Il protettore dello stomaco di Peppino Volpe
Il Protettore dello stomaco - I succhi gastrici sono costituiti da una serie di sostanze tra cui muco, enzimi digestivi, elettroliti ma soprattutto dall’acido cloridrico che serve a rendere l’ambiente dello stomaco molto acido (PH tra 1,5-2,5) che è importante a far iniziare la digestione e ad uccidere la maggior parte dei batteri o dei microrganismi presenti nel cibo ingerito.
Gli inibitori di pompa protonica (IPP) volgarmente conosciuti come salva stomaco o protettori dello stomaco, sono dei farmaci che agiscono sulle cellule parietali dello stomaco facendo diminuire drasticamente la produzione di acido cloridrico.
Sono molto rapidi nell'alleviare i disturbi e spesso migliorano notevolmente la qualità della vita di quelle persone che soffrono abitualmente di bruciori o dolori allo stomaco, indipendentemente dalla causa che li ha provocati (gastrite, ulcera peptica, reflusso gastroesofageo, ecc.).
Sono 5 gli IPP disponibili in Italia: il capostipite omeprazolo (immesso in commercio nel 1989), il lansoprazolo (1995), il pantoprazolo (1997), il rabreprazolo (1999) e l’esomeprazolo (2002). Sono farmaci di indubbia efficacia e il loro utilizzo ha permesso di trasformare le ulcere gastriche e i sanguinamenti gastrointestinali in malattie curabili con i farmaci, senza l’obbligo di ricorrere all’intervento chirurgico.
Il sistema sanitario nazionale (SSN) prevede il rimborso di questi farmaci solo in alcuni casi, regolamentati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) attraverso la NOTA 1 (storia di pregresse emorragie digestive o di ulcera peptica non guarita, o nelle prolungate terapie con anticoagulanti o cortisonici e nell’età avanzata) e la NOTA 48 (ulcera duodenale o gastrica o nel reflusso gastroesofageo per un periodo massimo di 4-6 settimane). Si possono prescrivere per periodi più prolungati solo in alcune patologie rare (es. sindrome di Zollinger-Ellison,ecc).
Nonostante queste raccomandazioni dell’AIFA e le limitazioni imposte, questi inibitori di pompa sono al primo posto nella classifica dei farmaci più usati in Italia sopra i 65 anni e costano al SSN poco meno di 3 miliardi di euro all’anno.
Ma gli inibitori di pompa protonica (PPI) dovrebbero essere prescritti al dosaggio inferiore e per il minor lasso di tempo possibile, in relazione alla condizione trattata e non certo all’infinito e senza alcuna rivalutazione, come purtroppo spesso avviene. Anche perché a lungo termine possono causare effetti collaterali importanti come uno scarso assorbimento e conseguente carenza di ferro, vitamina B12, magnesio e calcio e, quindi, possono aumentare il rischio di fratture e portare a varie forme di anemia. Inoltre, modificando il pH dello stomaco, possono favorire lo sviluppo di infezioni intestinali, come quelle causate dall’ Helicobacter Pylori o dal Clostridium Difficile.
Queste infezioni sono piuttosto pericolose perché possono portare alla comparsa di tumori allo stomaco o all’intestino. È diventata una abitudine consolidata quella di prescrivere questi farmaci un po' da tutti i medici e di assumere il “protettore dello stomaco” da parte di moltissimi pazienti tutti i giorni senza mai fare una rivalutazione sulla effettiva necessità. Allora per quanto tempo bisogna usarli? Non esistono dei tempi precisi, ma come per tutte le cose, la migliore regola è quella del buon senso e la rivalutazione deve sempre essere concordata con il medico di famiglia che conosce bene la storia clinica del paziente.
Per esempio,nei pazienti che non corrono grossi rischi di sanguinamento si possono fare dei cicli sospendendo l’ assunzione per qualche settimana al mese e sostituirli con farmaci antiacidi come i Sali di Alluminio e Magnesio . Per qualche paziente giovane che deve usare un antiinfiammatorio per un breve periodo sembra esagerato assumere il gastroprotettore.
Sembra superfluo anche sottolineare, per chi ha sospeso il salva stomaco e soprattutto per chi soffre di esofagite, che è necessario cambiare lo stile di vita. Evitare di iniziare i pasti con un paio di prosecchini, continuare con pasta all’arrabbiata, carne di maiale con i peperoni e friarielli, provolone piccante e affettati vari, il tutto accompagnato da un paio di bicchieri di aglianico di Montemarano, finire con un amaro o meglio ancora con una ottima grappa barricata e, subito dopo, concedersi l’inevitabile pennichella.
Cercate invece di mangiare sano (evitate i cibi spazzatura) e andate a letto dopo aver ben digerito (2-3 ore) e vedrete che vi ringrazierà non solo il vostro stomaco ma anche la tesoreria dello stato. Sono farmaci che costano poco (circa 5 euro la scatola da 28 compresse) ed essendo alla portata di tutti, secondo me, l’AIFA potrebbe anche farli passare in fascia C (a pagamento) facendo risparmiare allo stato molti soldi che potrebbero essere utili per evitare ulteriori tagli all’agonizzante Sistema Sanitario.
Diceva Ippocrate: Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.
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