Giustamente Dell'Angelo chiede chiarezza, e questa non può che venire da chi è preposto all'Amministrazione del Santuario del SS. Salvatore, e in prima persona dal Rettore, don Eugenio D'Agostino. Considerato che, ad oggi, malgrado l'allarme destato nei cittadini, non è pervenuta alcuna nota in merito, sperando di non cadere nella scomunica di qualcuno, mi permetto di chiedere che ci sia un intervento esaustivo, anche perché sulla questione quel
che si è verificato in questi ultimi tempi non è affatto chiaro. Un tempo, il Bollettino, durante il Rettorato di Don Ferdinando e successivamente dell'Arcivescovo Mojaischi, ci dava una precisa e documentata vita del Santuario, dove un ricchezza di iniziative, nel periodo estivo, si proponevano ai fedeli di Montella e dei paesi viciniori. Ora, mi sia consentito dire, che il Bollettino va bene per qualsiasi Santuario del Salvatore, perché del nosro c'è ben poco o niente. Anni addietro, ho partecipato a qualche riunione, essendo, nominato dal vescovo Nunnari, componente del Consiglio, ma non condividendo la linea amministrativa dell'organo, ne informai prima il citato vescovo e poi il successore, evitando di partecipare ad ulteriori riunioni. Chiedevo che annualmente venissero predisposti bilancio preventivo e conto consuntivo, che le spese vennissero effettuate con mandati di pagamento, e i depositi con apposite reversali all'istituto cassiere. Mi fu eccepito: "E che siamo a scuola?" Chiedevo che il Bollettino si muovesse in continuità con la tradizione, compresa la pubblicazione dell'elenco delle offerte. Fui zittito con queste parole: "È una scelta di civiltà!"
Tutto ciò dico senza nascondermi dietro comodi paraventi, perché noi m o n t e l l e s i per il SS. Salvatore siamo pronti a tutto e se la campana ha subito danni lo vogliamo sapere, perché non permetteremo che siano irreversibili. Si dovrà provvedere anche alla sua fusione, se necessario, presso la ditta Marinelli, ma non con un incarico fiduciario (o come si suol dire sulla botte) ma con un regolare contratto, che tenga conto degli esiti finali del lavoro. Per i fondi necessari, senza tanta diplomazia nei confronti dei "mastri di festa" è necessario decidere che luminarie, cantanti e fuochi vengono archiviati per raccogliere quanto necessario perché la campana venga riparata e torni a mandare la sua voce per i paesi e i monti dell'Irpinia. Carlo Ciociola
23 giugno 2014
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