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70° anniversario dalla morte di Giovanni Palatucci

14 02 2015 palatucci 13Montella non ha dimenticato, e lo ha dimostrato con ‘La Comunità non dimentica’, che ha coinvolto la popolazione insieme alle scuole elementari, medie e superiori di Montella e Bagnoli Irpino, per ricordare il 70° anniversario dalla morte di Giovanni Palatucci e onorare tutti i caduti della Shoa e delle Foibe. La cerimonia ha avuto inizio nella piazza dedicata a Giovanni Palatucci, con la deposizione di una corona al questore morto a Dachau il 10 febbraio 1945. Il corteo si è

spostato nei pressi della scuola elementare dell’Istituto Comprensivo ‘Palatucci’, accolti dall’orchestra della scuola media di Montella, che ha eseguito con sax e sassofoni la famosa canzone del film ‘La vita è bella’, musica di Offenbach, denominata la ‘Barcarolle’. Introduzione a uno dei momenti topici della giornata: davanti al plesso elementare infatti è stato piantato un giovane ulivo, simbolo di pace, a futuro monito per ciascuno dei giovani bimbi che entreranno nella scuola delle gesta e degli orrori di uno dei capitoli più oscuri della storia dell’umanità. Qualche parole sul valore della solidarietà è stata pronunciata da Don 14 02 2015 palatucci 11Franco Celetta, il parroco di Cassano Irpino che ha dedicato diversi saggi e studi alla vita del Palatucci, in particolare quello relativo all’archivio di Campagna dello zio di Giovanni, Mons. Palatucci, più di 700 carte che testimoniano il triangolo tra zio nipote e un poliziotto, il Cucciniello, che faceva da tramite per coprire l’attività di salvataggio degli ebrei del questore di Fiume. Davanti all’ulivo si sono poi schierati il sindaco di Montella Ferruccio Capone e una bimba delle elementari, che hanno posato insieme la prima zolla di terra per coprire le radici. A raccolta poi, molti bimbi si sono affollati con la grazia che li contraddistingue per partecipare alla posa dell’ulivo: ancora non lo sanno, ma tutti sperano che proprio quelle radici possano diventare le loro quando cresceranno. Questo anelito è stato poi confermato quando il corteo si è spostato nell’auditorium del Liceo ‘R. D’Aquino’. Il cuore pulsante della manifestazione si è tenuto qua: gli alunni di scuole medie e superiori hanno infatti presentato lavori sulla shoa, il Palatucci e le foibe, tra cui power point, video di piccoli sceneggiati da loro realizzati, lettura di testimonianze delle persone salvate da dal questore. Questi ragazzi hanno stupito tutte le autorità presenti, poiché è stato facile leggere, nel loro impegno condito dall’innocenza, che quelle pagine di storia così nera, attraverso le vicende di Palatucci e delle foibe, le nostre comunità hanno ormai contribuito a girarle, tenendole comunque ben conservate e presenti nel volume della memoria collettiva. Anche nei brusii che disturbavano l’ascolto, nel loro entusiamo, nei loro sorrisi, nelle facce così pulite, una volta di più si può dire che qualcosa di buono la nostra società e le nostre Istituzioni lo hanno fatto, facendo capire loro quanto la crudeltà e la barbarie possano essere sempre dietro l’angolo. Due testimonianze su tutte: vedere la massima terenziana «sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano» vicino alla faccia di Giovanni Palatucci e la convinzione con cui alcuni ragazzi hanno intonato ‘Auschwitz’ di Francesco Guccini riscalda il cuore. Alla fine ci sono stati gli interventi delle autorità. Il direttore dell’Istituto Comprensivo Rino Damiano De Stefano ha ricordato «quanto la comunità montellese deve alla figura di Giovanni Palatucci. Ricordarlo, e voi lo avete fatto in modo splendido, non è mai abbastanza». Don Gennaro Capasso, dell’UCSI, che ha conosciuto lo zio vescovo di Campagna e che segue le vicende della vita di Palatucci da quando nel ‘95 fu scritto il libro di Raimo, ‘A Dachau per amore’, ha salutato tutti i giovani presenti. Il sindaco di Montella Ferruccio Capone invece ha ringraziato gli alunni «per la lezione ricevuta stamattina» sottolineando, in merito ai dubbi sulla figura del questore, «che quel sacrificio non può essere infangato. Questi giovani non sono una speranza, ma una certezza». A concludere i saluti della Questura di Avellino portati da Stefano Ginepro, che si è detto «fiero di poter annoverare il Palatucci» tra i componenti dell’Istituzione che oggi rappresentava. Poi il rompete le righe, e la felicità di poter vedere questi ragazzi, così consapevoli, ridere e scherzare in una società di pace. La civiltà, per ora, ha vinto sulla barbarie.

Giancarlo Manzi

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