MONTELLA - “Cultura, Tradizioni, Identità dei luoghi rurali per la qualità della vita”. E’ questo il titolo del convegno che è andato di scena, nel pomeriggio di ieri, a Montella. La discussione è stata incentrata sulla questione dello sviluppo rurale e su quale importanza può avere lo stesso per lo sviluppo dell’Alta Irpinia.
Ad intervenire è Vanni Chieffo presidente del Gal Irpinia.
«Il Gal Irpinia - dice - si ripropone di ricreare un distretto rurale multifunzionale. Bisogna provare ad immaginare e quindi a creare le condizioni concrete per un nuovo modello di sviluppo locale che non venga imposto o pensato da altri ma che sia il
risultato del saper fare del territorio, delle sue tradizioni sociali e culturali, del suo patrimonio storico, antropologico e naturalistico. L'agricoltura - spiega Chieffo - non è più la sola attività caratterizzante le aree rurali, ma queste sono il risultato di una storia millenaria di cultura e tradizioni stratificate che ospitano una serie di attività economiche e sociali e un insieme di differenti attori; territori con una propria identità».
«Oggi - commenta Chieffo - si parla in modo abusato di qualità della vita, ma il suo perseguimento è il terzo asse tematico della politica di sviluppo rurale europea del periodo 2007-2013. Proprio in base a questo non riesco a capire come si faccia a parlare di abolire le comunità montane quando la legge 1102 del 1971 spiega benissimo che gli Enti Montani nascevano anche per migliorare proprio la qualità della vita delle zone montane. Mi sembra strano tutto questo».
«Questa è l’avventura che intende percorrere il Piano di Sviluppo Locale del GAL Irpinia, un itinerario graduale di valorizzazione di quelle risorse (sociali, culturali ed economiche) a tutt’oggi poco o per nulla valorizzate con l’obiettivo di creare nuove opportunità di lavoro ma soprattutto per migliorare la qualità della vita degli abitanti e dei potenziali ospiti e turisti».
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