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ANCHE A MONTELLA TRIVELLAZIONI

TrivellazioniUna petizione per dire no alle trivelle. Dopo Torella, anche l’amministrazione di Montella, a firma del sindaco Ferruccio Capone, invia quindi il documento preparato dal ‘Coordinamento No Triv’ e Info Irpinia all’attenzione della Regione, del Governo e del Presidente della Repubblica per opporsi. La ricostruzione e le motivazioni del no nella petizione ricordiamole, per non dimenticarle mai: si richiama la vicenda del ‘Permesso Nusco’, rilasciato nel lontano luglio 2002 e il conferimento del

quale è stato reso effettivo con decreto ministeriale dell’ottobre 2010. Nel settembre 2012 invece c’è la presentazione di istanza per la VIA della Italmin, la società petrolifera che lo ha richiesto. Poi la famosa ‘non decisione’ che doveva essere presa dalla commissione ad hoc regionale sulla VIA entro il 31 marzo 2015, che passa la palla al Governo, come vuole lo Sblocca Italia, sostanzialmente favorevole alla ricerca di petrolio sul territorio italiano. Poi sismicità dell’area che potrebbe portare a un’interconnessione tra ricerche di idrocarburi e movimenti tellurici molto rischiosa, oltre alla citazione delle eccellenze enogastronomiche, tra cui i tre vini DOCG, l’olio DOP, la castagna IGP (e tante altre), «patrimonio – si dice nel documento – che potrebbe essere compromesso per sempre». Infine, il possibile inquinamento di uno dei bacini idrogeologici più importanti d’Italia. Abbiamo raggiunto Capone per un commento: «Siamo stati sempre in prima linea, già da due anni a questa parte», incalza il sindaco. E, in effetti, Montella fu uno dei primi comuni a deliberare per il no nel 2013, dando l’esempio e contribuendo quindi a spingere gli altri. Per il primo cittadino c’è una grossa contraddizione di fondo in tutta questa storia: «Da una parte Ue, Governo, PTR Regionale, PTCP Provinciale, e ultimo, il Progetto Pilota ci dicono: puntate tutto su turismo, enogastromia, agricoltura, ambiente. Dall’altra, il Governo con lo Sblocca Italia vuole perseguire la ricerca di idrocarburi». Ma c’è anche altro: «Non si può nemmeno per un attimo pensare che Ministero dell’Ambiente e Ministero dello Sviluppo Economico si mettano di traverso e dare il via alle trivelle. Sarebbe un disastro preannunciato». Cosa fare quindi ancora? «In questi anni abbiamo fatto – continua Capone – incontri politici e in regione per esortarla a dire no alla VIA. Caldoro ci ha sempre detto: dimostrate compattezza e coerenza, non solo i sindaci ma anche tutte le organizzazioni politiche e le istituzioni. Solo così potremo dimostrare al MISE che in Irpinia le ricerche petrolifere non devono iniziare». E conclude: «Colgo l’occasione per una nuova esortazione, visto che c’è stato anche qualche renziano irpino che non si è opposto a dovere: tutti compatti contro le trivelle, senza tentennamenti.

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