A Montella presentazione del PIF, ovvero ‘Progetto Integrato di filiera’ “Chestnut in the world”. Il progetto di filiera sulla castanicoltura, come ha spiegato il responsabile tecnico Roberto Mazzei dopo i saluti del presidente della Coop. Castagne di Montella Contino, prevede interventi coordinati per l’ammodernamento
della produzione, miglioramento di trasformazione e valorizzazione commerciale, per mettere in circolo le conoscenze e introdurre innovazioni nelle produzioni, attraverso ricerca, formazione e miglioramento della qualità, con la sinergia tra enti pubblici, agricoltori, aziende e centri di ricerca. Quando nacque nel 2009 non c’era ancora la crisi del comparto, che arriva nel 2011. Quindi il PIF viene per forza di cose rimodulato. Mazzei illustra i nuovi obiettivi, però con minori finanziamenti: «Formazione degli addetti, industria della trasformazione e ricerca tecnologica in campo, sulla prima lavorazione, poi trasformazione e prodotti di qualità. Prima erano 16 milioni e sono diventati 6. Il problema è che i castanicoltori oggi non sanno più cosa fare e non sanno più riconoscersi. Ma non ci arrendiamo». E difatti poi ci sono gli interventi tecnici. Maria Grazia Volpe, dell’ISA–CNR di Avellino, spiega la misura 124: «Uno dei problemi maggiori è l’inesistenza di protocolli certi per le varie tipologie di prodotti. Per fare la castagna del prete, i metodi di affumicamento dei vari produttori non sono mai chiari. Stiamo cercando di standardizzare per migliorare il piazzamento sui mercati». Ma ci sono anche piani mirati di concimazione, ottimizzazione di tecniche di potatura, studi sulla conservabilità del prodotto. La dott.ssa Aponte della Federico II si è occupata invece del recupero dei polifenoli, antiossidanti naturali: «Ce ne sono vari tipi . Ad esempio si possono ricavare dal riciclo dell’acqua della curatura delle castagne. Ma sono presenti anche negli scarti». Inoltre la Aponte ha anche cercato di sviluppare delle produzioni per ovviare alla stagionalità del frutto, quali yogurt, mousse, birra alla castagna,. Poi è stata la volta di Antonio De Cristofaro, entomologo dell’università del Molise: «Purtroppo la situazione è critica, e non sono qui per alimentare false speranze». Il suo intervento è soprattutto concentrato sulla concimazione: «Oltre al cinipide, paghiamo un clima avverso. Le piante sono molto fiacche. Il problema è anche dei suoli. Attenzione a non eliminare troppa materia organica». Italo Santangelo delle Politiche agricole della Regione ha invece puntato «sul bagaglio enorme di conoscenze da sfruttare nella prossima programmazione 2014–2020: questo PIF le ha create e dobbiamo metterle a sistema». La giornata, ha visto anche la presenza di numerose personalità politiche. Al sindaco Capone gli onori di casa: «Siamo molto attenti alla castanicoltura, il progetto di certificazione dei prodotti dell’ATS va in questa direzione» E annuncia: «Dal ministro Martina ho avuto la promessa di un grande convegno nazionale sulla castagna da fare nel nostro paese». I saluti anche del presidente del consiglio regionale on. Foglia: «I PIF vanno nella giusta direzione, quella di collegare aziende di produzione e trasformazione con gli enti pubblici e i centri di ricerca. Bisogna comunque investire di più e me ne sto facendo carico in regione». Presente anche il direttore di Coldiretti Avellino Loffreda, che si è detto «fiducioso per le castagne. Registro il ritorno dei giovani all’agricoltura, è un segnale forte. Ma non muoviamoci con il ritardo con il quale abbiamo intercettato la programmazione UE precedente». Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della provincia Gambacorta: «La UE ci chiede di essere più precisi, di non ricorrere sempre a deroghe e proroghe. Mi auguro che con la prossima programmazione, questa ottima esperienza paghi, per non arrivare in ritardo». Lo chiedono tutti i produttori e tutto un comparto in grave crisi.
Giancarlo Manzi
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