Quale sarà il futuro di una delle più belle cittadine dell'Irpinia
Esaminando tutti i problemi che affligono Montella, viene da pensare che il futuro di questa ridente cittadina dell'Irpinia sia piuttosto incerto. Alla base di tutto sta in parte, la crisi economica e il fatto di non aver mai affrontato seriamente in modo costruttivo e condiviso, i mali paesani che di volta in volta si presentavano. Il paese avrebbe moltissime risorse, alcune delle quali da non sottovalutare o tanto peggio da trascurare, la prima, e la più importante, sta nella quantità di giovani che studiano e arrivano o arriveranno ad avere un'ottima formazione culturale e di seguito professionale. Ecco, a questi giovani, bisogna dare la possibilità di esprimere le loro potenzialità acquisite, aiutandoli a
intraprendere e a sviluppare in paese, iniziative che comportino il miglioramento e la rivalutazione di tutti quei vecchi comparti economici che sono stati da sempre la spina dorsale del paese. Senza però tralasciare l'inserimento di alcune altre nuove attività che i tempi e il progresso impongono. A Montella, la situazione catastrofica della castanicoltura, più volte anche da me rammentata su questo sito. Il drastico ridimenzionamento delle attività zootecniche e dell'allevamento. L' impegno quasi vicino allo zero nel settore turistico ricettivo senza alcuna iniziativa importante con una più attenta attenzione alla tenuta del paese e dell'ambiente circostante ( non è stato possibile nemmeno mantenere aperto un ufficio di informazioni turistiche ). Il mancato sfruttamento di attività agricole esistenti e la loro integrazione con piantumazione di frutteti autoctoni di pregio ( noci, meli, peri, susini, noccioli ecc.) La fuga all'estero dei migliori giovani laureati, sono a mio avviso le prime cinque fra le più importanti cose, su cui, le forze politiche di amministrazione e non, con il coinvolgimento di tutti dovrebbero concentrare il massimo dei loro sforzi, per rendere il futuro del paese meno incerto e preoccupante. Anche se Montella è una piccola comunità non credo però che sia mancante di tecnici capaci di studiare e programmare le iniziative più adatte al rinascimento di un paese. Piuttosto, penso manchi di una volontà collettiva dovuta al fatto che circola un sentimento di rassegnazione per cui tanti problemi sembrano, ma non dovrebbero essere, irrisolvibili. Un paese già privilegiato dalla natura e dalla grande operosità delle passate generazioni, è giusto che abbia una certa sicurezza economica immediata e futura. In tutto il Sud la povertà già alta, rispetto al resto d'Italia, non può e non deve aumentare. Alcuni paesi montani del Sud stanno tornando a rivivere nelle attività tradizionali e nell'albergo diffuso grazie al trasferimento dalle città di famiglie amanti della natura e dei benefici che comporta risiedere in mezzo al verde e in antichi borghi e rioni panoramici. In primo luogo però serve la convizione, che al Sud, le ottime risorse umane e naturali dovrebbero, anche con l'aiuto delle istituzioni nazionali ed europee, dare quel tanto che manca a ridurre le differenze attualmente esistenti al confronto con le più ricche regioni del Centro Nord. Nell'epoca della globalizzazione, con l'individualismo e il tirare a campare, non si riuscirà ad andare da nessuna parte, se non verso l'impoverimento e il decadimento. Un miglioramento delle situazioni economiche in tutte le comunità, in primis le più piccole, darà più possibiltà di ripresa anche al paese tutto ( l'Italia ). Graziano Casalini
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