S O R B O è il rione di Montella dove l’Arcangelo Michele è venerato nelle due ricorrenze particolari: la festa del 29 settembre unitamente agli Arcangeli Gabriele e Raffaele, iscritta nel Martirologio Romano, nel Sacramentario Leoniano e nel Martirologio Geronimiano a ricordo della dedicazione della Basilica sulla Via Salaria, dell’ 8 maggio a
ricordo della prima apparizione dell’Arcangelo sul Gargano. Quest’ultima è Solennità liturgica : l’Arcangelo Michele è Patrono e Titolare della Parrocchia. Nell’ordinario delle feste religiose di Montella la festa dell’Arcangelo apre il ciclo festivo primavera-estate, alla stessa fanno seguito la festa del SS. Salvatore, della Madonna delle Grazie, dove all’Arcangelo Michele è riservato il posto d’onore sul carro delle Verginelle accanto alla Madonna … Gli ultimi festeggiamenti solenni dell’ Arcangelo risalgono al 1976, data tristemente nota perché a pochi giorni dal terremoto in Friuli. La tradizione ben consolidata prevedeva il cinema all’aperto. Si racconta che in tempi lontani era organizzata persino una lotteria a premi, l’albero della cuccagna e uno spettacolo con i galli. ll giorno della festa dell’8 maggio si preparano in abbondanza i “ ravioli ripieni di ricotta e prezzemolo conditi con abbondante sugo di pomodoro ”. Scherzosamente si vocifera che prima della cottura i ravioli siano posti per un po’ su la “ grata” cioè l’essiccatoio delle castagne! Sarà forse una esagerazione suggerita dall’amore per il proprio Santo , i ravioli quasi certamente sul graticcio non ci sono mai stati, speriamo però che le castagne ci ritornino presto per intercessione soprattutto del Celeste Serafino!
Le celebrazioni religiose prevedono il novenario a maggio, il triduo a settembre , la processione ancora a maggio e le celebrazioni eucaristiche con la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei a mezzogiorno . Molto bello oltre che interessante è l’antico inno composto da 22 strofe che da sempre si canta in onore dell’Arcangelo .
A consolidare nel tempo ulteriormente la data di maggio , ha contribuito in un certo senso , anche la vittoria del 663 presso Siponto dei Longobardi a termine di una cruenta battaglia. Saranno gli stessi ad attribuirne l’esito favorevole alla protezione di San Michele il capo delle Milizie Celesti . L’ Archistratega di Dio , secondo l’antico Inno Akatisto ,diventa ufficialmente il protettore dei loro Domini .
Nel 571 Montella era sotto il governo dei Longobardi come capoluogo di Gastaldato dipendente dal ducato di Benevento. La festa dell’8 maggio patrimonio del sentire religioso di Montella si ricollega certamente alla Tradizione Garganica plurisecolare.
Nel Medioevo assunse un rilievo particolare il “culto aereo” degli Angeli: san Michele è quasi sempre rappresentato sulle alture, sulle cime più elevate “le cappelle aeree dell’Arcangelo”. Il fatto che il rione Sorbo è collocato nella posizione più elevata del Paese la dice lunga perché Il Serafino ha scelto e consacrato questi luoghi con la sua presenza di protezione, ben visibile, con il chiaro monito iscritto già nel nome: MICHELE-MI-KA-EL = QUIS UT DEUS - CHI E’ COME DIO?
L’Arcangelo Michele è espressamente nominato nel Libro di Daniele, come condottiero della Milizia Celeste, difensore del popolo d’Israele. E’ citato nel Libro dell’Apocalisse per aver difeso la vera fede in Dio contro le forze presuntuose di Satana. Nella battaglia memorabile tra Il Bene e il Male l’Arcangelo Michele resta fedele a Dio con gli Angeli Buoni, mentre precipita negli Inferi le schiere angeliche corrotte con il loro capo. E’ citato, ancora, nella Lettera di Giuda, in contesa con l’antico avversario per il corpo di Mosè. San Michele è ricordato anche nella letteratura apocrifa e in alcuni scritti di Qumran.
La superbia del diavolo non poteva condividere il piano del Creatore dell’uomo, addirittura di dover sottostare a Dio fatto uomo nell’Incarnazione del Verbo Gesù Cristo . All’orgoglio e al desiderio di uguagliare Dio risponde generosamente Michele col suo grido di guerra contro le forze del Male: diventa il difensore della Chiesa, il garante della gloria di Dio contro i ribelli refrattari al Bene, di ogni tempo: “L’uomo può organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro l’uomo. L’umanesimo esclusivo è un umanesimo inumano (Paolo VI, Populorom progressio, Lettera Enciclica sullo sviluppo dei popoli)”. Una grande lezione così attuale per un NUOVO UMANESIMO CRISTIANO!
“Io sono l’Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono il vigile custode…là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini…Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito…”.
Con queste parole, consacrate da un’antichissima Tradizione, l’Arcangelo Michele invita il vescovo Lorenzo Maiorano a dedicare quella spelonca particolare , fino ad allora inaccessibile, del Monte del Gargano, al culto cristiano. E’ l’otto maggio del 490, siamo sotto il pontificato di Papa Felice III.
Qualche giorno prima l’Arcangelo si era manifestato ad un ricco signore a nome di Elvio Emanuele. Questi avendo smarrito un toro , dopo giorni di affannosa ricerca aveva ritrovato l’animale, sorprendentemente , inginocchiato nella grotta. Non potendo ricondurlo alla mandria, l’allevatore si trova costretto a dissuaderlo con il lancio di una freccia. Inaspettatamente la stessa, contravvenendo all’ordine delle cose in natura, cambia direzione e ferisce l’arciere. Il signorotto impaurito dello strano avvenimento, scorgendovi del soprannaturale , pensa bene di avvertire il vescovo della vicina Siponto. Il solerte Pastore invita i fedeli alla preghiera e alla penitenza, rimanendo in religiosa aspettativa. Alla fine di un triduo di devozioni, l’Arcangelo Michele si rivela al vescovo. Il Serafino si dichiara autore del prodigio: la grotta sarà il suo Santuario la CELESTE BASILICA .
Ad una prima apparizione ne seguiranno altre. Il vescovo purtroppo non si sente ancora preparato all’invito dell’Arcangelo, forse perché inibito dalla conoscenza dei culti pagani che avvenivano tra quei luoghi inaccessibili . Il succedersi degli eventi però presto lo costringeranno a cambiare atteggiamento.
Il 19 settembre 492 la città di Siponto è assediata dall’esercito di Odoacre. Gli abitanti sono avviliti , sul punto di cedere, ricorrono ancora una volta al santo vescovo Lorenzo Maiorano. Il Pastore questa volta con più decisione impetra la protezione dell’Arcangelo. Le preghiere sono esaudite. Dopo alcuni giorni, i barbari sono messi in fuga da una tempesta di grandine e sabbia. La città è liberata. Siamo alla seconda apparizione dell’Arcangelo.
Il 29 settembre 493 San Michele appare una terza volta allo stesso santo vescovo. Questi per ringraziare l’Arcangelo della vittoria precedente sugli Eruli, aveva chiesto a papa Gelasio I° la facoltà di consacrare finalmente la Grotta delle Apparizioni. Dopo tre giorni di preghiere e digiuni l’Arcangelo manifesta il suo assenso alla iniziativa, esprime chiaramente la sua volontà circa la consacrazione della stessa. Pur avendo gradito la supplica, ha già egli stesso consacrato quel luogo come sua reggia : “ impressionante è questo luogo qui è la Casa di Dio e la Porta del Cielo, in questa grotta i peccati degli uomini sono perdonati”. I fedeli avrebbero potuto accedervi liberamente per pregare e celebrare la Santa Messa. Nella grotta verrà ritrovato un masso con l’impronta di San Michele, l’altare coperto da un drappo rosso e la Croce di cristallo. Con la celebrazione della Prima Messa è decretato il trionfo del Cristianesimo sulle ultime resistenze pagane.
La quarta apparizione risale al 22 settembre 1656. E’ l’anno tristemente noto della peste bubbonica. Il morbo diffusosi in lungo e in largo per tutto il Regno di Napoli, andava seminando paura e morte. Il giovane Federico Spagnoletta e i suoi familiari , già gravemente colpiti dalla infezione , si ritrovano tutti completamente guariti . Hanno invocato con fede l’aiuto dell’Arcangelo che prontamente ha accolto le loro suppliche presentandole al Trono dell’Altissimo. Questa volta è il vescovo Giovanni Puccinelli ad ordinare una supplica collettiva a San Michele. L’Arcangelo appare in una luce sfolgorante con il lieto annuncio della liberazione dal contagio. Intorno alla Grotta ormai luogo di culto cristiano per Volontà Angelica, si sviluppa il nuovo centro abitato di Monte Sant’Angelo.
Il Serafino continua la sua missione apparendo ancora in diverse località. Il culto di San Michele già molto sentito in Oriente si diffonde rapidamente principiando proprio dalla Celeste Basilica del Gargano; con il concorso dei molti devoti , si espande in tutta Europa quindi nell’Occidente Latino. Si assomma inevitabilmente alla valenza religiosa anche il collante politico dei molti Patrocinatori. Il culto all’Arcangelo Michele si estende non solo nel Meridione d’Italia ma anche in tutte le regioni della Penisola. A Roma è celebre l’apparizione sulla cima di Castel Sant’Angelo tra il X e il XII secolo, con la cessazione della peste e l’Arcangelo che ripone la spada insanguinata nel fodero. Lungo la stessa via Salaria sorge una Basilica dedicata a San Michele, sul monte Tancia in Sabina. Altra apparizione dell’Arcangelo è ricordata sul monte Gauro a Sorrento nell’anno 820. Attraverso il Santuario del Gargano ormai inserito pienamente nelle “radici Cristiane dell’Europa” transitano i numerosi pellegrini lungo la ben nota via Sacra Langobardorum, via Francigena, che attraverso la Val di Susa con la Sagra di San Michele, terminava a Moint Saint Michel au Peril de Mer in Normandia. Tale era anche il percorso inverso dal Nord Europa per Bari, Brindisi verso Gerusalemme e la Terra Santa.
La Grotta del Gargano è meta agognata del pellegrinaggio di numerosi fedeli, di Santi e di molti in ricerca di senso e di assetati di Assoluto. Non possiamo non ricordare il pellegringgio del 1216 di San Francesco di Assisi , in transito per il bosco di Folloni della nostra Montella, proveniente dal Salernitano e diretto sul Sacro Monte dell’Arcangelo . San Francesco devotissimo di San Michele , in suo onore spendeva una Quaresima di preghiere e digiuni, dal 14 di agosto vigilia dell’Assunzione di Maria Santissima al 29 settembre. Al termine di una di esse riceverà la visione del Serafino Crocifisso e il dono delle Stimmate sulla Verna divenendo “alter Christus” . Si racconta come il Poverello giunto all’ingresso del Sacro Antro si sentisse indegno di entrarvi. Rimane a lungo in contemplazione. A perpetua memoria della santa visita lascerà impressa la caratteristica lettera T (tau). Dopo questo pellegrinaggio seguirà il Perdono di Santa Maria degli Angeli , della Porziuncola: “il luogo ove Francesco visse e morì cantando! “
Molto significativa è l’esperienza dell’Avvocato Bartolo Longo. Dalla Storia del Santuario di Pompei apprendiamo come il Beato sollecitato al vescovo di Nola a fissare il giorno della consacrazione e della posa della prima pietra del Tempio di Pompei, sceglie l’8 maggio giorno della “Supplica alla Regina del Rosario” perché sacro all’Arcangelo san Michele del quale era sinceramente devoto. Come il celeste Principe scacciò dal Cielo Lucifero, angelo ribelle, così era certo avrebbe scacciato da Valle di Pompei Satana che tra quelle rovine per secoli aveva avuto la sua signoria: “San Michele fu l’Angelo Custode della Vergine Santissima in vita, San Michele è il patrono di tutti i templi del vero Dio, e San Michele sarà il Custode Celeste e Protettore del Tempio di Pompei…E da allora nel volgere incessante degli anni sempre in quel dì otto di maggio, abbiamo invocato con fede il primo Angelo del Cielo a festeggiare insieme con noi la comune Regina. Ed in ciascun anno noi ricordiamo due solenni epifanie: il maggior Principe del Cielo, che ha nome meraviglioso, si manifestava alla terra, scegliendo a spettacolo dei suoi prodigi la vetta di un monte; la più grande Regina che mai abbia avuta e cielo e terra, si manifestava anch’essa ai gementi figliuoli di Eva, scegliendo a centro dei suoi portenti l’umile Valle di una sepolta città pagana”.
San Michele è protettore della famiglia, guerriero e difensore del popolo cristiano nelle sue lotte quotidiane fino al momento decisivo del trapasso e del Giudizio estremo . È portatore di incensiere “turiferaio” è guida delle anime dei defunti, patrono di arti e mestieri, della Polizia di Stato, della sicurezza e dell’ordine pubblico, di tanto altro ancora.
A conclusione ci è caro proporre una rilettura dell’iconografia tradizionale dell’Arcangelo, in chiave genuinamente paolina del “combattimento spirituale”. La stessa potrà infondere a tutti noi tanta fiducia e speranza per un Mondo Migliore: “Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra , contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi , cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio…(Efesini 6,11-17) .
Grazie.
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