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STORIA DEL “Greffa Club Verteglia” di Montella. di Pietro Sica

003Da più parti mi viene richiesto di pubblicare la storia della Greffa a Montella. Lo faccio volentieri, sia per rinfrescare la memoria ai “vecchi”, sia per farla conoscere ai “giovani”.  Già nei primi del 1964 con Generoso Picariello, Mario Buttiglio e Bruno Bozzacco incominciai a pensare di costituire una associazione di appassionati di musica leggera. Ci venne in aiuto il settimanale per i giovani “Tuttamusica” (un fac-simile di “Sorrisi & Canzoni”), che radunava fans di musica leggera di tutt’Italia in

associazioni denominate “Greffa Club”.

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La parola Greffa è un vocabolo sardo importato da Rita Pavone che significa: clan, banda o meglio associazione di giovani. La dicitura Greffa Club era seguita dal nome di un cantante, per esempio “Greffa Club Caterina Caselli”. Così decidemmo di intitolare il nostro Club ad un noto cantante nostro compaesano. Non ricevendo risposta alla nostra richiesta di autorizzazione, pensammo bene, per non fare torto a nessuno, di chiamarla “Greffa Club Verteglia”, in onore della nostro lussureggiante pianoro montano.

Incominciammo con la ricerca di un locale dove riunirci. Lo trovammo al Corso Umberto alla straordinaria cifra (per allora) di seimila lire al mese = 3 euro di oggi! Ottenuto il nulla osta da “Tuttamusica” nel dicembre del 1964, prendemmo in fitto il locale suddetto ed incominciammo ad arredarlo, con non pochi sacrifici, di una scrivania ed un scaffale. Ogni nuovo socio iscritto doveva acquistare una sedia e portare un 45 giri di musica leggera per arricchire la nostra discoteca. La quota mensile era di trecento lire = 15 centesimi di oggi! In merito alle quote associative vigeva una ferrea disciplina: chi si arretrava di tre mesi veniva espulso senza attenuanti.

I soci e le socie dovevano essere tutti di buona moralità e dovevano presentare una domanda, che veniva vagliata prima dal Consiglio Direttivo e poi dall’Assemblea dei soci.

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Dopo aver accettato un buon numero di iscritti, il 4 aprile del 1965, fu inaugurata la sede con grande entusiasmo a base di pasticcini e spumante. L’inaugurazione fu allietata da Bruno Bozzacco alla chitarra classica, Generoso Picariello alla fisarmonia, Mario Buttiglio alla batteria (alias una sedia di legno) e Maria Picariello cantante. Tutta la stampa locale tra cui “Il Mattino”, il “Roma” ed “il Messaggero” riportò l’evento.

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Data la presenza delle donne nel Club, incominciarono a sorgere, da parte del pubblico, alcune polemiche basate su falsi pregiudizi. Si disse che se ci fosse stata la presenza delle donne, non sarebbe stato un circolo serio e che non avrebbe avuto lunga vita. Fummo addirittura scomunicati da un parroco dell’epoca! Tanto per dimostrare la nostra serietà, nominammo Soci Onorari un Frate Francescano, P. Carlo, ed un Carabiniere, Franco Ianni. Ma il tempo ed i fatti smentirono categoricamente tali pregiudizi. Si viveva d’amore e d’accordo e senza mai trasgredire alle regole di un vivere civile!!

Nel luglio dello stesso anno fu inviata in giro una lettera, a firma di un fantomatico “Fantasio”, che ci denigrava e ci insultava, a cui demmo una adeguata risposta e non ci fu più un seguito!

Nell’agosto dello stesso anno organizzammo un viaggio ad Ariccia dove, nell’Arena dei Diecimila, si esibirono per la prima volta i Rokkers, la cui madrina fu Rita Pavone e Teddy Reno. Con l’occasione in mattinata facemmo un salto a Roma in San Pietro e salimmo finanche a piedi sulla cupola della Basilica.

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Successivamente incominciammo a stampare anche un giornalino ciclostilato la cui testata era “GROG”.

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Tutte le case discografiche ci fornivano delle primizie di dischi prima ancora che uscissero in vendita. Non a caso il cantante che decideva di lanciare una canzone si rivolgeva ai “Greffisti” per avere un loro giudizio. Ci fu il caso di Gigliola Cinquetti con la canzone “Non ho l’età”, vincitrice al festival di San Remo e poi al festival Internazionale di Copenaghen. Tale canzone, infatti, prima di essere presentata al festival di San Remo, fu messa al giudizio dei “Greffa Club”, riscontrando un vasto consenso fra i giovani.

Successivamente, si pensò di ingrandire il complesso, composto solo dal duo chitarra/fisarmonica. Decidemmo per una raccolta fondi in tutta Montella. I soci, a due a due si misero in cammino per tutto il paese per raccogliere qualche offerta, che registravamo su un quaderno. Le offerte si basavano su 20-50-100 lire. Soltanto un nobile del nostro paese offrì duemila lire. In totale, raccogliemmo la bellezza di 60.000 lire = 30 euro di oggi!

Con questa somma più i nostri risparmi comprammo una sfavillante batteria Hollywood rossa al prezzo “tirato” di 120.000 lire ed un piccolo amplificatore di pochi watt per il microfono delle simpatiche e brave cantanti, Maria Picariello ed Antonietta Fierro.

Il complesso, che, nel frattempo, aveva acquisito il nome di “The New Band”, era composto da Bruno Bozzacco alla chitarra, Mario Buttiglio alla batteria, Generoso Picariello all’organo, Rocco Pico al basso, che si esibì anche come cantautore. Rocco dopo averci lasciato per motivi di lavoro, si trasferì a Milano Marittima dove, purtroppo, nei primi anni ’70 trovò la morte, per essersi tuffato in un lago per prendere un pallone, che era sfuggito in acqua a dei ragazzi. Quest’ultimo fu sostituito da Tonino Pastore che, a sua volta, sempre per motivi di lavoro, si trasferì nel Friuli (dove è morto nel 2008). Successivamente, il complesso si arricchì di due altre simpatiche presenze: Alida Fierro come cantante e Bruna Lombardi nelle vesti di presentatrice.

    006 Pico Rocco            007 Pastore Tonino         

                                            Rocco Pico                                Tonino Pastore

Con i componenti del Direttivo, incominciammo ad organizzare veglioni di fine anno e di carnevale. Il pubblico invitato si divertiva fino alle ore piccole del mattino successivo. Il complesso fu ingaggiato, anche, per qualche matrimonio e MakP delle Scuola Medie.

008 The New Band                  

009 Articolo F BambiniNel maggio del 1967, organizzammo, con grande successo di pubblico e di partecipanti, il “I° Festival Canoro dei Bambini” a Montella, le cui edizioni proseguirono fino al 1970. In seguito questo tipo di spettacolo fu rappresentato anche in altri paesi della zona come Paternopoli e Gesualdo.

In proposito mi piace ricordare due episodi: a Paternopoli, a termine dello spettacolo che si protrasse fino a tarda notte, un nutrito gruppo di persone ci salutò al grido di “Viva Montella”; a Gesualdo, invece, nel far ascoltare al Comitato Festa una registrazione sonora del festival tenutosi a Montella, Fulvio Lenzi ed io fummo presi per il bavero della giacca e scaraventati letteralmente per scale. Avevano sospettato che la registrazione non fosse di un nostro spettacolo, ma che avessimo registrato qualcosa dallo Zecchino d’Oro!!! Ci volle il bello e il buono per farli ricredere. Il festival, poi, presentato nella piazza di Gesualdo riscosse un vero trionfo.

Il 16 agosto, sempre del 1968, per la festa di San Rocco riuscimmo ad ottenere uno spettacolo con Isabella Iannetti, all’epoca molto nota per le varie partecipazioni al “Disco per l’Estate”, con un cachet per le sole spese del complesso che l’accompagnava.

 

010 Iannetti 1968

Negli anni a venire si proseguì con veglioni e serate danzanti nei vari locali di Montella e nella vicina Bagnoli Irpino.

Alla fine del 1972 le casse della Greffa incominciarono a scendere a causa delle numerose spese. Da premettere che io ero l’amministratore del Club e Fulvio Lenzi l’amministratore del complesso. Per risolvere il problema finanziario fu proposto al Complesso di contribuire almeno per le spese di luce e riscaldamento. Il loro amministratore si rifiutò, facendo altre proposte che non ritenni valide. Essendo venuto meno l’accordo iniziale, che ci aveva visti uniti, e, non vedendo altre soluzioni, diedi le dimissioni da Presidente dell’Associazione.

Ne seguirono piccoli e grandi screzi ed, a causa di alcune incomprensioni, purtroppo ci fu la chiusura del Club. Il complesso continuò ad occupare il locale e, nel tempo, mutò anche il nome, divenendo il “Mistical Evanescente Space”. Ebbe poca vita e si sciolse poco prima dei tragici eventi del novembre ’80.

Finisce qui la gloriosa storia del “GREFFA CLUB VERTEGLIA”, nato nel lontano ’65 dall’entusiasmo e dall’affiatamento di un gruppo di amici, che credevano nei veri valori di un’amicizia fondata nel reciproco rispetto.

                            

                                                                                                                                            Pietro Sica

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