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Benevento Capoluogo ......di Giuseppe Marano

Avellino BeneventoCaro Direttore...sempre a me capita nel momento più storto! Tornavo da "Tasso" dove mia cugina Ada mi aveva pregato di andar a raccogliere due castagne per la nipotina...Non ti trovo 'no soggetto delle zone alte, le mie, che...detta alla "sorevèse" c'è 'ncarnato? E non ne fa scuorno, anzi ti fàce...fàcci e ti sfotte pure: "Io sempre qua me le vengo a fare, perchè piacciono a mia figlia che sta fuori... eppò qua non è "affenzàto" (=recintato), allora tutti ci possono venì". Il soggetto è bene...allimàto. Che fai? Quello che avresti fatto tu: nemmeno una parola per proteggere il fegato e/o per evitare il peggio...perchè sono discreto conoscitor antropologico dei miei soggetti da studio

(veramente si dovrebbe dir..."oggetti"). Ma perchè questa introduzione poco piacevole (!) ? Per darti un'idea del mio stato d'animo mentre salivo le scale di dove sto...Incrocio l'amico Franceschino che scende, un giovane avvocato sveglio ed intelligente, che senza riguardo (ma che ne sapeva!) mi sferza in faccia la novità: Avellino non è più il nostro capoluogo!

Ci resto sotto la botta: vedo i misteriosi sporchi compromessi politici all'ombra delle segrete stanze. Il colmo! Lasciamo perdere il resto del discorso che si potrebbe snodare infinito e fermiamoci ai simboli storici che mi si avventano addosso:... tra Avellino e Benevento, perde De Sanctis, il critico che ci invidia tutto il mondo culturale, e vince Mastella di Ceppalùni (sempre in filigrana dietro le quinte politiche...)...Senz'offesa antipapalina, è un obbrobrio, uno sputo in faccia alla pagina più limpida e gloriosa della nostra storia, di fronte alla quale le nazioni europee si sono inchinate ammirate: il nostro Risorgimento! Basti ricordare che già nel 1806 la città di Avellino è nominata capoluogo di provincia del Principato Ultra al posto della vicina Montefusco, mentre allora la "cugina" sannita Benevento era un servile dominion del Papa-Re. E non dimentichiamo che i moti contro il zozzo Regno di Borbone (la cui puzza ci aleggia ancora addosso, riconosciuto sin da capi di stato e dagli intellettuali più in vista dell'epoca: la schifezza del mondo!) sono fioriti a guizzo di brillanti fiamme in Avellino con Morelli e Silvati il 1820-21, ed ancora...che Benevento ed interland, fino all'Unità regalataci da Garibaldi (sul quale la meschina deriva revisionista riversa il suo letame fumante prodotto seduta stante) era un isolotto dorato del Papa-Re, un'enclave dello Stato della Chiesa, il cui Papa "buono" non si peritava di mozzar la capo con la ghigliottina francese, ai già poveri morti di fame antipapalini, invece di abbracciare il nemico come miglior amico (secondo il comandamento che gli imponeva l'inascoltato Cristo evangelico)!...Questo dovrebbero sapere a scuola gli ignoranti studenti (che ignorano non per colpa loro la storia)...! Poi accanto alla storia c'è la storiella amena che taglia la testa- questa volta, al toro, e non ai miserelli condannati dal Papa!- del pellegrino che viene in città da lontano...ad un certo punto sente compulsivo un corporal bisogno da esaudire immediatamente...c'è vicino un campo, zòmpa il muro e, con sollievo orgasmico, "sott' a 'na fìco", si libera del visceral ingombro...Di carta il poveretto si trovava a corto, solo qualche banconota logora inadatta alla igienica bisogna...e, se usa quella...addìo! vistosi perso, strappa un ciuffo d'erba a portata di mano...Non l'avesse mai fatto...chi sa in che erba incappa, forse "urdìca" o...peggio. Dal bruciore zompa il muro e atterra in strada gridando maledizioni profetiche: "Benevento, Benevento, pure l'èreva è ...malamento" (nel suo particolar accento dialettale )... Giuseppe Marano

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