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Lo sviluppo al Sud, la metà di quello della Grecia (di Graziano Casalini)

sud bigSpett.le Redazione, i dati recenti forniti da SVIMEZ, devono farci riflettere sulle condizioni in cui si trova il nostro Mezzogiorno. Lo sviluppo di quelle che sono le più belle regioni italiane è stato valutato la metà di quello della Grecia, fanalino di coda degli altri stati europei. Ciò vuol dire che al Sud del nostro paese sta l'handicap pesante che il resto dell'Italia deve in qualche modo compensare per poter competere con i rimanenti paesi

europei e con il resto del mondo. Tralasciando, la descrizione delle ragioni di questo enorme squilibrio, per cui dovremmo scrivere molte pagine, quello che interessa in questo momento è il fatto di come e su cosa intervenire per risollevare l'economia di questa importantissima parte del paese. Mentre il Nord e il Centro potrebbero stare al pari con alcune delle regioni europee più avanzate, il Sud pur avendo risorse naturali, storico artistiche, paesaggistiche e una posizione invidiabile al centro del Mediterraneo, è mancante di un programma di sviluppo ad ok, a causa della carenza di infrastrutture, con l'aggravante che in alcune regioni, prevale ancora l'idea che lo stato ci deve tutto, al contempo però si evadono le tasse alla grande. Oltre all'evasione fiscale, si crede che i sistemi corruttivi e mafiosi siano in grado di risolvere i nostri interessi personali e di bottega. Lo sviluppo del Sud basato su questi presupposti, non può che essere negativo. Lo stato sarà in grado di garantire al meglio i servizi essenziali, di costruire infrastrutture dove ce n'è più bisogno, di aiutare e incentivare iniziative aziendali e individuali capaci di far aumentare posti di lavoro, se avrà le risorse necessarie, altrimenti la situazione attuale andrà di male in peggio. In questi giorni, sembra che la questione del Mezzogiorno stia tornando alla ribalta, non solo per il bene del Mezzogiorno stesso, ma anche per il bene dell'Italia e degli Italiani tutti. Il più grande partito italiano attualmente al governo, e di conseguenza il governo stesso, hanno iniziato a intervenire sui problemi del lavoro in numerosissime realtà meridionali scongiurandone la chiusura e addirittura creando i presupposti per un accrescimento delle produzioni future. Questo a mio avviso, è intanto un modo positivo di iniziare a preoccuparsi dei problemi del Sud. Problemi gravi, enormi, mai affrontati convintamente con la ferma volontà di volerli risolvere. In questo momento, si sta aprendo un dibattito su cosa fare, sulle priorità da privilegiare, sulle cifre e i fondi necessari per gli investimenti, soprattutto in infrastrutture: alta velocità, strade, porti, per la salvaguardia dei tesori archeologici artistici e monumentali. Fino ad oggi al Sud, gli enti locali non hanno sfruttato al massimo i finanziamenti provenienti dall'Unione Europea, è evidente che anche questo fatto è profondamente negativo per il rilancio dello sviluppo e della sua economia. Risollevare il Sud vuol dire pareggiare i livelli di vita di tutti i cittadini italiani, perché il Sud non è la Grecia, basta crederci e operare concretamente perché ciò avvenga. Non Vi pare che la politica "del fare"sia una ottima politica e possa dare, non immediatamente, ma in una prossimo futuro, qualcosa di buono anche per Montella e per i suoi giovani, costretti anche oggi, come nel passato ad emigrare in cerca di un lavoro e di una vita migliore? Un cordialissimo saluto Graziano Casalini

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