Spett.le Redazione, nei miei diversi spostamenti che ogni anno faccio per raggiungere il Vostro paese, vedo sull'Autostrada del Sole molti Tir con la scritta " Trasporto Latte " viaggianti in direzione nord-sud, e spesso mi viene da pensare, ma è possibile che il latte trasportato vada a finire come materia prima nei caseifici campani e se si vuole anche in quelli di Montella? Il Meridione e in
special modo le zone dell'Alta Irpinia, per la ricchezza degli allevamenti bovini al pascolo, non dovrebbero avere bisogno di importare latte dal nord o addirittura dall'estero, per coprire il proprio consumo e il fabbisogno industriale. La realtà delle cose è ben diversa, la zootecnia locale, gradatamente tralasciata e abbandonata e se stessa, da molti anni e da più governi, non è più in grado di produrre quantità di latte autosufficienti, da qui gli importanti rifornimenti dal nord. La domanda del titolo mi è venuta spontanea, quando ho saputo, che i Carabinieri, nel corso di perquisizioni in nove provincie, otto della Padania, e una della Sicilia (Cremona, Mantova, Bergamo, Verona, Brescia, Parma, Piacenza, Rovigo, Ragusa) hanno scoperto un grosso traffico di farmaci veterinari illeciti non registrati, da somministrare ai bovini per aumentare la produzione del latte. I controlli, su allevamenti intensivi di 15-20 mila capi, hanno portato al fermo di un medico veterinario, trovato in possesso, con altri professionisti del settore zootecnico, (26 persone) tutti persegiuti dal'Autorità Giudiziaria, di ingenti quantità di queste sostanze: 200 Kg. di medicinali illegali, non registrati e non autorizzati provenienti dal "mercato nero", 500 confezioni di farmaci Extra Europei, 20 Kg. di antibiotici, il tutto consentiva di incrementare sui bovini la lattazione del 20%, anche a discapito dei vitellini appena nati. Inoltre, i Carabinieri e i NAS, hanno messo sotto sequestro probatorio 16 allevamenti, circa 4000 capi di bestiame, e sottoposto a vincolo sanitario 80.000 litri di latte valore complessivo 30 milioni di Euro. Un grazie all'Arma, impegnata in questa operazione con 200 uomini, per essere riuscita a trovare e stroncare, questo vasto traffico che si stava espandendo in molti allevamenti, e un grazie soprattutto per l'impegno profuso nella tutela della nostra salute, per la difesa degli allevatori e dei produttori onesti, e se si vuole anche per il tentativo di diminuire le sofferenze inflitte a quei poveri animali, che per il massimo profitto di professionisti e imprenditori senza scrupoli, venivano spremuti come limoni. Non penso che i caseifici di Montella abbiano bisogno di quel tipo di latte proveniente da fuori, perché hanno la possibilità di rifornirsi in loco da allevatori e produttori in grado di garantire la massima sicurezza e qualità, il sapore e la delicatezza dei loro latticini, lo dimostrano e non hanno niente a che vedere con i prodotti delle più grandi industrie casearie Italiane. Ci sono le nostre leggi e quelle Europee, in fatto di allevamenti intensivi e sofisticazioni alimentari, che andrebbero riviste e migliorate, aggravando le pene e sanzionando pesantemente, chi per il proprio esclusivo tornaconto si permette di non rispettarle. Ancora un saluto, a tutti coloro che vorranno leggere questi miei pensieri e a Voi della Redazione
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