Svizzera chiama Irpinia per l’eccellenza del farmaco . Salvatore Cincotti incontra il Ministro Piantedosi
Una storia di eccellenze tra Svizzera e Sud Italia, dove è quest’ultimo a brillare, con un centro di ricerca e sviluppo all’avanguardia e guardato con ammirazione da tutto il mondo.
Parte dall’intuizione di Salvatore Cincotti, amministratore delegato e socio fondatore di Altergon Italia, una realtà che nel bel mezzo dell’Alta Irpinia è riuscita a dare lavoro a più di 300 persone: un’opportunità rara per lo sviluppo del Meridione, grazie ad un’azienda farmaceutica che punta sulla qualità assoluta e su metodi rivoluzionari (e brevettati) nel campo delle applicazioni transdermali e delle biotecnologie industriali.
Non solo: la componente umana è altrettanto importante e con il 40% di laureati e numerosi PhD, a Morra de Sanctis si è creato un vero polo di cervelli e personale altamente specializzato che dimostra concretamente che è possibile fare impresa e ricerca di alto livello anche in territori “diperiferia”.
“Collaboriamo attivamente con varie Università del Sud Italia” ci conferma Cincotti, che sottolinea il valore del distretto “Campania Bioscience” (della cui nascita è uno dei responsabili), che vede la partecipazione di 91 Imprese dei settori farmaceutico, agroalimentare e cosmetico, insieme ad importanti realtà accademiche come l’Università Federico II e Centri di Ricerca specializzati (TIGEM, CEINGE e BIOGEM). Questo ha permesso una forte accelerazione nell’ambito del Biotech, con un sistema di borse di studio per gli studenti svantaggiati e più meritevoli che porta, in moltissimi casi, ad un’assunzione diretta.
Non solo laureati e titolari di dottorati (percorso nel quale vengono attivamente assistiti da Altergon) ma anche diplomati in materie scientifiche ed economiche, chimici, meccatronici, inseriti in un contesto che li valorizza umanamente e professionalmente.
Proprio per questo motivo Cincotti confessa il suo rammarico per l’annunciata riduzione degli sgravi fiscali per il “rientro dei cervelli”, a fronte di molti ricercatori e personale con altissime competenze sviluppate in prestigiose realtà estere che tornerebbe molto volentieri nel nostro Paese, arricchendo con la loro esperienza internazionale tutto l’indotto. Altergon è riuscita ad affermarsi sui mercati mondiali con l’altissima tecnologia dei suoi impianti e processi e grazie ad una strettissima collaborazione col mondo accademico e della ricerca, pur operando da una zona interna del mezzogiorno d’Italia dove non esisteva alcuna “cultura” per questo settore. Ecco perché la “scommessa” di Cincotti e dei partner svizzeri è stata decisamente vinta, a dispetto delle perplessità di molti, ma non di Arturo Licenziati, Presidente di IBSA –Institut Biochimique SA, che fin da subito ha deciso di credere al progetto di investire in Irpinia con l’ambizione di realizzare un centro di rilevanza mondiale. Un percorso che nasce da lontano: Cincotti ha una lunga esperienza internazionale, dalla Cina alla Svizzera, dove nel 2000, entra a far parte del gruppo IBSA-Altergon, creando dopo due anni Altergon Italia e compiendo una scelta controcorrente rispetto alla delocalizzazione verso i paesi in via di sviluppo imperante in quegli anni.
Altergon Italia è oramai un punto di riferimento sul mercato italiano ed internazionale, leader in Europa nella produzione di cerotti medicati Hydrogel e di acido ialuronico altamente purificato, un componente dei tessuti connettivi, impiegato in medicina nelle patologie degenerative o traumatiche delle articolazioni o nel settore della dermatologia estetica.
Soprattutto il primo ambito ha avuto un grande sviluppo, anche sotto forma di film orodispersibili, dove il know-how del Gruppo italo-svizzero gioca un ruolo importante, grazie anche ai continui investimenti sia in Ricerca&Sviluppo che in nuovi siti produttivi dotati delle tecnologie più avanzate. Il sito campano è ubicato su un’area di circa 65 mila mq e può contare su 6 reparti produttivi, magazzini automatizzati, un centro perl’R&D ed è stato oggetto di ingenti investimenti, a partire dal 2006, che, al termine della nuova tranche da 50 milioni di euro del contratto di sviluppo realizzato con InvItalia, prevista nel 2026, avranno raggiunto la cifra di 180 milioni di euro.
La modalità prevede, come sottolinea orgogliosamente Cincotti, una suddivisione tra 1/3 di mezzi propri, 1/3 di indebitamento bancario ed 1/3 proveniente da incentivi pubblici per l’utilizzo di fondi europei, sia attraverso strumenti regionali che nazionali
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