Nella pomeriggio del 2 dicembre, i Carabinieri della Compagnia di Montella, intervenivano poiché un trentenne di Volturara, "mentre passeggiava nei boschi" (cosi aveva riferito), era stato attinto da "pallettoni vaganti" sparati probabilmente da cacciatori che stavano effettuando una battuta di caccia proibita nel Parco
dei Monti Picentini.Per le lesioni riportate veniva ricoverato al Pronto Soccorso di Avellino ed, immediatamente, trasferito a Napoli all'Ospedale Vecchio Pellegrin i e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al braccio sinistro. Le immediate ed ininterrotte le indagini della Stazione di Volturara e dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Montella non avevano tralasciato nulla ed erano state sviluppate a 360 gradi, prendendo in considerazione anche l'ipotesi di un tentativo di omicidio. La più accreditata, tuttavia, sin dal primo momento, era sembrata quella di un incidente di caccia a cui avrebbe partecipato anche la persona ferita. Confortati anche da alcuni spunti informativi derivanti dall'approfondita conoscenza del territorio e delle realtà locali, i Carabinieri avevano individuato il luogo dell'incidente, effettuando un accurato sopralluogo e sequestrando, in corrispondenza delle tracce di sangue rinvenute, alcune cartucce inesplose e del nastro isolante, probabilmente, utilizzato per predisporre trappole illegali.
Grazie alla proficua attività info-operativa, inoltre, nel corso della notte, identificavano le quattro persone che avevano partecipato alla caccia di frodo, tra cui quella ferita ed acclaravano la dinamica: il trentenne, mentre cercava con gli altri improvvisati cacciatori di abbattere qualche cinghiale in zona protetta, era scivolato e dal suo fucile era partito un colpo che lo aveva ferito al braccio sinistro.
Accertata, dunque, l'attività di "bracconaggio", tutti i cacciatori sono stati denunciati in stato di libertà per aver esercitato l'attività venatoria in area protetta, fuori dagli orari, nei giorni prestabiliti ed in assenza del necessario titolo autorizzativo ed sono state sequestrate loro le armi che detenevano legalmente.
A finire nei guai, inoltre, la moglie di uno dei bracconieri che, unitamente al coniuge, dichiarava il falso per evitare l'accertamento dei fatti. Per questo motivo entrambi sono stati denunciati per "favoreggiamento".
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