"Giù al Sud", Aprile ospite a Nusco e Montella
Il 16 marzo la presentazione del saggio dello studioso meridionale
Nasce dal tentativo di dare voce al Sud il libro di Pino Aprile “Giù al Sud. Perché i terroni salveranno l’Italia” (Piemme 2011). Un libro che è anche la speranza di un cambiamento possibile. Il 16 marzo, alle 16, al cinema Fierro di Montella, l’autore, diventato simbolo delle rivendicazioni del Sud, sarà ospite al cinema Fierro di Montella. A introdurre il dibattito Carlo Fierro e Paolo Saggese. Modererà Franca Molinaro. Seguirà la proiezione del film di Pasquale Squitieri “Li chiamarono Briganti”. Alle 18.30, sarà al Palazzo di città di Nusco. A portare i propri saluti saranno il sindaco di Nusco Giuseppe De Mita, la presidente della Fondazione Officina Solidale Rosanna Repole, il dirigente scolastico liceo scientifico-classico di Montella (DA IL CORRIERE"
e Nusco Severino Loiaco, il presidente della pro loco di Nusco Giuseppe Delli Gatti. Interverranno Maria Stanco, Responsabile Presidio del Libro “Alta Irpinia”, Antonio Gaudiello e Alessandro Di Napoli, del Centro di documentazione Poesia del Sud. Modereranno il dibattito Giuseppe Iuliano e Paolo Saggese. Un volume, quello di Aprile, che è soprattutto un omaggio alle terre del Sud. Pino Aprile ci accompagna alla scoperta del Mezzogiorno, della condizione in cui vive la popolazione locale, del bello che si nasconde dietro i gioielli d’Irpinia. "Mai ho viaggiato a Sud come in questi ultimi due, tre anni, - scrive - e ogni volta mi sorprendo a fare il conto di quanto non ne so e di quanto si possa percepire, di intenso, profondo, senza riuscire a cogliere appieno il senso dell'insieme. Ho pensato che fosse più corretto raccontare le tappe del mio viaggio, senza ricorrere ad artifici che le facessero diventare parte di una narrazione unica. Ma questo paesaggio narrativo comunque parla, e sapere di noi, chiunque noi siamo, ovunque siamo, è opera collettiva. Questo libro è il mio mattone (termine disgraziatissimo per un libro) per il muro della casa che si costruisce insieme. Il Sud non ha voce, o voci piccole e sparse, ed è possibile che gli stessi protagonisti non percepiscano quanto siano parte di un tutto, forse decisivo. Mentre tutti guardano al Nord, ricco e potente, alle loro spalle, al Sud, credo stia nascendo l'Italia di domani. Un'Italia migliore. Mentre tutti guardano al Nord, ricco e potente, alle loro spalle, al Sud, credo stia nascendo l’Italia di domani. Un’Italia migliore.” Non ha dubbi Aprile, è proprio dal Sud che può venire la speranza di un’Italia migliore. Pino Aprile si chiede ancora: «Perché la classe dirigente del Sud non risolve il problema del Sud, visto che il Nord non ha interesse a farlo?». E risponde: perché la classe dirigente nazionale è quasi tutta settentrionale, perché il Parlamento è a trazione nordica, perché le banche sono tutte settentrionali o centrosettentrionali, perché l'editoria nazionale è quasi esclusivamente del Nord, perché la grande industria è tutta al Nord e solo il 7,5 per cento della piccola e media industria è meridionale. E allora che fare? «Finché resterà la condizione subordinata del Sud al Nord - scrive Pino Aprile -, la classe dirigente del Sud avrà ruoli generalmente subordinati. Quindi non "risolverà", perché dovrebbe distruggere la fonte da cui viene il suo potere delegato. Si può fare; ma si chiama rivoluzione o qualcosa che le somiglia. E può essere un grande, pacifico momento di acquisizione di consapevolezza, maturità. Succede, volendo. »Nel corso della manifestazione si parlerà della petizione che il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud ha inviato a tutte le scuole d’Italia di revisione delle Indicazioni nazionali, che non presentano, per il Novecento, nessun poeta e scrittore meridionale. Alla petizione hanno già risposto positivamente numerose scuole.
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