PONTI TELEFONICI SUL CAMPANILE DEL SANTUARIO DEL S.S. SALVATORE DI MONTEALLA (AV). DI Michele De Simone
Fino a qualche anno fa, quando non c’erano né Intenet né Facebook, per venire a conoscenza di quel che succedeva a Montella era necessario recarsi in loco per saperne qualcosa in più. Per esempio, sulla campana del Salvatore che ancora tace a distanza di anni dalla sua messa a riposo. Oggi, invece, grazie ad Internet e a Facebook, le notizie le fotografie volano e appaiono sui nostri monitor quasi in tempo reale. E’ stato proprio così che una mattina, accendendo il computer, involontariamente finisco su Facebook e sapete quale è stata la mia meraviglia? Quando ho visto il campanile del santuario del Salvatore sormontato da alcune antenne paraboliche installate e quasi pronte per la messa in onda dei segnali telefonici. Sono rimasto per un poco di tempo sbigottito ed infine mi è
passato per la testa il seguente pensiero: “Qualcuno ha pensato, anche come dicevano i latini (Deus non est in caelo) il Signore è vecchio di parecchi secoli ed ha mangiato gratis per tanto tempo; sarebbe ora che cominci a guadagnarsi anche Lui la sua pagnotta dando in fitto parte della sua dimora, pena una sua defenestrazione; eppure tu li scacciasti i mercanti dal tempio! O mio Signore, anche a te gli uomini hanno assegnato un destino piuttosto triste. Già, caro Signore, tu mi risponderai: "Qualche altro mi vendette per molto meno, trenta denari; già, ma allora, caro Signore, erano altri tempi”.
Dopo questo preambolo mi sono chiesto: chi ha permesso codesto scempio? Non posso credere che un gestore telefonico qualsiasi si sia permesso, in barba a tutte le leggi, di recarsi al Salvatore per installare dei ponti radio. Credo che qualcuno del comitato gestore sappia ualcosa, forse l’ha fatto per spendere il denaro ricavato dal fitto per la manutenzione del santuario, senza intaccare l’obolo dei pellegrini. Altrimenti non si spiega il motivo dello scempio.
Perché altro non è che uno scempio, a dispetto di tutti i montellesi, credenti e non, perché gli avi, anche dei non credenti, hanno contribuito con le offerte in danaro alla grandezza del nostro santuario.
Sarebbe cosa saggia smontare tutto e ripristinare i luoghi.
Michele De Simone.
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