scorsa si è conclusa finalmente la vicenda degli alberi ad alto fusto pericolanti. Sono stati potati i 12 alberi a rischio, individuati dale indagini visive e strumentali avviate in seguito alla caduta di una cima di un albero nello scorso novembre.
Le indagini strumentali, così come il restauro e il recupero delle statue o il taglio e la cura del patrimonio boschivo, sono tutte opere realizzate per la prima volta. Trascurarle ancora avrebbe significato compromettere un bene di non solo valore estetico, ma umano, poiché, come si intuisce dalle parole della presidente Mele, la villa con il suo parco
rimane il punto di ritrovo centrale e di svago sportivo per bambini, giovani, famiglie ed anziani. Svolge in sostanza la funzione tipica di “villa comunale” di cui il paese è sprovvisto.

La polemica
Il 13 luglio del 2019 sul mattino veniva pubblicato un articolo di Giulio D’Andrea, che rilanciava la polemica aperta da Raffaele Cianciulli, nipote di quel Michele Cianciulli che aveva istituito la casa di riposo secondo il volere di Elena O’ Connor, che oggi vive ad Avellino.
«l’identità di Villa De Marco è stata tradita negli anni» affermava Cianciulli «Da casa di riposo per anziani è diventata un parco pubblico». Sarebbe, dal punto di vista del Cianciulli, proprio il brulichio di bambini e ragazzi a disturbare la quiete dei residenti, non rispettando in questo modo «né le volontà testamentarie né gli anziani».
L’articolo concludeva con la richiesta di intervento dell’amministrazione Buonopane, affinché si ripristinasse la «vocazione originaria di quell’edificio e lo spirito della fondazione», limitandone probabilmente la fruizione ai soli ospiti della Casa.
Pronta è stata la riposta della presidente Mele, che ha replicato mettendo in luce gli obbiettivi dell’Ente e l’operato dell’amministrazione, ossia la crescita del benessere personale, relazionale e sociale degli individui di entrambi i sessi, attraverso il prevalente svolgimento di servizi di tipo residenziale a favore di anziani autosufficienti.
«L'obiettivo è quello di puntare al soddisfacimento delle esigenze di ogni ospite anche attraverso il coinvolgimento e l’integrazione con la comunità» rispondeva Mele.
«Ecco perché, tra l’altro, l’intero parco verde è aperto al pubblico in forza di una convenzione con il comune di Montella che assicura il giusto equilibrio tra le esigenze di entrambe le parti.
Con l’apertura del parco, gli ospiti della Casa di Riposo hanno la possibilità di interagire con persone di ogni età e ciò non crea disturbo, anzi li motiva ad uscire nonché ad assistere alle attività sportive e ludiche che vengono praticate, e ad oggi non risultano lamentele da parte degli ospiti».

conclusione
Una nota di merito va al lavoro diligente dell’amministrazione uscente, la quale ha saputo tenere gli interessi personali e politici lontano dall’ambiente della Villa De Marco.
«Non abbiamo mai richiesto finanziamenti pubblici, tutti i lavori, anche i più onerosi, sono stati sbloccati e messi in atto gestendo e mettendo a frutto, in maniera avveduta e responsabile, le risorse dell’Ente. Ogni membro ha portato il proprio contributo con professionalità e utilizzando la propria competenza. Il taglio boschivo delle proprietà dell’ente, per cui abbiamo avviato un iter burocraticamente lungo e complesso, è un esempio calzante».
In quei boschi, infatti, venivano perpetrati continui furti di legname, certamente favoriti dalla mancata cura delle proprietà. Ottenere le autorizzazioni necessarie per tagliare e vendere il legname non è stato semplice, ma, infine, l’amministrazione è riuscita a trasformare il ricavato in risorse da reinvestire all’interno della Villa.
«L’appello che rivolgo a chi verrà dopo di noi è di proseguire nella gestione attenta ed oculata del patrimonio e delle risorse, affinché ogni risparmio si trasformi in guadagno».
«Oggi la Villa Elena, il Parco e la residenza per gli anziani rappresentano un fiore all'occhiello non solo di Montella ma di tutta la provincia, mi auguro che si continuerà in questa direzione, nell'interesse degli anziani ospiti e della comunità montellese» conclude la presidente.

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