A pochi giorni dal risultato elettorale è necessaria una riflessione sull'esito politico venuto fuori dalle urne, ma anche un'autocritica sul frutto del nostro lavoro. La nostra lista ha ottenuto 553 voti, meno di quelli sperati. Il nostro obiettivo minimo, infatti, era ottenere almeno un consigliere di minoranza, ma evidentemente non siamo
riusciti a muovere il cosiddetto "voto d'opinione" (ammesso che questo tipo di voto sia riuscito a ritagliarsi una frangia tra il voto clientelare e quello "parentale/amicale").
Paghiamo lo scotto della nostra inesperienza elettorale, ma la scelta è stata consapevolmente quella di non utilizzare schemi abusati, che non ci appartengono.
Paghiamo, probabilmente, anche la pretesa o la presunzione di sentirci dalla parte giusta, tradottasi nella convinzione che saremmo stati sicuramente capiti e che il nostro progetto fosse troppo pulito e serio per non ottenere consenso. Una posizione forse troppo berlingueriana, che ha creato qualche difficoltà alla sinistra montellese proprio come a quella italiana.
Noi ripartiamo da quest'autoanalisi; la nostra "sconfitta" è un punto di partenza, non di arrivo. Questo momento per noi è il primo passo per il rafforzamento della sinistra montellese.
Per quanto riguarda la vittoria di Montella Libera è innegabile che il sindaco Capone sia riuscito a confermare il suo consenso (anche se lo stesso non si può dire per parte dell'amministrazione uscente). Il segreto di questo successo, però, a nostro avviso è dovuto a meccanismi tutt'altro che condivisibili.
In parte alle sfilate dei big, venuti a sostenere l'amico in comune. Nel giro di pochi giorni hanno fatto la loro apparizione il governatore della regione Campania, Caldoro; il candidato all'europee per Fratelli d'Italia, Alemanno; l'assessore regionale alle politiche agricole, Nugnes e i domiciliari ci hanno risparmiato Romano! Politici di partito venuti ad offrire un sostegno "amichevole" ad una lista civica, che ha gettato discredito più di una volta sull'organizzazione partitica.
Per noi restano delle contraddizioni: Caldoro e la Nugnes hanno snobbato i candidati di Forza Italia a vantaggio di una lista civica, ma soprattutto la loro presenza non è stata per nulla legata al loro ruolo istituzionale (mentre è solo all'istituzione che, a nostro avviso, bisogna guardare). Nessuna richiesta, nessuna polemica, nessuna domanda scomoda ad un'istituzione regionale, per lo più assente, nonostante le difficoltà del territorio. Solo un caloroso abbraccio tra amici, che di certo ha avuto i risultati sperati.
Ma la vittoria della lista in questione è stata determinata anche dalla strategica adozione del PUC (doppiamente utilizzato, prima con l'adozione e poi con la promessa di accoglimento delle osservazioni), dai provvedimenti firmati all'ultimo minuto a vantaggio di una fetta di cittadinanza e di una serie di ditte e tecnici, dai cantieri (a volte "fantasma") aperti su tutto il perimetro urbano.
Speculare sulle necessità della cittadinanza è una strada facile per vincere, inaccettabile per noi.
Vedremo se le promesse fatte nei rumorosi e spettacolari comizi saranno mantenute.
I seggi di opposizione saranno equamente ripartiti tra altre due liste: Montella per la democrazia e il Popolo dei moderati.
Anna Dello Buono, capolista di Montella per democrazia, ha dichiarato che i voti ottenuti dalla sua lista confermano la fiducia al PD dell'elettorato di sinistra e che il PD è l'unica forza di sinistra a sedere in consiglio comunale.
In realtà dall'analisi delle preferenze non si evince questa vittoria del PD, piuttosto risulta evidente l'affermazione di Scelta Civica!
Se è vero infatti che i 5 candidati del PD hanno ottenuto 707 preferenze in totale, è altrettanto vero che Scelta Civica, con un candidato in meno, ha ottenuto in totale 665 preferenze. Scelta Civica è stata, quindi, determinante rispetto al successo della lista. Insomma, una lettura attenta delle preferenze lascia pensare che Scelta Civica sia pronta ad entrare nel PD (o addirittura ad assorbirlo?), PD che così finalmente potrebbe assumere una sua precisa identità, visto che non abbiamo ancora capito dove collocarlo.
"Tornado Buono" così è stato definito il PD di questa tornata elettorale. Non ci si accorge della sconfitta, neanche a sconfitta avvenuta! Questa deresponsabilizzazione, con conseguente ricerca altrove del capro espiatorio, è una costante della politica di questo partito, che sembra già aver dimenticato quale fosse la sua situazione prima della campagna elettorale. Un partito che, già all'indomani del congresso, era diviso al suo interno e che ha tentato, maldestramente, di celare questa frammentazione proponendosi come partito guida della campagna elettorale, riducendo le altre forze politiche a mere portatrici di pacchetti di voti. Un partito che ha assistito alla fuga repentina di alcuni iscritti e del suo segretario, che ha assecondato l'ostinazione di altri e che infine non ha scelto, ma ha accettato una candidatura imposta dal direttivo provinciale. Il PD voleva creare una coalizione di centro-sinistra senza avere nessuna solidità politica al suo interno e senza apertura né al dialogo né al rinnovamento.
Non va, poi, trascurato il segnale che c'è un voto alle europee al PD trainato dall'effetto Renzi, che però non si è tradotto automaticamente in un consenso nelle amministrative (e questo a livello regionale).
Eppure, nonostante la batosta delle urne, ancora non si è sentita alcuna autoanalisi critica da parte dei dirigenti PD. Magari nei prossimi giorni, chissà...
Speriamo anche che gli altri due consiglieri eletti, provenienti da aree politiche diverse, possano riuscire a convivere e collaborare come hanno assicurato in campagna elettorale, senza che il capogruppo tenga a freno l'altro rappresentante, come pare sia avvenuto nei 5 anni precedenti.
Noi ringraziamo tutti coloro che ci hanno supportato, ci hanno ascoltato, ci hanno seguito e ci hanno votato.
Ci siamo assunti un impegno con la cittadinanza che sarà mantenuto a prescindere dall'esito del voto e perciò vigileremo su questa amministrazione, alla quale avanzeremo le nostre proposte per tentare di realizzare almeno parte di quanto progettato in campagna elettorale. E saremo attenti alle esigenze ed alle proposte della gente, attraverso SEL, ma anche attingendo alle persone che questa campagna elettorale ci ha permesso di avere accanto.
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