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In ricordo di mons. Ferdinando Palatucci, arcivescovo di Amalfi Cava dei Tirreni

Positano News Costiera amalfitana Tra due mesi si conclude il settimo anno della scomparsa di un nobile di animo, di un figlio del popolo: mons. Ferdinando Palatucci: arcivescovo emerito di Amalfi-Cava dei Tirreni. Nato a Montella (prov, di Avellino) il 12 di aprile del 1915 da Saverio e Giuseppina Palatucci ( uno dei rami dell'antica casata  le cui origini risalgono al sec,. XV°) Ferdinando rimase orfano del padre a soli quattro mesi, fu curato amorevolmente dalla madre (1893-1985) e affidato alle cure di uno zio paterno, don Salvatore Palatucci, parroco di san Silvestro a Montella, il quale lo avviò al Seminario di Montella; passò, poi, a quello di sant'Andrea di Conza (cominciò a comparire un Andrea nella vita di Ferdinando) e, più tardi a Salerno, dove frequentò il corso liceale e di teologia. Fu ordinato sacerdote il 24 luglio del 1938 per le mani di un altro zio religioso, mons. Giuseppe Palatucci, vescovo di Campagna di Salerno,sant'uomo che collaborò con il nipote questore per salvare gli Ebrei)della Collegiata , parroco di san Nicola,

sempre a Montella.  D'intesa con lo zio Vescovo, cominciò con le ricerche sulla vita, l'opera e la tragica fine del familiare Giovanni Palatucci (1909-1945), questore reggente di Fiume, che aveva prestato un considerevole aiuto agli Ebrei, salvandone tanti da sicura morte, prima di essere scoperto ed avviato al campo di sterminio di Dachau, dove, purtroppo, morì il 10 febbraio del 1945. Don Ferdinando fu consacrato vescovo il 22 dicembre del 1968 nella collegiata di santa Maria del Piano di Montella da mons. Mojaski-Perelli, in seguito a nomina di Paolo VI°, prendendo possesso della diocesi di Nicastro l'11 febbraio del 1969. Dopo 13 anni, con atto pontifico del 30 gennaio, papa Giovanni Paolo II°, con due distinti atti, lo promosse Arcivescovo di Amalfi e lo nominò vescovo di Cava dei Tirreni. Incarico che durò fino al 28 luglio 1990, quando, ai sensi dell'art. 401 del Codice di Diritto Canonico, chiese ed ttenne le dimissioni per raggiunti limiti di età.  Dimissioni che vennero respinte dalla Santa Sede con preghiera di restare ancora qualche anno; ma don Ferdinando era montanaro dalle decisione sempre ferme, per cui lasciò, anche perchè spinto da vari motivi che non  staremo a raccontare, perchè la discrezione, davanti alla levatura di Ferdinando Palatucci, è d'obbligo. Trasmettiamo la lettera, partita dal Vaticano, a firma di Giovanni Paolo II°, il 2 luglio del 1988, in occasione del Giubileo sacerdotale di don Ferdinando.

"Tra i pensieri e le preoccupazioni che, in gran n umero e per fondati motivi, angustiano in questi ultimi tempi il nostro animo, Ci rende molto lieto, o Venerebile Fratello, il tuo ricordo, e Ci rallegra, nello stesso tempo l'essere stati informati dell'imminente celebrazione di un tuo anniversario felicemente ricorrente, col volere di Dio, il 24 di questo mese. Si compirà, infatti, quel giorno il cin quantesimo anno, da quando sei stato iniziato per sempre al Sacerdozio di Cristo e destinato a codesta lun ghissima carriera di sacro apostolato, che è stata così proficua sia alla tua diocesi natale, sia dopo quando sei stato insignito della diginità episcopale, alla Comunità di Nicastro  ed alla Chiesa di Amalfi-Cava.  Elogiamo la tua incessante operosità di Sacerdote e di Vescovo, operosità che Tu avevi consacrata anche al compimento dell'insegnaento e della predicazione, aiutando anche la locale Azione Cattolica. Perciò per questi ed altri motivi, con gioia Ci congratuliamo con Te per il cin quantesimo anniversario del tuo sacerdozio, e rin graziamo già ora, insieme a Te, il Divin Pastore, perchè ha reso così fruttuoso il tuo ministero nella Chiesa  e così feconda di beni la tua opera per tanti uomini. Accetta, dunque, questa espressione del Nostro sentimento fraterno verso Te ed il Nostro benevolo saluto; accetta anche l'apostolica Benedizione, con la quale ti auguriamo un anniversario il più lieto possibile ed anche moltissime consolazioni dal Cielo, nella consapevolezza di aver bene operato per la Chiesa.     Dalla Sede del Vaticano, anno decimo del Nostro Pontificato        Giovanni Paolo II

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