Sono trascorsi poco più di due anni da quando un intervento pubblico del Centro Primo Levi, pubblicato poi anche sul New York Times, ha messo in forte discussione l’immagine di Giovanni Palatucci e, in particolare, il suo impegno a difesa degli ebrei perseguitati. Un lasso di tempo in cui questa posizione è stata ripresa e fatta propria da numerosi organi di informazione, spesso senza
alcuna verifica autonoma dei dati citati, finendo quindi, più o meno volontariamente, per amplificare oltremodo accuse e calunnie. Un rincorrersi di titoli sensazionalistici e ricostruzioni arbitrarie, che nulla hanno a che fare con la ricerca storica e l’analisi delle fonti a disposizione. Proprio per ovviare a questa deriva e, nel contempo, ricostruire l’operato dell’ultimo questore di Fiume italiana, il prof. Piero Luigi Guiducci, docente di Storia della Chiesa al Centro Diocesano di Teologia per Laici di Roma (Istituto Ecclesia Mater, Pontificia Università Lateranense), ha guidato un’apposita commissione di studi. Il team di esperti, esaminando centinaia di atti depositati presso archivi in Italia, Belgio, Croazia, Israele, Stati Uniti, Regno Unito e Serbia, ha ripercorso le tappe fondamentali della biografia di Palatucci, dalle prime esperienze come vice-commissario della Polizia di Stato, fino alla deportazione a Dachau. Nelle trentanove pagine del report finale, integralmente consultabile anche al sito montella.eu, emerge in maniera nitida la figura di uomo coraggioso e pervaso dai valori della solidarietà. Tutt’altro che un freddo esecutore degli ordini dei suoi diretti superiori, per i quali, in maniera neanche tanto velata, mostrava invece più volte avversione. Sebbene non sia possibile quantificare il numero delle persone aiutate direttamente dall’eroe montellese, perché le azioni venivano svolte nella clandestinità, secondo la commissione “pare difficile sostenere la tesi che Giovanni Palatucci non fu un ʿGiustoʾ”. Dalle informazioni ritrovate, infatti, emerge che operò in vari modi a favore degli ebrei, con “omissioni nell’applicazione di norme e interventi di copertura, inclusa la consegna di documenti non autentici, come permessi di transito e passaporti”. La figura del nostro compaesano resta dunque di elevatissimo valore morale, un esempio di coerenza e amore per il prossimo che merita di essere onorato e raccontato con orgoglio alle nuove generazioni.
f.to Funzione Strumentale f.to Il Dirigente Scolastico
prof. Aristide Moscariello dott. Damiano Rino De Stefano
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