Spett.le Redazione Montella Eu, un mio modesto pensiero, su crescita e lavoro, due parole di grande attualità nelle discussioni politiche di questi giorni, e anche chiave di volta per tentare di uscire da una delle crisi più gravi che il nostro paese sta subendo da diversi anni.
" Il lavoro nobilita l'uomo e lo rende simile alla bestia ", questo è un vecchio proverbio che molto tempo fa si sentiva spesso ripetere negli ambienti
di lavoro laddove c' erano ritmi alti di produzione, e non mancavano in continuazione le richieste di ore straordinarie ai lavoratori. Allora, la varie industrie e le altre attività, erano competitive a tutti i livelli e davano il massimo profitto e soddisfazione ai titolari alle società e se si vuole anche alle maestranze, sempre, e meglio preparate. Oggi a distanza di qualche decennio, la situazione lavoro è decisamente cambiata. La richiesta al consumo e la concorrenza a livello della distribuzione, indirizzata agli articoli di basso prezzo usa e getta, ha permesso la penetrazione sui nostri mercati di prodotti provenienti dai paesi del terzo mondo, che nel frattempo si sono attrezzati a quelle produzioni, e che per il non rispetto delle più elementari norme di sicurezza e il basso costo della manodopera, la nostra industria non potrà più raggiungere. Su queste problematiche già effettivamente esistenti, si è andata a innescare la crisi finanziaria che ha investito tutto il mondo. La crisi che io reputo figlia del sistema capitalistico, ha provocato a cascata per diverse e più ragioni, la diminuzione dei consumi a partire dai settori già in fase di saturazione ( vedi il settore auto o quello degli elettrodomestici ) ma ha anche colpito quasi tutti i rami della produzione. Alle grandi aziende, le nostre classi politiche hanno concesso tutto e di più, e i titolari dell'industrie private hanno potuto accumulare ingenti ricchezze, non disdegnando di andarle anche a nascondere nei cosiddetti paradisi fiscali. Mentre gli stipendi dei lavoratori rimanevano a uno dei livelli più bassi, al confronto di quelli di alcuni paesi europei paragonabili all'Italia. E oggi, che i consumi sono diminuiti, il peso della crisi finisce tutto sulle spalle delle classi più deboli, lavoratori, impiegati, pensionati, piccoli artigiani, commercianti. Le società e le aziende più grandi, chiudono o delocalizzano le loro produzioni e attività, lasciando alle loro spalle centinaia di migliaia di disoccupati e una miriade di famiglie senza più un reddito minimo esistenziale. Alcuni piccoli imprenditori, vedendo crollare tutto quello che erano riusciti a costruire durante una vita di sacrifici e di duro lavoro si stanno suicidando. Questa a mio avviso è una delle cose più gravi che possa esistere in un paese moderno e civile, come l'Italia dovrebbe essere. Mettendo a parte la crisi mondiale i nostri governi dovrebbero, individuare le potenzialità che il nostro paese ha e può avere in più settori della produzione e dell'economia. Il paese si va automaticamente deindustrializzando, quindi sempre secondo il mio punto di vista, bisogna andare a esaminare attentamente quali sono le nostre risorse naturali, facendo in modo di poterle sfruttare al massimo, al fine di creare all'interno di queste, molti nuovi importantissimi posti di lavoro. Il settore agro-zootecnico- caseario- alimentare, è un settore da privilegiare e incentivare, perché la nostra agricoltura può dare tanto lavoro con i suoi prodotti a tipicità unica elevata, esportabili in tutto il mondo tipo ( Vino, Olio, Pasta, Formaggi, ecc. ecc.). Con gli aiuti di Stato, molti giovani, disoccupati, attualmente il 40%, potrebbero essere indirizzati e impiegati verso questi tipi di attività, anche cercando, di organizzarli in speciali Aziende Agricole, vedendo Comune per Comune, Regione per Regione di dargli accorpandoli, tutti quegli innumerevoli terreni agricoli abbandonati e incolti. Per attuare tutto questo il Governo dovrebbe prendere in carico questa problematica, e far legiferare in Parlamento leggi ad oc. Altro settore in cui il paese ha grandi risorse naturali è quello turistico, già molto importante per l'economia, dovrebbe essere seguito meglio dal Governo, con un maggiore attenzione nella salvaguardia, conservazione e manutenzione del patrimonio archeologico monumentale e delle città d'arte, sempre allo scopo della creazione di nuovi e più posti di lavoro. Il territorio italiano, essendo poco omogeneo e con le più svariate caratteristiche, è sottoposto quasi ciclicamente ogni anno a aventi naturali eccezionali forieri di alluvioni, frane, con la perdita di vite umane, distruzione di infrastrutture e abitazioni, e addirittura di interi paesi e città in caso di terremoto. Il territorio, è stato da molto tempo tralasciato con l'abbandono della montagna, e quasi dappertutto la cementificazione selvaggia si è appropriata anche dell'alveo dei fiumi, è ora che questa situazione venga rivista, dedicando risorse e di conseguenza lavoro, per ricreare le condizioni atte a eliminare i molti rischi che attualmente esistono. La società ogni anno affronta ingenti somme di spesa a causa dei danni sopra descritti, e il fatto di investire oggi in prevenzione, porterà senza dubbio a un buon risparmio nell'immediato futuro. Ci potrebbe essere, anche un'altra fonte di risparmio, derivante dal poter impiegare allo scopo lavoratori disoccupati o in cassa integrazione a medio e lungo periodo. La cassa integrazione, che al momento è difficile finanziare o rifinanziare, sempre e comunque a carico della società diventerebbe, salario o stipendio di questi lavoratori, per il loro lavoro svolto nell'ambito della protezione del territorio e dell'ambiente. Inoltre, per chi perde il lavoro, in attesa di reimpiegarsi in altra attività, si dovrebbero organizzare dei corsi gratuiti di aggiornamento professionale sulle nuove tecnologie applicate nelle attività lavorative emergenti e che avranno, nel breve periodo buone prospettive di lavoro. Da non tralasciare, nell'insieme del ragionamento, alcune importanti attività, di cui esiste una ottima impronta nel nostro DNA di italiani, la creatività e il designer, che ci hanno dato un posto all'avanguardia nel mondo e che sempre a mio avviso potrebbero essere meglio sfruttate. Importante agevolare e incentivare anche la produzione di apparecchiature per le energie rinnovabili, mantenendo ad ogni scadenza le agevolazioni fiscali su tutti i settori interessati al risparmio energetico. Per creare lavoro in qualsiasi paese, oggi occorre che la scuola abbia, gli indirizzi giusti, la formazione e la ricerca, programmati su livelli elevati per poter dare al paese i tecnici, le maestranze e le classi dirigenti e poi governative, utili per mantenerci al passo della competitività mondiale ed evitare quella triste fuga di giovani talenti, verso società e economie più avanzate. In alcuni settori, le leggi sul lavoro precario, hanno creato insicurezza nei lavoratori, non hanno avvantaggiato più di tanto le aziende, penalizzando i consumi e di conseguenza l'ulteriore riduzione di posti di lavoro. A incidere negativamente sull'occupazione, c'è l'alta tassazione sul lavoro, che deve in tutti i modi essere ridotta, questo a vantaggio delle aziende e degli stipendi dei lavoratori, cercando le risorse economiche eliminando ogni sorta di spreco di denaro pubblico, in particolare la corruzione, nelle amministrazioni centrali e locali, nell'esecuzione delle grandi opere e infrastrutture, nei servizi essenziali per i cittadini, scuola, sanità e del cosiddetto terziario, in modo da non sbilanciare i conti. Questa dovrebbe essere la via maestra da seguire, e non quella di togliere una tassa da una parte come spesso si promette durante la campagna elettorale, per poi rimetterne subito un'altra a copertura. Se il debito pubblico del nostro paese e fuori dai parametri consentiti, perché non si tagliano le spese militari e non si ritirano i nostri contingenti impegnati in molte parti del mondo? In questo momento è di prioritaria importanza, per l'Italia, diminuire il debito pubblico arrivato a livelli da record mondiale. E a proposito di tasse, servirebbe incidere molto di più sulla tassazione delle rendite finanziarie speculative. La globalizzazione, a mio avviso, è iniziata e sta funzionando alla perfezione in campo finanziario, laddove le più grandi società multinazionali pilotano i destini di miliardi di esseri umani. Siamo passati da un capitalismo imperialista a un capitalismo diverso che usa le leve finanziarie per continuare ad arricchire enormemente soltanto poche persone e anche singoli stati. Mentre per tutto il resto la globalizzazione resta un sogno con le enormi differenze che sono sotto gli occhi di tutti in fatto di produzioni, lavoro, valute monetarie squilibrate, e disuguaglianze legislative dei singoli Stati. Attualmente, in Italia risultano più convenienti gli investimenti finanziari di quelli produttivi, questa differenza dovrebbe essere colmata con una tassazione più equilibrata, sempre allo scopo, di favorire gli investimenti, la produzione e di conseguenza il miglioramento della situazione lavoro, che è alla base del superamento della crisi. Per far questo serve una volontà politica maggioritaria, che deve formarsi fra tutte quelle forze che hanno a cuore il futuro di milioni di lavoratori e indirettamente anche quello di tutti i cittadini italiani. E serve anche che questa maggioranza sia in grado, di trattare alla pari, un diverso nuovo sistema più giusto con le altre Nazioni della Comunità Europea e del resto del Mondo. Molti cittadini alle ultime elezioni Europee hanno dato fiducia a una grande forza politica collocata su posizioni di grande cambiamento a livello nazionale e europeo, secondo me questa forza dovrà essere sostenuta e non osteggiata, nel tentativo di attuare quello che a una grande maggioranza e sembrato un programma di buon senso. Un rinnovato cordiale saluto a Voi tutti della Redazione. Graziano Casalini
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