Le mamme dei tickets per il trasporto pubblico e la mensa non ci stanno. Dopo la nota diffusa nella giornata di ieri infatti, in cui l’amministrazione comunale di Montella accusava di aver messo in piedi una «protesta stucchevole» di stampo politico, hanno voluto rispondere colpo su colpo. Abbiamo
parlato con alcune di loro (Orsola Marinari, Nadia Montorio, Antonella Pascale, Assunta D’Agostino, Emanuela Scrima, Aida Marinari, Francesca Distinto, Valentina Perna), che hanno organizzato la raccolta delle circa 60 firme. In prima battuta ci hanno tenuto a sottolineare combattive: «Noi non ci fermeremo». Ce l’hanno soprattutto con il modo in cui l’amministrazione Capone ha risposto loro: «Noi siamo persone intelligenti, nessuno ci può condizionare, come dice l’amministrazione». Non va proprio giù a queste signore di essere trattate, come dicono, «quasi fossimo marionette in mano a chissà chi». E rimandano al mittente le accuse di essere solo strumenti in mano alla dialettica politica montellese: «Siete voi, cara amministrazione, con queste parole, a strumentalizzarci. Non abbiamo nulla a che fare con i vostri diverbi politici». Innanzitutto per le mamme non c’è stata una risposta «nel merito della questione». Nella nota della giunta Capone infatti ci si chiedeva se realmente il gesto era stato condiviso da tutti i genitori. Le mamme controbattono che sarebbe stato il caso di «rispondere alla richiesta di riconsiderazione o revoca della delibera del 13 gennaio, invece di chiedersi se la protesta è condivisa o meno da tutti». E nel frattempo, in attesa di «risposte più precise, di una comunicazione verso di noi più vera e reale», snocciolano di nuovo «quelle cifre che la giunta non ha toccato». L’ormai famoso ‘piccolo ritocchino’ per le mamme è «di 5 euro per la mensa, 5 euro per il trasporto mensili, ovvero 0,20 cc per i pasti e 0,60 cc per il trasporto su base giornaliera», checché se ne dica, perché tra noi «c’è gente che non ha uno stipendio fisso mensile». E sventolano in mano anche un articolo in cui si richiama una vicenda accaduta a Roma ad inizio febbraio. Il Tar in quel caso infatti ha dato ragione ad oltre 200 famiglie che, insieme al Forum delle associazioni famigliari del Lazio e dall’Age e la successiva adesione del Codacons, che avevano fatto ricorso in merito agli aumenti, da parte del Comune di Roma, sugli asili nido, fatti senza preavviso e approvati nel bilancio di previsione ad agosto 2014 a iscrizioni già avvenute: «Un caso analogo di cui invitiamo a tener conto», dicono le mamme, specificando di nuovo che «l’aumento ci può stare, ma non così considerevole, sempre ricordandosi che ad inizio anno l’avevamo proposto noi, eventualmente organizzandoci nel caso ci fossero state famiglie in difficoltà». Chiudendo con un piccola apertura «ad ascoltare e parlare con tutti, sicuramente però non con i modi usati prima negli incontri al Comune e poi nella risposta di ieri: noi ci sentiamo trattate in maniera sgarbata e poco signorile». Insomma, queste mamme delle scuole materne, insieme ai 60 genitori e ad eventuali altri che, dicono, «speriamo di convincere ad unirsi alla battaglia», non molleranno di un centimetro, ‘pardon’, di un centesimo!
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