Un gigante dai piedi d'argilla di Peppino Volpe
Il sistema sanitario nazionale garantisce a tutti i cittadini il diritto alla salute senza distinzione di condizioni ndividuali,sociali ed economiche. Tutti i cittadini hanno la possibilità di essere curati dalla più insignificante patologia fino ai grandi interventi in tutti gli ospedali d'Italia senza esborso di denaro. Questo modello sanitario ci è sempre stato invidiato da molti stati democratici (USA in primis). L'emergenza Covid ha messo,però, in evidenza anche grosse criticità del suddetto modello.
Negli ultimi anni,infatti, i vari ministri della sanità che si sono avvicendati hanno investito molto sui grandi ospedali e cliniche private (modello Lombardo), trascurando la medicina del territorio. In pratica hanno costruito un gigante dai
piedi d'argilla che alla prima spallata ricevuta da un agente microscopico è caduto inesorabilmente. D'altronde,è risaputo che i palazzi devono essere costruiti su terreni stabili ed avere solide fondamenta .
I medici di famiglia in Italia sono circa 43000 e si prevede che per il 2023 circa 16000 andranno in pensione e non saranno facilmente sostituiti dai giovani laureati che preferiscono la specialistica in quanto non più attratti dalla medicina generale.
Il medico di famiglia in passato era una figura importante nel tessuto sociale per la funzione polivalente ed istruttiva al di là dei compiti specifici ed era infatti, un punto di riferimento per intere famiglie, un amico ,un confidente oltre ad essere
un internista, un ginecologo, un ortopedico e quant'altro. Nel corso degli anni, il suo ruolo è cambiato profondamente anche perché è cambiata sicuramente la società,la famiglia,il rispetto verso i professionisti in genere e dei medici in
particolare e l'avvento della prestigiosa Google University è stato devastante in questo senso. E' una società imbarbarita e che,grazie ai programmi spazzatura che vanno in onda quotidianamente,prende a modello la vita di quei cafoni
palestrati del Grande Fratello o il lato B della Belen e non si accorge dei nostri giovani brillanti laureati che devono andare all'estero per essere apprezzati e premiati.
Oggi al medico di medicina generale viene chiesto di essere un bravo informatico (i dati devono essere inviati su decine di piattaforme),un ottimo ragioniere (deve controllare costantemente la spesa sanitaria) ed ultimamente gli viene chiesto anche di giocare al piccolo chimico con i test rapidi sierologici da somministrare al personale scolastico.
In pratica hanno assemblato un nuovo Frankenstein che , come nel film, è stato creato contro la sua volontà per mettere paura non solo all'umanità ma anche a se stesso.
Durante la prima ondata pandemica ,i medici di medicina generale sono stati scaraventati a mani nude e senza i dpi contro questo maledetto virus , come le truppe di un tempo sbeffeggiate e derise, talvolta, dagli stessi generali che li spingevano al macello. In guerra, è risaputo,muoiono i soldati e non i generali!!! Solo dopo si sono resi conto dell'importanza che la medicina di base poteva rivestire come filtro e tutti si sono riempiti la bocca per riorganizzare al meglio la medicina territoriale.
Al momento l'unica cosa evidente che è cambiata in maniera grottesca è il carico burocratico che è diventato veramente da guinness dei primati. I nostri studi sono stati trasformati in certificatifici ed il fonendoscopio sta diventando ,sempre di più ,un oggetto da arredo. Non mi meraviglierei se con il prossimo dpcm si obbligassero i cittadini di munirsi di un certificato
medico di sana e robusta costituzione fisica e psichica anche per entrare nei bagni pubblici !!!
Ma nonostante tutto penso che il medico di famiglia in questa pandemia debba recitare un ruolo da protagonista e non fare la semplice comparsa perché credo che nessuna altra figura professionale conosca meglio la condizione sociosanitaria
del territorio sotto tutti gli aspetti e potrebbe controllare i microfenomeni casa per casa,individuo per individuo,famiglia per famiglia e soprattutto individuare chi sono i pazienti fragili e che , pertanto, necessitano di maggiori attenzioni.
Siamo anche lieti di contribuire a rafforzare le attività di prevenzione e ben vengano i test rapidi antigenici che i medici di medicina generale dovrebbero somministrare obbligatoriamente,sperando però che sia il medico stesso a decidere a chi somministrarli secondo scienza e coscienza(contatti stretti) e non gli venga imposto dall'alto senza un minimo di criterio ,altrimenti, almeno per quanto mi riguarda, restituirò i “bastoncini” al mittente con il consiglio di farne l'uso che meglio crede.
Mi viene in mente la frase storica di Francesco di Valois che, fatto prigioniero dopo aver perduto la battaglia di Pavia nel 1525 ad opera di Carlo V, scrisse alla madre Luisa di Savoia : ” Tutto è perduto fuorché l'onore e la vita che è salva”.
Le stesse cose speriamo di portare in salvo noi medici oltre, nei limiti del possibile, alla vita di qualche paziente.
Spero che al più presto si faccia la tanto decantata riforma della medicina territoriale, si tolga il medico di medicina generale dall'isolamento nel quale è stato confinato e lo si inserisca al centro di un team multidisciplinare che
comprenda personale di studio, infermieri, fisioterapisti, medici di guardia medica e del 118, specialisti ambulatoriali, personale Asl e per ultimo, ma non per importanza, anche il volontariato. E' fondamentale,inoltre, un dialogo digitale
costante con l'ospedale soprattutto grazie alla telemedicina e bisogna ridare i ricettari agli specialisti (come succede in quasi tutte le regioni),in quanto è disumano per i pazienti che dopo un ciclo di chemio o radioterapia debbano fare
la fila di ore nei nostri studi per avere la copia delle prescrizioni specialistiche.
Devono viaggiare le informazioni e non i pazienti che non sono delle palline da flipper fatte rimbalzare dal personale amministrativo (per le prenotazioni) ai medici e viceversa prima di entrare in buca o di mandare tutto in tilt. Sarebbe
utile ridurre il massimale dei medici e soprattutto eliminare tutta una serie di attività burocratiche elefantiache che non hanno nessuna utilità sanitaria ma rappresentano solo una perdita di tempo per i medici, per gli impiegati asl e per i
pazienti. Le code che si formano dalle 7 del mattino davanti agli uffici dell'asl quando si devono rinnovare i ticket sanitari sono degne della Repubblica delle banane. Vi sono piu' di cento esenzioni ticket (reddito-invalidità-infortuniogravidanza-
patologie- malattie rare-prevenzione ecc ecc) che creano solo confusione e secondo me, sarebbe necessaria una bella sforbiciata facendo pagare un minimo a tutti rispettando, però, l'art. 32 della Costituzione che afferma: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Non mi resta che augurare buone feste a tutti ,sperando che babbo natale sotto l'albero ci faccia trovare un valido e sicuro vaccino anticovid che ci liberi per sempre da queste fastidiose mascherine e permetta ,finalmente, di farci riabbracciare nei momenti felici, di riportare gli studenti tra i banchi di scuola (anche senza rotelle), di dare la possibilità alle partite iva di alzare una volta e per sempre le saracinesche e di far vivere in serenità gli anziani che hanno pagato il prezzo più alto di questa pandemia.
Ed in ultimo, caro babbo natale, ti chiedo in dono un desiderio personale e, sono sicuro che non puoi dirmi di no, che è quello di ridare al lavoro più bello del mondo la dignità che merita.
Peppino Volpe
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