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Terminio Cervialto, Rosania: «La manifestazione sul Laceno? Patetica»

MONTELLA - La sua assenza alla manifestazione dei forestali domenica scorsa ha fatto scalpore. Ciro Rosania, operaio della Terminio Cervialto, era assente sull'Altopiano del Laceno. Alcuni lavoratori idraulici forestali, unitamente alle organizzazioni sindacali erano presenti domenica scorsa, lungo il percorso del Giro d’Italia, con striscioni per rappresentare il loro dramma visto che da dodici mesi non percepiscono lo stipendio. La postazione principale era posizionata nei pressi del traguardo della tappa irpina.(dal "CORRIERE")


Ciro Rosania, che a inizio settimana aveva iniziato lo sciopero della fame davanti alla sede dell'ente di Montella, per accendere i riflettori sulla propria vicenda e su quella di centinaia di colleghi però non ha partecipato alla manifestazione.
«Le organizzazioni sindacali si sono appropriate di un momento che doveva appartenere unicamente agli operai delle comunità montane. Non potevo accettarlo» afferma.

Rosania, esce allo scoperto e se la prende proprio con le organizzazioni sindacali, ree, secondo lui, di non aver difeso gli interessi degli operai.
«Si potrebbe dire che le leggi regionali in materia di forestazione ci sono ma non esistono. Questo grazie ai sindacalisti, che tutt’oggi ci stanno prendendo in giro. Posso affermarlo ancora di più oggi, dopo dodici mesi senza stipendio.
Quella sul Laceno è stata tutt'altro che una manifestazione di protesta. Non c'era nessuno. La protesta che avevo in mente doveva riguardare tutti gli operai che da un anno vivono senza stipendio. Il Giro d'Italia doveva essere l'occasione per accendere i riflettori nazionali sulla nostra vertenza e invece come al solito si è persa un'occasione quasi storica. Venerdì mattina avevo ordinato dei volantini da far distribuire durante la giornata, stavamo organizzando le cose per bene e poi i sindacati si sono messi in mezzo.  Avevo interrotto lo sciopero della fame con la speranza di poter evidenziare i nostri problemi facendo a meno di simboli politici e sindacali. Ripeto, si è persa una grande occasione. Il nostro futuro è sempre più nero».

Sul banco degli imputati, quindi non solo Palazzo Santa Lucia per via del suo silenzio assordante, ma anche e soprattutto le organizzazioni sindacali.
«Un anno fa la nostra situazione era migliore di oggi, più passano i giorni e più la nostra vertenza assume toni sempre più drammatici. Non ho più la forza di combattere per la difesa di un diritto che è sancito dalla Costituzione Italiana. Sono stanco».  

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