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LA PRODUZIONE DELLE NOCI NELLA ZONA DI MONTELLA

noci 002Spett.le Redazione,nell'ottobre 2013, ho avuto l'idea di scrivere qualcosa sul prezzo di vendita delle castagne e sul grave problema dei castagneti, messi a dura prova dal proliferare dell'insetto cinipide. Questa settimana vorrei porre l'attenzione su quella che in futuro potrebbe essere l'alternativa per compensare il mancato reddito dovuto alla riduzione della quantità di castagne prodotte in paese. Nelle campagne tutto intorno a Montella si vedono innumerevoli e grandissime piante di noce, che tutt'ora, nonostante la loro longevità donano ancora una enorme

e pregiatissima quantità di frutti. Molte di queste piante sono abbandonate, nessuno si interessa più di curarle, ma cosa ancor più grave, quasi nessuno raccoglie i loro frutti che cadendo spontaneamente finiscono per marcire e perdersi fra l'erba e i cespugli continuamente bagnati dalla pioggia e dalla neve. Non so se qualche noci 003agricoltore montellese proprietario di terreni piantumati a noce o anche adatti a questo tipo di coltura, ha mai visitato un reparto ortofrutta di un grande magazzino, se lo avesse fatto, in questo periodo, sarebbe rimasto un po' a pensare su tre cose particolari: il prezzo di vendita al pubblico delle noci, il paese di provenienza di quest'ultime, e le grandi quantità esposte e offerte alla clientela. Il prezzo, troppo alto, di vendita al pubblico per prodotto importato da paesi lontanissimi tipo Argentina, Cile o California si aggira sugli otto euro al chilo, è sicuramente gravato da elevati costi di trasporto e da alti ricarichi da parte di grandi importatori. Il tutto alla faccia di chi suggerisce per ovvie e più ragioni, di consumare possibilmente prodotti provenienti dall'agricoltura nazionale e a chilometri zero. Le grandi quantità servono per soddisfare la richiesta sempre crescente dei consumatori, e qui penso che le nostre produzioni non noci 004sarebbero sufficienti, ma tali da far diminuire di molto l'importazione. In fatto di qualità credo che nessun altro paese potrebbe superarci, perché la nostra produzione sarebbe più fresca e sicuramente migliore, immune da trattamenti conservativi e da eventuali varie contaminazioni dovute ai lunghi tragitti del trasporto. In attesa di una auspicabile ripresa della castanicoltura, potrebbe essere, (per Montella, ma anche per tutta l'Irpinia, terra ideale per la coltura delle piante di noce) venuto il momento di pensare al rilancio di questa importante e non trascurabile attività agricola, attualmente superata in gran parte dalle produzioni di diversi paesi stranieri. Riusciranno i produttori e le aziende agricole locali interessate a dare sviluppo e nuova vita a questo tipico settore della Vostra bellissima terra Irpina? e quali sono i problemi che ostacolano o potranno ostacolare il suddetto rilancio? Le risposte dai cittadini, operatori e non, nell'intento di salvaguardare e migliorare la situazione economica derivante dalle risorse agricole paesane. Un cordialissimo saluto a coloro che vorranno leggere queste mie poche righe e a Voi tutti della Redazione. Graziano Casalini

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