Una storia di 44 anni di abbandono di Michelangelo Chiaradonna
È da un po' che sto valutando di rompere il mio silenzio. Visto il perseverare della latitanza e del silenzio dell'Ente comunale, nella sua espressione politica e tecnica, alle richieste dei residenti riguardo lo stato inaccettabile e il disagio prolungato dovuto all'abbattimento dei fabbricati in via Ciociola, ritengo necessario esprimermi.
Questa è una storia di 44 anni di abbandono.
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Dal terremoto del 1980, questo e altri fabbricati limitrofi ( Foto 1-2 ) sono stati abbandonati dai residenti in quanto inagibili. Avendo ricevuto un alloggio fuori sito, la proprietà di questi fabbricati è passata al Comune. Nel corso degli anni, si sono verificati vari distacchi di pietre e tegole che finivano sul selciato, mettendo a rischio l'incolumità dei passanti. Dopo innumerevoli denunce negli anni fatte da Don G.V., residente in via Ciociola 18, i fabbricati (o meglio i ruderi) della casa di fronte furono parzialmente demoliti.
Anche il fabbricato (Foto 3) che negli ultimi tempi ha riscosso notorietà, anch'esso abbandonato e lasciato a marcire da 44 anni, ha visto distacchi di tegole e pietre sempre più frequenti. Nel corso degli anni, nessuna amministrazione né alcun tecnico si è posto il problema di mettere in sicurezza quelle case ormai fatiscenti e pericolanti, che potrebbero diventare un pericolo per l'incolumità dei passanti.
La situazione ha avuto una svolta il 5 novembre 2023, quando un masso di almeno 10 kg (Foto 4-5) è caduto sul selciato in mezzo alla strada. Da lì, si è provveduto "alla maniera italiana": si transenna la strada a tempo indeterminato, problema risolto.
(Foto 6) Transenne posticce, regolarmente spostate dal passante di turno. A marzo 2024, sono iniziati i lavori per demolire il fabbricato. Impalcature senza reti di protezione, per lavoratori e fabbricati adiacenti, senza un tabellone informativo; chi esegue, chi appalta, chi dirige, chi sorveglia.
(Foto 7) Ma i lavori procedono a singhiozzo fino al crollo parziale di un angolo della casa, avvenuto in piena notte il 12 giugno 2024, che ha fatto sobbalzare i residenti dal letto. Il boato e la polvere sprigionatasi hanno riportato alla memoria i ricordi del terremoto! I pochi residenti, tutti corsi fuori a rendersi conto di cosa fosse successo. (Foto 8)
Il giorno seguente, i responsabili del cantiere, invece di accorrere sul posto e assicurarsi che nessuno fosse rimasto coinvolto nel crollo, hanno inviato un tecnico comunale non identificato, che non si è qualificato e ha imprecato con aggettivi poco edificanti per un impiegato pubblico, suonando al campanello di un’abitazione. La sua premura è stata quella di aggredire verbalmente la signora che aveva testimoniato l'accaduto. Nel frattempo, la notizia del crollo notturno aveva fatto il giro del Web. In tarda mattinata, alcuni operai tentavano di giustificare che erano stati loro a far crollare l'angolo della casa. Operai solerti e laboriosi fino a mezzanotte! Chissà cosa avrebbe da dire l'ispettorato del lavoro.
Dopo il controverso abbattimento dei fabbricati (demolizione da effettuarsi a mano; ma sembra che ci siano stati mezzi meccanici all'opera), (Foto 9) la strada è in condizioni pietose: non è stata ripulita da detriti e calcinacci, le caditoie sono totalmente intasate (Foto 10) e possiamo solo immaginare dove l'acqua cercherà la sua strada (nelle fondamenta dei fabbricati).
Non e´da trascurare l´ipotesi di eventuali danni alla rete Idriga sottostante, dovuto al crollo ed ai giá menzionatui mezzi meccanici; Immondizia e vecchie suppellettili sono lasciate in bella vista,(Foto 11e12) e i residenti vicini hanno ancora le finestre sigillate per evitare che la polvere invada le loro case. Anche i residenti limitrofi si sono lamentati della situazione. Tuttavia, le competenze dei tecnici comunali sembrano limitarsi ad aggredire verbalmente i cittadini, colpevoli solo di dire e testimoniare ciò che hanno visto e sentito.
Infine, inviterei un po tutti, che stanno in cima alla „catena alimentare“ di farsi un bagno di umiltá. Di tanto in tanto non guasta e depura l´anima.
Chissà se questi fabbricati, invece di essere ubicati negli ormai dimenticati Casali, si fossero trovati in piazza, oppure al Corso, avrebbero avuto destino diverso. Chissà.
Agli amministratori che si sono susseguiti negli ultimi 44 anni e ai tecnici comunali, credenti o meno, in questi giorni ricorrono le festività del S.S.S., li inviterei ad andare scalzi in pellegrinaggio se in quella strada non ci è scappato il morto.
Michelangelo Chiaradonna
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Commenti 1
Una triste realtà di molti paesi irpini. Moltepiici immobili diruti,sia perché danneggiati dal sisma del 1980 sia perché abbandonati dai numerosi comproprietari di quote millesimal irrisorie, che minacciano la pubblica e privata incolumità. Mentre gli aministratori latitano. È pur vero che le risorse finanziarie disponibili sono sempre insufficienti ma a volte una buona pianificazione e programmazione può risolvere i problemi e migliorare la qualità della vita dei cittadini.