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 Lucia Travaini - Presenta " Il tesoro di Montella " Ducati e fiorini d'oro ...

Il tesoro di Montella, Napoli, Museo Nazionale Archeologico. Il tesoro è composto da 210 monete d’oro: 61 ducati di Venezia [2 Pietro Gradenigo (1289-1311), 4 Giovanni Soranzo (1312-1328), 16 Francesco Dandolo (1329-1339), 8 Bartolomeo Gradenigo (1339- 1342), 31 Andrea Dandolo (1343-1354)]; 89 fiorini di Firenze (1252/1260-1347), 59 imitazioni del fiorino prodotte in diverse zecche europee (si veda il sommario), 1 fiorino falso (breve notizia del tesoro in MEC 14, p. 419). La data di occultamento si fissa intorno al 1354, per la presenza di un fiorino di Carlo V di Valois Delfinato (1353-54, ante giugno 1354), 2 fiorini d’Orange 1350-54, 1 fiorino di Bolco di Schweidnitz c.1345-51; tutti i fiorini di Ungheria sono anteriori al 1353. E’ un tesoro unico per composizione e data, e offre importanti dati su diverse zecche, inclusi legamenti di conio per Firenze, Venezia e Ungheria. Il catalogo è preceduto da introduzioni storiche su tutte le zecche (Matteo Broggini, Hannes Lowagie, Roman Zaoral, e Borys Paszkiewicz).

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Al Lingotto di Torino Il libro di Graziano Casalini " Raccolta di scritti su montella.eu"

Al Lingotto di Torino Il libro di Graziano Casalini " Raccolta di scritti su montella.eu" Il giorno previsto al Salone del Libro di Torino è il 13 maggio

 

 

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Consiglio Comunale Montella 17 aprile 2024

Montella 17 aprile 2024 Sessione straordinaria seduta pubblica del Consiglio Comunale 

 

 

 

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L’epatite virale - Peppino Volpe

L’EPATITE VIRALE - Premetto che non è facile sintetizzare il problema dell’ epatite virale perché è causata da tanti virus apparentemente simili ma che in realtà in comune hanno solo una predilezione ad infettare le cellule epatiche .Il messaggio che deve passare è che il virus dell’epatite C ,che in passato ha creato sofferenza e morte in tante persone, oggi si può sconfiggere e che è possibile centrare l’obiettivo indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità e cioè di eliminare l’infezione da HCV entro il 2030.
L'epatite virale è un'infiammazione epatica causata da specifici virus epatotropi e quelli più conosciuti sono quelli dell’epatite A-B-C-D-E e altri virus epatitici minori.
Il virus dell’epatite A si trasmette per via oro-fecale, con contatto diretto da persona a persona o attraverso il consumo di acqua o di alcuni cibi crudi (o non cotti a sufficienza), soprattutto molluschi allevati in acque contaminate da scarichi fognari o contenenti virus. L’Epatite da virus A non cronicizza anche se alcune volte (raramente) può causare l’epatite fulminante. In passato, in alcune aree endemiche l’anticorpo IgG HAV, che indica una pregressa infezione, è stato ritrovato nel 90% della popolazione esaminata.
Comunque i virus che hanno creato maggiori problemi alla salute pubblica sono quelli dell’epatite B e C. Sono infatti, dei virus che si trovano in tutti i liquidi biologici (sangue,saliva,mucose,sperma ecc) che si trasmettono attraverso la via parenterale (sangue) o parenterale inapparente (piccole ferite della cute o delle mucose ) e, pertanto, oltre alla malattia, subentrano per il paziente anche comprensibili problemi di ordine psicologico legati alla paura di contagiare i familiari, gli amici o il partner.
Nella fase acuta l’epatite si può presentare in forma simil-influenzale (febbre astenia, dolore addominale, malessere generale) anche se il sintomo caratteristico è l’ittero. Ma vi sono tante forme asintomatiche che non sono meno pericolose, anzi rappresentano quel bacino di persone che, complice l’assenza di sintomi, non sanno di essere positive. La vera sfida per procedere all'eradicazione della malattia dovrà necessariamente passare dall'individuazione di questo mondo di "sommerso"
rappresentato ,appunto, da chi è positivo al virus senza sapere di esserlo e che in Italia è rappresentato da circa 300000 persone.
Quando cronicizza l’epatite fa veramente paura perché può evolvere verso la cirrosi epatica prima e l'epatocarcinoma poi. In passato la terapia consisteva solo nel correggere il regime alimentare, nel prescrivere qualche epatoprotettore e solo negli stadi avanzati, quando comparivano le complicanze (ascite,iperammoniemia, iperbilirubinemia ecc.) si poteva intervenire farmacologicamente .Moltissimi pazienti si recavano in centri termali incoraggiati dalla pubblicità che esaltava le proprietà di acque miracolose (“Chianciano fegato sano”) !!!
La storia di questa malattia è iniziata a cambiare verso la fine degli ‘’80 e precisamente nel 1989 quando venne isolato per la prima volta il virus dell’epatite C e nel 1991 quando venne resa obbligatoria, in Italia, la vaccinazione anti epatite B a tutti i bambini fino ai 12 anni.
Pertanto, la diffusione delle epatiti virali ha subito negli ultimi decenni una profonda diminuzione, grazie alla migliore conoscenza della trasmissione dei virus, alle migliorate condizioni igienico-sanitarie, alla vaccinazione obbligatoria contro l’epatite B, al miglioramento delle procedure sanitarie (materiale monouso, sterilizzazioni più accurate ecc) ed allo sviluppo di test diagnostici che permettono facilmente il riconoscimento del virus prima di eventuali trasfusioni , interventi chirurgici ecc.
Il primo farmaco importante usato per la cura dell'epatite C fu l’interferone, ma aveva una percentuale di successo bassissima (< del 10%) e importanti effetti collaterali.
Alla fine degli anni 90 all'interferone venne aggiunta la ribavirina che aumentò sensibilmente la percentuale di guarigione (50% circa) ma con notevoli effetti collaterali.


Finalmente nel 2013 è stato approvato negli Stati Uniti (e in seguito anche in Europa) il farmaco antivirale sofosbuvir, in grado di bloccare la replicazione del virus e di guarire dall’infezione in una altissima percentuale di casi (quasi il 100%). L’unico limite iniziale era rappresentato dal costo di circa 80000 euro a terapia. Adesso il prezzo è notevolmente calato e si sta facendo una importante campagna per allargare il trattamento a quante più persone possibile e di scoprire soprattutto il sommerso per debellare l’infezione da HCV entro il 2030. Lo scopritore del farmaco anti epatite c si chiama Michael Sofia (per questo Sof-obuvir), di chiare origini italiane e che lui rivendica con orgoglio, infatti, i nonni paterni erano siciliani e quelli materni toscani. Nato nella Little Italy di Baltimora, figlio di un barbiere e di una impiegata, per pagarsi la costosissima Cornell University lavorava in mensa e vinse numerose di borse di studio. Le azioni dell'azienda nella quale lavorava dopo la scoperta del farmaco hanno avuto un rendimento del 278 % in 9 mesi.
Speriamo che al più presto possiamo parlare al passato di questa malattia e che l'obiettivo fissato dall'OMS di debellare l’epatite C entro il 2030 venga rispettato e senza mai stancarci di ringraziare il nostro illustre compatriota.
Ma se fosse nato in Italia Michal Sofia avrebbe ottenuto lo stesso successo professionale? Nel “bel paese”, purtroppo, la politica entra spesso a gamba tesa anche nella ricerca, spezzando l’entusiasmo e le speranze dei nostri giovani laureati che sono costretti a cercare maggiore fortuna economica e professionale all’estero (fuga di cervelli). Concludo con una frase di Milena Gabanelli: “Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell’istruzione”.

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La Casa Comunale di Montella

La Casa Comunale di Montella - Più di trent'anni è durata la  vicenda della ricostruzione della Casa Comunale do Montella  , Insieme al Sindaco e al Vice Sindaco hanno hanno avuto il piacere di discuterne insieme con Bruno Discepolo, Assessore all’Urbanistica della Regione Campania, con la Professoressa Donatella Mazzoleni, progettista dell’opera e con il Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino ,

 

 

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Montella, Un bellissimo dono alla Confraternita di Santa Lucia

Davanti alla porta della Confraternita di S. Lucia è stato ritrovato un pacchetto anonimo contenente una colomba in ceramica . Con trepidazione e curiosità è stato aperto il pacco , ma quando hanno visto il contenuto sono stati illuminati da una figura bellissima di una colomba , accompagnata da un bigliettino anonimo e discreto.

 

Sicuramente il dono è opera di qualcuno del luogo, una persona che conosce profondamente la Chiesa e i suoi dintorni. L'attenzione ai dettagli e la maestria della lavorazione non possono passare inosservate: si tratta di un pezzo di pregevole manifattura con la garanzia e l'eleganza tipiche della lavorazione Capodimonte.

La Confraternita si è consultata con il Parroco Don Franco per decidere la migliore collocazione più adatta.

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Laurea Gianpaolo Dello Buono

Congratulazioni a Gianpaolo Dello Buono figlio di Bianca Palumbo e Alfonso laureato con 110/110  all’università Lumsa di Roma  - laurea specialistica in economia,  

 

 

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Analogie e differenze tra covid 19 e peste bubbonica. di Peppino Volpe

Analogie e differenze tra covid 19 e peste bubbonica. L’epidemia da CoViD-19 è solo l’ultima di una lunga serie di epidemie che hanno piagato il mondo nel corso dei secoli e alcune di queste hanno avuto un ruolo determinante nella scomparsa di intere civiltà. Ma le peggiori pandemie per la popolazione europea furono quelle causate dalla peste e quelle di cui si hanno maggiori testimonianze sono state quelle del trecento e del seicento.
La grande peste nera che iniziò nel 1346 e terminò nel 1353 con molta probabilità venne importata dal Nord della Cina (tanto per cambiare). All'epoca le sue cause ed il suo trattamento erano sconosciuti e solo 5 secoli dopo si scoprì che la peste era una malattia infettiva batterica causata dal bacillo Yersina pestis( in onore allo scienziato Alexandre Yersin che lo isolò per la prima volta nel 1896) e l'ospite più comune del batterio è il ratto e il vettore principale con cui si trasmette agli uomini è la pulce.
Questa è la prima grande differenza con il covid che come è risaputo è una malattia causata da un virus e probabilmente è stato trasmesso all’uomo dal pipistrello.
La peste è detta bubbonica perché una volta che l'uomo è stato punto dalla pulce, dopo un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 10 giorni, iniziano ad ingrossarsi i linfonodi, formando dei bubboni della grandezza di un uovo di gallina, dolorosissimi. Negli stadi terminali, la cianosi conferiva al malato un colorito scuro, da cui anche il nome di peste nera.
Il batterio veniva portato dalle pulci per mezzo dei topi che salivano sulle navi mercantili e diffondevano il morbo nei diversi porti dove approdavano.
I gatti potevano essere di grande aiuto nel limitare la diffusione della malattia, purtroppo l'opinione pubblica dell'epoca pensava che erano proprio i poveri felini domestici i diffusori della malattia ed iniziarono a sterminarli e i ratti erano, quindi, liberi di proliferare e di trasmettere la malattia in maniera esponenziale e il tutto era anche favorito dalle scarse condizioni igieniche personali e ambientali (fogne a cielo aperto). La peste si ripresentò in Italia nel periodo tra il 1629 e il 1633(ampiamente trattata dal Manzoni) e colpì diverse zone del Settentrione (come per il coronavirus)
L'arrivo dell'estate e del caldo (al contrario di quello che è successo con il coronavirus) accrebbe ulteriormente la virulenza della peste e la situazione nelle città divenne insostenibile e spesso i parenti malati o morti venivano abbandonati nelle case o per le strade. Iniziò anche a diffondersi l’assurda credenza che alcuni uomini spargessero appositamente unguenti velenosi per propagare la peste, erano i famigerati “untori” che venivano additati, scacciati e a volte linciati.

Ma anche durante il periodo del covid, soprattutto nella fase iniziale, c’è stata la caccia all’”untore”, acuita dai social ed esponendo alla gogna mediatica il “positivo” di turno. E’ stato, per un bel po' di tempo, lo sport preferito dagli Italiani (soprattutto nei piccoli centri).
Durante la peste ,ovviamente, la popolazione non riusciva ad essere informata a differenza di quello che è successo con il covid dove tutti i canali televisivi facevano a gara a chi poteva mandare in onda le immagini più cruente dei pazienti intubati nelle sale di rianimazione degli ospedali ed aggiornare quotidianamente il bollettino dei numeri dei deceduti , terrorizzando soprattutto i cittadini emotivamente più fragili ed alcuni ,soprattutto i più giovani, ne pagano ancora oggi le conseguenze (isolamento sociale, ansia ,depressione, disturbi alimentari, fobie).
La medicina di quell’epoca non era ancora una scienza in grado di fronteggiare una simile epidemia, i medici erano pochi, vestiti in modo carnevalesco e senza armi terapeutiche e per questo fu lasciato campo libero ai ciarlatani ed alle fattucchiere che vendevano a caro prezzo intrugli miracolosi. Ma se vogliamo, anche durante il covid, virologi, epidemiologi, infettivologi, sedicenti scienziati esperti di pandemie, erano diventati delle vere e proprie star, invitati in tutti i salotti televisivi nazionali e spesso dicevano tutto ed il contrario di tutto, litigando tra di loro per guadagnarsi la palma del più bravo e contribuendo, così, a creare confusione nella mente degli italiani.
Durante la peste, l'unico modo serio per arginare l'epidemia furono le leggi imposte dalle autorità che vietarono feste e viaggi controllando con delle ronde i punti di accesso alla città e realizzando nelle aree periferiche, i “lazzaretti”, dove confinare gli appestati, misure paragonabili a quelle adottate durante il covid (lockdown nazionale, zone rosse e centri covid).
La peste raggiunse Napoli nel 1656, causando 150mila vittime su circa 300mila abitanti.
Ad Avellino su 10000 abitanti ne sopravvissero poco più di 3000. Mancavano anche i becchini, per cui il principe Caracciolo fece grazia ai condannati per obbligarli a seppellire i cadaveri o di bruciare i corpi in putrefazione per le strade.


Anche Montella pagò a caro prezzo l'epidemia di peste. Gli scenari tragici di quel periodo sono stati magistralmente descritti e documentati dal prof. Mario Garofalo (1656 annus horribilis). All'epoca, quasi tutti i montellesi avevano il diritto di sepoltura nelle chiese, ma dopo circa un mese dall'inizio dell'epidemia non vi erano più posti e, pertanto, venivano seppelliti nelle fosse comuni di cui una realizzata nelle vicinanze della chiesa della Madonna della Libera dove già esisteva l’ospizio per i forestieri e l'altra nei pressi della chiesa di Santa Maria Visita Poveri a Sorbo (dove risiedeva più del 40% dei montellesi).


Molti cadaveri vennero infossati anche sotto il pavimento della cappella Delle anime del Purgatorio risalente al XVI° secolo e recentemente ristrutturata, dove di solito venivano sepolti “i morti senza nome” (abbandonati, emarginati, viandanti ecc.), che a Napoli chiamavano “anime pezzentelle”, che dovevano purificarsi dal loro grande peccato: la povertà!!!

Nella chiesa barocca del Purgatorio ad Arco a Napoli c’era il culto delle anime pezzentelle ,che era una macabra tradizione napoletana che consisteva nell’adottare, da parte di ogni buon credente , il teschio ( “capuzzella”)di una predetta anima, custodirla in una teca o in una semplice scatola, e chiedere aiuto per una grazia (spesso numeri al lotto).Per ogni desiderio esaudito si portava un omaggio al teschio e si pregava per alleviarne le pene dalle fiamme del purgatorio (Arrefresca l’anima re lo preatorio ) .
Venne realizzato alla meno peggio anche una specie di lazzaretto (una baracca) nel largo di Piediserra ma non ebbe grande successo e ben presto venne abbandonato per le pessime condizioni igieniche. Anche durante il covid è stato attivato il “Covid Residence” nel comune di Montella nell'area attigua al Convento di San Francesco a Folloni (dotato di 41 posti) e messo a disposizione dei pazienti che erano impossibilitati a permanere nel proprio domicilio in sicurezza. Fortunatamente è stato utilizzato da poche persone.
Gli appestati, di solito, morivano in una settimana e rimanevano abbandonati nelle proprie abitazioni o insepolti per le campagne. I preti, a qualche morente, somministravano l'eucarestia ponendo l'ostia consacrata sull'estremità di una pertica. Era una morte in solitudine,priva dell'umana pietà, simile se vogliamo, con le necessarie eccezioni dovute ai tempi, a quello che è successo nei reparti di rianimazione degli ospedali del Nord e con le terrificanti immagini dei camion dell'esercito che trasportavano bare ai forni crematori senza dare la possibilità ai familiari di dare l'ultimo saluto.
In quell’epoca i montellesi ancora non avevano scelto un santo protettore, c'era già, a S. Simeone, la splendida Chiesa di Sant'Antuono che venerava S.Antonio Abate , guaritore dell'herpes zoster o fuoco di S.Antonio, ma alla fine venne scelto S. Rocco (come in tanti altri paesi limitrofi) che era uno specialista della materia ( protettore degli appestati, contagiati, emarginati, ammalati, viandanti e pellegrini, , invalidi, prigionieri, chirurghi, operatori sanitari, farmacisti). Finalmente la peste cessò di mietere vittime nell'agosto del 1657 dopo aver causato 1924 morti su una popolazione di 3000 abitanti (2/3).
In Italia i deceduti per covid sono stati 196.379. in Campania 9.623, a Montella questi erano i dati in piena pandemia

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Il Sabato Fascista a Montella - di Lorenzo Cianciulli, classe IIID

Cari lettori, l’articolo che state leggendo mi è balzato in mente quando a scuola abbiamo cominciato a parlare di Mussolini e del fascismo. L'intervista che ho deciso di fare racconta la giovinezza di mia nonna Rosaria durante quel periodo che ha plasmato profondamente l'Italia cambiandone la cultura e il tessuto sociale. Avendo mia nonna ben 97 anni, è testimone della vita di quel tempo e di un'epoca lontana ancora palpabile grazie ai suoi ricordi. Ciò che ha subito richiamato la mia attenzione è stata la sua memoria, la precisione con cui raccontava questi fatti come se fossero accaduti qualche settimana prima. Molto probabilmente questi ricordi così duraturi sono frutto anche di una sterminata propaganda, che il Duce metteva in atto attraverso mezzi di comunicazione di massa, e che facevano il lavaggio del cervello a 50 milioni di italiani. Non vorrei dilungarmi molto, quindi, adesso passo la parola a mia nonna che risponderà dettagliatamente alle mie domande. Mi auguro che questo racconto vi appassioni e vi offra uno sguardo diverso sulla storia e sulle persone che l'hanno vissuta.

Lorenzo: Nonna, mi racconti del “Sabato Fascista” a Montella quando eri capo squadra delle Piccole Italiane?
Nonna Rosaria: Ah, Lorenzo, era un altro mondo, sai? Mi ricordo come se fosse ieri. Avevo poco più di 10 anni, ma le responsabilità che sentivo sulle mie spalle erano enormi. Il sabato, ci svegliavamo all'alba, tanta era l’eccitazione per la giornata che aspettava noi ragazzini. La mamma mi aiutava a indossare l'uniforme delle Piccole Italiane: una camicetta bianca, un gonnellino nero, calzettoni neri e il fazzoletto nero annodato al collo. Ogni piega doveva essere perfetta, ogni dettaglio contava, eppure ti assicuro che non avevamo tutti gli agi dei ragazzi di oggi, nelle case non c’era neanche l’acqua corrente.

Partivamo da Piazza Bartoli, in formazione, marciando al ritmo dei nostri passi. Io guidavo la marcia gridando: un due, un due, un due... Ben ordinate attraversavamo le strade di Montella e ci dirigevamo verso la Chiesa della Madonna della Libera. Il nostro paese, per noi ragazzi sembrava ancora più bello ed importante in quel giorno di sabato.
Lorenzo: E poi, nonna? Cosa succedeva alla chiesa?
Nonna Rosaria: Davanti alla chiesa, il sagrato, era il nostro palcoscenico. Mi posizionavo davanti alle mie compagne, pronta a dimostrare gli esercizi di ginnastica. Eravamo tutte un po' nervose, ma eccitate. Quando alzavo le braccia per iniziare, sentivo tutti gli occhi puntati su di noi. Con ogni movimento, ogni salto, sentivamo di appartenere a qualcosa di più grande. Le risate, i sorrisi, le incertezze diventavano un'unica danza. E quelle amicizie, Lorenzo, erano le uniche cose che avevamo, per questo crescevano solide come i castagni che ci circondavano.


Lorenzo: Mi racconti ancora qualche episodio del periodo Fascista che ha coinvolto Montella?
Sai Lorenzo, mi hai fatto ricordare un episodio che coinvolge direttamente Montella. Nel 1936 accadde un fatto importante proprio nel nostro piccolo paese, io avevo solo 9 anni, ma lo ricordo ancora e poi la storia l’ho sentita raccontare per anni. Tutta Montella era in fermento, le campane suonavano a festa, un suono che univa la comunità nell’attesa del Principe Umberto II di Savoia. A Montella, come in tanti altri paesi, la presenza di un membro della casa reale, era un evento importantissimo. Erano apparsi manifesti e scritte inneggianti la monarchia e Mussolini. “W il Duce” era scritto ovunque, anche sulla chiesa delle Anime del Purgatorio qui vicino casa. Era un modo per il regime di mostrare la propria forza e il legame con la monarchia. La folla si accalcava in piazza, mantenuta in ordine da un cordone di carabinieri e soldati. Immagina Lorenzo, l'emozione e l'attesa nelle strade, gli sguardi rivolti verso la via polverosa, nell'attimo in cui la macchina che portava il principe fece il suo ingresso. Il principe, accolto dal podestà e dalle autorità civili e militari, passò in rassegna le truppe, mentre si sentiva suonare la musica dell'inno reale. Erano eventi che il fascismo sapeva orchestrare molto bene, ma dietro quella facciata c'erano tante difficoltà. La storia, mio caro, ha sempre molte sfaccettature te lo dico per esperienza.


Lorenzo: Nonna racconti tutto come se fosse stato un bel momento, ma poi è arrivata la guerra...
Nonna Rosaria: Sì, è un ricordo bello legato alla giovinezza e all’amicizia, sai non sapevamo fino in fondo quello che facevamo, ma per noi ragazzi erano sicuramente belle avventure, che alimentavano le nostre amicizie. Poi il mondo che conoscevamo è cambiato con la guerra. Le ristrettezze, le paure... Ricordo una volta, una nostra vicina portò una mela per me e tuo zio. Era un tesoro raro allora. Lei rimase a guardare mentre la mangiavamo, occhi fissi su di noi. Quando le chiedemmo perché ci osservasse così attentamente, rispose che doveva assicurarsi che non gettassimo neanche i semi. "Non si butta nulla", disse “Le persone non hanno neanche semi da mangiare”. Quelle parole non le ho mai dimenticate.
Lorenzo: Come hai fatto a superare quei tempi così duri, nonna?
Nonna Rosaria: Con la famiglia, l'amicizia, e la speranza, Lorenzo. Le stesse persone con cui ridevo e giocavo sul sagrato della chiesa sono diventate le mie compagne nella lotta quotidiana per la sopravvivenza. Abbiamo imparato insieme il valore di ciò che davvero conta.

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Montella:Video completo naugurata la nuova biblioteca comunale

Montella 19 marzo Inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Comunale Giornata di partecipazione e condivisione,  in Piazza degli Irpini. Un impegno amministrativo e di complessi lavori avviati quattro anni fa”.

 

 

 

 

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Mostra d'Arte Contemporanea

Mostra d'Arte Contemporanea "La Pace" che si terrà a Montella, in "Villa De Marco", dietro l'inaugurazione prevista sabato 23 marzo alle ore 17.00

 

 

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Nuovi ‘talenti’ in Irpinia: Montellese fa shah mat !

Nuovi ‘talenti’ in Irpinia: Montellese fa shah mat ! L’Irpinia continua a sorprendere! Lo strepitoso successo dell’anno scorso che ha portato, dopo 14 anni, in serie C del Campionato Italiano a Squadre l’ASSOCIAZIONE MONTELLA SCACCHI, ha infervorato i nostri atleti tanto da inaugurare alla grande il nuovo anno sportivo: il giovane PIERO CAPUTO ha ottenuto già il 2^ posto nella Classifica finale del CIA - campionato italiano assoluto - fase interprovinciale di Avellino e Benevento. A partire dal pomeriggio di venerdì 15 a domenica 17 marzo, a Montella, si giocherà il CAMPIONATO ITALIANO SQUADRE - serie C, dove saranni protagoniste le sei squadre della Campania per contendersi la promozione alla serie B.
Per la squadra irpina giocheranno il maestro internazionale Vuelban e i giovani Caputo, Sibilia e Zarrilli. Tra i convocati anche Marchitto, Calzerano e Picariello.
Irrefrenabile l’ entusiasmo del presidente Sica: ‘Poter svolgere il campionato di Serie C a Montella e un grande orgoglio per la nostra comunità, e siamo felici come organizzazione di aver avuto questa opportunità’
Il responsabile dell'attività giovanili, Picariello: ‘La nostra associazione punta soprattutto alla crescita dei giovani. La squadra montellese sarà la più giovane di tutte le squadre partecipanti!’
Entusiasmo e soddisfazione per i risultati raggiunti, premio naturale all’impegno e alla costanza di organizzatori, responsabili, atleti, simpatizzanti, che hanno avuto il coraggio di credere e procedere, puntando in alto, perché come scriveva qualcuno
“Ci sono più avventure su una scacchiera che su tutti i mari del mondo.”
Gli appassionati possono seguire la squadra irpina collegandosi al link https://www.IrpiniaScacchi.it
Antonella Prudente

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Un gravissimo atto  contro a Rizieri Buonopane  sindaco di Montella e Presidente della Provincia di Avellino 

Montella Un gravissimo atto  contro a Rizieri Buonopane  sindaco di Montella e Presidente della Provincia di Avellino  si è verificato la scorsa notte. L'auto del primo cittadino è stata danneggiata con dell'acido mentre si trovava parcheggiata nei pressi della residenza .Il Sindaco ha immediatamente segnalato il fatto alla locale Stazione dei Carabinieri. Le indagini sono in corso. 

Salvatore Cianciulli L'atto vile di cui è stato vittima il Sindaco Buonopane è da condannare con determinazione senza se e senza ma. Conosco bene queste situazioni, le ho vissute, con sofferenza, da figlio prima e da amministratore comunale poi. Per questo alla famiglia del sindaco ed a lui va tutta la mia solidarietà personale. Non è il primo episodio e non sarà purtroppo l'ultimo, nei confronti di chi ricopre un ruolo che lo espone pubblicamente. Lettere anonime diffamatorie e minatorie, incendi dei castagneti e croci minacciose sui castagni più antichi, fanno parte dei miei ricordi passati e presenti. Nell'ultimo mese ho subito tre incendi in un mio castagneto ai margini del paese. Voglio credere che in entrambi i casi, per il Sindaco e per me, si sia trattato del gesto sconsiderato e vigliacco di un delinquente e non di un gesto intimidatorio in vista della prossima campagna elettorale, che comunque non farebbe paura a nessuno. A tutti noi cittadini resta il compito di vigilare, di non alzare i toni e soprattutto di non esasperare gli animi, per il solo bene di tutta la nostra comunità.


 

Avellino – “La federazione provinciale del Partito Democratico di Avellino esprime piena solidarietà a Rizieri Buonopane, presidente della Provincia di Avellino, che questa mattina ha ritrovato tracce di acido sulla sua autovettura. Si tratta di un atto vile ed increscioso che condanniamo con forza. Siamo certi che episodi come questo non incideranno né condizioneranno l’azione messa in campo dal presidente Buonopane sempre improntata all’interesse delle nostre comunità”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal Partito Democratico di Avellino.

Avellino, 13 marzo 2024

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Le aziende più ricche (per fatturato) della provincia di Avellino

Le aziende più ricche della provincia di Avellino: classifica e fatturati 

 

 

 

 

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Il montellese Erasmo Carbone da top 5 nazionale U18 agli assoluti primaverili di Lignano Sabbiadoro.

Carbone 02Il montellese Erasmo Carbone da top 5 nazionale U18 agli assoluti primaverili di Lignano Sabbiadoro.  Ennesima prestazione di qualità per Erasmo Carbone. Il giovane di Montella , alla sua prima partecipazione ai campionati assoluti primaverili di velocità, ha firmato risultati splendidi. Nella tre giorni di Lignano Sabbiadoro, Carbone ha centrato la top five assoluta under 18 italiana sulle distanze dei 50 metri CMAS e dei 100 metri CMAS.
Un orgoglio per il nostro paese! ❤️

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Il Soccorso Alpino nel pomeriggio di oggi è intervenuto ad Avella (Av) per soccorrere un’escursionista infortunata.

Il Soccorso Alpino nel pomeriggio di oggi è intervenuto ad Avella (Av) per soccorrere un’escursionista infortunata. La donna 54enne era impegnata in un’escursione di gruppo quando è inciampata procurandosi un trauma alla caviglia che le ha impedito di proseguire. La guida dopo averle prestato le prime cure ha richiesto l’intervento del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania (CNSAS). Due squadre di soccorritori hanno quindi raggiunto l’infortunata in località ‘acqua del litto’ dove hanno provveduto ad immobilizzarle l’arto inferiore sinistro ed imbarellarla. Con una serie di calate su corda la donna è stata trasportata sulla strada sottostante e qui affidata all’ambulanza 118.

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Chiesa di San Giuseppe Montella

Chiesa din San Giuseppe Montella - . L'ORGANO E' STATO DONATO DA VITTORIO SICA IN MEMORIA DEI GENITORI ELEONORA CIANCIULLI , GIUSEPPE SICA 

 

 

 

 

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Concluso il corso BLS-D a Montella, presso la sede dell'Istituto Bisogno

Concluso il corso BLS-D a Montella, presso la sede dell'Istituto Bisogno. Un grandissimo successo, a breve si replicherà sicuramente. Salvare una vita è fondamentale al giorno d'oggi. Bravi e complimenti ai partecipanti.

 

 

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Comunicato stampa Carabinieri - Montella (AV) – Non paga la consumazione ed estrae una pistola : 30enne arrestato dai Carabinieri

Follia in un bar di Montella: un pregiudicato, già noto ai Carabinieri del posto, entra in un bar, ordina e consuma una birra e per non pagare minaccia con una pistola la barista. Per questo, il responsabile, un 27enne residente a Montella, con alle spalle una lunga serie di pregiudizi di polizia dedito all’uso di sostanze stupefacenti e alcool, è stato arrestato in flagranza di reato.
Tutta la scena è stata ripresa dal sistema di video sorveglianza del bar: dalla telecamera esterna, infatti, si vede il giovane preparare la pistola, inserire il caricatore e riporla nella cintura dei pantaloni; dalla videocamera interna, invece, si vede chiaramente il pregiudicato chiedere la birra e, alla richiesta di pagamento, impugnare la pistola, scarrellare, spaventare la barista che trova riparo nel deposito, e darsi alla fuga.
Immediata la richiesta al “112” dei Carabinieri di Montella che prontamente attuano un consolidato dispositivo, circoscrivendo la zona con tre equipaggi già impegnati nei diuturni servizi finalizzati al controllo del territorio.
Uno di questi, quello dell’Aliquota Radiomobile, lo blocca a poche centinaia di metri dal bar e lo sottopone a perquisizione, sequestrandogli una trentina di munizioni ed un coltello multiuso.
Grazie al supporto dei Carabinieri delle Stazioni di Nusco e Castelfranci, inoltre, in un giardino poco distante, rinvengono l’arma utilizzata per minacciare la barista, una pistola a salve con canna modificata idonea a poter sparare i proiettili rinvenuti.
La serata folle non termina qua perché il pregiudicato, insofferente al provvedimento di arresto, inizia a minacciare, offendere e aggredire i militari operanti, procurando ad uno di questi lesioni giudicate guaribili in 7 giorni.
Ritenuto responsabile dei reati di rapina, ricettazione, detenzione di arma clandestina, oltraggio, resistenza, minaccia e violenza a Pubblico Ufficiale, il giovane è stato associato alla Casa di Reclusione di Bellizzi, a disposizione dei magistrati della Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore Capo Dott. Domenico Airoma.
Avellino, 9 marzo 2024
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Montella e Acerno hanno sottoscritto l'accordo di sviluppo territoriale

I Comuni di Acerno e Montella hanno sottoscritto un accordo di sviluppo territoriale che promuovono e realizzare degli interventi  riguardanti l’ammodernamento della rete stradale, il trasporto pubblico e lo sviluppo turistico.

Rizieri Buonopane
L’accordo siglato dai sindaci Massimiliano Cuozzo e Rizieri Buonopane «è nato da un’analisi approfondita del contesto: contiguità territoriale, posizione geografica, patrimonio naturalistico, tipicità locali, attrattori turistici evidenti punti di forza, sui quali basare una progettazione territoriale di grande rilievo non solo per le comunità direttamente coinvolte ma per l’intera macroarea dei Picentini, accordo opportuno oltre che indispensabile per lo sviluppo socio – economico del territorio», fa sapere l’Amministrazione comunale di Montella.

Lunedì 11 Marzo p.v. è stato istituito un servizio di trasporto pubblico s che collega i due Comuni negli orari sotto indicati, riferiti alle giornate feriali

ACERNO – MONTELLA
Acerno capolinea
8.00
Montella via M. Cianciulli
8.30
Montella capolinea
8.35
MONTELLA – ACERNO
Montella capolinea
11.30
Montella via M. Cianciulli
11.35
Acerno capolinea
12.05
Giornata tipo feriale scolastico
ACERNO – MONTELLA
Acerno capolinea
7.30
11.40
Montella via M. Cianciulli
8.00
12.10
Montella capolinea
8.05
12.15
MONTELLA – ACERNO
Montella capolinea
11.00
14.10
Montella via M. Cianciulli
11.05
14.15
Acerno capolinea
11.35
14.45

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