Rassegna Stampa su Montella
Montella: 105 attuali positivi i casi positivi attualmente: fornito dal primo cittadino, Rino Buonopane - Cari concittadini, dal mio ultimo aggiornamento del 27 dicembre 2021, sul nostro territorio , si sono registrati 86 nuovi casi positivi (tamponi molecolari e test rapidi). Sono 5 le persone che intanto si sono negativizzate, con un numero complessivo di attuali positivi di 105. Inutile aggiungere che la situazione è in continua evoluzione ora dopo ora. Conforta certamente il fatto che, al momento, non abbiamo casi positivi che presentino particolari criticità. Cerchiamo di aiutarci l’un l’altro con senso di responsabilità: questo è il momento della responsabilità, aldilà delle regole e dei protocolli sanitari.
Un abbraccio forte a tutti voi.
Questa mattina sono stati consegnati i lavori finalizzati al recupero e all’adeguamento del mai completato edificio ex asilo nido di Campo dei Preti. La struttura ospiterà in una prima fase l’intero ciclo scolastico delle scuole medie. Con la realizzazione del nuovo plesso nella stessa area, la stessa struttura, verrà utilizzata come direzione dell’Istituto Comprensivo G. Palatucci. Stiamo realizzando un complessivo programma di intervento in tema di edilizia scolastica che garantirà, definitivamente, alla nostra comunità scuole nuove, sicure e moderne.
Rizieri Rino Buonopane
Montella - Particolare e suggestiva la cerimonia che i Carabinieri della Compagnia di Montella hanno organizzato in memoria del Carabiniere Filippo Bonavitacola ucciso l'8 dicembre 1944 a Branova, in Slovacchia, per mano dei tedeschi. Durante la mattinata, infatti, i Carabinieri della Compagnia di Montella e le Amministrazioni Comunali di Cassano Irpino e Montella, in occasione del 65° anniversario della morte e del 15° anniversario del rientro in patria delle sue spoglie mortali, hanno scoperto una lapide commemorativa presso il Municipio di Montella. ( Foto Sica )
La cerimonia ha avuto inizio alle ore 9:00, presso il Cimitero di Cassano Irpino dove, alla presenza della signora Maria Bonavitacola, sorella dell'eroe, si è proceduto alla deposizione di una corona di alloro sulla lapide. Successivamente presso il municipio di Montella è stata scoperta la stele situata all'ingresso del Palazzo di città .
A conferire maggiore solennità alla cerimonia c'è stata la benedizione del monumento da parte di S.E. Mons. Francesco Alfano che nel corso del rito ha voluto porgere un devoto pensiero a Bonavitacola caduto nell'assolvimento del proprio dovere. Un pensiero accompagnato dalle struggenti note del Silenzio eseguito dalla Fanfara del 10° Battaglione Carabinieri Campania di Napoli.A rendere più suggestivo lo scenario della cerimonia lo schieramento di un plotone di Marescialli Comandanti delle Stazioni della Compagnia di Montella, delle locali Associazioni dei Carabinieri in congedo e della Guardia d'Onore costituita da Carabinieri in grande uniforme storica che con marzialità hanno scandito lo svolgersi della cerimonia. Con loro una folta rappresentanza di studenti delle scuole di ogni ordine e grado, di Montella e Cassano. A conclusione della celebrazione, inoltre, la Fanfara del 10° Battaglione Carabinieri Campania si è cimentata in un coinvolgente concerto, presso l'Auditorium Comunale. Il repertorio, che comprendeva brani di musica classica e moderna, ha catturato un pubblico vasto e variegato e si è concluso poi con La Fedelissima e L'Inno di Mameli. Notevole è stata l'affluenza di quanti hanno voluto partecipare alla cerimonia: cittadini, fedeli, scolaresche ed Associazioni militari che con la loro sentita presenza hanno voluto testimoniare il desiderio di rinnovare la memoria del grande Eroe. Fulgido esempio di onore, patria e di estremo sacrificio che ogni anno le comunità di Montella e Cassano sono solite ed orgogliose ricordare, affinchè il gesto eroico e le sue parole passate ormai alla storia - Sparate pure, non temo la morte - restino per sempre immortali e siano esempio per le generazioni future. ( da IRPINIANEWS )
“Incendio boschivo colposo”: è il reato di cui dovrà rispondere un uomo di Montella, denunciato dai Carabinieri della Stazione Forestale di Bagnoli Irpino. Grazie all’immediata attività d’indagine condotta,unitamente ai colleghi della Stazione Forestale di Lioni e a personale della locale Polizia Municipale, incrociando dati informativi con quelli emergenti dai controlli del territorio, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico del predetto che, nel bruciare dei rifiuti vegetali derivanti dalla pulizia di un terreno agricolo ubicato in agro del comune di Montella, causava un incendio che si propagava negli adiacenti fondi di proprietà privata e comunale.
Oltre al deferimento in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino, a carico del predetto è stata elevata la prevista sanzione amministrativa dell’importo di circa 2mila euro.
Il risultato operativo conseguito è da annoverare tra i serrati servizi di istituto quotidianamente svolti dai reparti dipendenti dal Gruppo Forestale di Avellino, tesi a contrastare il fenomeno degli incendi boschivi che hanno interessato varie aree dell’Irpinia.
PROVERBI DI MONTELLA
1) Addo 100 alli cantano no face mai iuorno.
Dove comandano in più di uno non si risolve mai niente.
2) Acina acina si face la macina.
A poco poco si crea una bella quantità.
3) Chi tratta lo zuoppo m’bara a zuppicà.
Chi frequenta persone sbagliate sbaglia anch egli.
4) Chi tene male capo addà tene buono pere.
A chi mancano delle qualità deve avere altre qualità per riuscire in qualcosa.
5) Ciento cappotti accirono lo ciuccio.
Un carico di responsabilità eccessivo provoca una brutta fine.
6) Li sordi re lo l’usuraro se re mangia lo sciampagnone.
I risparmi del tirchio li consumerà di sicuro uno spendaccione.
7) Lo paccio fue la casa resta.
Il pazzo può anche andare via ma la casa resta sempre la.
8) Lo sazio no crere a lo riuno.
Chi ha tanto non crede a chi non ha niente.
9) Re pignate olleno a cul al’aria
Le cose succedono al contrario. (Perché solitamente la pignata si prendere con il manico).
10) Mentre lo merico storea lo malato se ne more.
Mentre il medico studia il malato nel frattempo se ne muore.
11) Viestiti ceppone ca pari Barone.
Anche un ceppo vestito elegantemente sembra un barone.
12) Chi ole vai e chi non bole manna.
Chi vuole la certezza che una faccenda sia conclusa allora la fa di persona altrimenta delega qualcun altro.
13) Meglio na ota a russi che ciento a colorì.
E meglio dire una cosa direttamente, subito e una volta sola e cento volte a vuoto.
14) Ra cavallo re carrozza a ballanzina.
Da che si è ricchi per nulla si può cadere in miseria.
15) Chi tene taccole face scarfogli.
Chi tiene cose grandi può ridursi a farle diventare piccole.
16) Stipa lo milo pe quanno ti vene la sete.
Quando una persona ti fa una scortesia vendicati al momento opportuno.
17) Li ciucci sciarrano e li varrili ne vanno pe sotta.
I grandi( i politici) litigano e le persone comuni ne pagano le pene.
18) Mele mocca e curtiello mmano.
Dolce con la bocca ( nel parlare) però cattivi nell'animo.
19) Ro pane mocca a chi non tiene li rienti.
Non saper far beneficio di cio che si possiede.
20) Lo ritto re l’ antici non fallisce mai
I detti degli antenati sono sempre validi.
21) Si L’ aucieddri cuniscievano lo grano a la puglia non si mitia.
Se tutti venivano a conoscenza di dove stava la roba buona questa finiva subito
22) O lascito, o pascito o male coscienza.
Coloro che hanno una buona posizione economica e non hanno mai lavorato il perché è questo: o l’ ha ereditato o a evaso o ha rubato.
23) Se simmini spini no puoi accoglie rose.
Quello che semini raccogli.
24) Lo figlio muto la mamma lo capisce.
Le mamme non hanno bisogno della parola per comprendere i propri figli.
25) Chi chiange fotte a chi rire.
Di solito coloro che si lamentano sempre sono coloro che stanno meglio di quelli che ridono e non si lamentano mai.
26) La scusa le ro mane paatore rice cheglie morta la mogliera.
Se uno non vuole pagare trova qualsiasi scusa.
27) Lo puorco e lo mio e l’ acciro pè la cora.
Quando una cosa è mia posso trattarla come voglio.
28) Chi tiene la faccia si marita sennò resta vacchia zita.
Chi è intraprendente riesce sempre nella vita.
29) Pierdi li vuoi e vai trovanno le corne.
Abbandoni le cose importanti per andare a cercare le cose di poca importanza.
30) Uno puzza lato fete.
Entrambi hanno grandi difetti.
31) Li fatti re la pignata re sape la cocchiara.
Dei fatti che succedono in una casa ne sono a vera conoscenza solo i componenti.
32) Lo abbo coglie e la iastema no.
Non giudicare gli avvenimenti degli altri male perché potresti trovarti anche tu coinvolto in una situazione analoga.
33) È meglio no male matino ca no male vicino.
È meglio una brutta giornata che un vicino di casa cattivo.
34) Chi lassa la via vecchia pe la nova sape che lassa e non sape che trova.
Lasciare tutto cio di cui si è certi per qualcosa di ignoto.
35) Senza sordi non si canta messa.
Senza soldi non si può concludere niente.
36) A lavà a capo a lo ciuccio ngi pierdi ro sapone.
Inutile cercare di far comprendere dei concetti a un ingorante perché è solo una perdita di tempo e di fiato.
37) Lo sazio no crere a lo riuno.
Chi ha tanto non crede a chi non ha nulla.
38) Chi no fabbreca e non marita o munno non o sape mica.
Se nella tua vita non hai ne costruito e ne contratto matrimonio non sai niente della vita.
39) Tre so li potieni : lo papa lo re e chi non tiene niente.
Tre sono i potenti: il papa il re e chi non ha niente da perdere.
40) Lo re comanda, lo papa suggerisce e lo popolo patisce.
Il re comanda Il papa anche e il popolo ne soffre.
41) Pe lo gnorante ngiara fa lo patto.
Le persone ignoranti devono essere assecondate.
42) È meglio fatià pe chi non ti paa ca chiacchiarà pe chi non ti capisce.
È meglio fare qualcosa senza ricevere niente in cambio che parlare con le persone ignoranti.
43) Te ro dico a te compare e te la pigli come ti pare.
Io te lo dico in modo diretto e chiaro poi se a te a decidere cosa farne dei miei consigli.
44) Si si incudine statti si si martiello vatti.
Quando devi subire subisci quando devi prendere le redini in mano prendile.
45) La atta che è ngarnata a lo lucigno non se ne fotte ca si coce l’ogna.
Se sei abituato a fare una cosa anche non giusta non te ne importi delle conseguenze.
46) Chi nasce quadro non more tunno.
Chi è nato in un certo modo resta cosi fino alla fine.
47) Mittiti pe chi è meglio re te e fangi re spese.
E meglio frequentare persone da cui puoi apprendere anche se questo implica una spesa.
48) Male non fa, paura non avè.
Se non fai del male non potrai ricevere brutte conseguenze.
49) Chi rice li fatti suoi alla chiazza chi se ne rire e chi se ne strazza.
Inutile dire a tutti i propri fatti perché c è chi ci ride sopra e chi ne approfitta.
50) Abito non fa monaco chiereca non fa preote.
L’abito non fa il monaco .L’ apparenza inganna.
51.Signò fammi stà pe ne signora se non la saccio servì signò falla morì.
Io faccio di tutto per accontentarla ma se lei non è soddisfatta allora è meglio che muore.
52) Chi non tene figli ni pe fuoco ni pe consigli.
Meglio non chiedere consigli a chi non ha cresciuto bambini.
53) Fatti li fatti tuoi e biri chi te re face fa.
Anche se ti fai i fatti tuoi vieni sempre infastidito.
54) La atta pè ghi re pressa facette li figli cecati.
Le cose non si fanno in fretta ma con calma perché rischi di non concludere niente di buono.
55) La atta chi no pote si mena a rancecà.
La disperazione porta a compiere gesti estremi.
56) Sparti ricchezza arreventa povertà.
Anche una grande ricchezza se viene divisa diventa poca roba.
57) Quero ca la atta ulia nsuonno li ia.
Avvolte sogni quello che desideri.
58) Pe lo zuoppo non ghi a corre e pe lo cacai uso non ghi a cantà.
Non metterti in competizione con chi credi inferiore a te.
La Chiesa di San Michele Arcangelo La chiesa primitiva esisteva già nel 1500, com’è testimoniato nella bolla di Papa Leone X, del 31 Luglio 1515, dove sono menzionate le chiese che formano la “Insigne Collegiata di Santa Maria del Piano”. Tra queste, la chiesa di San Michele Arcangelo. Nel XVIII sec. la chiesa parrocchiale subì degli ampliamenti ed in particolare fu arricchita di quattro cappelle, due a spese dell’Arciconfraternita e due a spese dei sacerdoti don Giuseppe Colucci e don Francescantonio Moscariello. Nel 1748 la chiesa, a spese della Congrega, fu abbellita con stucchi e il soffitto fu ornato di un dipinto di notevole pregio artistico.