Premessa: caro Mario scusa se inizio dalla fine del tuo racconto ma è la parte che mi ha emozionato di più , naturalmente prossimamente sarà pubblicato tutto e in ordine di data ) Vittorio Sica ----- Cari amici, ecco il secondo episodio relativo alla mia batteria, alias sedia di legno! Un giorno di luglio ci organizzammo per una passeggiata in montagna e più precisamente sul Pianoro di Verteglia. A quei tempi non c’erano insediamenti di ristorazione, ma un Signore preparava presso un Rifugio dei panini al formaggio, al prosciutto o con fettine di soppressate paesane. Pensammo di trattenerci per ora di pranzo proprio in quel posto. Come al solito portammo con noi la fisarmonica e la chitarra semplice. Era bello e salutare stare all’aria aperta e suonare e cantare. Con noi vennero anche Alida, Bruna e altri . Avevamo costituito un bel gruppo di amici, desiderosi di trascorrere insieme momenti di svago. Chiaramente anche in quell’occasione non me ne stetti con le mani in mano! A quei tempi, ancora non c’erano le sedie di plastica, per cui per me era facile trovarne una che rispondesse alle mie esigenze! Trascorremmo così un sereno pomeriggio e scattammo anche delle foto, di cui una, in particolare, che mi riprende durante una delle mie suonate. Al tramonto ritornammo in paese. Ora mi domanderete e a ragione: ”Questo è il racconto di una giornata, come tante altre, che si possono vivere in montagna!” La domanda è giusta, ma ora vi descrivo il seguito! Da quel giorno è trascorso molto tempo o, meglio, diversi anni! Siamo nel gennaio del ’75! Direi proprio che erano trascorsi una decina di anni!
In questo lasso di tempo sono cambiate tante cose. La prima di tutte è che nel ’71 lasciai il Complesso, perché non potevo seguirlo nelle serate in località balneari, in quanto lavoravo in Banca. Fu per me una decisione presa con tanto dispiacere, ma non potevo fare diversamente! Subentrò il valente Vittorio Sica! Da allora, credetemi, non mi sono più seduto dietro ad una batteria, ma, chiaramente, ho continuato a seguire i miei amici nella conduzione del Club. Poi, il 4 ottobre ’72, fui trasferito presso la Filiale del Banco di Napoli di Avellino con le mansioni di Cassiere. Nel frattempo, anche le mie sorelle si erano sposate, per cui con i miei lasciai, definitivamente, Montella per andare a vivere ad Avellino. Dopo soli due anni, fui, nuovamente, trasferito presso l’Agenzia di Atripalda in aiuto al Cassiere Titolare. Atripalda era un fiorente centro commerciale di tutto riguardo, per cui sulla piazza c’era un ingente movimento di denaro. Erano pochi giorni che avevo preso servizio, quando una mattina si presentò al mio sportello un cliente per effettuare un’operazione. Ogni giorno in banca c’era un concorso di pubblico non indifferente, per cui bisognava attendere il proprio turno. Alzando lo sguardo, tra un’operazione e l’altra, avevo notato che un distinto Signore mi guardava con insistenza, abbozzando anche un sorriso. Non conoscevo nessuno del posto! Dopo alcuni minuti, fu il suo turno e, mentre disbrigavo l’operazione, mi disse: “Io l’ho conosciuta già da qualche anno!” Gli risposi che non era possibile e che forse mi confondeva con qualche altro, ma insistette: “Io l’ho vista un giorno in montagna ed esattamente a Verteglia!” Io mi strinsi nelle spalle e risposi: ”Mi perdoni, ma non ricordo!” Aggiunse: “Lei era in compagnia di un gruppo di amici, tra cui due bellissime ragazze, una bionda e l’altra bruna! Suonavate e cantavate!” A quella precisazione non mi sovvenne in quale circostanza ci avesse veduto! Continuò: “Io ero in compagnia di alcuni amici di Serino e lei suonava con le mani su di una sedia a mo’ di batteria.” Quel preciso particolare mi fece ricordare di quella passeggiata e ricordai anche che quei Signori ci apprezzarono e ci applaudirono. Sorridendo dissi: “Ora ricordo perfettamente! Ma ne è passato di tempo! Ricordo che avete anche applaudito. Il mondo è proprio piccolo!” I presenti si compiacquero con me! Anche i colleghi vollero sapere e fui felice di raccontare parte del mio passato da Batterista!
MARIO...MI SONO DIMENTICATO DI DIRTI CHE NELLA FOTO CI SONO ANCHE IO