Spett.le Redazione, siamo arrivati ai giorni in cui a Montella e in altri moltissimi paesi delle nostre montagne ha inizio la raccolta delle castagne. Purtroppo, le produzioni di questo preziosissimo frutto sono state decimate, da qualche anno, causa la presenza dell'insetto cinipide galligeno (vespa cinese). Non so di preciso quali sono stati i provvedimenti
che gli agricoltori montellesi hanno messo in atto per combattere questa che per loro può chiamarsi una vera e propria calamità. Posso solo, perchè residente in Toscana e relativamente vicino alla produzione di questa regione, descrivere come stanno reagendo i castanicultori toscani del Mugello della Garfagnana e del Monte Amiata. In primo luogo, per la lotta a questo pestifero insetto, non si procede con l'impiego di prodotti chimici, ma con la immissione nei castagneti dell'insetto antagonista, Torymus sinensis, capace di insediarsi nel "nido" del cinipide e distruggere mangiandole le sue uova. Dove questo processo è iniziato da qualche anno, si vedono già i primi risultati e il cinipide sembra avere la peggio. Nonostante questa strategia, scelta anche per salvaguardare il marchio IGP in particolare per il "Marrone del Mugello" o definito anche Marrone Fiorentino, alcune aziende non abbassano la guardia, e collaborano con una specie di laboratorio su nuove tecniche agricole con importanti Università, da quella di Firenze a quella di Trento, basate sulla ricerca ma anche sulla selezione di particolari esemplari con l'aiuto di innesti innovativi. I castagneti toscani, come quelli di Montella sono costituiti in prevalenza da piante centenarie, che sulle montagne hanno resistito e superato nel corso dei tempi ogni tipo di calamità e avversità naturali, incendi, guerre, insurrezioni, danni provocati dall'uomo. Questi longevi esseri viventi, che vivono molto più di noi, resiteranno ancora, un piccolo insetto non potrà in alcun modo distruggerli, hanno solo bisogno, in questo particolare momento del nostro amorevole e terapeutico intervento. P.S. Per chi non lo sapesse, il "Marrone del Mugello" oggi IGP, fu selezionato a Firenze dai Medici, allo scopo di sfamare le poverissime popolazioni dell'Appennino, dando vita a una particolare cultivar, quella che è prevalente oggi in Mugello, il nome Marrone deriva dal colore marrone chiaro lucente di questa pregiata, croccante e friabile castagna, senza nulla togliere alla "Castagna di Montella IGP". Un saluto ai montellesi impegnati nella raccolta e a Voi in Redazione, Graziano Casalini
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