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Grazie a Dio! Le castagne!

castagnaCastagna in occasione della 33.ma Sagra della Castagna di Montella e della 65.ma giornata nazionale del ringraziamento - 8 novembre 2015 (II domenica) e del thanksgiving day 26 novembre 2015 (IV giovedì) di ettore salvatore di benedetto *** Grazie a Dio!

LE CASTAGNE... Ricordo una poesia, già dal titolo a noi tanto familiare per le immagini e le emozioni, che suscita: “LE CASTAGNE”. In verità, non credo ce ne siano tante di poesie e filastrocche che riguardino le castagne e la Civiltà della Montagna: sarà a motivo della congenita “timidezza” di noi montanari? (Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa). Oppure a qualcos’altro?... Coniugando Sapori e Saperi e… Sogni, perché non lasciarsi prendere dalla ispirazione e iniziare.

La suddetta poesia dedicata al generoso frutto autunnale, mandata a memoria nei primissimi anni delle classi della Scuola Elementare, su nel vecchio e caro Edificio Scolastico del Rione Sorbo, è dettata dal poeta crepuscolare Marino Moretti (1885-1979) della “genìa” di coloro che “poetavano col lapis”, nello stile malinconico e grigio, come il crepuscolo della sera (Giuseppe Petronio) perché “alieni” dal cogliere “poesia” dal mondo moderno… Ma, ahimè, è proprio al crepuscolo che il sole è più bello!
Da parte nostra, non si dovette faticare molto perché si riuscisse nell’ intento di assimilarla e cantilenarla a mo’ di filastrocca, non solamente, credo, perché agevolati nel compito dalla freschezza di una memoria giovane, aperta alla curiosità ed allo stupore, ma soprattutto perché parlavamo e intendevamo bene, allora (anni ‘70) come ancora oggi (2015) spero, “il linguaggio delle castagne” e del loro Meraviglioso Mondo ………..
…………….… M O N T E L L A
Se si fosse rovistato nelle nostre cartelle di scolaretti impegnati attivamente nella raccolta del mese di Ottobre , oltre al libro delle letture, abecedario, sussidiario, quaderni e penne e colori vari, si sarebbe trovato un “pallottoliere di castagne” per imparare a far di conto, qualche “valàno” per un supplemento di merenda, una collezione di “varole” da sfoggiare nella meraviglia infantile dell’intera scolaresca, per aggiudicarsi nella semplicità del compiacimento generale, la qualifica di “CASTAGNARO DOC”. Buona lettura!

 

LE CASTAGNE

(Marino Moretti)

Le castagne sgusciate
fuor degli acuti ricci,
son dagli alberi arsicci
quasi tutte cascate.
Son cascate di quando
in quando al suolo nero,
con un tonfo leggero
ed un murmure blando.
Son tornate monde
alla lor terra bruna,
e liete perché ognuna
il suo bene nasconde.
Ognuna sa che un giorno
sarà per una cena
quello che è il pane, appena
è levato dal forno,
e mammine e figlioli
sogna affamati e chini
ed ombre di camini
e fumi di paioli.

 

LA CASTAGNA DI MONTELLA: “AB OVO USQUE AD MALA”

di Ettore Salvatore Di Benedetto

“Regina della montagna” - è acclamata tale la CASTAGNA,

più gustosa però è sol quella - “blasonata” di MONTELLA.
Di versatil, suo lignaggio- mai si nega al “volgo” assaggio.

Tante e quante ne combina – spiritosa e dolce “Palummina”.
“Core a core, iammo bella-canta e abballa… Tarantella Tarantè!”

Per giovanil, glo.cal capriccio – s’è insediata “ ‘ntrono” a riccio,
quieta, “cascola” dentro al sacco - più non tollera, altro smacco.

Sarà questo il suo travaglio- non sopporta alcun bavaglio,
perciò sorda ad ogni raglio- severa, resta, nel suo vaglio!

“Quanno assecca lo Torieddro – Monteddra è povereddra”.
La Provvidenza sia lodata! – Sua bontà, tra noi è tornata…

Pien di gioia, di passion, m’ardo – per tre “varole” in un sol cardo!
Tutto Ottobre, lei è sì pregna – fino all’ Angelo “re vennegna”.
Per Novembre “cannaruta” è data- bella, bona, già “rozzolata”.

“Trescarola” se a una voce – è “vruocculiata” da melograno, pera e noce.
“Contignosa si zinnea”- seguitata, da uva “cachissi” e mela
Tra “pignata e varolera” – chi si “scaglienda” al camino, “sciala” e spera!
Più contenta, “nzoccarella ” –“manducata ndùnno ‘n comunella”.

Il connubio, è detto fatto – “sciabbaccòne e ciccibacco!”
Più saporita e più vicina – “nzoza nzoza, vino vino”!
“Aiza aiza aiza, acala acala acala, accosta accosta accosta a la saluta…!”
Se ingoiata, a più non posso – “mbriaca” è già, all’odor del mosto.

La sua tempra è dolce e tosta – “ndringoliata ” in caldarrosta;
per non cedere all’abbaglio- “gentilmente” dalle un taglio!
Tra “frizzi e lazzi” ben si presta –se “a laoro e sale” è a lesso messa.

“Ndufata”, già su graticcio a rete–sua virtù è pronta: “dolce del prete”.
Non si “nzella” se in un lampo–è “sbacandata” di punto, in “bianco”.

Lei è contenta, se pur al mulino –è strapazzata, a “frisuli” in semolino.
Il suo gusto è raddoppiato – miscelata in dolce al cioccolato.

Al ghiottone più esigente –non si nega mai……… di niente!
Per il “Thanksgiving Day novembrino” – si scodella col “ta……pino”.

Negli amori è data in pegno –perché di essi, è il fedel segno.
Un sorriso gentil, per lei è donato – se presentata all’ammalato.

Libera, non si perde dietro a lagna – se insidiata da mal compagna;
ben fa uso, di “persuasione” – fosse pure pe “ndrongolone”.
Né si “mbettola”, di palo in frasca- altèra resta, fuor di massa.

Quel che “attrassa” in “resilienza” – lo “arraffa” da “inappetenza”.
Di spirito libero, coraggioso e vero – dal cor bandito è il menzognero!
Se bacata, che malandrino – ne godrà, pure il suino!

Tra fatiche, balli, “tufiate” e canti – “campoleano” ‘n pace, tutti quanti.
“Rimane teco, amabil quanno – si è arrivati, a ro pane ianco!”

Tam cordiale, quam gioviale e fuor di strale- t’è amicale ancor, a Natale…
Se per tempo, “squacquarea” in cura – generosa è certo! E altr’anno dura.
“Soddisfatto!” Dice, “marcoffio saggio”- “io ben ne scialo, fino a maggio!”

Fuor di broncio, e senza lagna-lunga, lunga vita alla castagna…
PAN DE’ POVERI E’ DA SEMPRE -TUTTO IL RESTO E’ POCO O NIENTE!
“DEO GRATIAS!” Ettore Salvatore Di Benedetto

A CHI L’ATAVICO FRUTTO AMA
“Sdegno il verso che suona e che non crea…(Foscolo)”.

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