Nel bell'articolo di Nino Tiretta sulle fontane pubbliche anticamente presenti nei casali di Montella,simboli nostalgici di una civiltà perduta,di un variopinto microcosmo paesano,fatto di incontri, di chiacchiericci,di dispute e di amori,di giochi e di fatiche,viene menzionata l'esistenza di un fontanino fuoruscente dal recinto murario di "Villa Elena" : "sul muro perimetrale di Villa De Marco...-scrive Tiretta- subito dopo il termine della grande guerra,funzionava un fontanino "offerto" ai montellesi da Celestino De Marco,il ricco americano che,in quel periodo fu,anche,sindaco di Montella"
Quel fontanino era ancora lì negli anni Cinquanta,a pochi passi dall'ingresso della chiesa di S.Benedetto. Io ,da ragazzino,lo osservavo con curiosità quando,uscito dal cinema Fierro (dove si proiettavano films western americani) risalivo corso Umberto I. Mi incuriosiva il nome del "donatore" Celestino De Marco, un uomo famoso di Montella sul quale avevo ascoltato racconti di malefatte e di prepotenze,ma anche di grandi generosità e di appassionati impegni sociali e politici; per lui qualcuno aveva coniato l'epiteto di RE CELESTINO, accomunandolo al più celebre Re Michele desanctisiano,che per altro il De Marco conobbe e frequentò durante il primo mandato di consigliere provinciale e più volte andò ad ossequiare nella casa di Salza Irpina.
Chiesa Sant Anna In seguito, studiando la storia del mio paese, ho avuto modo di meglio tratteggiare quel personaggio e la vicenda del fontanino, la cui acqua, raccolta nella sottostante vaschetta a conchiglia, ritornava nelle condutture della villa. Ma allora,alla mia immaginazione di adolescente Celestinio De Marco appariva come un uomo tarchiato, panciuto e paonazzo,dal carattere altezzoso ed imperioso eppur, talvolta, bonario melanconico e sorridente, che si aggirava nel chiuso dorato di quel palazzo fatato ed inaccessibile, vigilato da due leoni bronzei e da due statue femminili dallo sguardo sfingeo, ingannevolmente rassicurante, immerso in un parco anch'esso edenico, incantato e pieno di misteri. Ma chi fu,in realtà,Celestino De Marco?
C.De Marco nacque a Montella il 18 ottobre 1863 da Alfonso e Filomena De Stefano. Di umili origini contadine,visse un'adolescenza grama,di povertà e di miseri espedienti esistenziali, che presto debordò in forme delinquenziali, costellate di furti, borseggi,risse e galere. D'indole intraprendente e poco incline all'obbedienza delle leggi, nel 1879 era stato condannato per spaccio di denaro falso; l'anno successivo si era reso protagonista del ferimento volontario di un giovane del paese; nel 1885 era stato condannato per renitenza alla leva. Anche per sfuggire agli obblighi militari nel 1886 si imbarcò per gli Stati Uniti, seguendo l'ondata migratoria che allora depauperava la popolazione delle contrade irpine.
Prese dimora nel Sud Carolina,dove inizialmente, per sopravvivere,esercitò varie anovalanze e mestieri. Ma presto,anche lì, le grandi difficoltà del vivere in una nazione, che non tutelava diritti civili e lavorativi degli immigrati,considerati strumenti vili di arricchimento da parte di una borghesia ingorda, sempre più in marcia nella costruzione di una società spietatamente capitalistica, lo spinsero ad entrare nell'ambiente della malavita italoamericana, allora caratterizzata dal gangsterimo e da piccole organizzazioni criminali, dedite alle estorsioni, ai ricatti, ai furti: prime formazioni malavitose che di lì a qualche decennio si sarebbero trasformate in grandi e strutturate bande criminose,come la le famigerate Mano Nera e Cosa Nostra.