La scintilla che diede vita alla Misericordia di Montella di Giuseppe Bocchino, Alfonso ed Antonio Gambone
A 40 anni dalla fondazione della Misericordia di Montella vogliamo condividere con tutto il popolo montellese parte della sua storia.
Solamente attraverso la divulgazione, che sia essa orale o scritta, la memoria storica continua a vivere e con essa la verità. Proteggiamola.
Chi scrive sono i testimoni attivi della realtà dei fatti narrati.
Fatti che ora vi raccontiamo attraverso questa lettera aperta.
Novembre del 1983: ad Avellino nasceva una bambina di Montella con una rara malformazione all’esofago (atresia esofagea). Le mancava il tratto di collegamento che dalla trachea arrivava allo stomaco, la piccola non era in grado di alimentarsi.
A poche ore dalla sua nascita venne trasferita d’urgenza all’Ospedale Pediatrico Santo Bono di Napoli.
Passano i mesi e alla piccola non veniva data alcuna speranza di sopravvivenza; nel frattempo le era stato applicato un tubicino direttamente allo stomaco dal quale si iniettavano gli alimenti minimi per tenerla in vita.
A circa sei mesi il peso della neonata era costantemente in diminuzione. Si attendeva il decesso da un momento all’altro. I genitori tentarono di mettersi in contatto con una prestigiosa Università Inglese, dove, da alcune notizie ricevute si presumeva potessero aiutarli: inviarono a Londra una lettera scritta a mano da un noto e stimato insegnante di inglese di Montella. Purtroppo nessuna risposta arrivò.
I genitori della piccola (la madre aveva solo 16 anni) chiesero aiuto allo zio Benito Bocchino, il quale decise di recarsi personalmente al reparto di Pediatria del Santo Bono di Napoli per chiedere un incontro con il Primario e tentare di farsi spiegare bene quali erano le reali prospettive.
Benito ebbe conferma che per la bambina non c’era nulla che al Santo Bono potessero fare. Pensò così che per trovare una possibile strada era necessario rendere pubblica la vicenda. Si trattava di una vera e propria lotta contro il tempo. Si rivolse a Pasquale Grasso, all’epoca direttore di Telenostra il quale in pochissime ore organizzò una diretta TV con ospiti in studio i giovani genitori della piccola i quali lanciavano un appello (non di carattere economico).
Le telefonate che arrivavano in diretta si susseguivano, le offerte di aiuto erano innumerevoli ma nessuna telefonata portava quel messaggio di speranza che tanto si attendeva.
Dopo ore di diretta arrivò una telefonata da parte di una famiglia di Calore, Dentecane e/o da quelle zone limitrofe, la quale aveva avuto in famiglia un problema molto simile e che era stato trattato e risolto all’Università di Padova da un certo professor Guglielmi. All’improvviso si accese una speranza.
Il direttore di Telenostra in diretta TV si rivolse al Sindaco di Montella, interrogandolo su come mai a distanza di così tanto tempo nessuno della sua amministrazione si fosse mai interessato al caso di questa bambina in difficoltà. La risposta dell’allora Sindaco Salvatore Vestuto non si fece attendere: mise a disposizione immediatamente la casa comunale per tutte quelle che potevano essere le esigenze di questa famiglia, dal telefono alle auto ed autisti per eventuali viaggi, facendosi carico delle eventuali spese da sostenere.
Benito Bocchino, il Sindaco Vestuto e Pasquale Grasso, si misero in contatto con il reparto di Pediatria dell’università di Padova nella persona del Professor Guglielmi, il quale diede immediata disponibilità ad accogliere la bambina presso il proprio reparto di pediatria dell’Università di Padova. Era vero, a Padova avevano già trattato casi del genere con successo.
Era necessario organizzare il trasferimento. La Misericordia di Avellino mise a disposizione un’autoambulanza con centro mobile di rianimazione: l’autista era il signor Giovanni Cini (Ndr: Giovanni Cini volontario della Misericordia di Prato (Fi), venuto in soccorso in Irpinia all’indomani del terremoto del 1980 dove si stabilì poi in maniera permanente e nel giro di qualche anno fondò le prime Misericordie in Irpinia, quella di San Mango sul Calore e poi quella di Avellino).
La Clinica Malzoni (dove la bambina era nata) metteva a disposizione personale sanitario nella persona della Capo Sala del Nido Susanna Pavani ed un’incubatrice portatile, il Comune di Montella metteva a disposizione una vettura, (l’auto di proprietà di Salvatore Vestuto) con autista accompagnatore nella persona di Fulvio Lenzi, componente della giunta di maggioranza, naturalmente non mancava Benito fra gli accompagnatori. Era il 14 maggio del 1984 quando la bambina arriva all’Ospedale di Padova pesava 3.690 Kg all’età di sei mesi. Dimessa dopo circa un mese con un peso di 4.360 Kg. Entro due anni e al raggiungimento dei 10Kg affronterà un intervento di ricostruzione dell’esofago eseguito con successo in data 23 novembre del 1984. Il 21 dicembre del 1984 la bambina venne dimessa per tornare a casa.
Questo fu il caso che diede spunto alla nascita e alla creazione della Fraternita di Misericordia a Montella.
Da sempre Benito si era trovato a soccorrere decine di persone per strada con la propria auto; non si capacitava di come era possibile che un’associazione potesse mettere a disposizione in forma totalmente gratuita un’ambulanza, ancor più che esisteva un’associazione che si sorreggeva sul volontariato, tanto più che questa potesse essere completamente indipendente dal servizio sanitario nazionale, anzi era questa in sostituzione alle carenze dello Stato in quel periodo storico.
Da quel momento Benito Bocchino e Giovanni Cini iniziarono una fitta corrispondenza fatta di telefonate ed incontri finalizzati a capire sempre più sul come far nascere una Misericordia a Montella.
Chi oggi vi parla attraverso questa lettera aperta sono:
Giuseppe Bocchino: Cofondatore della Fraternita Misericordia di Montella figlio di Benito che insieme al padre ha partecipato fattivamente in prima persona a tutto quanto fin ora detto ed è testimone attivo della nascente Misericordia di Montella.
Alfonso Gambone: Cofondatore della Fraternita Misericordia di Montella. Padre della bambina portata a Padova. Alfonso insieme alla moglie hanno vissuto in prima persona tutto quanto fin d’ora narrato e sono testimoni attivi della nascente Misericordia di Montella
Antonio Gambone: Cofondatore della Fraternita Misericordia di Montella figlio del fondatore Gerardo Gambone.
Antonio insieme al fratello Alfonso, al padre Gerardo e allo zio Benito ha vissuto in prima persona tutto quanto fino ad ora narrato. È testimone attivo della nascente Fraternita Misericordia di Montella;
Tutto questo è accaduto nei primi anni post terremoto dell’80 in un paese in ginocchio, con una comunità distrutta e una ricostruzione che ancora non era partita.
Benito avvertiva la necessità di fare qualcosa per la propria comunità è fu da questo che intensificò i rapporti di scambio con Giovanni Cini. Si recò diverse volte presso la loro sede di Avellino qui cercò di capire come la Misericordia di Avellino lavorava e se lo stesso era possibile replicarlo a Montella.
Chiese consiglio a Giovanni Cini su come e cosa poter fare per creare una Misericordia a Montella: era necessario costituire un gruppo di persone che ne condividessero il progetto, creare un’associazione di volontariato secondo lo Statuto della Confederazione Nazionale ed infine affiliarsi alla Confederazione Nazionale delle Misericordie D’Italia. Meglio ancora se il progetto veniva sposato dall’amministrazione comunale.
E fu così che Benito, comincia a tessere relazioni con l’allora Sindaco Salvatore Vestuto il quale sin dal primo momento sposò il progetto e si rese promotore attivo affinché si costituisse la Fraternita di Misericordia a Montella. Furono avvicinati amici sensibili e parenti per raggiungere un numero minimo per la costituzione dell’associazione. Fra questi, quelli che sarebbero diventati poi i soci fondatori: Bocchino Benito, Bonavitacola Salvatore, De Ceglie Mauro, Dell’Angelo Gaetano, Gambone Gerardo, Iannella Gerardo, Lenzi Fulvio, Molinari Michele, Vestuto Salvatore.
Questi gli uomini che il 25 di Agosto del 1984 con atto (rep. N. 3501- racc. n. 1582) presso notar Laura Romano in Castelfranci AV fondarono la Fraternita di Misericordia di Montella. In seno alla Misericordia erano presenti inoltre il gruppo Frates “Donatori di Sangue” e il gruppo OSE “Protezione Civile”, gruppi questi parte integrante dello statuto sottoscritto.
La neo costituta Fraternita di Misericordia di Montella, per mezzo dei suoi fondatori formò il primo direttivo composto da:
Vestuto Salvatore Presidente pro-tempore il quale accettò la carica con riserva morale a dimettersi nel caso di un eventuale rielezione come sindaco nelle prossime elezioni amministrative che si sarebbero svolte nel giugno del 1985. Vestuto fu poi rieletto Sindaco e mantenne l’impegno, Rassegnò le dimissioni da “Primo presidente della Misericordia di Montella.
Bocchino Benito Vice presidente, responsabile gruppo OSE “Protezione Civile”;
Lenzi Fulvio Vice presidente;
Dell’angelo Gaetano Consigliere, Responsabile Frates “Donatori di Sangue”;
Mauro De Ceglie Consigliere Segretario;
Bonavitacola Salvatore (Maresciallo) Consigliere Economo;
Gambone Gerardo Consigliere;
Iannella Gerardo Consigliere;
Molinari Michele Consigliere;
[1] A seguito delle dimissioni promesse del Sindaco Vestuto, Lenzi fu eletto successivamente presidente.
[1] Il gruppo Frates fu gestito per oltre un decennio dal Dottore Gaetano Dell’Angelo il quale insieme all’allora primario del reparto di ematologia del Moscati di Avellino Dottore Ettore Volpe crearono e selezionarono un gruppo di donatori di sangue con un importante numero di donatori che puntualmente a rotazione donavano ogni mese, fra questi donatori poi fu anche fatta una selezione scelta di donatori di piastrine che all’occorrenza venivano chiamati per andare a donare direttamente in ospedale al centro trasfusionale.
Per informare, sensibilizzare, coinvolgere e avvicinare la Comunità di Montella furono organizzati convegni pubblici con la presenza anche di autorità della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, assemblee pubbliche, apertura delle iscrizioni, al fine di trovare volontari e cercare una sede dell’associazione.
Superare lo scetticismo della gente non era cosa facile: la popolazione era sorpresa: non comprendevano ancora il concetto di volontariato: La domanda che tutti si ponevano “è possibile prodigarsi verso il prossimo senza nessun tornaconto personale?”
Ben presto l’associazione si popolò di iscritti, interi gruppi di ragazzi e persone di ogni età si iscrivevano alla Misericordia, la sede della misericordia di via G. Garibaldi (piedi sera) diventò un luogo di aggregazione sociale, una fucina per la vita per tanti giovani.
Ritorniamo ella primavera del 1984 quando ancor prima della costituzione ufficiale fu ordinata la prima Autoambulanza: centro mobile di rianimazione con a bordo il rianimatore e defibrillatore portatile. Un Fiat Ducato a benzina allestito a mezzo di soccorso tra i più all’avanguardia del momento. Il costo complessivo era di circa 80 milioni di lire. Non avendo ancora iniziata la raccolta fondi affinché si potesse dare inizio all’allestimento ad autoambulanza si dovettero sottoscrivere dei titoli a garanzia: garanti a titolo personale furono Gaetano Dell’Angelo e Bocchino Benito, il Fiat Ducato acquistato venne intestato temporaneamente a Salvatore Vestuto. La raccolta fondi fu iniziata solo in seguito con l’impegno di tanti confratelli e la cifra fu raggiunta con generosa disponibilità dei montellesi (anche residenti all’estero).
Da questo momento in poi a parlare della Misericordia di Montella saranno gli atti e i registri ufficiali, tutti coloro che ne hanno fatto parte negli anni, ognuno con la propria storia e con le proprie esperienze.
Quella bambina di allora è oggi moglie e mamma di due bellissimi bambini. Il segno vivente di quanto la sensibilità verso il prossimo e la solidarietà senza confini, possano dare i loro frutti insperati: la vita stessa.
In questo anno ricorrono i 40 anni dalla fondazione della Fraternita della Misericordia di Montella, crediamo che i padri fondatori Benito e Gerardo, nostri genitori, che oggi non sono più con noi, mai avrebbero immaginato di aver contribuito a mettere a dimora un seme che avrebbe poi portato frutti per così tanti anni. A nome loro noi figli Alfonso e Antonio di Gerardo e Giuseppe di Benito diciamo grazie a tutti quei confratelli e amici che per oltre un ventennio hanno condiviso con noi questa magnifica esperienza.
Diciamo grazie ai tanti che oggi non conosciamo ma che tanto si sono prodigati per il prossimo per mezzo della Fraternita di Misericordia di Montella e ai tanti che lo fanno e lo faranno ancora.
Che Iddio ve ne renda merito Fraternamente
Montella, lì 08/08/2024
Alfonso Gambone
Antonio Gambone
Giuseppe Bocchino
V.S.
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