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Piano di zona di Lioni, Brandi: «Una rappresentanza più equa»

Brandi MicheleLIONI - E’ riesplosa, dopo l’assemblea di giovedì sera, la discussione al Piano di zona sociale di Lioni. Forte la posizione del delegato del Comune di Montella, Michele Brandi che replica anche alle dichiarazioni del presidente Vito Farese.«E’ necessario - spiega Brandi - chiarire alcune questioni dopo le parole del presidente Vito Farese. In ogni Consorzio a ciascun consorziato deve essere riconosciuta rappresentatività (Fonte Corriere dell'Irpinia )

assembleare pari alla quota di partecipazione, così come peraltro riportato al comma 2 dell’art. 8 del nuovo Statuto proposto. Questa norma, prevista anche dal Codice Civile, non trova poi applicazione negli articoli che regolano il funzionamento del Consorzio, in quanto si è previsto che nelle deliberazioni e nelle votazioni devono contare le teste e non le quote.
L’art. 5 però, al comma 8 stabilisce che in caso di estinzione del Consorzio il patrimonio, sia attivo che passivo, andrà ripartito tra gli Enti partecipanti in misura proporzionale alle proprie quote di partecipazione. In virtù di ciò vi è una forte preoccupazione del Comune di Montella che paga la maggiore quota consortile, deve avere la stessa rappresentatività degli altri, ma se ci sono debiti da ripianare deve risponderne per la maggior parte. Tutto questo non mi pare possa rispondere a criteri di equità, solidarietà o quant’altro. Attualmente il Consiglio di Amministrazione del Consorzio è costituito per una parte da membri di diritto, che sono i rappresentanti dei Comuni sedi di distretto e quindi Comuni con più alto numero di abitanti, e per un’altra parte da membri eletti dai Comuni di ogni distretto. Questa metodologia garantisce un giusto equilibrio di rappresentanza di tutti i Comuni aderenti al Consorzio. Il motivo che spinge a ridurre i componenti del Consiglio di Amministrazione non appare chiaro, considerato che non vi è alcuna indennità di carica o gettone di presenza.
Se il Presidente dichiara di non poter accettare un discorso del genere, allo stesso modo il Comune di Montella non può accettare che pur versando un quota annuale pari al 12,23% del fondo di dotazione debba avere la stessa valenza di un altro Comune che versa una quota di circa lo 0,50%.
Il Presidente afferma altresì che in momento in cui c’è la crisi anche della politica c’è bisogno di responsabilità. Ma infatti è proprio questo il punto: con il principio delle quote non sarà certamente la politica a decidere i Componenti o il Presidente del Consorzio, così come avvenuto finora, ma tali nomine saranno determinate in maniera oggettiva in funzione degli impegni economici dei consorziati. Ragionando per assurdo, se al Consorzio di Lioni si dovesse associare il Comune di Napoli non sarebbe né giusto e né responsabile che un Comune con circa un milione di abitanti debba avere la stessa valenza di un Comune di circa trecento abitanti. Infatti sono certo che le problematiche sociali esistenti in un paese di ottomila abitanti come Montella sono del tutto sconosciute ad un amministratore di un Comune di poche centinaia.
Allo stesso modo ho chiesto che vi fosse garanzia di rappresentanza dell’intero area del Consorzio, poiché con un numero esiguo di componenti del Consiglio di Amministrazione, si rischia di lasciare fuori qualche parte del territorio. Questo è stato il principio del mio ragionamento espresso con pacatezza in Assemblea, mal recepito dai rappresentanti dei piccoli Comuni ai quali, ho precisato, va comunque garantita la rappresentatività. In riferimento al senso di responsabilità richiamato dal Presidente, mi sento di dire, in tutta serenità, che sempre il Comune di Montella ha dimostrato il proprio, ma vi è l’obbligo per un amministratore di mettere in atto, responsabilmente, ogni azione finalizzata a tutelare in primis i propri cittadini».

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