Spett.le Redazione, quasi tutte le carni, il latte e le uova necessarie per la nostra alimentazione provengono attualmente da veri e propri lager in cui vengono allevati in modo intensivo centinaia di milioni di animali. La parola intensivo significa: nessun contatto con l'aria aperta; poca disponibilità di spazio e di conseguenza nessuna libertà di movimento; luce continua, alimentazione forzata con cibi prodotti da scarti della macellazione, e peggio ancora da scarti industriali; permanenza continua in ambienti pieni di escrementi; per la massima produttività e resa economica. Quando va bene gli animali vengono nutriti, con fieno cereali e altri prodotti sani e naturali, producendo consumi elevati in campo cerealicolo a discapito delle popolazioni povere
del mondo, dove muoiono letteralmente di fame migliaia di neanati e bambini ad ogni minuto che segna il nostro orologio da polso. La crescita, degli animali, deve essere la più veloce possibile, le produzioni di uova e di latte, vengono mantenute al massimo livello quantitativo con l'impiego massiccio di medicinali, quasi tutti molto nocivi per l'uomo. I più conosciuti dalla maggior parte dei consumatori sono gli antibiotici necessari per combattere il diffondersi dei batteri e di letali conseguenze patologiche causate dalla promiscuità degli animali. Degli antibiotici usati in Italia il 50% è impiegato per uso veterinario in questi cosiddetti allevamenti. Credo che nessuno possa sapere con certezza quanti e quali medicinali vengono dati agli animali costretti a vivere in una continua situazione di stress, molto grave per loro, ma anche per i consumatori dei prodotti derivati da questo tipo di allevamento.
L'allevamento allo stato brado è naturale, ideale e salutare per tutti gli animali, che possono nutrirsi per molto tempo, di ciò che producono i pascoli e di ciò che possono trovare di sano e fresco in natura. Questo modo di produrre carni e quant'altro per il nostro nutrimento, non è sufficiente quantitativamente ai fabbisogni, ma dà sicuramente sicurezza dal punto di vista qualitativo e della nostra salute. Lo stato brado comporta una gestione degli animali a cui non siamo più abituati con produzioni più basse, l'uso minimo di medicinali, ma anche l'impiego di più personale. Moltissimi consumatori si stanno orientando verso diete diverse, che comportano l'eliminare tutto ciò che è di origine animale, questi saranno difficilmente recuperabili, perché convinti che quello che viene prodotto negli allevamenti intensivi sia deleterio per la loro salute, e perché non approva le condizioni di vita che vengono imposte con gravissime sofferenze agli animali. Chi invece, non condivide e vuole continuare a nutrirsi di carni, uova, latte, formaggi, pesce con produzioni più corrette, avrà una qualità superiore, con i sapori naturali, la differenza fra un pollo allevato in batteria e un pollo ruspante può essere un esempio conosciuto da tutti, e dove mettiamo una garanzia in più per la salute. L'unico problema di allevare in modo diciamo lecito e etico, è che i prezzi dei prodotti saranno senz'altro più alti, come del resto succede, con il prodotti di qualità, sui mercati di tutti gli altri beni di consumo. Una delle principali catene di distribuzione italiane, si impegna d'ora in avanti, a far migliorare le condizioni di allevamento degli animali richiedendo ai fornitori l'eliminazione o la drastica riduzione dell'uso degli antibiotici, per contrastare l'aumento di batteri resistenti. Per questo, il benessere animale è interesse di tutti, anche di chi opera in questo grande e importantissimo settore dell'alimentazione umana.
Quali sono i rischi, per chi consuma carni e derivati provenienti da allevamenti intensivi? il rischio più importante per chi mangia questi prodotti ( 87 kg. procapite all'anno ) è quello di ingerire annualmente una quantità di antibiotici pari a circa 10 grammi, equivalente a quattro terapie a base di questi medicinali che si possono fare per delle banali infezioni, nello stesso periodo. Sarebbe come se si facesse un uso sconsiderato di antibiotici, rendendo alcuni batteri perticolosi, come: la salmonella, lo stafhylococcus aureus, il campylobacter coli e jejuni, l'escherichia coli, resistenti alla terapia antibiotica. Non conoscendo i medicinali che illecitamente vengono usati non siamo nemmeno in grado di sapere cosa, questi, a lungo andare possono provocare di riflesso nel nostro organismo. Questo problema è come il problema della situazione climatica, c'è chi lo tiene in piena considerazione e chi per ragioni opposte e diverse crede non esista. I social, le persone ne parlano, e la diminuzione dei consumi dimostrano che la sensibilità sull'argomento è molto elevata. Si spera in una presa di posizione dei nostri governi, con leggi più stringenti sulla gestione degli allevamenti intensivi a vantaggio degli animali e della nostra salute. Un grazie e un cordialissimo saluto ai visitatori del sito che leggeranno queste mie poche righe, e un rinnovato saluto, ai redattori di montella.eu ,
Graziano Casalini
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