Questa terra la porterò sempre con me. La benedico per quello che mi ha dato». Non nasconde la commozione Fra Agnello Stoia, dopo dodici anni lascia il convento di San Francesco a Folloni a Montella per andare a guidare la basilica dei Santi XII apostoli a Roma. Conserva intatto nelle sue parole lo spirito francescano che si respira ad
ogni angolo del santuario. Se ne va alla vigilia della festa di San Francesco, uno dei momenti che proprio Padre Agnello ha saputo trasformare, grazie alla rassegna "Francesco d'Incanto", nel simbolo dell'accoglienza dei frati. «Sono stato un agnello tra i lupi - dice, ironizzando sul suo nome - ma non ho mai avuto paura dei lupi, mi hanno cresciuto e insieme protetto. Sono maturato come uomo e come sacerdote. Ho imparato ad apprezzare la forza della gente irpina, la loro generosità. L'augurio per il convento di San Francesco è che continui ad essere testimonianza della luce di San Francesco, il volto dei frati è il volto di San Francesco, nel segno della dimensione dell'accoglienza». Dai lupi alla terra della lupa, sottolinea lui stesso, «Me lo hanno fatto notare in tanti. Questo animale è nel mio destino».Ribadisce più volte come l'Irpinia debba ripartire dalla dimensione dell'unità «E' importante che il progetto dell'unione dei comuni della Valle del Calore non si smembri. Quando tutti guardiamo ad un unico progetto e sappiamo superare i campanilismi, siamo realmente forti e più grande è il progetto, più grande è l'unità. Non dimentichiamo che proprio le terre della Valle del Calore hanno rappresentato per la capacità di promuovere iniziative, per le potenzialità, per gli ingegni che lo hanno contraddistinto un punto di riferimento». Credo che non solo per i frati ma per chiunque rivesta una carica pubblica la priorità sia quella di servire la propria terra». Padre Agnello in queste ore sta salutando tutti - la lista è molto lunga- e l’altra sera ha incontrato i sindaci dell’Alta Valle del Calore con cui si sono condivise negli anni tante iniziative, tra il sociale e il religioso. All’incontro di commiato c’erano i sei sindaci del territorio afferente al convento di San Francesco: Montella, Montemarano, Bagnoli, Nusco, Cassano, Castelfranci.
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