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Alto Calore-Ordinanza comunale dopo i rilievi dell’Arpac. Ed è caccia agli scarichi abusivi

Fiume Calore – Il 21 febbraio scorso il Comune di Montella ha emesso un’ordinanza di divieto assoluto di captare o attingere acque dal fiume Calore e dalle sue diramazioni per uso domestico, irriguo, igienico sanitario, potabile e per tutti gli usi industriali a seguito di una nota inviata dall’Asl, e della Provincia di Avellino, Settore Tutela Ambientale del 14 gennaio 2013,

a tutela dell’incolumità pubblica. I prelievi effettuati dall’Arpac nelle acque fluviali hanno evidenziato un’alterazione dei livelli di purità dell’acqua, che ha reso necessaria l’adozione di misure cautelative per il tratto Varo della spina e fino ai confini del Comune di Cassano Irpino.

Sull’inquinamento del fiume Calore, intanto, l’amministrazione comunale, come anche movimenti e associazioni ambientaliste hanno da tempo rilevato la necessità di intervenire con un puntuale piano programmatico, rivolto sia al miglioramento degli impianti di depurazione, che sull’aumento del deflusso minimo vitale per consentire la sopravvivenza dell’ecosistema. “L’Arpac ha rilevato la presenza di sostanze nelle acque fluviali che dimostrano inquinamento, anche se in maniera lieve” spiega il vice sindaco Michele Brandi. “Si pensava a un difetto dell’impianto di depurazione, data la presenza di opifici che prelevano l’acqua dal fiume, ma le analisi chimiche effettuate hanno dimostrato invece che risulta un alto livello di inquinamento nelle zone a monte e a valle del depuratore, ovvero nel raggio di un chilometro di distanza”.

La preoccupazione esternata dalle stanze della Casa Comunale riguarda la mancanza di una rete completa di acque bianche e l’affanno di uno dei due depuratori presenti in paese, che in occasione di piogge abbondanti, creerebbe non pochi problemi. “Il Comune ha redatto un progetto per ovviare al sovraccarico del depuratore ubicato a valle: l’intenzione è quella di spostare una parte del carico dalla zona industriale all’altra, per bilanciare il carico di lavoro. Per questo è stata immaginata la costruzione di un collettore per collegare i due impianti, anche se il progetto è in fase di discussone all’Ato”. La manovra immaginata dal Comune si renderebbe urgente anche in vista dell’ampliamento dell’area Pip, per cui l’apporto dei liquami dovrebbe aumentare in maniera esponenziale.

Stabilito che il depuratore non possa rappresentare la causa principale dell’inquinamento del fiume, resta da capire altre motivazioni possibili. “Abbiamo il timore che qualcuno scarichi abusivamente materiale dannoso a monte del fiume, per questo abbiamo richiesto analisi specifiche all’Arpac” continua Brandi. “Intanto abbiamo il dovere di mantenere alta l’attenzione sul tema in quanto nella zona esistono diverse aziende agricole e zootecniche che potrebbero risentire del problema”.

 

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