Montella, va in pensione il comandante di stazione Stefano Nazzaro
Una vita spesa per l’Arma. Numerose le sue indagini. Ci sono persone che, con il proprio lavoro, riescono a lasciare una traccia indelebile. E, quando vanno via, nell’aria resta una scia di inevitabile nostalgia. E’ accaduto a Montella, dove il comandante della stazione dei carabinieri, Stefano Nazzaro, è andato in pensione.
Il luogotenente è stato protagonista, negli ultimi anni, di indagini che hanno superato i confini del piccolo comune altirpino. Rese ancora più complesse dalla scarsità di mezzi che, inevitabilmente, caratterizza quelli che sono degli avamposti di legalità sul territorio. Proprio le stazioni. Dove, i carabinieri, diventato protettori e referenti delle comunità.
Alle doti investigative, Nazzaro ha unito quelle umane. Sempre. Chiunque ci ha avuto a che fare, come chi vi scrive (siamo in due ed entrambi abbiamo avuto questa fortuna), ha potuto apprezzare la sua lealtà, il suo sorriso, la capacità di trarre il meglio da ogni situazione. Un grande professionista, sempre sincero. E, ovviamente, dedito ai principi e valori dell’Arma.
Le indagini
Le ultime indagini. Stefano Nazzaro ha fatto scattare e ha coordinato gran parte dell’indagine che èsfociata in quattro arresti a carico di altrettante persone che componevano una banda specializzata in furti e ricettazione di trattori in alcune zone italiane. Qualche anno prima, sempre a Montella, era stata portata avanti un’inchiesta che ha permesso di scoprire un’associazione che prometteva formazione e ruoli nei servizi segreti per poliziotti e militari in pensione.
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Un’articolata indagine che era stata resa possibile, in primo luogo, dagli accertamenti svolti proprio dai carabinieri della stazione di Montella. Nel 2009, l’operazione Big Bang in Alta Irpinia, aveva poi permesso ai militari di sgominare un ingente traffico di stupefacenti. Nazzaro era sempre in prima linea.
La carriera in breve
La carriera del luogotenente inizia nel 1990 nel Reparto Operativo dei Carabinieri di Roma (in via Selci), dove il giovane militare viene assegnato alla Sezione Omicidi partecipando a varie operazioni contro “La Banda della Magliana”, che riempiva di sangue le pagine dei giornali nazionali. Nel 1995 Nazzaro è presso il Nucleo Operativo dei carabinieri di Mercato San Severino dove ha diretto e partecipato a un’indagine di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura di Salerno sulla Pubblica Amministrazione Universitaria che ha portato all’emissione di numerose custodie cautelari per reati di peculato, concussione, corruzione, turbativa d’asta.
Gli anni della Polizia Giudiziaria
Al tribunale di Avellino, il nome di Nazzaro è legato a quando faceva parte della sezione di polizia giudiziaria.
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Nel palazzo di giustizia ha lavorato per anni. E ha lasciato un segno, professionale e umano. Ricordato da tutti con affetto. Spalla a spalla con il maresciallo Francesco Maruotto – che guidava la sezione – e che oggi opera al comando provinciale del capoluogo.
Erano gli anni a cavallo tra due procuratori, Monetti e Caputo. E le sezioni di polizia giudiziaria della procura operavano con una grande intensità. Oltre ai carabinieri, c’era la polizia e la finanza (con i compianti Luigi D’Anna e Costantino Mario Melillo, altri due ottimi investigatori). Tre forze, perfettamente in sinergia. Anche per la qualità umana degli investigatori. Stefano Nazzaro lo ricordano ancora oggi nella procura di Avellino. Per il sorriso, la serenità di giudizio, la competenza. Un carabiniere vero. Ma anche un uomo vero. Con lui le due cose si sono sempre fuse insieme.
Il suo addio alla procura – lo ricordiamo – venne salutato con grande dispiacere. L’ufficio inquirente perdeva un sottufficiale affidabile e serio. Ma che – e lo sapevano tutti – avrebbe comunque portato le sue qualità anche altrove. Sempre al servizio dei cittadini.
DA "the WAM"
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