Nell'anniversario della morte Montella celebra Giordano Bruno Il monumento a Giordano Bruno a Montella : protagonisti e vicissitudini . Sono ormai tre anni che l’amico Felice Storti, presidente ed animatore attivissimo dell’Associazione nazionale “Libero pensiero Giordano Bruno “di Castelfranci, in occasione dell’ anniversario della morte del filosofo nolano - bruciato vivo il 17 febbraio del 1600 a Roma - organizza a Montella un convegno per ricordare Bruno , di cui è grande estimatore , ma anche Ferdinando Cianciulli .
Ma quale è il nesso che tiene insieme Montella , Giordano Bruno e Ferdinando Cianciulli ?
Quello che segue è un modestissimo contributo che, già pubblicato su organi di stampa locali, ritengo utile riproporre sul sito www. montella .eu , quale contributo alla memoria collettiva. *
Montella ha riavuto solo nel 2007 un pezzo della sua storia , quando il busto di Giordano Bruno è stato definitivamente sistemato sulla facciata della Biblioteca Comunale in piazza Sebastiano Bartoli .
Il monumento fu voluto nel 1909 dal pioniere del socialismo irpino Ferdinando Cianciulli, nato a Montella 1881 ed ivi assassinato, per motivi politici, nel 1922 .
Per cogliere il clima nel quale maturò l’iniziativa va detto che, a partire dalla metà dell’Ottocento, in Italia si era manifestato un vivo interesse per Giordano Bruno, una vera “ Brunomania “.
E l’interesse non toccava solo i suoi scritti , che rimanevano confinati, per l’insita complessità del pensiero, al campo più strettamente accademico, ma riguardava soprattutto il Bruno uomo, eroe e martire del “libero”pensiero.
Il filosofo era stato condannato dal tribunale dell’Inquisizione del Santo Uffizio come eretico ed arso vivo il 17 febbraio del 1600 nella piazza Campo de’ Fiori a Roma.
Numerose biografie del filosofo , sovente romanzate, pamphlet e scritti vari avevano costruito del Bruno un’ immagine di eroe “ popolare” , simbolo di una fierezza intellettuale che non si era lasciata piegare o intimorire dall’Autorità costituita.
Intellettuale coraggioso , aveva rifiutato ogni compromesso ed accettato impavidamente il rogo, pur di tener fede ai suoi convincimenti filosofici , morali, religiosi.
In breve, un testimone di virtù che oggi si direbbero laiche, che molto aveva turbato gli ambienti clericali del tempo , i quali tentarono di sminuirne non solo la valenza “civile”ed umana , ma anche quella filosofica , osteggiando pervicacemente ogni iniziativa che potesse alimentarne il“mito”.
Perciò in molte parti d’Italia si erano formati Comitati promotori di manifestazioni in ricordo di G. Bruno .
Il più agguerrito di essi , quello romano, il 9 giugno 1889 a Roma aveva inaugurato una statua del filosofo , tuttora esistente, nella stessa piazza, Campo dè Fiori, luogo del suo sacrificio.
In questo clima politico e culturale Ferdinando Cianciulli pensò di farsi promotore, nella sua Montella, di una sottoscrizione popolare per erigere in piazza Sebastiano Bartoli un monumento al filosofo nolano.
Nella primavera del 1908 il Cianciulli aveva lanciato sul periodico“Il grido degli umili “ ,da lui fondato nel 1904 e diretto fino alla sua prematura scomparsa, una raccolta di fondi che culminò con il ricavato della vendita del numero unico del periodico, datato 12 marzo 1909, venduto a dieci centesimi a copia e destinato “ a beneficio del monumentino a Bruno”, come si legge in prima pagina.
Il numero pubblicava nelle quattro pagine iniziali il testo di una conferenza dal titolo “Il martirio di Giordano Bruno” che F.Cianciulli aveva tenuto, nel febbraio dello stesso anno, nell’Aula Magna del Liceo Colletta di Avellino .
L’iniziativa registrò moltissime adesioni, anche dall’estero,dove numerosi erano gli emigrati montellesi sostenitori di F.Cianciulli e seguaci del suo credo politico.
Tra i numerosi messaggi fatti giungere per l’occasione a F.Cianciulli si riporta uno solo , significativo ancora oggi per la valenza simbolica :
“Caro Cianciulli , una lapide a Bruno , nella tua forte e generosa Montella , equivale ad un faro al culmine del Terminio ,irradiante luce di progresso civile nella nostra cara Provincia. Abbiti quindi la mia adesione . Tuo N. Cetta ”.
Il busto in bronzo fu commissionato allo scultore Carmine Sica, e corredato di una epigrafe dettata dal filosofo Roberto Ardigò.
“A Giordano Bruno rivelatore impavido delle verità nuove ferocemente immolato dal pregiudizio insano di tristi tempi l’età per lui rinnovellata pone vendicatrice e consagra.”
La sistemazione del monumentino bruniano nella piazza principale del paese dovette incontrare ostacoli e boicottaggi da parte del clero locale e della fazione politica contraria ai Socialisti , per cui i promotori ripiegarono su una diversa collocazione , quella che ha poi conservato fino agli inizi del 1980.
L’opera fu “issata” sulla facciata di un edificio privato, il palazzo Fusco, poi Ciociola , sito all’inizio di corso Umberto I°, oggi via del Corso.
Anche questa scelta incontrò molte opposizioni <<… dalle chiese parrocchiali furono lanciati anatemi e scongiuri di ogni tipo; all’immagine del pensatore nolano furono attribuiti sinistri poteri ed ogni sorta di malefici influssi , persino sulla salute dei cittadini>> ( Il grido degli umili , 20 marzo , 17-28 sett. 1909).
L’ inaugurazione dell’opera , alla quale avevano già dato la propria adesione lo stesso Ardigò e noti esponenti nazionali del Partito Socialista come Turati, Sergi, Ferri ,Colajanni ,Podrecca, non fu mai fatta:
prima fissata per l’autunno del 1909 , era stata poi rimandata alla primavera dell’anno successivo senza esito.
Per evitare ulteriori ritardi, una notte qualcuno provvide a togliere il drappo di tela che ancora ricopriva il busto e l’inaugurazione “ pubblica” finalmente fu fatta!
Ritornando agli avvenimenti più recenti, qualche anno dopo il terremoto del 1980 , dovendosi abbattere e ricostruire il palazzo , la statua venne rimossa e depositata altrove .
Da allora, convinta che il monumento costituisse una testimonianza storica e culturale unica per Montella e per l’Irpinia e che la sua valenza simbolica fosse talmente forte da non consentire una “consegna all’oblio”, mi adoperai con tutti i mezzi possibili , con articoli, con iniziative culturali e politiche, perché riavesse una dignitosa sistemazione.
Inoltre dal 1985, anche come consigliere comunale , promossi una serie di atti deliberativi a favore della tutela dell’opera .
Risolutiva fu l’iniziativa realizzata nel 2000 : l’Amministrazione comunale si fece carico non di una generica “adozione” della statua , bensì programmò una sua sistemazione definitiva sulla facciata di un edificio pubblico: la Biblioteca Comunale, in piazza S.Bartoli, che doveva essere ristrutturata entro l’anno successivo.
Naturalmente gli ostacoli da superare non erano terminati .
I proprietari dell’edificio ormai ricostruito volevano che la statua fosse ricollocata là dove era stata per più di 70 anni , anche perché il busto di Giordano Bruno conferiva un valore aggiunto all’estetica della facciata .
Grazie però all’opera di intermediazione condotta da Gualtiero Palmieri con gli altri proprietari dell’ edificio ( anche alla luce della presa d’atto che le nuove esigenze di progetto edilizio mal si conciliavano con la ricollocazione della statua nello spazio originario ….) riuscii finalmente nello scopo .
Nel frattempo avevo continuato a tener vive le motivazioni culturali e storiche legate alla conservazione del monumento.
Nell’anno 2000 ricorreva il 4° centenario del sacrificio di Giordano Bruno .
In tutto il mondo si manifestava un rinnovato interesse per il pensiero bruniano e commemorazioni del filosofo si stavano svolgendo nei più importanti centri di cultura .
Anche il Comune di Montella, avvalendosi della consulenza dell’ottimo prof. Luigi Miraglia ,entrò a far parte delle celebrazioni bruniane mondiali e diede vita ad un Convegno di studi sul filosofo, nei giorni 19 e 20 settembre 2000.
La “due giorni culturale ‘’, patrocinata dall’Istituto per gli Studi filosofici dell’avv. Gerardo Marotta e dal Centro Internazionale di Studi Bruniani , vide convergere a Montella molti docenti universitari ,studiosi del pensiero bruniano , autorità culturali di rilievo internazionale : Giovanni Aquilecchia dell’University College di Londra, Jean Seidengart dell’Università di Reims , Nuccio Ordine dell’Università della Calabria , Pasquale Sabbatino dell’Università di Napoli e tanti altri .
I lavori del Convegno registrarono una consistente presenza di pubblico, soprattutto di giovani, provenienti da tutta la provincia .
L’ interesse con il quale anche i non addetti ai lavori seguirono ogni intervento sorprese gli stessi organizzatori .
Si ebbe modo di sperimentare sul campo perché il pensiero e la figura del filosofo fossero ancora così vivi ed attuali ; furono soprattutto i giovani , con i loro interessanti interventi durante il dibattito , a testimoniarlo.
Di Giordano Bruno rimane esemplare la fede delle proprie convinzioni, siano esse religiose o culturali, il coraggio di testimoniarle , anche a costo della vita.
Il suo sacrificio riafferma , ancora e soprattutto oggi, il grande ed insostituibile valore della tolleranza , condizione necessaria in ogni epoca perché il pensiero possa dispiegare la sua forza senza veti o censure.
Nel novembre 2007, a quasi un secolo di distanza dalla prima , fortunosa , provvisoria collocazione, finalmente le vicende legate al monumento a Giordano Bruno hanno avuto un dignitoso epilogo.
Quella sistemazione che Ferdinando Cianciulli aveva nella mente e nel cuore ed alla quale, per le avversità dei “tristi “ tempi aveva dovuto rinunciare, è avvenuta.
Onore e merito a quanti si sono adoperati .
Anna Dello Buono
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