Una battaglia da vincere sul territorio
Mai come in questi tempi il nostro paese è sottoposto ad uno stress test e si trova a fronteggiare una situazione senza precedenti alla quale bisogna trovare soluzioni rapide ed efficienti.
La confusione regna sovrana un po’ a tutti i livelli e il CTS ancora non ha emanato linee guida su come trattare i pazienti a domicilio. I tanti quesiti inviati dalle organizzazioni sindacali ai vari rappresentanti istituzionali hanno trovato lettera morta probabilmente perché non hanno, neanche loro, le idee molto chiare.
Purtroppo ad oggi ,noi medici di medicina generale non abbiamo farmaci specifici per la cura domiciliare del covid 19 ma solo terapie sintomatiche come il paracetamolo, il desametasone (da non usare nelle fasi iniziali),l'antibiotico(??) e l'eparina a basso peso molecolare. Tutto il resto è improvvisazione che non può trovare spazio nella medicina dell'evidenza. Anche tutte quelle terapie che sembravano promettere bene nella prima fase dell'ondata pandemica ,come per es.
l’idrossiclorochina, non sono state approvate dall'AIFA in quanto non hanno dato risultati significativi rispetto al placebo. I centri Covid , che non hanno moltissime armi terapeutiche in più rispetto ai medici di base , sono quasi saturi e vanno riservati ai pazienti più gravi e pertanto, in attesa di un vaccino o degli anticorpi monoclonali (già usati con successo sul presidente Trump in forma compassionevole), la battaglia contro questo virus si deve combattere sul territorio facendo appello alla massima responsabilità dei singoli individui. Nessuno puo' peccare di menefreghismo perché rischia di compromettere i sacrifici di tutti, in pratica ognuno deve essere poliziotto di sé stesso.
I virus respiratori, come è risaputo, si moltiplicano e resistono maggiormente sulle superfici con il freddo e siccome l'inverno ancora deve arrivare è facile intuire che ci attende un periodo lungo e difficile da reggere sotto tutti i punti di vista, economico, sociale ma soprattutto sanitario.
In caso di sintomi simil influenzali, i pazienti non devono farsi prendere dal panico, non devono assolutamente uscire di casa ma chiamare il loro medico di famiglia o il sep per essere guidati.
Ricordiamo che sostanzialmente è una malattia guaribile, infatti, il 95% dei positivi al covid è asintomatico o paucisintomatico e che la mortalità è del 1,3% (di solito pazienti fragili).
Non bisogna assolutamente farsi prendere dall’ansia anche se ,a volte, anche la semplice attesa del referto di un tampone è diventata snervante e distruttiva per molti pazienti.
Mi piace ricordare le parole del prof. Franco Locatelli: ” Niente panico e viviamo responsabili, ma viviamo”.
Vi ricordo che l'accesso allo studio di medicina generale è regolamentato dalle disposizioni nazionali e regionali come evidenziato in questa locandina affissa davanti a tutti gli studi medici:
La scorsa settimana nel nostro studio associato ci sono state, mal contate, più di 700 presenze, sicuramente è un periodo in cui si praticano le vaccinazioni antiinfluenzali ma è altrettanto vero che molte persone anziane (più fragili) vengono allo studio perché hanno problemi a farsi inviare le ricette dematerializzate in quanto non hanno molta praticità con i WhatsApp o con le email.
Potrebbero, a mio avviso, essere aiutati in queste operazioni dai nipoti o da qualche volontario.
Bisogna assolutamente, per il bene di tutti, evitare pericolosi e inutili assembramenti.
Ai pompieri si insegna che in caso di emergenza il primo a doversi mettere in sicurezza è proprio l’operatore perché se resta tra le fiamme non può salvare più nessuno. Lo stesso principio dovrebbe valere per i medici ma purtroppo non è stato così e per questo voglio rivolgere un pensiero a tutti i colleghi che ci hanno lasciato a causa di questo nemico invisibile (200 circa) e in particolare al medico di medicina generale di Torre Annunziata, morto pochi giorni fa e che i
colleghi della MediCoop, di cui lui faceva parte, hanno voluto ricordarlo così:
Perdonaci Mirco !!!
Avremmo voluto fare di più, avremmo voluto che tutti avessero fatto qualcosa di più, come una cosa semplicissima: rispettare delle banalissime regole che impongono l’uso di una mascherina indossata in modo corretto e mantenere delle giuste distanze, per impedire che il mostro chiamato Coronavirus possa colpirci e distruggerci.
Purtroppo non è così, non è stato così !!!
L’egoismo dell’essere umano ha ancora una volta predominato !!!
Hai svolto il tuo lavoro di medico di famiglia con dedizione, sei morto sul campo, in trincea colpito da una pallottola vagante chiamata Covid-19, che ha colpito a morte te, MA FERITO TUTTI NOI che continuiamo a combattere sul fronte Coronavirus, nonostante i sorrisini sarcastici dei vari Vespa a “Porta a Porta”, dei Fazio, degli increduli come Sgarbi, dei tanti negazionisti e complottisti o dei tanti opinionisti o pseudo-scienziati che pontificano da dietro le scrivanie e si lamentano dei
medici di famiglia, ma che al FRONTE di un ambulatorio di un medico di Medicina Generale non ci sono MAI stati.
Troppo comodo affermare è una banale influenza o il telefono del dottore è sempre occupato, se non hai frequentato per un solo, e ribadisco UN SOLO GIORNO, un nostro ambulatorio!!!
Maledetti che scrivete contro i medici di famiglia perché non fanno a sufficienza il loro lavoro, ma perché NON VENITE con una telecamera nei nostri studi, ma non per fare una intervista concordata, ma PER DOCUMENTARE come trascorriamo le nostre giornate? Perché non venite???
Però ve lo anticipo da subito, Vi voglio anche a casa, poiché neanche al cesso abbiamo più il tempo per concentrarci ed espletare le normali funzioni fisiologiche, presi come siamo dalle miriadi di telefonate, email e WhatsApp.
Ma questo sui giornali nessuno lo scrive, in TV non lo sentiamo: in pochi spendono buone parole.
Purtroppo, fa più notizia la lamentela: i mass media amano la malasanità!!!
Perdonaci Mirco, nessuno Ti ha protetto, non hai mai avuto un DPI dalle Istituzioni poiché lo sai non spettano a noi medici di famiglia, ma ora Ti prego, se puoi, proteggi Tu TUTTI NOI che continuiamo a svolgere con passione e dedizione il nostro lavoro di medico di famiglia, poiché Tu lo sai… il peggio deve ancora venire, ma l’uomo della strada non lo sa, non lo vuole sapere, lui deve continuare a vivere come gli pare e piace, poiché lui è un UOMO LIBERO.
E purtroppo è vero che non possiamo e non dobbiamo fermarci, lo sai che non è ipotizzabile un completo Lock down poiché economicamente siamo sul ciglio del baratro e non lo sopporteremmo, ma almeno ILLUMINA chi deve decidere che almeno attui dei lock down CHIRURGICI, mirati a fermare gli assembramenti, a multare gli irrispettosi, ad impedire che per colpa di pochi ignoranti e menefreghisti, paghino tutti.
E ribadisco auguriamoci che i nostri concittadini facciano una volta e per tutte un passo indietro, un piccolo passo indietro che moltiplicato per milioni di passi, diventerebbe UN GRANDE PASSO INDIETRO. Ne va del nostro futuro.
E perdonaci se neanche Tua moglie ed i Tuoi figli potranno accompagnarti all’ultimo viaggio per la quarantena imposta e perdonaci se non hai potuto godere dal letto della rianimazione la Laurea con lode di Tua figlia.
Sappi però, che per noi sei, sarai e rimarrai un esempio, di professionista serio, attento e scrupoloso, morto sul campo della Medicina per colpa di un virus maledetto.
Ciao Mirco Ragazzon, da parte mia e di Tutti gli amici e Colleghi della MediCoop VESEVO con i quali hai trascorso tanti momenti sereni.
Peppino Volpe
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