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Una “Magnus opera” nel mio piccolo paese di Giuseppina Fioravanti

Il 24 giugno 2021 è stata inaugurata la mostra "Nigredo, Albedo e Rubedo", ispirata alla Commedia dantesca, nel complesso monumentale di Santa Maria della Neve, a Montella. E' realizzata dall’artista Enrico Mazzone. Pur non avendo ancora studiato Dante, sono rimasta colpita e affascinata dalla grandiosa opera che ho avuto il piacere di visitare. Grazie all’artista che ha avuto la grande pazienza di tradurre la Divina Commedia in disegno. Nell’arco di 5 anni, Enrico Mazzone è riuscito a realizzare un'opera immensa, utilizzando un rotolo da disegno della lunghezza di 97 metri, oltre 6000 matite e 3 quintali di carta, usando esclusivamente la tecnica del puntinismo. Grazie ai ragazzi del Forum Giovani di Montella, ho potuto visitare la mostra e ascoltare le loro spiegazioni. Le tavole dei disegni sono distribuite lungo tutto il percorso del monastero e finisce con il lungo rotolo disteso per terra nella chiesa. A me quei disegni all'inizio sembravano un po' inquietanti perché rappresentavano scene paurose e anche perché c’era una musica di sottofondo che incuteva un po' di timore. Alcuni disegni non sono stati terminati, però sono stati lo stesso messi in mostra.

L’artista li ha lasciati incompiuti, secondo me, per mancanza di voglia e per il desiderio di andare avanti e completare l'opera. Quando si arriva in chiesa, ci troviamo davanti, disteso sul pavimento e avvolto come una grande pergamena, il rotolo di 97 metri. Per posizionarlo sono stati tolti tutti i banchi dalla chiesa e posizionate delle luci rosse e blu. Sulla prima parte del rotolo che viene mostrata a noi spettatori, si può vedere il viso dell’artista. Il ragazzo del Forum Giovani ci ha spiegato che l’artista avrebbe voluto che la sua opera fosse esposta in modo circolare invece che distesa. Però per fare questo, ci voleva troppo spazio. Per poterla vedere tutta, verrà srotolato 10 metri ogni settimana. Grazie al Comune di Montella e all’Arciconfraternita SS.Sacramento che hanno organizzato tutto questo, fino al 1 agosto la mostra sarà accompagnata da altri eventi tra letture di opere, convegni, concerti musicali e osservazioni astronomiche. Consiglio a tutti di partecipare a questo evento unico. Ne vale davvero la pena.

Giuseppina Fioravanti classe II^ D

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Il nostro tesoro più grande di Giuseppina Fioravanti, classe ID

Sapete qual è la ricchezza più grande che abbiamo noi piccoli? Ebbene sì, sono i nonni! C'è un proverbio che dice "Chi trova un'amico trova un tesoro”. Invece noi il vero tesoro lo troviamo nei nostri cari nonni. Vivere con i nonni è bellissimo. Io ho la fortuna di abitare con la mia nonna paterna che è dolcissima e comprensiva. I nonni sono importanti nella vita. Sono esseri speciali. Il poeta Alex Haley ha scritto: “Nessuno può fare per i bambini quel che fanno i nonni, essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli”. Queste parole mi piacciano molto, perché spiegano alla perfezione quello che sono i nonni, almeno per me. Sono il filo che ci unisce al passato, che è necessario sapere e ricordare per capire meglio il nostro presente. La saggezza dei nostri nonni è una ricchezza da tenere sempre vicino a noi. Hanno vissuto migliaia di situazioni brutte, di problemi e di gioie, molte più di quelle che abbiamo vissuto noi. Hanno tanti i consigli da darci, anche se pensiamo che siano antichi, sono i migliori consigli del mondo. I nonni e le nonne hanno molte storie da raccontarci, le loro storie sono le migliori, divertenti e alcune volte anche tristi. Se non ci fossero i nonni, bisognerebbe inventarli. Spesso ci capita di affrontare situazioni difficili e di andare a confidarci con i nostri cari nonni. Loro sanno sempre come aiutarci e come tirarci su il morale. I nonni sono il vizio in persona, sanno sempre come viziare i propri nipoti. Mia nonna materna sa sempre come viziarmi in tutti i modi. I nonni sono sempre lì pronti ad aiutarci, è molto bello sapere che in qualsiasi momento di tristezza ci sono sempre i tuoi nonni a fianco per aiutarti. I nonni ci hanno visto fare tutto, insieme ai nostri genitori: ci hanno visti cadere, hanno asciugato le nostre prime lacrime, hanno curato il nostro primo ginocchio sbucciato... Ci hanno insegnato la filastrocca per il primo dentino caduto. Ci conoscono a fondo come le loro tasche. Si accorgono subito se c'è qualcosa che non va. Quando io sto male c'è sempre mia nonna paterna a farmi passare la febbre oppure a farmi le tisane calde come solo lei sa fare, la sua camomilla è buonissima per farmi passare il mal di gola, di nascosto ci mette il miele perché sa che a me non piace. Io ho la fortuna di avere due nonne, ma ho la sfortuna di non aver conosciuto il mio nonno paterno e di aver visto morire il mio nonno materno troppo presto. La cosa più triste che gira nella mente dei nonni è che sanno che saranno per primi a lasciarci. Quando vado da mia nonna lei fa un sorrisone che mi riscalda subito il cuore. La cosa che in questo momento ci rattrista di più è di non poter andare dai nostri nonni liberamente come facevamo prima e dargli un bacio e un grandissimo abbraccio per colpa di questo cattivo Covid-19. Mia nonna materna mi racconta sempre che quando era bambina consegnava sempre il latte ai vicini di casa perché prima di andare a scuola era questo il suo compito. Invece, mia nonna paterna mi racconta sempre che quando era più piccola andava in montagna a fare la legna per aiutare la famiglia. La nostra fortuna più grande è di avere sempre qualcuno vicino a noi: i NONNI.

Giuseppina Fioravanti, classe ID

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Venerdi' 15 ottobre 2021 alle ore 18.00 diretta streaming dalla Chiesa Madre, S.Maria del Piano.

Adele Sesso nacque a Montella, Italia, il giorno 15 di ottobre del 1918, in una famiglia povera e in una società che soffriva la devastazione della prima guerra mondiale. Da giovane ebbe desiderio di entrare nella Congregazione delle Vocazioniste, fondata dal Beato Giustino Maria Russolino sdv (1891-1955), fondatore dei Padri e delle Suore Vocazioniste; però come già vi era entrata una delle sue sorelle, non poté entrarvi lei. Allora conobbe la Congregazione delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe con residenza a Roma, e quindi entrò in tale Istituto religioso.
Quando le si chiese perché fosse entrata nella Congregazione, ella rispose che “era per conoscere e amare Gesù e farsi santa”.

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Inaugurazione del ministero pastorale di Fra Agnello Stoia, parroco della Basilica - diretta streaming ore 15.45

ALLE 15.45 DIRETTA STREAMING Dalla Basilica di San Pietro, Santa Messa presieduta dal Card. Mauro Gambetti in occasione dell’inaugurazione del ministero pastorale di Fra Agnello Stoia, parroco della Basilica

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Nicholas Chiaradonna e’ entrato in Bocconi facoltà di Economia e Management

Nicholas Chiaradonna 17 anni ( classe 2004) e’ entrato in Bocconi facoltà di Economia e Management , classificandosi tra i più giovani bocconiani italiani… frequenta il 5 anno di liceo scientifico di Montella e l anno prossimo sarà in Bocconi a milano .Congratulazioni ai genitori di Nicholas

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Montella : Castagne, ASA scrive al Prefetto

Ancorchè in fase costituenda, a questa associazione pervengono numerosissime segnalazioni informali circa l’increscioso fenomeno di ingressi abusivi nei castagneti, in particolare nel periodo della raccolta, con conseguenti alterchi, aggressioni, minacce e furti di castagne.
Sono avvisaglie da non sottovalutare quelle delle due ultime stagioni estive di pandemia, durante le quali si è registrato un flusso eccessivo, disordinato e irrispettoso dell’ambiente, da parte di pseudo-turisti di giornata, provenienti dalle vicine province, la cui unica traccia è costituita da rifiuti abbandonati sui prati, nei boschi e lungo i corsi d’acqua.
Tutt ciò è stato più volte recentemente evidenziato dalla stampa provinciale, che non ha tralasciato la pubblicazione di foto di quei luoghi deturpati, ripuliti poi alla meglio da cittadini di buona volontà che amano e rispettano la montagna.
A maggior ragione, con l’inizio della campagna di raccolta delle castagne, cresce il fondato timore che tali fenomeni, già ripetutamente verificatisi negli anni addietro, possano avere una pericolosa rescrudescenza, cui può conseguire la commissione di reati, quali furto aggravato, minaccia, aggressione, lesioni, ecc.
Risulta pertanto impellente la necessità di garantire ai castanicoltori, quantomeno in questo, il diritto di lavorare in piena tranquillità e sicurezza.
Di conseguenza, si segnala l’opportunità di intensificare l’attività di vigilanza lungo tutte le strade, comunali e non, che notoriamente sono state -e possono diventare- teatro di detti sgradevoli episodi.
In particolare, il Comune di Montella potrà tempestivamente valutare, oltre alla predisposizione di un servizio di vigilanza mirata, anche l’apposizione di divieti di sosta lungo le strade interessate, nonchè predisporre cartelli contenenti l’avviso che l’ingresso abusivo nei fondi privati per raccogliere le castagne contro la volontà dei proprietari costituisce ipotesi di reato (art. 637, 624 e 625 c.p.), distribuendoli agli interessati per la collocazione sui fondi.
Il Prefetto di Avellino vorrà certamente dare disposizioni in proposito, anche di ordine pubblico, al fine di scongiurare la commissione dei paventati reati.
Montella, 1 ottobre 2021.
Al sig. Prefetto di Avellino Corso Vittorio Emanuele n. 4 - 83100 Avellino
Ai signori Sindaci di Bagnoli I. ,Volturara I., Cassano I., Montemarano, Montella, Acerno
A.S.A. – Associazione per la Salvaguardia dell’Ambiente
Via Verteglia n. 10 - 83048 Montella (AV)
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Bagnoli, terminato lo scrutino. Filippo Nigro è il nuovo sindaco di Bagnoli . Da Palazzo Tenta 39

Bagnoli, terminato lo scrutino. Filippo Nigro è il nuovo sindaco di Bagnoli  Risultati definitivi

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17a Marcia della pace Assisi-Montella 1-3 ottobre 2021 Convento S.Francesco a Folloni Montella

EQUIPAGGI
Equipaggio diurno
1. Tony Nigro
2. Stefano Nigro
3. Cinzia Pizza
4. Danilo Pizza
5. Rocco Renna
6. Fausto Ruotolo
7. Lia Sanacore
8. Sergio Volpe
9. Fiorentino Vietri
Equipaggio notturno
1. Alba Buccella
2. Gianluca Capra
3. Teresa Cherubino
4. Salvatore Cianciulli
5. Giorgio Diana
6. Pier Paolo Di Gregorio
7. Agostino Iannaccone
8. Pasquale Romano
9. Marcello Soriano

Gianluca ad Arrone, la salita più impegnativa

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A Volterra due belle giornate di sport con il Campionato Nazionale di Calcio over 40

Il 4 e 5 Settembre u.s. si è tenuto a Volterra e Ponteginori il Campionato Nazionale Veterani dello Sport Categoria over 40 organizzato dalla sezione Volterrana della Unione Nazionale Veterani dello Sport (U.N.V.S.). Davanti ad una bella cornice di pubblico si sono affrontate le squadre di Volterra, Cecina, Lamezia Terme (CZ), Massa (MS), Montella (AV) e Nusco (AV). Alla conclusione del Torneo, Massa si è aggiudicata la vittoria e la squadra di Cecina il riconoscimento della migliore formazione sotto il profilo del Fair Play per la correttezza dimostrata in campo.

Il Panathlon Club di Volterra/ Alta Val di Cecina ha non solo sponsorizzato e contribuito alla piena riuscita della competizione sportiva, ma ha conferito – presente il Vice Presidente e Tesoriere LUCIANO SOLDI – il riconoscimento alla squadra di Cecina con una propria Targa Fair Play in occasione della Conviviale organizzata al termine del Torneo.

Due belle giornate di Sport che rappresentano una ottima ripartenza dopo il blocco imposto dalla Epidemia COVID.
Significativa ed apprezzata da tutti i partecipanti la presenza del Panathlon Club di Volterra sempre a fianco ed a favore dello Sport locale e dei valori di correttezza sportiva.

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Borsa di studio in memoria di Aretino Volpe 2021 a Daniel De Marco

Durante la manifestazione di apertura dell’anno scolastico all’ Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “R.D’Aquino” nella sede di Montella, è stato premiato lo studente Daniel De Marco dell’Istituto di istruzione superiore statale Rinaldo D'Aquino. indirizzo musicale . Ha consegnato il premio il Figlio di Aretino Toni Volpe.

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Borsa di studio in Memoria del prof. Aretino Volpe, preside anno scolastico 2020/2021

Mercoledi 15 settembre 2021, alle ore 17:00, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2021-2022, sarà consegnata presso l’Istituto Superiore R d’Aquino in Montella la Borsa di studio in Memoria del prof. Aretino Volpe, preside   Destinatario della Borsa l’alunno De Marco Daniel della V E dell’Istituto R. D’Aquino di Montella - anno scol. 2020/2021

I familiari del Prof. Aretino Volpe, dal 2011, anno della sua dipartita, hanno istituito una Borsa di studio annuale alla Memoria, al fine di tramandare il ricordo del loro congiunto presso le nuove generazioni di alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore “R. d’Aquino” di Montella , nel modo più aderente ai valori che hanno contraddistinto il suo agire professionale ed umano.

La Borsa e’ destinata agli alunni delle classi quinte dell’ Istituto Superiore Statale “R. d’Aquino” di Montella ( scuola di cui il prof. Aretino Volpe è stato per venti anni Docente di Italiano e Latino e per altri dieci anni, Dirigente scolastico) che conseguono il miglior risultato scolastico nell’anno di riferimento

Il prof Aretino Volpe ha sempre impegnato le sue energie professionali e umane perché l’Istituto Superiore  R. D’Aquino si affermasse come una scuola di qualità e d’innovazione, agenzia educativa autorevole e riferimento per le famiglie e per il territorio ed ha creduto in una Scuola pubblica, inclusiva, democratica e nello stesso tempo meritocratica, che sapesse offrire opportunità educative a tutti ma anche capace di riconoscere i meritevoli e di premiarne il talento.

La sua azione è stata ampiamente riconosciuta dalla Scuola che nel 2011 gli ha intitolato l’Aula Magna.

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L'erboristeria "I Semplici" di Ivana Capone premiata erboristeria dell'anno Montella (AV)

Ed ecco a voi i nomi dei vincitori della 4a edizione del PREMIO ERBORISTERIA DELL’ANNO! VINCITORE ASSOLUTO

Erboristeria Equilibrio Naturale di Valentina Norbiato

Mestrino (PD)

CATEGORIA WEB STRATEGY E SOCIAL MEDIA

Erboristeria I Semplici di Ivana Capone

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Arte e cultura .....i vostri atrticoli

 

 

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Comunicato stampa del circolo Pd di montella e di sinistra italiana circolo E.Berlinguer di Montella del 07/09/2021

Il Circolo Pd e il circolo Sinistra Italiana “E. Berlinguer” di Montella ritengono necessario intervenire pubblicamente a sostegno della proposta dell’Amministrazione Comunale di candidare a un progetto di Ospedale di Comunità la Casa di Accoglienza adiacente al Convento di San Francesco a Folloni.

Riteniamo che la struttura, così come si presenta oggi, sia la più adatta, nonché quella più attrezzata su tutto il territorio provinciale, a soddisfare i parametri richiesti per la realizzazione di un progetto con finalità socio-sanitarie. L’ospedale di Comunità, accogliendo pazienti che necessitano di interventi sanitari clinici a bassa intensità (non erogabili a domicilio), risponde pienamente allo scopo sociale di una Casa di Accoglienza. Si presenta qui ed ora l’unica occasione per ottenerne la realizzazione con le agevolazioni provenienti sia dal Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza che dal SSN.

Inoltre siamo convinti che perseguire questo obiettivo significhi riaffermare un principio ispiratore del nostro agire politico, cioè offrire alla nostra comunità maggiori opportunità in termini di servizi e di progettualità, senza né impiego né spreco di denaro pubblico, ma utilizzando costruttivamente il patrimonio immobiliare comunale.
È questa anche l’occasione di fare chiarezza. È certamente necessario e utile il dibattito pubblico, ma è del tutto fuorviante e strumentale la diffusione di notizie false tese a manipolare le buone intenzioni di chi presenta proposte progettuali che non hanno nulla di punitivo verso nessuno. Ci lascia basiti il clamore di alcuni interventi (opera dei “soliti noti” conservatori) che si leggono sui social, perché non hanno nulla dello spirito francescano. Ci amareggiano sia l’improbabile difesa della proprietà che l'assenza cinica della consapevolezza del momento emergenziale pandemico che viviamo come comunità.
Tanto per essere chiari:
• La presenza dei Frati nel Convento di San Francesco non è mai stata messa in discussione. È FALSA qualsiasi notizia che vuole attribuire a questa Amministrazione la volontà di allontanare i Frati da San Francesco.
• La Casa di Accoglienza, come peraltro tutto il Convento, è legalmente di PROPRIETÀ del Comune di Montella, come dimostrato da atti ufficiali, consultabili su richiesta. Ai Frati fu concesso l’uso, il possesso della Casa di Accoglienza, per finalità sociali e non di lucro.
L’affitto stipulato negli anni passati con la Comunità Montana (cosa che stranamente non ha suscitato scalpore!) ha interrotto di fatto il possesso del bene da parte dei frati, quindi la Casa può essere destinata, in quanto proprietà del Comune, ad un uso sociale, come la sua destinazione iniziale prevedeva e prevede tuttora.
• La gestione dell’ospedale di Comunità è affidata al Servizio Sanitario Nazionale e non a cooperative private, come si è raccontato sui social solo allo scopo di delegittimare l’iniziativa.

Una menzione a parte merita il parcheggio del convento, acquistato evidentemente con donazioni della comunità e al servizio della comunità e di tutti i cittadini che visitano il luogo. Facciamo solo notare che il sistema di illuminazione del parcheggio, dell’intero perimetro esterno del complesso conventuale e dello stesso campanile è stato realizzato a spese del Comune di Montella, che paga l’utenza con un costo annuo di oltre 3.000€ .

Il parcheggio, in accordo con i frati, durante la pandemia è stato individuato come Drive in Covid perché facilmente raggiungibile da tutti i paesi del circondario.

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TECHne’’ - Progettare il futuro di Roberta Bruno e Ugo Calvaruso

Gianni Fiorentino, laureato in Giurisprudenza e titolare dell’omonima azienda agricola, ha ricoperto per anni il ruolo di consulente allo sviluppo locale ed è da sempre appassionato di vino.  Nato e cresciuto a Paternopoli, in una casa in campagna nel mezzo di un vecchio vigneto, tra gli odori della terra lavorata e quello del vino fatto in casa, coltiva da sempre insieme ai fratelli il desiderio di costruire una cantina nuova, che faccia dell’innovazione la naturale estensione della tradizione.

Nel 2012 realizza l’aspirazione familiare: quello di un’azienda vinicola con una cantina caratteristica, in grado di raccogliere il passato delle tradizioni e guardare verso il futuro, tenendo insieme territorio e tecnologia. Sviluppare questa attività all’interno della proprietà familiare è stata una scelta che ha riguardato insomma tutta la famiglia: dalla unione della gestione dei vigneti, alla costruzione di una nuova cantina in bioarchitettura, fino all’avvio dell’attività di vinificazione e di commercializzazione del vino. «La nostra storia familiare è molto legata alla terra: mia madre era contadina e mio padre emigrante.
La nostra passione per il vino è un amore indotto anche dalle circostanze in quanto il vino è stato fin dall’inizio un convitato liquido all’interno della nostra famiglia. La vecchia cantina si trovava tra la cucina e le camere da letto e quindi, da sempre, la nostra è stata una convivenza di fatto con il mosto, con il vino, con le botti, le bottiglie...
Nel tempo, dunque, ci è sembrato naturale protrarre e provare a dare valore a quello che avevamo già. Agli inizi degli anni ’90 abbiamo dato vita alla prima cantina di Paternopoli, vinificando ancora in casa, fino a poi intraprendere questo nuovo percorso più strutturato, con i suoi punti di bellezza e difficoltà, ma che appartengono direi naturalmente all’attività d’impre - sa».
Per Gianni Fiorentino il settore del vino in Irpinia è ancora all’ini - zio di un percorso, molto è stato fatto e si sta facendo e ancora tanto si potrà fare nei prossimi anni, sia rispetto alle strutture aziendali che alla capacità di produzione, nonché nell’integrazione degli elementi di innovazione all’interno delle singole aziende: «Da questo punto di vista l’Irpinia, seppure siano presenti  grandi marchi storici e affermati, è sul piano più generale una terra giovane, ma può fare di questa
condizione oggettiva un punto di forza: non avendo infatti dei modelli consolidati e strutturati sotto il profilo dell’identità e non solo, restano ampi spazi per creare o inserire elementi di innovazione e cambiamento funzionali alla modernizzazione del tessuto imprenditoriale ».

La mancanza di riferimenti strutturati e diffusi crea di fatto uno spazio di azione potenziale sul quale insistere. «L’Irpinia è produttrice del Taurasi, ma ogni cantina ha il proprio, con il risultato di avere spesso tanti Taurasi l’uno diverso dall’altro.
Inoltre, esiste un certo disequilibrio tra le aziende, in virtù di un individualismo che pur essendo prerogativa dell’attività di impresa, qui si traduce in una costruzione monca o addirittura assente di una visione condivisa e di spazi dove questa visione può generarsi e crescere.
La produzione del vino in Irpinia, rispetto al mare magnum del mercato dei vini, è una piccola parte, seppure di pregio, per cui proprio gli elementi della condivisione e del confronto possono in questo caso giocare un ruolo fondamentale ».
Per far sì che il prodotto si imponga e cresca sul mercato oltre alla necessaria “qualità del prodotto” è opportuno – secondo Fiorentino - arricchire la “qualità del racconto che oggi è parte integrante del prodotto stesso che si offre al cliente”, quindi la narrazione della storia delle aziende, del territorio, del paesaggio, del lavoro, delle relazioni. Su questo aspetto l’Irpinia ha un patrimonio unico e prezioso da narrare e nel quale ritrovarsi. Quello che manca, però, è forse la consapevolezza dell’importanza e della necessità del raccontarsi, in modo tale da poter esprimere all’esterno, all’enoturista, una percezione positiva e profonda della produzione irpina: «La spinta verso gli strumenti digitali, accelerata come non mai dal Covid, ha anche favorito una tendenza alla disintermediazione tra produttore e consumatore»,
spiega Fiorentino, «e questo fenomeno può aiutare nella costruzione di un racconto composito del territorio irpino, oggi episodico, frammentato e sconnesso, spesso assente.
Solo lavorando ad una ricucitura delle diverse parti e del ruolo e delle funzioni degli attori presenti, è possibile raccontare e lasciar conoscere l’Irpinia all’esterno e allo  stesso tempo rafforzare la consapevolezza del territorio in chi ci abita, tirando fuori le storie autentiche ed esemplari».
La questione del racconto è dunque una questione centrale, soprattutto per l‘Irpinia, dove la mancanza di un racconto autentico e fondato su un atto d’amore preclude la visione e la comprensione di nuove possibilità, che oggi più che mai consistono anche nelle nuove tecnologie:
«Mettersi in cammino significa aprirsi alla conoscenza e alla possibilità di apprendere anche dagli altri per importare e contaminare di elementi di novità il proprio lavoro. I modelli predefiniti e stabili sono tramontati, dopo il Covid dobbiamo essere abili a navigare nell’incertezza, per continuare un viaggio di cui non conosciamo con certezza la mèta».
Lo sviluppo per Gianni Fiorentino non è solo nelle tecnologie e nella loro applicazione, ma anche nella “testa delle persone”, dunque rimane prerogativa indispensabile il lavoro di formazione, legato all’espe - rienza e alla conoscenza, che attribuisca il giusto e vero valore “a ciò che si ha e a ciò che si è”. Un aspetto fondamentale di questo processo consiste nell’apprendimento territoriale, che nella narrazione viene valorizzato su due fronti: sia mettendo in evidenza il prodotto sia fornendo una storia unica all’eno - turista-cliente, che a sua volta apprende il valore e la cultura che gli viene trasmessa proprio attraverso quella particolare narrazione.

 

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Deliberazione della Giunta Comunale 143 del 28/08/2021

OGGETTO:PNRR - DESTINAZIONE IMMOBILE DI PROPRIETÀ COMUNALE SITO IN MONTELLA ALLA LOCALITÀ SAN FRANCESCO A FOLLONI "CASA DI ACCOGLIENZA SAN FRANCESCO" -  INDIVIDUATO CATASTALMENTE AL FOGLIO 25 PARTICELLA 430 - A OSPEDALE DI  COMUNITÀ E/O CASA DI COMUNITÀ - 

L’anno duemilaventuno, il giorno ventisette del mese di agosto, alle ore 09:00 e prosieguo, nella sala delle adunanze del Comune suddetto, si è riunita la Giunta Comunale con la presenza dei sigg.

 

e con l’assistenza del Segretario Comunale Dott.ssa Myriam Feleppa. Il Presidente, constatato che gli intervenuti sono in numero legale, dichiara aperta la riunione ed invita i convocati a deliberare sull’oggetto sopraindicato.
                                                    L A G I U N T A C O M U N A L E

>SCARICA LA DELIBERA IN PDF<

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L’ amico Fritz di Totoruccio Fierro

Nel periodo della mia adolescenza, anni 50/60 del secolo scorso, per ascoltare la musica in generale ( canzoni, pezzi e arie liriche, sinfonie, ecc.), era un’impresa, ardua come quella di scalare una cima dell’ Himalaya o come quella che dovette affrontare il Paladino Orlando che perse la vita nella battaglia di Roncisvalle contro i Saraceni, dopo il tradimento di Gano di Maganza, nonostante la sua Durlindana e nonostante avesse chiesto aiuto a Carlo Magno soffiando nel suo Olifante fino a farsi scoppiare il sangue nelle orecchie! L’ascolto della musica era riservato a pochissimi, ai solo possessori di radio, giradischi e tv!
A casa di mio nonno, Tore Fierro, eravamo fortunati perché tenevamo una radio, chiusa in un grosso mobile di legno lucido e dotata di un giradischi; purtroppo non avevamo i dischi e la radio, ricevendo le sole Onde Medie, gracchiava e gracidava in modo continuo e assillante, martellando le orecchie di chi, paziente, cercava di ascoltarla!
Insomma, un vero disastro!
La buonanima di mio Padre, Carlo Gelsomino, ( che gestiva il Cinema e, dato i tempi difficili e per invogliare la gente, era costretto a vendere i biglietti d’ ingresso per la strada alle persone o al botteghino, poi imbobinava le pizze di celluloide del film e, infine, lo proiettava ) era anche lui affamato di musica, fino al punto da rubare, tagliando tre/quarto metri di pellicola di un film, dove nella colonna sonora era incisa la musica del Toreador della Carmen di Bizet, che riascoltava ogni volta che voleva, non esistendo allora, come dicevo, supporti elettronici e magnetici!
Allora, per ascoltare musica in genere, bisognava aspettare il Festival di San Remo, quello di Napoli e quella che trasmetteva la Rai-Tv : Canzonissima, Alto Gradimento, Festivalbar, ecc.
Un appuntamento importante e significativo era costituito dall’ arrivo dei complessi bandistici pugliesi in occasione delle feste paesane del SS. Salvatore e della Madonna delle Grazie.
Cittá di Bisceglie, Conversano, Giovinazzo e, soprattutto, Gioia del Colle erano e sono le bande musicali piú importanti dell’ intero panorama musicale italiano.
Esse si esibivano sui palchi allestiti al centro delle due piazze del nostro Comune.
Generalmente, erano costituite da 25 - 30 strumentisti, diretti dalla bacchetta di un Maestro dall’alto di un piedistallo. Esse in genere rispettavano il medesimo cerimoniale, prima di dare inizio all’esecuzione : i componenti si alzavano, battendo con le mani gli strumenti; il direttore salutava il pubblico con un inchino poi si girava di spalle e, battendo il leggio con la bacchetta, dava inizio alla prestazione con l’esecuzione dell’Inno d’Italia!
I brani che venivano eseguiti erano costituiti, per lo piú, dalle arie più famose della lirica italiana, canzoni napoletane, incalzanti marcette e sul tabellone esposto si leggevano i titoli degli stessi.
In genere, la gente poco incline e predisposta all’ ascolto della musica classica, passeggiava distratta, mentre sotto il palco si radunava il solito gruppetto degli intenditori e appassionati e, se tra esso si scorgeva la presenza di Emidio Grandis e del maestro di musica Antonio Pertuso, allora significava che il complesso bandistico era veramente all’altezza delle aspettative.
Il maestro Pertuso componeva musica sacra, insegnava musica e suonava l’organo delle varie chiese di Montella durante le varie funzioni religiose.
Si esibiva soprattutto sull’organo della Chiesa Madre ( Collegiata di Santa Maria del Piano ), sostenuto da una ricca architettura lignea, adorna di pitture e rilievi e possedeva una profonda e tremula voce baritonale che faceva scivolare a pioggia sulla sottostante navata, inondandola di intense note vibranti e palpitanti che filavano dritte nel cuore dei fedeli!
Ogni anno, dal 29 novembre al 7dicembre, in questa chiesa si celebra la novena dell’Immacolata Concezione.
La campana incomincia a suonare a distesa alle cinque del mattino e, incalzando sempre piú i suoi rintocchi, tenta di aprirsi un varco tra le tenebre ancora fitte e il freddo intenso di dicembre.
I fedeli si accomodavano sulle due lunghe file di banchi : su una tutti i maschi e sull’altra tutte le femmine!
Ricordo che all’epoca, nelle cappelle laterali di sinistra, addossati alle pareti e agli altari, si allineavano molti giovani che andavano, non tanto per seguire la funzione religiosa, quanto per vedere le ragazze che, di prima mattina, ma giá abbastanza civettuole e compiacenti, reggevano il filo!
Se qualche ragazzo, assai imprudente si azzardava ad andare verso l’abside, passando per le cappelle, allora si sentivano riecheggiare nella chiesa sonori e pesanti schiaffoni e sberle che si abbattevano sulla testa dell’ impudente e temerario malcapitato!
Il prete sull’ altare, avvezzo com’era, faceva finta di non sentire!
Dopo una lunghissima litania...incominciava il canto dell’Immacolata : l’ organista intonava possente la strofa, a cui, dopo un attimo, rispondeva in coro l’assemblea dei fedeli! La canzone è molto lunga e piacevole da ascoltare...
Ma riprendiamo il filo del discorso : una sera piuttosto fresca del mese di giugno, il terzo giorno della festa del SS. Salvatore, mi avvicinai al palco dove si stava esibendo il gruppo bandistico di Gioia del Colle e sul tabellone lessi “ INTERMEZZO “ da L’Amico Fritz di Pietro Mascagni ( Commedia lirica in tre atti ), compositore livornese e autore anche di Cavalleria Rusticana.
Considerando che gli intenditori aficionados erano in trepida attesa, decisi di sostare anch’io!
Non conoscevo il brano, ma la sua esecuzione, la sua partitura mi lasciò attonito ed esterrefatto e grande fu poi la mia commozione, allorché vidi gli occhi lustri degli astanti...
Da allora, ho riascoltato tantissime volte il pezzo, diretto da Von Karajan, Abbado, Muti, ed altri, che mi rinnovella sempre grande emozione e profondo sentimento per la sua straordinaria melodia e musicalità!
La musica ha carattere universale, senza tempo e senza limiti, non è solo per cultori e conoscitori, non ha bisogno di essere appresa, travalica ogni ostacolo, é libera, penetra nell’animo umano e infonde amore ed emozioni anche nei cuori più duri!
Ha un linguaggio espressivo, significante, comprensibile...infatti, come è noto, il Voyager Golden Record è un disco inserito nelle due sonde spaziali lanciato dall ‘uomo nel 1977 nei recessi dell’infinito!
Mi auguro vivamente e con tutto il cuore che esseri viventi dagli infiniti spazi possano restituire all’umanità un loro disco con l’aggiunta di una Ottava Nota, alle sette scoperte nel secondo millennio da Guido d’Arezzo, che potrá così continuare : do re mi fa sol la si...ci siamo!

Totoruccio Fierro

Montella, 2 settembre 2021

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Vincenzo Savino ricorda l'amico Felice Basile

Confutata la Congettura di Basile (Felice) – In ricordo di un caro amico – E’ già passato più di un anno da quando l’arch. Felice Basile ci ha lasciati; io lo conoscevo fin da bambino, da quando abitava in Via Gamboni.
Spesso andavamo a casa sua a giocare a tressette o a scopa, utilizzando il prezzo dei fumetti per “giocare a soldi”.
Ricordo che un giorno, avrò avuto 8-9 anni, lui ne aveva qualcuno più di me, mentre giocavamo a “Nanzi Corte” iniziò a piovere e tutti corremmo a casa di Felice per ripararci e per giocare a carte.
Tutti correvamo, tranne Felice, che invece ci seguiva a passo normale; noi, già al riparo, gli gridavamo di correre per non bagnarsi, e lui se ne uscì sostenendo che, correndo o camminando, si prendeva sempre la stessa quantità d’acqua: era nata la “Congettura Basile”.


In matematica esistono tre livelli di affermazioni: gli assiomi, le congetture e i teoremi.
Gli assiomi vengono accettati come verità lampanti, primarie, per le quali non c’è bisogno di dimostrazione; nella geometria euclidea, quella che si studia a scuola, sono solo cinque; per darne un’idea riporto il primo che afferma: “Per due punti passa una ed una sola retta”. Da soli cinque semplici assiomi, del tipo che ho riportato, deriva tutta la geometria.


I teoremi invece sono verità matematiche e geometriche dimostrate con passaggi logici inattaccabili utilizzando gli assiomi o altri teoremi già dimostrati.
Le Congetture infine sono una via di mezzo; sono enunciate come i teoremi perché sembrano del tutto evidenti, ma sono ancora prive di dimostrazione.
Molti matematici hanno lasciato la dimostrazione di loro congetture alle generazioni successive; al riguardo famoso è stato l’ultimo teorema di Fermat, matematico francese del XVII secolo; una sua congettura è stata dimostrata vera, e quindi è diventata un teorema, solo pochi anni fa, dopo che su di essa avevano consumato la propria mente schiere di matematici di tutto il mondo, per decenni.
L’affermazione di Felice sul fatto che con la pioggia, si corra o si cammini, ci si bagna allo stesso modo, mi colpì molto, come può sorprendere un bambino una inaspettata rivelazione, a cui non aveva mai pensato; i bambini agiscono prevalentemente per istinto e forse quell’affermazione mi colpì tanto perché sembrava invece frutto di una riflessione, cosa inusuale per bambini di quell’età.
Istintivamente l’enunciato mi sembra- va sbagliato, però già conoscevo la sottigliezza di pensiero di Felice e non sapevo se credergli o meno.
Molti anni dopo, quando tornavo a Montella e lo incontravo, mentre parlavo con lui, la sua Congettura mi tornava in mente, anche se non gliene ho mai fatto cenno.
La sua scomparsa così improvvisa, è stata un duro colpo per noi tutti, amici e familiari, e a volte mi ritrovo a pensare a lui e inevitabilmente mi ritorna in mente la “Congettura Basile”.
E mi ritorna in mente l’antica domanda: ma Felice aveva ragione o no?
Un pó per ricordare un caro amico, un pó per divertimento, un pó per sciogliere una volta per tutte il dilemma, ho preso carta e penna e mi sono cimentato nella sua analisi che a me sembra abbastanza semplice e che può essere seguita anche da chi non ha molta dimestichezza con la matematica.
Congettura di Basile
Con pioggia uniforme, andando dal punto A al punto B, si prende sempre la stessa quantità di pioggia, indipendentemente dalla velocità di spostamento.

Analisi
La persona sotto la pioggia, che si bagna la testa, le spalle e normalmente la parte anteriore del corpo, per comodità viene assimilata ad un parallelepipedo.
Altre utili ipotesi sono che la pioggia cada perfetta- mente verticale e che sia omogenea, cioè che ogni goccia, per esempio quella rossa in figura, disti dalle altre in egual misura dg.
Il parallelepipedo è alto lh, largo la e profondo lb.
Per comodità osserviamo la scena da un piano parallelo alla faccia laterale ABCD; vedremmo la figura successiva.
Riferendoci ad essa, defi- niamo alcune grandezze:
• Velocità costante della
pioggia = vp (m/s);
• Velocità costante perso-
na (Felice) = vF (m/s);
• Distanza dalla casa in
cui ripararsi = lp (m).
Analizziamo la figura e cerchiamo di capire che succede col movimento.
Col parallelepipedo che si muove con una velocità orizzontale pari a quella verticale della pioggia (vF = vp), proviamo ad individua- re le gocce che ne bagnano la faccia superiore, in figura il lato AB.
In tale situazione la goccia che è nel punto A viene intercettata; muovendosi poi il parallelepipedo in orizzontale di un tratto dg, distanza fra una goccia e l’altra, le file di gocce orizzontali scendono anche esse di eguale distanza dg (abbiamo ipotizzato vF = vp) ; il punto A perciò intercetterà anche la prima goccia rossa fra quelle in figura.
Quando il parallelepipedo sarà avanzato di 2dg, il punto A intercetterà la seconda goccia rossa e così via; la linea rossa che unisce tutte le gocce d’acqua che il punto A intercetta nel suo spostamento, individua un angolo α con l’asse orizzontale.
Se la velocità della persona è invece metà della velocità di caduta della pioggia (vF = ½ vp), nella sua progressione orizzontale, il punto A intercetterà una goccia di pioggia ogni due file di gocce che scendono; le gocce intercettate sono quelle unite dalla linea verde che forma un angolo α’, maggiore di α, con l’asse orizzontale.
Quanto più lenta è la velocità del parallelepipedo, tanto più grande è l’angolo individuato dalla retta che unisce le gocce intercettate dal punto A con l’asse orizzontale.
L’angolo α, la velocità di traslazione del parallelepipedo e il numero di gocce intercettate dal punto A, sono quindi legate fra di loro in modo diretto.
Quanto detto per il punto A, si può ripetere per il punto B, anzi per tutti i punti compresi fra A e B.
Geometricamente questo significa che, con velocità costante di traslazione del parallelepipedo, le gocce di pioggia che cadranno sul segmento AB mentre arriva alla fine del percorso, sono quelle comprese nello spazio racchiuso fra le due rette parallele che partono da A e B, il cui angolo di inclinazione α dipende solo dalla velocità del parallelepipedo.
Traducendo in immagine quanto detto, si ha la figura a lato; le due rette parallele per A e B, definiscono con il lato AB e col segmento di parete verticale MN, un trapezio isoscele i cui vertici sono i punti N, B, A ed M.
Le gocce contenute nel trapezio cadranno sul segmento AB mentre questo raggiunge la parete verticale di sinistra.
C’è corrispondenza diretta fra la superficie del trapezio e il numero di gocce che cadranno sul lato AB; tanto maggiore è la sua superficie più gocce cadranno sul segmento AB.
Tale legame non è però di diretta proporzionalità; se, per esempio, aumentiamo del 5% la superficie del trapezio, non è detto che aumenti del 5% il numero delle gocce in esso contenute.
Questo dipende dal fatto che fra le gocce esiste una distanza discreta; esse non sono attaccate una all’altra in un velo continuo.
Ciononostante il legame fra la superficie del trapezio e la quantità di gocce esiste; con aumenti di superficie piccoli e variazioni minime dell’altezza del trapezio, non è garantito un aumento del numero delle gocce, sicuramente però tale numero non diminuisce.
Moltiplicando poi la superficie del trapezio per la densità bidimensionale della pioggia, ricaviamo il numero di gocce che con molta probabilità cadranno sul segmento AB nel suo cammino.
La superficie del trapezio si calcola ricordando che essa è data da “base maggiore più base minore diviso due e moltiplicato per l’altezza”.
Nel nostro caso la base maggiore è il segmento BN, la base minore il segmento AM e l’altezza il segmento AP.


Il triangolo AHM è rettangolo e dalla trigonometria sappiamo che la lunghezza di un cateto è data dal prodotto della lunghezza dell’ipotenusa per il coseno dell’angolo racchiuso fra di essi.
Nel nostro caso:
HA = AM · cos α;
ma il segmento HA è pari alla distanza da percorrere lp; ne deriva quindi:
AM = lp/cos α.
Con lo stesso ragionamento possiamo scrivere: BH = BN · cos α e quindi:
BN = (lp + la)/cos α.
L’altezza del trapezio, corrispondente al segmento AP, è un cateto del triangolo rettangolo ABP, che ha il lato AB come ipotenusa.
Possiamo quindi scrivere che (altro teorema di trigonometria) AP = AB · sin α, oppure che:
AP = la · sin α.
La superficie del trapezio sarà quindi data da:

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Dimitri Dello Buono : questa inutile, stupida e insensata polemica.

Posso dire di conoscere San Francesco, inteso come il convento nella piana di Folloni, da quando ero un ragazzino. Padre Silvio, amico di famiglia, chiamava mia madre Aduccia e ricordo l’aneddoto di quando andando ad un matrimonio in ritardo in macchina disse a mia madre “Aduccia, non preoccuparti tanto se non arrivo io la cerimonia non inizia”
Al liceo Padre Paolo era mio professore come lo era di tantissimi altri a cui ha voluto bene come un fratello maggiore.
Da alcuni anni, c’era ancora il mio amico e fratello Agnello, ho vissuto San Francesco davvero intensamente e con lui, Cirillo e da qualche anno con Padre Paolo abbiamo passato momenti che dire intensi è solo per massima sintesi.
Credo di conoscere molto bene il pensiero, il modo di fare e soprattutto l’animo che ispira la comunità Francescana di Folloni. Vedere i ragazzi vivere in modo armonico lo stare insieme è un vero e proprio spettacolo che da un senso alla vita dei giovani i quali in contesti diversi non darebbero quello che a San Francesco invece viene spontaneo.
Leggere dei contrasti e delle incomprensioni che stanno riempendo i social e i giornali mi lascia perplesso e sinceramente sono molto amareggiato dalla situazione. Gli atteggiamenti dell’Amministrazione nei confronti dei Frati di San Francesco lacerano la comunità di Montella e non vedo alcuna ragione di accanirsi sui frati che hanno sempre condiviso gioie e dolori di tutti e messo a disposizione della collettività ogni cosa.
Ho aiutato personalmente Padre Agnello, Padre Cirillo e poi Padre Paolo a risolvere piccoli e grandi problemi della struttura di Folloni ed ho dato un deciso contributo per sbloccare la situazione del finanziamento regionale quando è servita una mano per andare avanti. Questo senza fare ne clamore ne postare nulla sui social perché quando si fa qualcosa col cuore lo si fa e basta e come si legge nel Vangelo “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”.
Di questo me ne sono testimoni persone che come me lo hanno fatto col cuore.
Tutto accadeva prima che questa amministrazione, che ho desiderato, votato e supportato, si insediasse.
Credo che la situazione stia degenerando e vedere il Provinciale costretto a scrivere per chiarire i fatti mi imbarazza come cittadino di Montella, mi turba come credente e soprattutto mi umilia come persona che conosce il pensiero ed il modus operandi che contraddistingue quest’ordine.
Io ammiro e apprezzo quest’ordine religioso che è fatto di persone molto forti, di sicuro più di me perché io non riuscirei a fare quello che loro fanno con la semplicità con cui lo fanno.
Come montellese, credente e loro amico chiedo davvero scusa a tutti i Francescani e spero che tutti, passandosi la mano sulla coscienza, facciano altrettanto con l’unico scopo di vedere spegnere questa inutile, stupida e insensata polemica.

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Parcheggio adiacente il Convento di San Francesco - Il comunicato integrale Fra Cosimo Antonino, ministro provinciale

Con riferimento al parcheggio di cui oggi il Comune di Montella rivendica la proprietà, nonostante il grande rammarico per tutta la vicenda, nella qualità di ministro provinciale dei frati minori conventuali mi vedo costretto a ristabilire la verità più volte travisata, anche per rispetto ai sacrifici dei frati ed alla generosità dei benefattori che hanno contribuito alla realizzazione dell'area parcheggio del convento di San Francesco a Folloni.
Nel 2002 i frati del Convento di San Francesco hanno acquistato per la Provincia di Napoli dei Frati Minori Conventuali dal Sign. Varallo Gerardo un terreno attiguo al Convento (f. 25 particelle 317-325-331-327) con le offerte pervenute dai montellesi americani di Norristown. Il terreno è stato acquistato al fine di realizzarvi un parcheggio a servizio dei pellegrini e dei visitatori del Complesso conventuale di san Francesco a Folloni. L’intitolazione del piazzale al confratello montellese P. Giovanni Recupido è stata una iniziativa dei frati ed è motivata dal fatto che parte del parcheggio insiste su una consistente particella adiacente (318), oggetto di legato alla Provincia religiosa da parte del confratello, estinto alla fine degli anni ‘80.
Essendo tutta l’area vincolata dalla Soprintendenza per i Beni A.A.A.S. di Salerno e Avellino con un decreto ministeriale del 1984, l’intera pratica per il progetto del parcheggio è stata presentata dai frati, in qualità di proprietari del terreno, ed ha ricevuto tutte le autorizzazioni, compresa quella paesaggistica con la relazione positiva dell’UT del Comune di Montella, come richiesto dalla procedura. I vari progetti sono stati realizzati da tecnici di Montella che hanno messo a disposizione dei frati di San Francesco la loro professionalità in modo gratuito: il progetto è stato redatto dall’ing. Fabio Gramaglia e dall’arch. Carmine Musano, la progettazione per l’impianto elettrico è dell’ing. Vitantonio Gambone. I lavori sono stati eseguiti dalla Ditta Ferruccio Capone gratuitamente. Tutte le spese relative all’acquisto di cavi e di tutto il necessario per l’impianto di smaltimento delle acque e del successivo intervento per asfaltare l’area, dipingere le strisce e tutto il corredo, recuperare i vecchi pali della luce e reimpiegarli nella nuova sede del parcheggio, è stato realizzato con le offerte di Francesco d’Incanto (Festa di san Francesco) che aveva a quei tempi in Gaetano Volpe il presidente del Comitato.
Al Comune di Montella fu richiesto a suo tempo - e realizzato dopo i lavori al viale di san Francesco - di allacciare alla corrente pubblica l’impianto di luci del parcheggio per ragioni di sicurezza e perché il Complesso conventuale, in tal modo, fosse reso il più possibile fruibile ai fedeli e ai turisti. Questo a testimonianza di una collaborazione sempre intercorsa tra i frati e le varie Amministrazioni che si sono avvicendate alla guida del Comune di Montella, e che l’attuale Amministrazione pare disconoscere completamente.

Fra Cosimo Antonino, ministro provinciale.

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