Malerba e la lotta al cinipide: «2015 perfetto, poche castagne ma le migliori del mondo. Il male non è sconfitto, De Luca sa perché»L’imprenditore irpino chiama i turisti alla 33° edizione del prodotto IGP: «Produzione incredibile nonostante l’animale. Alla gente chiediamo fiducia ma assicuriamo trasparenza». Annunciata la
presenza del Presidente della Regione: «Sa che il Torymus, così come viene usato, è inutile e conosce l’utilità del Piretro. Il dramma è ancora in atto ma qui nessuno molla»
Il Torymus, così come viene lanciato, ha un effetto benefico sul Castagno pari a zero. Non lo dico io ma i risultati che la Regione Campania si guarda bene dal pubblicare. Resto convinto che l’antagonista al cinipide che ci stanno propinando con la forza (il Torymus, ndr) possa avere i suoi benefici ma non come viene utilizzato. Per il resto c’è sempre il Piretro i cui risultati benefici sono stati dimostrati dall’università di Cuneo. In provincia di Avellino il problema cinipide non è stato ancora debellato ma questo week end vale la pena venire alla “Sagra della Castagna di Montella” e vi spiego io il perché». A parlare è Salvatore Malerba, titolare della storica azienda di Montella nonché vicepresidente della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) e componente al tavolo ministeriale per la castanicoltura.
Lo abbiamo conosciuto qualche mese fa (ARTICOLO DA LEGGERE), quando ci volle mostrare i risultati dell’università di Cuneo che dimostravano che il Piretro, insetticida naturale utilizzato per la protezione dei frutteti, sconfigge il Cinipide, l’insetto proveniente dai paesi asiatici che ha devastato la produzione di castagne in tutta Italia, in maniera più efficace rispetto al Torymus Sinensis, unico prodotto attualmente riconosciuto dal Ministero. A distanza di sei mesi da quell’incontro Malerba è ancora più convinto della sua tesi.
«In Regione sono stati effettuati 40 lanci di Torymus - ci dice - bene, in 22 casi di questo insetto non è stata rinvenuta traccia mentre nei restanti 18 siti è stato trovato con una percentuale dll’1,44%. In sostanza tutti gli antagonisti al cinipide sono morti. Ma ripeto, non lo dico io, ci sono i risultati che, mi auguro, questa Regione abbia il coraggio di pubblicare». Malerba ci ricorda, anche con un certo orgoglio, che il 55% di castagne, a livello nazionale, viene prodotto in Campania e che la provincia di Avellino, a sua volta, produce il 50% della produzione regionale. «Siamo la provincia che ha il Polo più importante per la lavorazione delle castagne - dice - Ingino, De Feo, Partenio Frutta, Seca Sud, giusto per fare qualche esempio».
Dal 2006 ad oggi il cinipide ha letteralmente abbattuto la produzione. Si è passati dai 60 mila quintali di castagne fino a toccare il record minimo di 6 quintali. Da quando è cominciata la lotta all’insetto killer si è riusciti a tornare al 30% della produzione ma i risultati degli anni d’oro sono ancora ben lontani. Una vera e propria bomba atomica che ha messo in ginocchio tantissimi produttori che hanno chiuso bottega o hanno dovuto rivedere completamente i propri piani sperimentando nuovi prodotti come la farina, la marmellata, la crema e la birra. Tutto rigorosamente al sapore di castagna.
Montella, si sa, è da sempre la patria della Castagna e da anni, per la precisione 33, promuove il territorio attraverso la promozione della Castagna IGP. Malerba, nonostante sia uno degli imprenditori più rinomati della zona, ha deciso di non partecipare alle recenti edizioni. Si è riaffacciato da un paio d’anni e questo week end (6, 7 e 8 novembre 2015) sarà sul campo di battaglia, insieme a tanti colleghi imprenditori, a ribadire che quella di Montella è la migliore castagna del mondo. «In passato non ho partecipato per scelta - dice - non potevo fari finta che tutto andasse bene quando la realtà era ben diversa. Né potevo prendere in giro i turisti che venivano a Montella, facendo credere loro di mangiare prodotti tipici locali con castagne che venissero dall’estero. Siamo passati da quarantamila ore di lavoro a zero. Ho rinunciato a fornire grandi catene nazionali. Ho mandato a casa 15 dipendenti che avevo a tempo indeterminato per sostituirli con 4 a tempo determinato. Con che faccia mi presentavo alla Sagra. Oggi ci vado con orgoglio, con prodotti che i turisti sapranno apprezzare».
Così come hanno apprezzato a Expo, gli imprenditori degli Emirati Arabi. Ma se la produzione è risalita al 30% vuol dire che, in qualche modo, la lotta al cinipide sta portando i suoi frutti. Malerba spiega che la verità è un’altra: «Il peggio non è per niente passato. Abbiamo avuto un inverno freddo in cui la pianta ha riposato, una primavera buona e un’estate ottima in cui ha anche piovuto quando era necessario. Queste condizioni favorevoli hanno contribuito alla ottima produzione. Il problema cinipide resta ma, giusto per tornare un attimo sull’argomento, io non ce l’ho con il Torymus. Penso che possa anche avere i suoi effetti benefici ma non con i lanci. E’ sbagliato allevarli in provetta in zone non acclimatate. Ho proposto alla Regione di mettere piantine a dimora in modo tale che l’antagonista cominci a sfarfallare solo quando si è acclimatato e non a comando».
Malerba vive «zoppicando». Però non si rassegna e, come lui, tanti altri produttori irpini. In campagna elettorale gli ha fatto visita l’allora candidato Vincenzo De Luca che qualche mese dopo avrebbe sponsorizzato la castagna di Montella dai microfoni dell’Expo di Milano. Sabato ha fatto sapere che potrebbe recarsi a Montella per un saluto agli imprenditori: «Ci sarà il vicepresidente Fulvio Bonavitacola - assicura Malerba - e al 99% sabato verrà anche il presidente De Luca. Con noi ha preso degli impegni, ovviamente dopo essersi reso conto della bontà degli studi che gli abbiamo fornito. Lo aspettiamo così come aspettiamo i cittadini della provincia di Avellino. A loro va un invito molto semplice: mangiate italiano. Mangiate castagne italiane. Quelle che le aziende vendono sono di ottima qualità. Noi chiediamo fiducia ma ai cittadini assicuriamo trasparenza».
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