L’attenzione di noi italiani viene fuori quando succedono gravi emergenze o fenomeni, mettendo tutte le nostre capacità e conoscenze per cercare di arginare e combattere le difficoltà che si presentano, rendendoci conto che alla fine c’è sempre qualcosa che non va. L’emergenza del momento, ossia quella idrica, con tutte le istituzioni coinvolte che trovano le più disparate giustificazioni: le molteplici difficoltà; il malfunzionamento degli impianti; la dispersione nelle conduttore; la siccità. Addirittura nel mio comune quello di Montella, qualcuno ha segnalato che alcune condotte sono in amianto e che altre sono state fatte negli anni del Fascismo (oramai 80 anni fa)….Grandissima scoperta! Come quella dell’acqua….calda.
Ricordo che nel 1980 c’è stato un grande evento sismico, una catastrofe naturale che ancora abbiamo addosso con migliaia di morti, distruzione e macerie. Ebbene possibile che con tutta quella pioggia di denaro post sisma, non si è pensato con criterio e saggezza di sistemare tutte le cose (si poteva tranquillamente rifare la rete idrica, così come pure la ricostruzione delle scuole). Invece si è pensato bene di seguire le orme di Mosè con la “spartizione delle acque”, nel senso che