Zio Ernesto oggi avrebbe compiuto 81 anni, era nato il 19 giugno del 1934. Quello che ha fatto per la politica, per il lavoro, per la sua amata Montella lo lascio al giudizio di tanti, per me era “solo” Zio Ernesto. Una grande presenza, ha guidato me ed i miei fratelli dopo la scomparsa di papà. E’ stato uno zio, un padre un confidente, un
punto di riferimento per tutta la famiglia che tanto ha amato. Ha saputo tenerci uniti con insegnamenti che ci hanno segnato nel carattere e nello spirito. Ha trasferito in noi l’ amore atavico che nutriva per il culto del Ss. Salvatore e del Cuore di Gesù. Lo ricorda con toni appassionati e nostalgici il professor Giuseppe MARANO. Riccardo.
Certo che parlare di persone come l' avvocato Ernesto CIANCIULLI, che da meno di un anno ci ha lasciato, porta la malinconia dei distacchi (ahimè sin troppi!) a chi come me da piccolo lo ricorda frequentare la casa di Sorbo col padre, il maestro Riccardo, con il fratello Vincenzino e con persone che poi avrebbero fatto parte della sua famiglia in un rapporto di amicizia e familiarità che sento disperso che veniva da lontano temprato dal tempo, purificato di ogni fatua ed improvvisata simpatia effimera e momentanea ...
sapeva di profumi campestri di aromi di mentastro calpestato nelle battute di caccia più ascoltate rapito che partecipate.
Ricordo con nostalgia quell' alone di affetti che adesso mi manca perché è in dissolvenza ed adesso quando ho bisogno di un minimo di identità (i disorientamenti di solitudine capitano) cerco di ripescare le radici della famiglia espansa ed affettivamente, non senza sforzo, rivado un po' in quello studiolo dove ritrovo quel tempo che si popola pian piano fino ad affollarsi di persone che sono importanti per me anche nella distrazione giornaliera.
Questo per significare il valore personale, direi egoistico, che per me riveste la persona andata via ma solo dalla visione fisica ... ed alla fine le passo in rassegna in una rimpatriata : ciascuna con un suo profilo identitario definito e peculiare nella memoria.
Ero piccolo ma già coglievo i tratti di ammirazione e di apprezzamento per le qualità di Ernesto, amico di famiglia, giovanissimo universitario cui arrideva anzitempo, immancabile traguardo, la brillante prospettiva professionale.
Sono egoista nell'apprezzamento affettivo delle persone, del valore intraducibile non partecipabile ad altri perché è un nesso di vita con tutte le risonanze degli incontri che affiorano all'orizzonte nostalgico, sfondi luci colori profumi di montagna amata da Lui come simbolo affettivo della cara inseparabile Montella.
Amore segreto direi che condivideva con gli inossidabili amici, gruppo chiuso ermetico impenetrabilmente scontroso, perché accomunato da una sacralità sentimentale riservata inviolabile fatta di intimità di ricordi accomunabili in uno sguardo silenzioso ... il ritiro di settembre : i luoghi diventavano la mitologia dello spirito : Verteglia, Candraloni, Terminio, tappe obbligate.
In una delle mie scorribande notturne arrivai li ... Lui, Peppino, Ninino, Vincenzino ... traspariva un esoterismo che la sera magica del luogo mi imponeva di rispettare e me ne andai sgusciando lieve come un'ombra notturna infrangendo i loro gentili inviti a restare, mi sentivo moscone sacrilego e pesante in una tenue filigranata ragnatela.
Ci distanziavano un po' l'eta e le attività ma ci avvicinava il costante rispettoso affetto che emergeva autentico quando ci incontravamo.
Poi sin da giovane ha iniziato la sua prestigiosa carriera prestata nelle varie diramazioni delle Amministrazioni dello Stato, offrendo sempre il suo apprezzato e qualificante apporto nelle cariche ad alti livelli di responsabilità assolte con incomparabile competenza, ma sempre con la caratteristica tutta montellese di una humanitas dissimulata e di fattività silente ma operativa, improntando sempre il variegato e molteplice impegno ad una profonda sensibilità culturale: Presidente della Comunità Montana, alta carica di responsabilità presso l'Azienda Ospedaliera di Avellino, dirigente dell’ allora Ispettorato del lavoro di Benevento ecc. Per lui il binomio: "Vir bonus, dicendi peritus", doveva tradursi nell'unità comportamentale.
Penso che la vocazione, direi nativa, sia stata l'operare per la polis, per l'organizzazione della vita della "città" che si chiama politica, forse la più autentica e sentita, convinto com'era della grande verità che la cultura fine a se stessa può portare ad una sterile autoesaltazione narcisistica, cultura che viceversa diventa autentica quando si "invera" e vitalizza nel contesto umano delle persone di una comunità traducendosi nell'apporto civile, nell' aiuto concreto a tutti : la politica senza la quale è ... inconcepibile la vita.
Col suo penetrante delicato silenzio a volte sentivo il suo rimprovero come rammarico per un mio mancato apporto in questo senso, per la mia scelta non partecipativa alla vita comune.
E' il rimprovero fasullo, perché tardivo, che mi faccio.
Facile e comodo dire : non va; difficile, impegnativo ed onorevole invece fare qualcosa in modo che le cose vadano ... ma per farlo ti ci devi buttare ... aveva ragione verso di noi che ci attestavamo alla comoda periferia o periferia di comodo.
Facile impapocchiare la gente con l' adorna eloquenza del grande oratore Cicerone ... il dicendi peritus, un "fenomeno nel parlare, difficile invece è l' essere bonus in senso operativamente pregnante ed utile agli altri : la politica in senso nobile.
Questa ispirazione ha seguito.
Facile è stato per me e tanti lo starne lontano.
Parlavo di cultura, ebbene ho la fortuna di possedere il testo oggi raro e prezioso dei Canti Popolari Montellesi da lui curato che risale al 1972 che a tutt' oggi costituisce l'opera più completa che raccoglie il nostro patrimonio culturale sotto il profilo poetico popolare che costituisce uno degli aspetti più congeniali e peculiari dell' anima montellese.
A questo volume devo la conoscenza del ... nostro sostrato culturale nell' altissima concezione vichiana : l' anima del popolo che ispira i nostri canti come ... i poemi omerici che nella loro miracolosa semplicità espressiva ne raccolgono il meglio che non si disperde più.
Ancora Il suo interesse spaziava anche sull' orizzonte storico con notevolissimi apporti scientifici.
Ne sono testimonianza i pregevoli articoli pubblicati sulla rivista IL MONTE sulla prestigiosa figura del suo nobile antenato (che dà lustro alla nostra storia) Michelangelo CIANCIULLI analizzata nei risvolti più significativi.
Tra le ultime opere campeggia LA CLEMENZA DI TITO, con la presentazione di Carlo CIOCIOLA edizione DRAGONETTI, un affresco storico penetrante sviluppato in un registro stilistico magistrale per chiarezza e rigore, due secoli centrati sugli assi portanti delle ideologie storiche in sottotitolo : Massoneria-Carboneria-Socialismo.
E' con grato e riconoscente pensiero che lo ricordiamo.
Giuseppe Marano
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