Libri: “Tentazione” di Janos Szekely (di Nino Tiretta)
Ho da poco conclusa la lettura di un libro di Janos Szekely, uno scrittore poco noto, che, di recente, mi è stato segnalato da alcuni amici, come me, interessati e appassionati alla buona lettura.
Il libro che propongo è poco pubblicizzato ed è merito della casa editrice Adelphi se oggi questo romanzo - a mio avviso, assai valido e degno d’essere letto - può essere conosciuto anche in Italia.
Janos Szekely nacque il 7 luglio del 1901 a Budapest in Ungheria e (al pari di celebri conterranei come il produttore Alexander Korda, il regista George Cukor, gli attori Bela Lugosi e Zsa Zsa Gabor) “sbarcò” giovanissimo in America ove divenne scrittore e sceneggiatore per il cinema.
Firmandosi “John S. Toldy” - pseudonimo che si era scelto al suo arrivo in America - Janos Szekely fu, infatti, noto sceneggiatore espressionista prima in Germania e poi in America, ad Hollywood, dove, nel 1936 conobbe il successo con la sceneggiatura realizzata per il film di Frank Borzage “Desire“.
Nel 1941 riuscì a vincere un Oscar per il soggetto del film “Arrivederci in Francia” battendo fra gli altri il Charlie Chaplin del “Grande Dittatore” !!
Nel 1946, mantenendo sempre il nome di “John Pen”, Szekely firma il romanzo “Tentazione”.
Nel risvolto di copertina del volume Adelphi si legge che Tentazione venne pubblicato per la prima volta in inglese nel 1946; fu lo stesso Székely a tradurlo in inglese con l’aiuto di Ralph Manheim.
Distribuito in Ungheria nella versione originale, il libro divenne subito popolare, ma appena si scoprì che sotto lo pseudonimo di John Pen si nascondeva un ungherese venne ritirato dal commercio e mandato al macero.
Janos Székely, dopo vent’anni trascorsi negli Stati Uniti, nel 1956, per sottrarsi alla persecuzione maccartista, emigrò in Messico e poi si trasferì a Berlino Est.
Malato, chiese di poter tornare in Ungheria, ma morì il 16 dicembre del 1958, prima di aver ottenuto il visto.
“Tentazione” è un romanzo bello, denso e fluviale, tumultuoso e affascinante, popolato da numerosissimi personaggi.
E’ la storia dell’infanzia e dell’adolescenza di Béla, un orfano abbandonato a sé stesso nell’Ungheria degli anni 1920.
La madre di Bèla, il padre donnaiolo ed inaspettatamente ritrovato, la crudele zia Rosika, il maestro integerrimo e dall’animo nobile, il costruttore di bare, l'amico “comunista” Elemé, l’americana Patsy, il saggio zio Gàbor, la generosa Zozsi, la prostituta Manci, l’ignobile zia Màli, l’esigente maître del Grand Budapest Hotel, il delatore Andrai, Gyula la spia, l’infido Acchiappali e tanti altri ancora costituiscono, tutti, una ricchissima galleria di ritratti e di personaggi , ma il protagonista del romanzo è Bèla: un bambino obbligato, per sopravvivere a crescere in fretta in una Ungheria pulsante di contraddizioni, dentro un periodo storico di grandi sconvolgimenti, vale a dire quello dell’ante guerra fino a quelli degli anni 30.
Egli, concepito accidentalmente, non è desiderato dalla madre sedicenne che ricorre ai mezzi più atroci nel tentativo di abortire.
Bèla, (abbandonato subito dopo la nascita nelle grinfie di zia Rosika, una vecchia ex prostituta riciclatasi in mammana che tiene con sé i figli delle ragazze madri povere ricattandole e facendosi dare tutti i loro miseri guadagni), trascorre l’infanzia nelle condizioni di più nera miseria, soffrendo i tormenti del freddo e della fame più spaventosa.
A quattordici anni, il 31 dicembre del 1931, la madre — che non vede da più di otto anni — viene a riprenderlo e lo porta con sè a Budapest.
A Budapest Béla non trova certo condizioni di vita migliori e dunque, adesso, comincia una vera e propria saga di questo ragazzino e di sua madre per sopravvivere nell’Ungheria dell’ante guerra e, come s’è già detto, degli anni 20 e 30.
La madre per guadagnare qualche soldo che non basta nemmeno a sfamarli lavora anche dieci ore al giorno come lavandaia.
Béla riesce a farsi assumere come ragazzo dell’ascensore nel più grande albergo di lusso della città: il mitico “Grand Budapest Hotel” ( lo stesso Hotel descritto nel film diretto e co-prodotto da Wes Anderson nel 2014).
Esposto alle luci ed alle turpitudini della capitale, la vita di Béla si divide in due: da una parte la miseria della vita domestica con la madre in uno dei quartieri più squallidi e poveri di Budapest, dall’altra lo sfolgorante mondo del lusso sfrenato degli ospiti dell’albergo che è un vero e proprio tempio del denaro, della corruzione e della lussuria.
Il ragazzo è continuamente sottoposto alla tentazione (la “TENTAZIONE” del titolo) e si trova continuamente in bilico tra la cattiva e la retta via come succede a tutti coloro che si trovano agli ultimi gradini della scala sociale e nei bassifondi della miseria.
Béla sperimenterà così l’amore romantico ed adolescenziale con Patsy, una sua coetanea americana, l’erotismo e la lussuria con una bellissima e corrotta “femme fatale” dell’alta aristocrazia ungherese, la vita…
Tutto questo, mentre di notte studia da solo l’inglese, guardando il Danubio, sognando di poter prendere un giorno la nave che da Budapest va a Vienna e da lì poi emigrare in America, idealizzata e fantasticata come una Terra Promessa.
E’ nel contempo un grandioso, commovente affresco in cui viene rappresentato il destino di una nazione straziata; un libro in cui si riconosce la giovinezza dello stesso János Székely il quale, come Béla, da bambino e da adolescente, aveva vissuto d’amore e di politica, di folli speranze e del sogno di un’America in cui era poi finalmente riuscito ad arrivare.
“ In gran parte autobiografico, “Tentazione” - che nonostante la mole si legge tutto d’un fiato - è un romanzo di iniziazione e formazione e, nel contempo, è un anche un romanzo di appassionata denuncia delle ingiustizie sociali del tempo nonché una rappresentazione della durissima vita della campagna ungherese e di quella della capitale degli anni 1920”..
Come afferma Gabriella Alù, “in Tentazione ci sono tutti gli ingredienti dickensiani, proprio tutti: bambini orfani, poverissimi e maltrattati, vecchie megere, ignobili sfruttatori, giovanissime ragazze madri, giovinetti sedotti da donne ricchissime, bellissime e perverse, miseria estrema e lusso sfrenato… Spie e delatori, ladri e ruffiane ma anche anime nobili ed integerrime…”
La struttura del libro è per davvero ben congegnata, i capitoli si aprono e si chiudono “con una strutturazione mozzafiato, tale da mantenere continuamente, senza noia o stanchezza, la voglia di “vedere cosa succederà adesso”.
D’altra parte János Székely è uno scenografo, il “come tenere sempre viva l’attenzione” era proprio il suo mestiere per cui, le 680 pagine non rappresentano certo una difficoltà nella lettura, si leggono voracemente, se ne vorrebbero altre, vorresti che non finissero.
Il tutto è narrato con “una scrittura sanguigna ed estremamente plastica, supportata da una robusta dose di ironia che, adoperata dall’autore anche nelle situazioni più terrificanti serve magnificamente a sdrammatizzare evitando così al tono mélo del romanzo di sprofondare nel ridicolo dello strappalacrime a qualsiasi costo”.
La narrazione è pertanto bella e coinvolgente e il libro si legge con un molto trasporto e grande curiosità.
Concludendo : “Tentazione” è una storia dolce e cruda, un inno alla vita e alla disperazione; János Székely è un ottimo scrittore, un autore che riesce in modo brillante a coinvolgerci nella vita di Bela, il protagonista, fino a farcelo sentire, insieme ad altri indimenticabili personaggi (la madre,il padre, il maestro di Bela,il costruttore di bare....), come una figura tutta nostra, per davvero commovente.
Un libro questo da inserire, senza alcun dubbio, tra la grande narrativa del 900, da leggere perché racchiude una storia potente, che tocca i grandi temi della contrapposizione sociale.
Székely scrive e racconta con ottima maestria; riesce con bravura a permeare le situazioni più tragiche, con una naturale ironia ed è per tutto ciò che questo suo libro è per davvero superbo, interessante e che certamente non si dimenticherà facilmente !
Buona lettura dunque e con tanta, tanta cordialità saluti a tutti e .……….. alla prossima !!!
Giovanni Tiretta (Nino per gli amici)
Lucca, 7 marzo 2016
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